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Autore: Cecilia    27/05/2017    1 recensioni
Le conseguenze di Flashpoint presentano il loro conto e toccherà alla Leggende, in un viaggio in un futuro prossimo, a pagarne il salato prezzo tra sconvolgenti verità ed inaspettate rivelazioni.
Fan Fiction in due momenti tra l'universo che conosciamo e quello nuovo che si crea dopo la guerra finale del tempo...
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Rip Hunter, Sara Lance, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

«Se avevamo imparato qualcosa durante il nostro periodo come soldati, o come Leggende, era che il futuro... non era scritto. Non poteva essere scritto. Ecco il mio problema... questo profeta oscuro, indovino, creatore di caos... Era venuto e aveva distrutto tutto con l’egoismo di un devastatore.

Il tempo era un costrutto.

Il tempo era un concetto.

Il tempo poteva essere considerato un organismo che viveva e respirava intorno a noi»

Sara Lance

 

«Come sta?»

Amaya aveva scosso il capo come risposta nei confronti del marito che seduto sul letto della loro camera da letto all’interno della Waverider stava giocando con la piccola Jeanne che era intenta a costruire una piccola piramide con dei cubetti colorati. La madre la guardò lasciandosi andare a un piccolo sorriso, prima di sedersi al suo fianco e aiutarla nell’impresa, ma non senza perdere di vista la preoccupazione che l’attanagliava. La decisione che lui e Nate avevano preso di tornare con le Leggende era stata dovuta e normale perchè dopo la sconfitta di Darkseid si erano resi conti di non poter lasciare soli i loro amici e tanto meno Sara.

«Riesco a convincerla a mangiare solo perché è incinta e perché Laurel è tutto per lei, come Jeanne per noi…» e dicendolo Amaya diede una carezza alla guancia della bambina ignara di ciò che stava succedendo. Nate allungò una mano e stringendo quella della donna che amava ne baciò il dorso.

«Sara è forte… Lo sai…»

«Lo so. So che questo non le sta impedendo di essere sempre e comunque un ottimo Capitano, ma perdere chi ami ti cambia per sempre e irrimediabilmente… Ancor più se sei tu ad averlo ucciso…» e dicendolo accarezzò il viso del suo “uomo d’acciaio” con un malinconico sorriso. Loro avevano l’uno l’altra e Jeanne, ma il destino di Sara e di Laurel era cambiato per sempre.

 

«Avrei voluto scoprire che ciò che era successo in qualche modo avrebbe aperto un portale o un qualsiasi paradosso che avrebbe risolto tutto. Che tutte le teorie sul tempo e sullo spazio venissero riscritte. Che lui sarebbe sopravvissuto e che io avevo torto nel pensare che il mio futuro sarebbe cambiato per sempre. Ma quello che avevo scoperto era anche peggio di quello che temevo»

Laurel Hunter

 

Laurel era seduta sull’asse di equilibrio della palestra del college ove si allenava e aveva appena salutato Donald con un bacio sulle labbra e un sorriso che voleva assicurargli che non doveva preoccuparsi per lei. Era rimasta molto colpita dallo scoprire da quanto lui fosse innamorato di lei e tutto quello che era successo e i ricordi di un’altra linea temporale che avevano recuperato li aveva inaspettatamente avvicinati. Quella bellissima storia d’amore le stava dando la forza che oggettivamente le mancava.

Era rimasta non sapeva nemmeno quanto seduta lì persa nei suoi pensieri invece di allenarsi per le immediate nazionali tanto che quando Mia la raggiunse, trafelata, la trovò ancora in quella posizione.

«Scusa il ritardo, ma il professore…» alla giovane Queen le morirono le parole in gola quando vedendo la sua amica in quello stato le si avvicinò e andandole vicino si piegò leggermente con il capo per cercare il suo viso nascosto dai capelli.

«Laurel…» mormorò affranta, mentre quella facendo un piccolo balzo giù e trovandosi cos’ in piedi di fronte alla sua migliore amica, l’abbracciò stretta lasciandosi andare a quelle lacrime che in casa tratteneva per non mettere il coltello nella piaga con sua madre. Mia sospirò, ma alla fine la strinse forte a sé accarezzando i suoi lunghi capelli biondi…

«Avrei voluto dimenticare Mia… ogni momento, ogni ricordo… tutto ciò che di lui conservavo, ma il tempo è stato tiranno e nonostante lui sia stato cancellato dalla mia linea temporale… non smetto di ricordare la mia vita con lui…»

Tra i singhiozzi Laurel si stava sfogando come mai aveva mai fatto da che erano tornati nel loro tempo. Lei che sembrava star bene, che si era sforzata di tornare alla normalità come se nulla fosse accaduto, ma che a fin dei conti era impossibile.

 

«Ogni elemento del mondo emette energia. Ogni cosa.

Una visione teorica del futuro. Non è il futuro perché ancora non c'è. Esiste un algoritmo di un possibile futuro. Sì! Forse un futuro alquanto possibile. Ma, e ci tengo a sottolinearlo, è solo un algoritmo. Matematica. Congetture.

E' profilazione. Si tratta di fare profilazione al nostro futuro. A nessuna delle persone coinvolte è stata data una scelta»

Lily Stein

 

Quando suo padre era partito lo aveva salutato con un gran sorriso e la promessa che tutto sarebbe andato per il meglio, non era stato facile accettare per lui che lei e Leonard avevano deciso di provare a crearsi una vita insieme, ancor più in una città ove teoricamente lui era ancora visto come un temibile criminale, ma alla fine aveva ceduto di fronte a quegli occhi vispi e decisi così simili ai suoi.

Lily però non era uscita del tutto intatta da quella storia, la sua visione sulla scienza e la fisica quantistica era cambiata e da quando aveva accettato una cattedra come professoressa alla Central City University non smetteva di calcare quel concetto ai suoi studenti, mettendo in discussione tutto ciò che normalmente veniva dato per scontato.

Aveva appena finito la lezione, quando ad aula vuota sentì un applauso provenire dalla porta posta al fianco della cattedra e voltandosi ridacchiò nel vedere Leonard poggiato allo stipite guardarla con quella sua solita espressione indecifrabile.

«Sei fuori!» esclamò lei entusiasta andandogli incontro abbracciandolo e baciarlo. Joe West non aveva potuto fare a meno di arrestarlo, ma a quanto pareva Barry aveva mantenuto la sua parola e gli aveva dato la possibilità di ricominciare.

Leonard dal canto suo la strinse sui fianchi e se la tenne stretta baciandola senza importagli degli studenti che passando per i corridoi li guardavano ridacchiando o parlando tra loro sconvolti che la loro professoressa baciasse il temibile “Captain Cold”. Lui sapeva solo che adesso quell’appellativo non gli apparteneva più, come quello di Leggenda o di ladro… ora era solo Leonard ed insieme a lei era curioso di scoprire cosa questo avrebbe voluto dire…

 

«Io dico che il libero arbitrio viene cancellato dal processo di scelta. Dico che lasciamo l'ultima parola al potere di un’entità sconosciuta, nessuna delle persone coinvolte nel processo decisionale del tempo è responsabile delle proprie azioni. E senza una responsabilità personale cosa siamo?»

Ray Palmer

 

«Sei tremenda lo sai?»

Mia aveva appena appoggiato la borsa sul divano, aveva lasciato da poco Laurel e dopo una lunga chiacchierata in cui l’aveva invitata a sfogarsi adesso toccava a lei sentirsi coccolata e chi meglio poteva farlo se non l’uomo che amava?

Era appena arrivata nel suo appartamento e lo aveva trovato di fronte alla finestra del grande salone, le mani in tasca e lo sguardo profondo immerso sulla skyline di una Star City di nuovo viva e sicura. Alcuni fili argentei spuntavano sui suoi capelli nerissimi, li stessi tra cui passò la sua mano quando, una volta vicina, si strinse a lui e si portò sulla punta dei piedi per baciarlo.

«Perché?» chiese Mia innocentemente voltandosi verso il vetro e sentendo lui che l’abbracciava da dietro.

«Chiedi anche? Guarda che qualsiasi cosa fai con lui la ricordo anche io…»

«E sei geloso Palmer?» chiese lei ridacchiando ironica sentendosi voltare di scatto e baciare con quell’impeto che lui aveva, seppur nascosto dietro quella sua aria sempre gentile e bonaria

«Oh Mia Queen… sono destinato ad amarti in qualsiasi tempo…»

«Se non avessi cercato quel contatto oggi non saremo qui…»

Le loro parole si mischiavano da quanto le loro bocche erano vicine, mentre ridendo si cercavano in un nuovo bacio. Nessuno sapeva di loro ed era stata una scelta comune dovuta alla loro differenza di età e di come Mia, era certa, suo padre non avrebbe mai preso bene quella relazione quanto sua madre. Cosa le avrebbe detto? Che il suo attuale fidanzato era il suo ex? Tuttavia entrambi sapevano e volevano uscire alla luce del sole, erano sopravvissuti all’Apocalisse, sarebbero sopravvissuti anche ai coniugi Queen, no?

 

«Se viviamo in un mondo di algoritmi e probabilità quante probabilità ci sono che il tempo sia esattamente come crediamo?»

Rip Hunter

 

«Ciao Rip»

Quando il Capitan Hunter aveva aperto gli occhi, per via di quella voce che era giunta alle sue orecchie, ed era stato investito da una forte luce si era convinto che quello doveva essere l’aldilà o qualsiasi posto in cui finivano le anime dei morti.

A fatica si mise in piedi notando intorno a lui una candida stanza bianca di cui era impossibile distinguerne i contorni e di fronte a lui un giovane ragazzo, dai capelli rossastri e lo sguardo gentile.

«Tu chi sei? Che cosa vuoi? Dove sono? Sono morto?» l’uomo di fronte a lui scoppiò a ridere scuotendo il capo e avvicinandosi posò sulla spalla di Rip la sua mano, facendo sobbalzare quest’ultimo in quanto si era reso conto che il suo tocco era reale.

«Non è importante dove sei, ciò che conta è il ringraziamento che ti devo…»

A quella frase il Capitano si sentì a disagio perché non credeva di essere nella posizione per meritare un bel niente, tanto meno un ringraziamento.

«Grazie a te è stata fatta una cosa molto importante. Avete finalmente sconfitto il terribile Tiranno di Apokolips. Il mio patrigno Darkseid»

«Orion»

«Esatto. E sono qui per farti passare... Sei pronto?»

Era alquanto sconcertato Rip di trovarsi di fronte a niente di meno che lui, tant’è che quando gli fece quella domanda non capì a cosa si stava riferendo, ma qualsiasi cosa fosse non era nella posizione di pretendere spiegazioni. Qualsiasi sarebbe stata la sua sorte l’avrebbe accettata.

«Sono pronto…»

«Allora è il momento di indicarti la via...»

I due si scambiarono un lungo sguardo, ma nel momento in cui Rip sbatté le palpebre il sorriso di Orion e l’immagine di una stanza immersa nel buio si sovrastarono e quando tornò a guardarsi intorno non ci volle molto per capire dove fosse.

Il suo arrivo doveva aver creato una sorta di sbalzo nell’energia cinetica della stanza che fece svegliare Sara di soprassalto e mentre già impugnava il pugnale che teneva sotto il cuscino per aggredire l’estraneo nella sua stanza, le luci si accesero, lui si voltò ed entrambi non credettero a ciò che avevano di fronte.

«Rip…»

«Sara…»

Nemmeno il tempo di ragionare sul perché e per come che lei aveva fatto cadere la lama dalle mani ed uscendo dal letto era finita in ginocchio ai piedi del letto, lì dove lui si era avvicinato e stringendola tra le braccia avevano preso a baciarsi con urgenza e necessità senza smettere un secondo di far incontrare le loro labbra.

«C-Come è possibile?»

«Ehm non lo so… Orion…»

«Orion?»

«Sì il figliastro di Darksei, il grande cond

«Non mi interessa!»

Spiegazioni veloci e concitate uscirono dalle loro bocche, prima che Sara zittendolo di nuovo lo cercò per baciarlo aggrappandosi a letteralmente a lui, come se temessero di poter essere divisi di nuovo. Il loro era un turbinio di così tante emozioni e sensazioni che non riuscirono in alcun modo a contenerle e tanto meno a spiegarle a voce e che riuscirono ad esprimere unicamente cercandosi, baciandosi e accarezzandosi.

Fu in un singolo momento di distacco che lui abbassò lo sguardo e guardando il suo ventre leggermente rigonfio vi poggiò una mano sopra.

«Scusami se sono stato codardo…»

«Scusami se ti ho fatto credere di esserlo…»

Entrambi piangevano e ridevano, mentre stringendosi forte tornavano a vivere in un cuore unico, di cui il battito raggiunse anche il futuro che li attendeva.

Laurel era appena tornata a casa, dopo quella lunga giornata di allenamenti e lacrime e quando entrata in cucina trovò suo padre e sua madre stretti a baciarsi, la sua sacca della palestra cadde a terra e così facendo mostrando loro la sua presenza. Rip e Sara si voltarono verso di lei che senza pensarci due volte corse incontro loro per poi venire accolta dal loro caldo abbraccio.

 

Potevano essersi svegliati nell'oscurità, ma ciò che li univa aveva dimostrato di essere molto più forte di qualsiasi forza negativa, dello spazio dei loro corpi e del tempo stesso.

Tutte le parole erano state usate e ciò che provavano esplodeva nei loro cuori.

Passato, Presente, Futuro... tutti uniti da un filo invisibile che li cuciva insieme come amici, colleghi, amanti, famiglie, ma sopra ogni cosa come Leggende.

Un racconto che sarebbe rimasto impresso nel mito, degno di essere letto e tramandato... la storia di un evento incredibile...

 

FINE

 

A chiunque a letto questa lunghissima storia, oggi come ieri, ma sempre più di domani, faccio il mio più grande ringraziamento. Che le Leggende vivano sempre dentro di voi perché è solo grazie a queste storie di coraggio e amore possiamo essere persone migliori!

 

   
 
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