Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Anna_Art    27/05/2017    2 recensioni
Alastair è un ragazzo con poteri "speciali", fin dalla nascita. Il suo essere diverso dagli altri lo fa sentire un po' solo, ma non completamente. Perché un giorno non si aspetterà mai di incontrare qualcuno che cambierà ciò che sente nel cuore riguardo le sue doti soprannaturali.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 7

 

Senza neanche guardare dietro di me, vedendo la porta quasi al punto di chiudersi e scomparire davanti ai miei occhi. Tentai di allungare la mano per ributtarmi nuovamente dentro: “No! Eiron”.

Per quanto ci provassi quelle braccia continuarono a bloccarmi. Guardai dietro di me, vedendo con sorpresa mio fratello Zack. Portando le mie mani sulle sue braccia che mi tenevano bloccato a lui, dissi allarmato: “No! Lasciami Zack, devo andare! Lasciami, subito”.

“Calmati Alastair. Sei impazzito? Dove credi di andare in queste condizioni e da solo?”

“Non mi importa, devo salvare Eiron, subito!” Dissi angosciato.

“Come pensi di fare con quei due? Non hai visto quanto sono potenti? Non puoi niente contro di loro, figurati io. Abbiamo bisogno di un aiuto più potente. Quindi prima dobbiamo pianificare qualcosa di concreto e poi andremo a salvarlo”.

Ribellandomi a lui: “No! Non posso aspettare così tanto. Lasciami andare!”

Vedendo la mia insistenza Zack, con forza tentò di trascinarmi il più lontano possibile da quella porta, per poi farmi mettere con la schiena rivolta sul prato con una delle sue mani poggiate sul mio petto cercando di bloccarmi a terra e l’altra sul mio polso destro in modo da tenermi fermo.

In seguito, guardandomi con preoccupazione: “Non ci penso neanche di lasciarti andare così, senza avere la speranza di rivederti. Ti aiuterò a salvare Eiron, ma con una tattica, non così alla cavolo. Hai capito bene?!”

“E come pensi di poter riaprire quella porta? Non ho altra scelta se non andare adesso! Quindi lasciami subito”. Pronunciai quelle parole con così affanno, mi sentivo come svenire, cosa mi stava succedendo? Poteva essere l’effetto di qualcosa che avevano fatto a Eiron?

Respirando affannosamente portai la mia mano sinistra sulla mia fronte sentendomi in un certo senso stordito. Osservando gli occhi di Zack, notai quanto si fosse accorto del mio malessere e soprattutto del mio silenzio innaturale.

Alleggerendo la prese su di me: “Ehi, stai bene Alastair?”

Non risposi a quella domanda, i miei occhi in poco tempo si ombrarono e senza poter sentire o vedere altro le mie forze mi abbandonarono, dandomi il modo di non reagire più, insieme ai miei occhi che si chiusero facendomi rimanere inerme a qualsiasi cosa.

--- ---

Me ne stavo nella mia cameretta dell’orfanotrofio a scrivere sulla mia fatina che stava raccogliendo un mazzo di fiori nel giardinetto di quella piccola casetta dove aveva incontrato quel ragazzo come lei. Prese quelli più belli e profumati, per poi portarli all’interno per rivedere quell’ometto che le aveva fatto battere il cuore. Era proprio così, ogni volta che lei lo vedeva non faceva altro che imbarazzarsi e sentirsi il cuore battere a mille, era per caso il momento giusto per definire quel sentimento come amore?

Distaccai un attimo i miei occhi dal quaderno, guardando fuori dalla finestra. In quel momento si illuminarono vedendo Aishia venuta a trovarmi all’orfanotrofio, ormai sapeva che vivevo lì e che poteva venire da me quando voleva, naturalmente senza farsi notare da nessuno. La vidi chiamarmi chiamarmi con la mano, cercando di farmi capire di scendere per andare da lei.

Visto che era pomeriggio e tutti i bambini stavano dormendo, tranne me. Mi diressi verso la porta della camera, cercando di non farmi vedere dalle due signore che si curavano di noi bambini. E senza neanche far rumore mi diressi con passo veloce verso il cortile dell’edificio. Per poi correre dal cancello d’entrata. Al di fuori c’era Aishia che mi stava aspettando sorridente e allo stesso tempo preoccupati che qualcuno potesse beccarci in flagrante per il mio allontanamento.

A quel punto le dissi velocemente: “Ciao Aishia, sei puntuale come sempre”.

“E già, visto che questo è l’unico orario in cui posso venire, di certo non faccio in ritardo”.

Presi la mano di Aishia e con rapidità tentai di farla allontanare da quel posto: “Andiamo da un’altra parte prima che ci veda qualcuno”.

Lei sorridente: “Sì, hai ragione”.

Stringendo la mia mano con passo svelto ci allontanammo da quell’edificio, attraversando la strada e dirigendoci al nostro solito parco dove ci incontravamo sempre. Fermandoci un attimo dai giochi dei bambini, entrambi ci guardammo sorridenti con il desiderio di voler giocare un po’ insieme.

Aishia senza neanche il tempo di farmi dire qualcosa, tenendomi sempre per mano mi disse apertamente: “Andiamo?”

Capendo già di cosa stava parlando, dandoci quello scambio di sguardi, risposi anche io sorridente: “Sì”.

Insieme ci dirigemmo verso le altalene, che io adoravo. Salendoci sopra mi piaceva sentirmi libero ad ogni spinta in alto. Come se stessi volando verso una meta sconosciuta che mi rallegrava il cuore. Aishia affianco a me, si librava con l’altalena per raggiungere la mia voglia irrefrenabile di andare sempre più in alto, fino al punto di poter perdermi nei miei pensieri di bambino. Sognando qualcosa di inesistente o ancora meglio qualcosa che desideravo accadesse, come la mia voglia di potermi elevare in cielo guardando la terra dall’alto e poter vedere per una volta le nuvole più da vicino.

Quel sogno era impossibile, lo sapevo. Ma comunque nei miei pensieri potevo immaginare e provare a capire cosa si provasse a vedere un mondo nuovo.

*** *** ***

Dopo aver giocato per un po’ con le giostre, io e Aishia ci dirigemmo nel nostro rifugio, già ormai era diventato di entrambi visto che mi ritrovavo sempre con lei dentro a quella casetta. E oltre a parlare e sorridere insieme, scrivevo in sua compagnia anche la storia della mia fatina che amava tanto. Non avrei mai pensato che a qualcuno potesse interessare, invece già dalla prima pagina che aveva letto, Aishia si era talmente immersa in un mondo pieno di serenità che le si erano luccicati gli occhi da quanto le piaceva quella storia.

Lei guardandomi sorridente: “Sai Alastiar, questa storia sembra rappresenti noi due, non credi?”

Intanto che ero seduto a terra accanto a lei, con in mano il mio quaderno e la penna. Domandai: “In cosa per te ci rappresenta?”

“Beh, per prima cosa la somiglianza spiccicata della tua fatina a me, anche caratterialmente. E poi del ragazzo che lei ha incontrato, oltre ad avere i tuoi stessi occhi e capelli, ha una personalità forte e sincera. Non ho mai incontrato qualcuno come te, con sentimenti così puri nei miei confronti”.

A quelle parole rimasi un po’ spiazzato. Cosa intendeva? Sembrava come se sapesse ciò che pensavo nel profondo del mio cuore, ma questo andava ben oltre ciò che dicevo o dimostravo. Forse era solo una mia impressione. Prima che potessi pensare ad altro vidi Aishia togliersi con calma la felpa che la teneva al caldo, rimanendo solo con una semplice maglietta azzurra a mezze maniche. In quel momento i miei occhi si fermarono con puro stupore sul suo petto. Vidi al suo collo un ciondolo identico a quello che avevo io. Come poteva essere? Possibile che anche lei aveva a che fare con qualcosa che riguardava me e il collegamento a quel ciondolo? Potevo provare a scoprirlo tramite i suoi pensieri. Ma forse era da vigliacchi fare una cosa del genere essendo molto amici. Era meglio parlarne direttamente con lei, ma come potevo iniziare il discorso? Avrei dovuto poi parlarle dei poteri che mi portavo dentro, almeno che anche lei ne avesse qualcuno. Era inutile tenersi tutto dentro, ormai ero lì e non potevo non farne parola: “Aishia dove hai preso quel ciondolo?”

Lei a quella domanda portò i suoi occhi sorridenti su i miei: “Dici questo?” Rispose portando le dita della sua mano destra su quella goccia di cristallo.

Annuii a quella domanda. A quel cenno mi disse apertamente: “Me lo hanno regalato i miei genitori alla mia nascita”.

Spalancai lievemente gli occhi, come mai era identico al mio? Forse si trattava solo di una coincidenza, visto che anche io lo avevo da quando ero nato, anche se non sapevo di preciso il suo significato. Ma ogni tanto lo vedevo illuminarsi di una piccola luce colorata di cui non sapevo il motivo.

Aishia con tenerezza mi prese le mani, in seguito guardandomi negli occhi mi domandò: “Come mai me lo hai chiesto?”

Cosa potevo dirle, adesso? Forse era meglio riferirle la verità. Stringendo appena le sue mani piccole e delicate, mi arrivò alla mente un frammento dei suoi pensieri: <>

A quelle parole rimasi impietrito a guardarla. Come faceva a sapere che avevo un ciondolo a goccia identico al suo? Possibile che Aishia aveva dei poteri magici come i miei? Guardandola perplesso tentai di scogliere la presa che avevo su di lei. Probabilmente era proprio quello il legame che dava vita ai suoi poteri, proprio come accadeva a me, con un singolo tocco.

Aishia, strinse ancora di più le mie mani, guardandomi con occhi sinceri: “Hai davvero un ciondolo uguale al mio, quindi. Non sono l’unica ad aver ascoltato i tuoi pensieri sinceri nei miei confronti in tutto questo tempo”.

Concluse quelle parole lei mi sorrise. Quindi sapeva tutto a riguardo di ciò che ero, lo aveva sempre saputo. Perché questa cosa mi trasmetteva un briciolo di preoccupazione? Forse perché nessuno sapeva dei miei veri poteri, almeno fino a quel momento. Rilassai il mio corpo che era diventato leggermente teso dalle parole di Aishia.

Non distogliendo i miei occhi da lei: “Sì è così. Anche io per tutto questo tempo, quando c’era l’occasione ho sentito i pensieri puri che ascoltavi dentro di me. Questo vuol dire che entrambi siamo speciali, non è forse così?”

“E’ proprio così, è sono felice di aver incontrato qualcuno come me”.

“Quando hai capito che io ero come te?” Le domandai.

“La prima volta che ci siamo incontrati. Quando mi hai sfiorato le mani sorridendomi, lì anche io ho sentito i tuoi sentimenti sinceri nei miei confronti, come tu hai ascoltato i miei. E’ stato sorprendente sapere che non ero l’unica ad avere queste doti soprannaturali. La cosa bizzarra e che entrambi abbiamo lo stesso potere. Questo vuol dire che siamo legati per la vita, qualsiasi cosa ci accadrà noi ci rincontreremo sempre”.

“Dici sul serio? Come fai a saperlo?” Domandai con curiosità.

“Mia mamma mi ha sempre detto che avrei trovato la persona più cara della mia vita tramite i miei stessi poteri. Perché in questo mondo ci sono solo due creature con un solo potere particolare e questi due sono legati per la vita”.

Rimasi sorpreso da quelle parole non ne sapevo assolutamente niente di quella storia. Questo voleva dire che anche la madre si Aishia aveva un potere particolare.

Prima che pensassi ad altro, lei mi rispose: “Già è così, mia mamma ha lo stesso potere di mio padre, quello curativo”.

“Mi hai letto di nuovo nel pensiero”.

“Sì, perché tu non lo stai facendo con me?” Mi chiese.

“Beh, in realtà adesso no. Ma sono felice delle parole che mi hai detto, non pensavo ci fosse una profezia del genere non avendo mai conosciuto i miei genitori”.

Aishia mi guardò dispiaciuta, poi abbracciandomi forte a lei: “Anche se non li hai mai conosciuti, posso dirti per certo che noi due siamo legati dal nostro potere. E poi non sei solo, ci sono qui io”.

Sorrisi apertamente alle sue parole dolci: “Grazie, sono contento di averti incontrata. Lo stesso vale per me, io ci sarò sempre per te ricordalo, va bene?”

“Certo che sì, sai che anche io non ti lascerò mai. Quindi ricordalo anche tu”.

Entrambi ci scambiammo un sorriso dolce, intanto che le nostre mani si stringevano per non lasciarci. Eravamo come una cosa sola in quel momento, la pensavamo entrambi allo stesso modo e sia io che lei volevamo esserci e stare insieme per molto tempo. Anche se eravamo lontani, con il nostro cuore potevamo essere vicini, bastava un semplice pensiero dei momenti passati insieme o di ciò che ci rappresentava.

Quel pomeriggio scoprii qualcosa di davvero importante, che non ero solo, potevo avere un appoggio in più e qualcuno con cui parlare delle mie doti soprannaturali. Sapevo per certo di non dover affrontare più le cose da solo ma con qualcuno che mi capisse davvero e questo lo avevo compreso in quei due anni che avevo conosciuto Aishia, finché non la vidi più dopo essere stato adottato dalla mia famiglia attuale. Lì avevo alla mente i suoi ricordi, pensando che fossero solo dei sogni, qualcosa che mi veniva in testa soltanto quando dormivo.

Non erano solo sogni in realtà, ma cose che avevo vissuto per davvero e che non venivano alla mente quando ero cosciente, ma solo quando i miei occhi si chiudevano andando in un altro spazio con la mente. Perché tutto questo? Anche se non sapevo il motivo, ora ero certo di poter ricordare. Appena aprirò gli occhi ricorderò tutto, proprio così.

--- ---

Riaprii gli occhi ritrovandomi disteso su un letto comodo e caldo. Mi guardai per un momento intorno, vedendo un po’ confuso di essere nella mia stanza. Come ci ero arrivato lì? Sentivo un grande mal di testa, come se qualcuno l’avesse martellata o qualcosa del genere.

Portando la mia mano destra sulla fronte, spalancai appena gli occhi ricordando quel sogno che avevo fatto, ora mi era tutto più chiaro. Come avevo fatto a dimenticare quella bambina? Lei era stata tutto per me negli ultimi anni trascorsi in quel orfanotrofio. E io l’avevo dimenticata, come se non fosse stato niente di speciale per me. Ora dove poteva trovarsi? Non sapevo neanche come cercarla, o forse un modo c’era. Andare direttamente alla casa dove abitava da bambina, sicuramente si trovava ancora lì. Dovevo tentare, qual’era più il suo nome?

Riflettendoci su un attimo: “Era Aishia. Scusa se ti ho dimenticata, ti ritroverò sicuramente”.

Aishia sicuramente poteva anche aiutarmi a salvare Eiron, aveva i miei stessi poteri magari poteva saperne di più di me essendo cresciuta con i suoi veri genitori.

A quel pensiero mi alzai di scatto provando delle forti vertigini. Rimanendo seduto sul letto, strinsi la mia mano sulla fronte cercando in qualche modo di trovare sollievo. Perché stavo così male? Possibile che c’entrava qualcosa con Eiron? Forse davvero gli avevano fatto qualcosa che non lo faceva stare molto bene.

Sentii dei passi avvicinarsi velocemente a me: “Ehi, Alastair. Che ti succede?”

Spostando la mia visuale verso sinistra, vidi davanti a me il volto di Zack preoccupato per le mie condizioni. Le sue mani erano poggiate sul fianco del letto, intanto che i suoi occhi non smettevano un attimo di guardarmi. Ora sapevo com’ero arrivato nella mia stanza, grazie a mio fratello che mi aveva soccorso. A questo punto mi porsi un’unica domanda. Da quanto tempo ero sdraiato su quel letto?



Spazio autore: Ciao a tutti siamo giunti al capitolo 7 ** Cosa ne pensate a riguardo? Vi aspettavate un proseguimento del genere? :D 
Se in caso trovare errori ortografici o altro fatemelo sapere, grazie!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Anna_Art