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Autore: Dalhia_Gwen    28/05/2017    5 recensioni
Tutte le ragazze hanno un'ambizione, lei compresa.
Ma la sua è qualcosa di particolare.
Inconsueta.
Singolare.
Lei voleva diventare un marinaio.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Duncan, Geoff, Gwen, Scott | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
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Pirate Wedding Day - Cover







Chapter 1




Anno 1692, Cleggan. Irlanda.
 
Si svegliò, come suo solito, alle prime luci dell’alba, quando il buon vecchio gallo alzava il collo ed emanava il suo stridulo canto, rompendo la quiete che in quelle notti di inizio estate adorava avvertire sulla sua pelle.
Amava la notte estiva, decorava il cielo di una quantità talmente indefinita di stelle che era impossibile non rimanerne affascinati. Avrebbe passato ore ed ore stesa lungo il prato col capo rivolto verso quel manto blu scuro puntellato di bianco, con una mano puntata verso di esso al fine di delineare quelle che venivano chiamate costellazioni, preziose quanto un tesoro a pirati, corsari e bucanieri, capaci di interpretarle talvolta come strade da intraprendere al fine di raggiungere la loro meta, altre volte premonizioni di condizioni climatiche più o meno avverse. Un marinaio non poteva chiamarsi tale se non sarebbe stato in grado di leggere quelle enigmatiche forme, e lei non voleva affatto sembrare un marinaio che ignorava tutto ciò.

Chi era lei? Si chiamava Gwendolyne Smith, aveva appena 19 anni ed era una semplice contadina di quella piccola città che, come tante, aveva un sogno nel cassetto.

Oh no, non era il principe azzurro.

No, non era neanche un matrimonio con un goffo e straricco nobile.

Né tanto meno assumere chissà quale carica nobiliare al fine di alzarla di rango.

Il suo sogno era proprio diventare un marinaio.

Certo, ambigua come ambizione, ma lei era determinata a tutto: voleva diventare una donna al servizio del mare, la donna del mare, che non temeva affatto il giudizio degli uomini che, troppo orgogliosi e maschilisti, pensavano che una ragazza non sarebbe stata capace di poter vivere su una nave, con tutte le conseguenze che sarebbero derivate.

Sì, avrebbe dimostrato a tutti che anche una donna sarebbe stata in grado di sguainare una spada, fare nodi alle reti, caricare cannoni e liberare le vele.

Il suo era vero e proprio amore, e non avrebbe mai rinunciato.

Sin da piccola girovagava come un maschietto intorno alle imponenti navi che attraccavano al molo, infiltrandosi spesso e volentieri in una delle loro stive, alla ricerca di chissà quale tesoro. E, puntualmente, veniva beccata e fatta scendere dagli uomini dell’equipaggio, pronta a ricevere le punizioni che suo padre Ryan le affliggeva, ogni qualvolta gli disubbidiva.

Prima una tirata di orecchie, e poi una lunga settimana lontana dal porto.

Suo padre era un umile contadino, molto conosciuto dai nostromi e forestieri per la qualità dei suoi formaggi e latticini, che produceva personalmente nella sua piccola fattoria. I pirati lo conoscevano bene, ed ognuno di loro riforniva almeno una volta nella loro vita la loro nave con i loro prodotti. E poiché aveva una certa fama, detestava ogni qualsiasi forma di imbarazzo nei suoi confronti, specialmente se ad arrecargliela era qualcuno della sua famiglia, una donna, come lei stessa.
Purtroppo suo padre era un uomo testardo, irremovibile e terribilmente ostinato, che dava importanza solo ed esclusivamente al pensiero del popolo. Ovviamente lei era la sua esatta copia, e allo stesso tempo la sua peggior pena e condanna, per questo non ebbe mai avuto un buon rapporto con lui.
Non faceva altro che sgridarla e affibbiarle punizioni, e più la fanciulla cresceva e più si ribellava ai suoi divieti.

Non sopportava che lei, una donna, si recasse al porto anche solo per ammirare quella sconfinata distesa d’acqua salata che l’affascinava. Diceva che non era posto per una ragazza, era qualcosa di scandaloso ed impuro.

Ed ogni volta Gwen moriva dentro.

Secondo lui se ne doveva stare rinchiusa in casa a ricamare o a svolgere i compiti casalinghi, cosa che lei, nonostante ci provò un sacco di volte, non era proprio in grado di fare. Provò anche ad utilizzare le maniere forti ma, rendendosi conto anche lui delle incapacità di sua figlia, le assegnò qualche compito nelle stalle, seppur con un certo sforzo, insieme a suo fratello.

Il suo fratellone, Scott, non era tanto differente da lei, se non per il fatto che lui, essendo uomo, poteva fare qualsiasi cosa volesse, e andare dovunque gli dicesse la testa. Ma lui non amava il mare quanto sua sorella, anzi, ne era quasi allergico. Andava al molo solo per costrizione, quando c’era un carico da destinare ad un capitano e alla sua nave. Per il resto delle volte, preferiva stare con i suoi adorati animali da mungere.

Odiava quella condizione, quella sorta di discriminazione che durava oramai da secoli, e che nessuno si ostinava a cambiare, nemmeno provandoci. Per troppo tempo aveva atteso il momento, ma adesso era stufa e ne aveva abbastanza di essere trattata in maniera inferiore solo perché era una donna.

Solo sua madre Margaret riusciva a capirla. Da lei ereditò quell'attrazione fatale, e lei stessa l'alimentava. La consolava, quando suo padre le impartiva l'ennesima punizione, raccontandole storie pazzesche su quel mondo così diverso dal loro, e lei si perdeva ogni volta, chiuse nella sua camera. Poteva avvertire i suoi occhi brillare di emozione, le sue gote tingersi di un rosa delizioso e la sua bocca in un sorriso genuino quando raccontava di quegli uomini che descriveva così valorosi e coraggiosi, pronti ad affrontare la furia del mare quando si scatenava sulle loro povere teste. 
 
-Ricordati tesoro, non esiste uomo più nobile e fedele di un marinaio. Loro parlano col cuore, il loro punto debole ma fingono indifferenza per proteggerlo, perché sanno che, una volta arrivati al loro cuore, non hanno più via di scampo.- 
Erano queste le parole che echeggiavano sempre nella mente della ragazza, e poteva avvertire il loro peso da alcune lacrime che sua madre non riusciva mai a nascondere.

E lei nel frattempo cresceva, con quel bagaglio di nozioni che sua madre era felice di farle apprendere: grazie a lei imparò infatti a leggere le costellazioni ed a comprendere alcune carte nautiche. Diceva che per lei era pura e semplice passione, e che ebbe amici che la insegnarono a loro volta. Ogni volta Gwen pendeva dalle sue labbra, e si sentiva così fortunata ad avere lei. Poi però la peste si abbatté sul loro paesino, e lei la perse per sempre a soli 5 anni. In quel periodo suo padre era fuori e così lei doveva occuparsi dell'intera casa, oltre che ai suoi figli. Quando contrasse la peste, consolò i suoi figli, rinchiudendoli nella loro casa, mentre lei preferiva contagiare gli animali dormendo con loro nella stalla.
Scott si prese cura della sorellina, all'epoca aveva 9 anni, cercando di reprimere la comune voglia di andare dalla loro mamma.
Ma non ci fu molto da fare: al ritorno prematuro del loro padre allertato dalla peste, ritrovarono la donna in fin di vita, in mezzo agli animali, anche loro morenti di lì a poco.
Per la ragazza fu come perdere una parte di sé stessa, la più grande, e promise a sé stessa di far tesoro di tutte quelle giornate passate insieme a ridere e coltivare quella che era la loro comune passione: il mare. 
 

-Gwen, forza alzati, devi occuparti delle stalle!- ed ecco la sua seconda sveglia, Scott, che tornava dalla cucina dopo la sua solita consultazione con loro padre. Si era nuovamente persa nei suoi pensieri, che non si accorse che il Sole stava per elevarsi in cielo in tutto il suo splendore, e lei era già in ritardo per il suo appuntamento. 
-Maledizione!- imprecò sotto voce, mentre  
si catapultava letteralmente giù dal letto, con la mente già al porto: quel giorno avrebbero attraccato nuove navi, e chissà quali incredibili storie avrebbero portato con sé!
Sorrise eccitata immaginandosi quella bellissima sfilata di navi alte ed imponenti, ognuna con le proprie conquiste e le proprie perdite, ed una forte volontà di riscattarsi sempre e comunque.  

Fece una rinfrescata veloce al viso, e dopo aver addentato una fetta di pane, rubata a Scott, corse nelle stalle e si affaccendò con le pulizie e rifornì di cibo gli animali.
Dopo che ebbe finito, diede uno sguardo fuori, il Sole era già alto da un pezzo, ed a quel punto decise di indossare il suo mantello catapultandosi fuori, non prima però di assetarsi con un bel secchio di latte appena munto con le sue mani. Stava per uscire indisturbata, quando una voce forte ed autoritaria la fermò facendola sobbalzare. 
-Gwen, dove stai andando?- era suo padre Ryan che, con la sua figura forte ed imponente, attendeva dietro di lei a braccia conserte la sua risposta. Ricambiò lo sguardo truce con uno sereno e pacato, raccontando una scusa. 
-Vado a comprare il pane, padre.-  
-A quest'ora? Non è presto?- le chiese di nuovo lui, stavolta accigliandosi ancor di più.  
-Sì padre, non sapevate che il pane è più buono appena sfornato?- 
Disse continuando a sostenere il suo sguardo che come una lama cercava di colpirla e farla vacillare. 
Ma alla fine fu lui a cedere, e con un grande sospiro le fece segno di andare. 
-Ma torna in fretta.- fece per rientrare in casa, quando lei gli corsi incontro abbracciandolo da dietro, per poi svignarsela con la stessa velocità.






Angolo Autrice:
Ehilà sono tornata con una nuova storia!
​Visto che sta arrivando l'estate, ho deciso di crearne una in tema piratesco!
​Io amo questo contesto, ho una vera e propria ossessione, e il disegno di copertina è stato fatto da me :3
​Amore e avventura si fondono in un mix perfetto, tra le bellezze dei Caraibi e il fascino dell'epoca d'oro della pirateria *-*
​Ci saranno tantissimi personaggi, tra quelli del vecchio cast e quelli dei più nuovi, dovete solo seguirmi!
​Beh non mi resta altro che attendere una vostra recensione, sperando che vi abbia incuriositi con questo primo capitolo!


Dalhia_Gwen
  
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