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Autore: FreWolfie5    29/05/2017    1 recensioni
Iris Luna era una di quelle ragazze che si ritrovano a metà strada fra l'oscurità e la luce. La sua vita era abbastanza strana e avvolta nel mistero, ma a lei piaceva così com'era...finché un giorno la sua intera esistenza venne sconvolta.
Iris si ritroverà ad affrontare una realtà del tutto nuova, piena di sfide mortali e lotte senza precedenti. In compagnia di alcuni fra i più valorosi eroi sulla terra, si getterà in un'impresa oltre ogni limite dando vita ad una amicizia che sovrasterà qualsiasi avversità.
TRATTO DALLA STORIA
-Ma guardali. A volte penso che sarebbe stato molto meglio essere come loro. Gli adulti continuano a ripeterti “mi raccomando, sii te stesso” come se fosse facile, ma non è affatto così. Io ho deciso di essere me stessa ed ecco che cos'è successo, mi sono ritrovata sola. Le persone hanno paura di restare sole, è una cosa del tutto naturale, non mi sorprende che il resto del mondo decida di indossare una maschera pur di essere accettato-.
Desideravo tirare fuori dalla mia mente quelle parole mai pronunciate da un sacco di anni, ma non ne avevo mai avuto l'occasione.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Le Cacciatrici, Mostri, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima, dopo o durante la lettura, si consiglia l'ascolto della seguente canzone: 

 

                                                You can't take me- Bryan Adams  


 

Camminammo per ore ed ore nel buio, senza sapere cosa sarebbe sucesso. Gli indigeni ci invitavano a proseguire dandoci dei colpetti decisamente poco amichevoli con le loro lance. Uno di loro mi diede persino la scossa, non che la cosa mi turbasse più di tanto. Tralasciando il fatto che il mio intero corpo era in grado di sprigionare altrettanta elettricità, la mia mente era altrove in quel momento.

Ero consapevole di trovarmi in un bel guaio e sapevo che avrei dovuto rimanere concentrata per il bene dei miei amici, i quali non avevano idea di come comunicare in Shona, ma non potevo fare a meno di pensare a mio padre. Ogni volta che sbattevo le palpebre, mi comparivano nuovamente davanti agli occhi le terribili immagini di quella visione. Lo vedevo correre fra gli stessi interminabili tunnel che stavamo percorrendo anche noi, cercando invano di salvarsi la vita e tornare da me. Mi chiesi se fuori fosse già calata sera...quanto tempo poteva essere passato dal nostro arrivo?

Tempo, questo pensiero mi metteva in ansia. Nell'ultimo periodo sentivo costantemente di non avere mai abbastanza tempo. Avevo esaurito quello da passare con papà e temevo di non aver utilizzato al meglio quello che avevo. Non riuscivo a pensare ad un futuro, non ero nemmeno certa che ce ne fosse uno previsto per me. E questa deviazione forzata? Un totale spreco di tempo nella maniera più assoluta. La nostra missione doveva venire prima di tutto, doveva essere la nostra priorità.

Dopo qualche minuto, la donna in testa al gruppo parlò nuovamente.

-Siamo quasi arrivati-

disse, rivolgendosi a me

-Quasi arrivati dove, esattamente?-

domandai

-All'ingresso di Guta Chaedza, la nostra città sotterranea segreta-

spiegò, come se fosse la cosa più ovvia del mondo

-Non è contradditorio chiamare un luogo sotterraneo e oscuro come questo "Città di luce"? E poi, se volevate mantenere il vostro popolo un segreto come dice, allora perché avete scelto un sistema di grotte così famoso a livello turistico? Non mi pare una grandiosa idea-

-Tu parli troppo, ragazzina-

mi rimproverò l'indigena fulminandomi con lo sguardo. Immaginai la sua reazione se solo avessi potuto dimostrarle che io ero in grado di farlo veramente e non solo in senso figurato.

-Ancora non capisco a cosa serva portarci lì. Insomma, in pratica ci state rivelando la posizione del vostro rifugio. Conoscete almeno il significato di segreto?-

azzardai, infischiandomene dell'invito di poco prima a stare zitta

-Qui non sono graditi i ficcanaso e non tolleriamo intrusioni di nessun genere. Sarà la sovrana Chiwanikwa a decidere del vostro futuro, se ve ne sarà concesso uno-.

Ora avremmo pure dovuto subire un processo? Bene! Di bene in meglio, anzi. Ma sì, tanto che poteva capitare? Al massimo saremmo stati giustiziati sul posto.

-Iris, che succede? Cosa ti ha detto?-

bisbigliò Soly, come se avesse avuto paura di farsi sentire dagli indigeni che, in ogni caso, non l'avrebbero capita comunque

-Pocahontas qui dice che siamo vicini alla loro città sotterranea. Una volta arrivati, dovremo presentarci al cospetto della loro regina, Giglio Tigrato, che deciderà cosa fare con noi-

-Prospettiva allegra-

commentò la bionda

-Non sai quanto-

ironizzai

-Non capisco, come mai non abbiamo ancora preso a calci in culo qualcuno?-

si lamentò Nico seccato, bisbigliando come Soly

-Prima di tutto non sappiamo come uscire da qui. Nemmeno sappiamo come ci siamo finiti qui, a malapena sappiamo dove sia esattamente qui! E poi...sento c'è non abbiamo ancora finito qui, c'è dell'altro che dobbiamo vedere-

spiegai senza scendere troppo nei dettagli.

-Stiamo solo perdendo tempo- 

insistette lui.

Da una parte ero d'accordo, ma dall'altra mi fidavo del mio istinto. Non mi aveva mai tradita.

-Se proprio ci tieni a batterti con Cheeta, fa pure. Almeno ci faremo quattro risate quando ti metterà al tappeto- 

lo provocai

-Non sottovalutarmi così-.

Di nuovo quello sguardo truce che ormai conoscevo fin troppo bene. Non mi sarei mai sognata di commettere un errore simile. 

-E tu non sottovalutare loro-

lo avertii, terminando così la conversazione.

Restammo in silenzio per un po', poi Soly mi chiese 

-Che cosa hai intenzione di dire alla regina in nostra difesa quando arriveremo?-

-Ancora non lo so di preciso, ma cercherò di essere il più diplomatica possibile e farla ragionare-

-E se non funzionasse?-

ipotizzò 

-In quel caso Nico avrà quello che voleva. Non possiamo permetterci di restare troppo a lungo-

dissi.

Finalmente il tunnel iniziò ad ampliarsi, finchè non giungemmo ad una serie lunghissima di scalini rocciosi. Da lì si riusciva a scorgere l'intera città e, nonostante le spiacevoli circostanze, dovetti ammettere che la vista era a dir poco incredibile. 

Guardandomi attorno con più attenzione la riconobbi. Era la città del mio incubo, quello che non avevo raccontato a nessuno. 

-Benvenuti a Guta Chaedza- 

annunciò la donna-generale con il suo solito entusiasmo. Il suo volto rimase impassibile, il suo sguardo sempre severo e indifferente, ma riuscii comunque a cogliere un certo senso di orgoglio nel suo tono. Era palese il fatto che amasse quel luogo e la sua gente e che fosse pronta a tutto pur di difenderli. Osservava scrupolosamente ogni angolo, come se si fosse aspettata di trovare qualcosa fuori posto o diverso da come lo aveva lasciato. 

Scendemmo un paio di gradini per poi ritrovarci bloccati da una specie di strana barriera invisibile. La donna si mise in testa al gruppo e ripetè la frase che avevo letto sul post-it attaccato alla quercia in superficie. Come per magia, il campo di forza scomparve dissolvendosi in piccoli cristalli di luce azzurrina. 

-Potremmo sembrarvi arretrati, ma anche noi abbiamo le nostre risorse per difenderci dai nemici- 

dichiarò fieramente l'indigena

-Questo non lo metto in dubbio-

risposi sinceramente.

Scendemmo in città passando per viali polverosi colmi di persone, soprattutto bambini giocavano per strada e ci guardavano curiosi. Attraversammo anche un mercato parecchio caotico e affollato. Le merci vendute ci erano estranee e gli odori che si percepivano nell'aria erano del tutto nuovi. Mi chiesi come fosse possibile tutta quell'abbondanza di cibo nelle profondità di grotte così buie e inospitali, apparentemente prive di risorse. 

-La fauna e la flora sotterranee sono differenti da quelle in superficie. Molte cose del nostro mondo vi sono ancora sconosciute- 

spiegò la donna, vedendoci perplessi. 

Passato il mercato, giungemmo alla piazza centrale, dove ci fecero fermare. Mi aspettavo qualche statua ornamentale o almeno un paio di piante, invece il centro della città era più spoglio del previsto. Vi era solo una specie di piccolo falò che scoppiettava debolmente. 

Vidi un uomo con un vistoso copricapo fatto di ossa e piume colorate venire nella nostra direzione. Il bizzarro individuò ci squadrò da capo a piedi con aria affascinata, ma diffidente allo stesso tempo. Quando terminò la sua ispezione, si rivolse alla donna 

-Dimmi, Ibwe, chi sono questi stranieri?-

-Intrusi. Li abbiamo trovati mentre ficcavano il naso vicino al sacro murales- 

l'uomo socchiuse gli occhi e si grattò la barba pensoso. Notai che aveva parecchie rughe attorno agli occhi, sebbene non sembrasse affatto vecchio.

-Capisco. Molto bene, suppongo tu voglia indire un'udienza e avvertire la regina- 

-Naturalmente- 

replicò lei seria 

-D'accordo. Penserò io ai preparativi, Ibwa- 

-Te ne sarei grata, Sherekete- 

disse, chinando leggermente il capo. 

Vi era un atteggiamento di rispetto reciproco fra di loro. Dedussi che, probabilmente, si conoscessero bene e avessero lavorato insieme per parecchio tempo. 

-Forza, venite con me- 

aggiunse rivolgendosi a noi

-Un momento. Vuol dire che non saremo processati ora?-

domandai 

-Certo che no! Dovrete attendere che i preparativi siano ultimati a dovere. Ci vorrà tutta la notte, suppongo. Domani all'alba sarete al cospetto della regina-

-E fino a quel momento?-

-Fino all'indomani, sarete trattenuti nelle celle della città-

-Oh, grazie! Che trattamento lusinghiero- 

ribattei istintivamente. Sapevo bene di non essere nella posizione di potermi permettere commenti sarcastici, ma ero piuttosto seccata. Avremo perso un'intera notte! Peggio di così non poteva andare. 

-Tranquilli, starete bene. Oh, a proposito...- 

mormorò con sguardo soddisfatto. 

In pochi attimi ci ritrovammo ammanettati per bene. Le manette sembravano un miracolo della tecnologia, come le lance elettriche. 

-Hey!- 

si lamentò Soly 

-Iris, cosa...-

-In questo modo non vi verrà in mente di svignarvela-

ridacchiò la donna divertita. 

-Iris, che succede?-

chiese Nico spazientito e chiaramente alterato lungo la strada verso il carcere 

-Niente di che, il processo sarà domani anzichè ora. Ci verranno a recuperare all'alba, dato che i preparativi richiederanno una lunga notte. Notte che noi passeremo in prigione- 

riassumei.

I miei compagni erano sconvolti quanto me 

-E ora che facciamo?-

sussurrò Solaris

- Non lo so, ma qualcosa ci inventeremo-.

Quando arrivammo a destinazione, ci sbatterono dentro senza tanti complimenti. 

-Ricordate, in piedi domani all'alba- 

ci raccomandò Ibwa prima di andarsene con il suo seguito. 

-Ok niente panico. Ragioniamo- 

dissi col fiatone 

-Iris, tutto bene?-

chiese preoccupata la figlia di Apollo 

-Sì, è solo un po' di claustrofobia. La città era talmente vasta che sono riuscita a controllarla malgrado fossimo sotto terra, ma ora che sono chiusa qui...-

spiegai, riprendendo a fare respiri profondi. Un attacco del genere era lu'ultima cosa che mi serviva in quel momento. 

-Procediamo per esclusione. Utilizzare i nostri poteri è fuori questione, direi. Attireremmo troppo l'attenzione. Inoltre, credo che queste manette in qualche modo siano in grado di neutralizzarli. Non so voi, ma io non sento nemmeno un filo di elettricità in me al momento- 

-Le armi?-

ipotizzò Nico

-Negativo. Ce le hanno tolte mentre eravamo distratti. Purtroppo me ne sono accorta solo qualche minuto fa-

risposi 

-Allora siamo proprio in trappola. Guardate qua- 

disse Soly dando un calcio alle sbarre. Quest'ultime non si mossero di una virgola, nemmeno vibrarono. 

-Non so che razza di materiale sia questo, ma qualcosa mi dice che buttare giù questi affari non è un'opzione da poter considerare-

-E' tutto inutile-

piagnucolò una vocina proveniente da un angolo buio della stanza. C'era un'altra cella accanto alla nostra. Dentro quest'ultima vi era una figura rannicchiata nell'ombra. 

-Chi sei tu?-

domandai. Silenzio. Dalla voce intuii che si trattava di una bambina. 

-Vieni fuori, dai. Non potremmo farti del male nemmeno se volessimo- 

la, ehm, incoraggiò la figlia di Apollo. 

Stranamente, funzionò davvero. La misteriosa sagoma uscì dal suo cunicolo e si mostrò. 

 

Angolo autore

Salve! Lo so, ormai non ci speravate più eh? Pensavate che questo giorno non sarebbe mai giunto, che la storia non sarebbe mai continuata. Well, guess who's back! Finalmente questa storia tornerà operativa dopo un sacco di tempo. Mi farò perdonare per l'attesa, lo prometto e cercherò di non far passare troppo tempo fra la pubblicazione di un capitolo e l'altro questa volta. Per ora godetevi questo inaspettato e trionfale ritorno. 

Stay tuned, 

Fre 

   
 
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