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Autore: ELIOTbynight    29/05/2017    1 recensioni
"Era un altro di quei momenti che non necessitavano di parole superflue. Yoongi sentì ancora quella tiepida carezza al cuore, la certezza che stesse andando tutto bene perché Jimin era al suo fianco. Gli era sinceramente grato del fatto che anche lui avesse in qualche modo accettato quel tacito rapporto.
Rapporto che a Yoongi, tuttavia, iniziava a star stretto. Perché Jimin aveva così tanto di buono, che se ne sentiva quasi soffocare."
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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◊ DOLCE FIAMMA ETERNA ◊


Yoongi sorrise.
Non se ne accorse nessuno in realtà, perché era un sorriso piccolo e sommesso, un po’ storto e nostalgico. Era un sorriso che nascondeva tanti pensieri a cui spesso non veniva mai data una voce.
A far sorridere Yoongi in quel modo era la spintarella di Hoseok che l’aveva fatto barcollare insieme a Taehyung, l’euforia del concerto appena terminato ma di cui era ancora palpabile l’emozione, gli scherzi stupidi di Jin e Jungkook, i piccoli rimpianti degli errori fatti sul palco, le lamentele innocenti di Namjoon, l’eco dei cori che ancora gli rimbombavano nelle orecchie dopo aver salutato il pubblico, ma soprattutto quel dolce solletico che sentiva dentro ogni volta che alzava gli occhi dalle sue oscure riflessioni e trovava il luminoso sorriso di Jimin ad accoglierlo.

Era diventata un’abitudine dolceamara. Il petto gli si stringeva ogni volta che ci pensava, ma non poteva più farne a meno. Era bello trovare quegli occhi ogni volta che li cercava e la cosa che più gli piaceva era che non aveva bisogno d’altro per ottenere quel contatto. Bastava davvero poco: che Jimin gli finisse accanto con un passo, che gli sorridesse con discrezione o anche che senza guardarsi le loro spalle si toccassero. Piccoli gesti di una semplicità e di una naturalezza disarmanti per cui lo sapeva, le fan impazzivano di felicità e per cui sì, Yoongi sapeva anche questo, quel dolce solletico gli accarezzava il cuore.
Ma Yoongi sorrideva perché rideva di se stesso. Davvero era così sensibile? Anche più di Hoseok, che aveva ricambiato la dichiarazione d’amore di Taehyung con un sorriso senza alcun crollo emotivo, nonostante covasse dentro di sé innumerevoli insicurezze?
Forse Yoongi non era un ragazzo sensibile, ma solamente un codardo. Non avrebbe mai potuto lanciarsi in una simile impresa, non sarebbe mai riuscito a rivelare i suoi sentimenti ancora confusi. Era stato abbastanza spaventoso farci i conti da solo.

Ma adesso non poteva certo pensarci, perché quell’adorabile incapace di Jimin non sapeva difendersi dalle battute dei suoi stessi maknae e Yoongi si sentì in dovere di intervenire.
Era in momenti del genere che si chiedeva come avesse fottutamente fatto ad innamorarsi di lui.

- Sei stato un ladruncolo sleale, Jungkookie.- esordì sedendosi stancamente sul vecchio divano del camerino. - Jiminie non è arrivato a prendere al volo il peluche che gli hanno lanciato, perché è troppo basso.-
L’aveva detto con tutta la nonchalance del pianeta e ciò non produsse le reazioni desiderate, ma Yoongi non ne era turbato. Essere hyung aveva i suoi vantaggi anche in quel caso.
- Grazie, molto d’aiuto!- si lamentò Jimin, sedendosi accanto a lui dopo avergli dato un calcio appena accennato alle caviglie.
Jungkook non faceva che ridere insieme a Taehyung e alle spalle di quest’ultimo comparve Hoseok, che si infilò a sua volta nel discorso:
- Anche Tae mi ha rubato un Pikachu prendendolo al volo, ma non è affatto basso!-
- Ah, tu sei di parte, Hoseokie.- replicò subito l’amico, suscitando risate ancora più acute da parte di Jungkook e stavolta anche Jimin. - E comunque ho visto che te l’ha ridato subito!-
Taehyung si coprì timidamente parte del volto con una mano, sciogliendosi nelle braccia di Hoseok che lo cinsero forte da dietro.
- Perché, tu non sei di parte a difendere Jimin?- ribatté ancora il ballerino.
- Io?-

Yoongi ebbe la sensazione che per un’impercettibile frazione di secondo il tempo si fermasse e diventasse eterno. Una cascata di frasi avrebbe potuto dire in merito, rispondendo che non solo era di parte, ma avrebbe difeso Jimin anche se fosse stato un serial killer.
Ma non era qualcosa che avrebbe potuto dire di fronte ai suoi compagni più giovani senza perdere la faccia.

- Io sono innanzitutto dalla parte di me stesso.- concluse Yoongi portando arrogantemente le mani dietro la testa con un ghigno.
Un lieve boato intorno a lui gli attribuì la vittoria di quella battaglia verbale, ma preso dall’evento non aveva ancora del tutto registrato vicino a sé la presenza di Jimin, che ridacchiò:
- Non ho ancora capito se mi stai aiutando o no …!-
- Uhm.- Yoongi fece finta di pensarci, con gli occhi altrove. - Forse.-
La breve risata soddisfatta di Jimin fu come un timido tintinnio di campanelle. Sorrise, mentre aveva ancora lo sguardo girato dall’altra parte, e lasciò che il ragazzo appoggiasse una guancia sulla sua spalla. Solo dopo qualche attimo di immobilità si voltò a guardarlo con espressione più rilassata.

Era un altro di quei momenti che non necessitavano di parole superflue. Yoongi sentì ancora quella tiepida carezza al cuore, la certezza che stesse andando tutto bene perché Jimin era al suo fianco. Gli era sinceramente grato del fatto che anche lui avesse in qualche modo accettato quel tacito rapporto.
Rapporto che a Yoongi, tuttavia, iniziava a star stretto. Perché Jimin aveva così tanto di buono, che se ne sentiva quasi soffocare.

- Chi vuole da bere?- echeggiò allegra la voce di Seokjin dal fondo del camerino.
I tre che Yoongi aveva davanti risposero al richiamo del più grande e si fiondarono verso di lui, per avere un sorso di qualsiasi cosa che potesse risollevare le loro membra dopo il lungo concerto. Cosa di cui però non sentiva il bisogno Yoongi, che preferiva altri rimedi.
- Io passo!- fece, tirando indietro la testa e rilassandosi sul divanetto. - Sto qui e cerco di raggiungere il nirvana.-
Stava già chiudendo gli occhi, quando a disturbare il suo intento come un folletto dispettoso giunse la vocetta di Jimin, pericolosamente vicina al suo orecchio:
- Ma se a momenti raggiungi la mensola in alto del tuo armadio!-
Il piede di Yoongi si mosse per puro riflesso incondizionato per colpire il polpaccio del più giovane, il quale ridacchiò e fece un cenno con la mano per congedare i compagni nella stanza accanto. Nemmeno lui aveva voglia di bere, anche perché si sentiva a pezzi e un gran sbadiglio ne fu la prova.

- Yoongi-hyung … - mugugnò, posando nuovamente la testa sulla spalla di Yoongi e stavolta mettendosi anche comodo intorno al suo braccio.
L’altro non aveva la forza né fisica né mentale di opporsi al gesto, in balia di mille pensieri e formicolii sparsi che lo stavano facendo impazzire.
- Mmh?-
- Posso dormire su di te?-
- Perché dovresti dormire su di me?- fu la sua risposta pigra.
Jimin non pareva intenzionato a desistere, aveva già gli occhietti chiusi e un ghignetto soddisfatto sul volto.
- Non ho voglia di alzarmi.- disse con un tenero mugolio. - E poi tu sei comodo.-

Ok, forse Yoongi si trovava già nel mondo dei sogni. Non era la prima volta che Jimin si attaccava a lui come un koala, certo, ma avere uno stretto contatto fisico con lui proprio in quel momento che era stanco e vulnerabile, beh, gli suonava quasi come sleale.

Sospirò e si passò la mano libera sugli occhi, massaggiandosi brevemente la fronte.
- E va bene.- si arrese. - Ma se ti addormenti in una posizione strana e ci prenderanno in giro, te la farò pagare!-
Il suo avvertimento era stato convincente anche pronunciato con voce spossata, ma Jimin ne era tutt’altro che intimorito.
- Okay!- fece con evidente contentezza, muovendosi già per trovare una posizione strategica.

Yoongi dovette ammettere, tutto sommato, che al di là del valore emotivo Jimin era comodo e Yoongi era comodo a lui. Probabilmente era merito dei loro corpi di proporzioni simili e discrete – anche se il fisico di Jimin, con tutti i muscoli che si era fatto nel tempo, non poteva certo definirsi discreto, ma il rapper non era sicuro di voler affrontare quell’argomento per l’incolumità del suo cuore.
Era già un’esperienza coinvolgente sentire le braccia del più piccolo avvolgersi con calma intorno ai propri fianchi, mentre gli si sedeva in grembo e posava una guancia sul suo petto con le gambe allungate sul divano. In quella posizione Yoongi poteva cullarlo come se fosse stato un bambino e il pensiero lo fece sorridere appena, siccome non era troppo lontano dalla realtà.

In quel momento erano solo loro due, legati in un abbraccio innocente che avrebbe sciolto il cuore di chiunque, perciò Yoongi pensò di poter abbassare la guardia e mettere l’orgoglio da una parte per un po’. Cinse la vita di Jimin con un braccio e con l’altro cominciò a trafficare con il cellulare per mettere a tacere i pensieri. Jimin non emise un fiato e restò lì fermo a godersi quel dolce tepore.
Yoongi non aveva idea di quanti minuti fossero passati realmente, ma seppe che ne erano passati parecchi quando Seokjin e Namjoon apparvero nel camerino e lui si era ormai rassegnato al battito accelerato del suo cuore e alle maledizioni mentali continue per come fosse difficile avere la sua cotta ufficiale in braccio.

I due si fecero improvvisamente silenziosi e guardarono Yoongi e Jimin con grandi occhi curiosi.
- Che c’è?- chiese il primo sbattendo le palpebre.
Namjoon gli fece segno che il più piccolo si era addormentato e Yoongi avrebbe pagato oro a quintali pur di poter vedere la sua espressione, ma non poteva perché la sua testa era rimasta sul suo petto tutto il tempo. Seokjin mise una mano in tasca con sguardo furbetto e il rapper che era rimasto intrappolato nell’abbraccio di Jimin non se lo fece sfuggire.
- Non ci provare.- sibilò in sua direzione con le orbite spalancate non appena vide che stava estraendo il telefonino. - Giuro che ti uccido.-
La reazione del suo hyung fu una risatina soffocata nelle mani, ma obbedì comunque e fece per allontanarsi trascinando un braccio di Namjoon. Quest’ultimo lanciò delle occhiate fin troppo eloquenti verso l’amico:
- Noi andiamo a vedere l’arena vuota …!-
Yoongi afferrò il cellulare con cui stava smanettando fino a un minuto prima e minacciò di lanciarglielo contro, se non fosse sparito dalla sua vista in tre secondi. Quando fu di nuovo solo con Jimin, tirò un gran sospiro e poggiò stancamente il capo all’indietro.

Restò immobile a lungo e si concentrò sul lieve movimento delle spalle di Jimin che si alzavano e si abbassavano a ritmo con il suo respiro. Mosse il braccio che gli cingeva la schiena in una carezza leggera e Yoongi pensò che forse il nirvana l’aveva raggiunto veramente.
- Dormi bene.- sussurrò quasi senza rendersene conto con un sorriso malinconico, prima di posare le labbra tra i suoi capelli in un tocco leggerissimo.
Yoongi ringraziò la buona sorte che gli aveva concesso di farlo senza gli occhi di nessun altro addosso e per una volta si decise ad abbandonare i tormenti del suo cuore e a lasciarsi andare.

*

Jimin non seppe dire se si fosse svegliato con un motivo preciso. Forse era stata la risata stridula di Jin che rimbombava in lontananza nell’arena vuota o magari il petto di Yoongi che si sollevò un po’ più del normale in un respiro profondo. Quando aprì gli occhi, comunque, realizzò di essersi davvero addormentato sopra di lui … e  si sentì confuso.
Si strofinò un occhio e fece per scostarsi, ma la testa di Yoongi appoggiata sulla sua glielo impedì. Ci mise alcuni abbondanti secondi per capire davvero in che posizione si trovava e percepì le guance accaldarsi di colpo.
Quell’accenno di movimento che Jimin aveva compiuto nel tentativo di mettersi seduto composto fece in modo che Yoongi si muovesse a sua volta e si svegliasse. Il più giovane allora poté allontanarsi dal suo petto e guardarlo: il rapper stava sbadigliando ed aveva già le braccia tese per potersi stiracchiare.
Non aveva parole per dire quanto lo trovasse carino.

- Che ore sono?- fece Yoongi con la voce ancora impastata dal sonno. - Alla fine mi sono addormentato veramente … e tu? Alla fine ero comodo, eh?-
Era abituato a nascondere quanto gli piacesse avere un contatto fisico con Jimin attraverso qualche osservazione o battuta ironica, ma di certo non si aspettava di trovare come risposta un’espressione a dir poco terrorizzata e due gote rosse da far invidia a due pomodori maturi.
- Jimin, tutto ok? Hai dormito male, ero scomodo?-
Solo in quel momento, quando Yoongi gli si avvicinò al punto che la curiosità dei suoi piccoli occhi scuri era impossibile da non notare, Jimin sbatté le palpebre e sembrò tornare alla realtà dopo un viaggio mentale infinito.
- No … - mormorò scuotendo il capo, per poi accennare un sorrisetto nervoso. - No, alla fine eri proprio comodo … -
L’altro ne parve persino soddisfatto e pattò amichevolmente la sua schiena:
- Meglio così, possiamo riposare ancora finché non tornano gli altri, se vuoi.-

Eh no. Se in uno slancio di intraprendenza prima aveva chiesto al suo hyung di dormirgli addosso, stavolta Jimin non avrebbe ceduto. Era troppo, troppo imbarazzante.

- Tranquillo, non serve … - rispose con lo stesso sorriso forzato. - Ho riposato abbastanza.-
Yoongi sembrò non notarlo, ancora mezzo assonnato:
- Puoi approfittarne, sai? Stasera mi sento buono … Dopotutto anche tu sei comodo, piccolo come sei!-
Ma Jimin non era più dell’umore di ridere alle sue battute o prendersela per essere stato preso in giro per la statura per l’ennesima volta. Strinse le labbra ed abbassò lo sguardo, accendendo sul serio solo ora l’attenzione del più grande.
- Hyung, così renderai tutto più difficile … -

Dovettero passare alcuni istanti di totale silenzio perché Yoongi comprendesse il vero significato di quella frase. Scattò seduto dritto in tempo record e Jimin già si mordeva il labbro inferiore in segno di pentimento.
- Aspetta, cosa?-
- Niente, lascia perdere …!- si affrettò a chiarire l’altro, senza azzardarsi a sollevare lo sguardo.
Il cuore di Yoongi era ormai partito come un treno e non gli sembrava vero di avere davanti lo stesso Jimin che poco prima si era placidamente addormentato in braccio a lui. Se entrambi avevano avuto gli stessi tormenti, le stesse emozioni contrastanti, allora doveva assolutamente saperlo.
- No, ehi, non lasciamo perdere.- lo riprese Yoongi con la fronte corrugata. - Che significa?-

Jimin lo guardò con gli occhi grandi, dubbiosi e intimiditi.
Passarono istanti interminabili e silenziosi, entrambi alla ricerca di una qualche sicurezza nello sguardo dell’altro. Se Yoongi faceva i conti con i suoi sentimenti tutti i giorni, beh, Jimin faticava innanzitutto a riconoscerli e ad accettarli. Non sapeva mai se quello che provava era l’emozione trasmessagli dal suo lavoro, l’affetto che lo univa a tutti i membri del gruppo oppure, proprio nel caso di Min Yoongi, qualcosa di molto di più. Qualcosa di profondo che ora stava ritrovando nei suoi occhi scuri e indagatori, occhi che per lui avevano sempre avuto una sfumatura gentile e dolce e che dolce era proprio perché nessun altro riusciva a vederla. Jimin non ne era mai stato veramente consapevole, ma voleva che Yoongi si comportasse e guardasse in quel modo lui e lui soltanto.

Deglutì a vuoto e scese dalle sue gambe mettendosi seduto accanto a lui, con un sospiro che a Yoongi non piacque granché. Era ancora provato dall’intensità dei loro sguardi a contatto, perciò evitò di guardarlo in viso troppo a lungo.
- Non-non volevo addormentarmi su di te, prima … scusa.- mormorò.
Yoongi non capiva. No, non capiva per niente.
- Ma se me l’avevi pure chiesto …!-
Jimin comprese di aver fatto un altro passo falso e trasalì, fissandolo e stringendo le labbra. All’altro non piaceva quella visione, quell’espressione che sul suo volto stonava così tanto. Era sinceramente preoccupato e si avvicinò un poco a lui, tentando di parlargli col tono più gentile che conosceva:
- Jimin, che succede?-
Di fronte a quell’apprensione che di solito Yoongi non dimostrava, il ballerino seppe di non poter aggirare quell’ostacolo da superare. Non si sarebbe alzato da quel divano prima di avergli risposto e con rassegnazione si decise a sputare fuori quella frase di cui non era nemmeno sicuro completamente.
- E’ che mi piaci!-

A quel punto, tutti e due pensarono di aver sentito un’esplosione, da qualche parte, dentro di loro.

- Non … - Jimin dovette respirare a fondo per potersi spiegare. - Non avresti mai dovuto saperlo, ma … Ecco, prima non so cosa mi sia preso, volevo solo stare con te ... -
A giudicare da come la bocca gli si era fatta asciutta e un nodo gli aveva stretto lo stomaco così forte da essere quasi doloroso, Yoongi poté reputarsi assolutamente sconvolto. Felice oltre ogni immaginazione, sì, ma soprattutto sconvolto, perché era l’ultima cosa che si aspettava di sentire da quel ragazzo troppo bello e troppo buono da meritarne la vicinanza.
Jimin, d’altro canto, si sentiva corrodere dal senso di colpa. Gli si strinse la gola, prevedendo che sarebbe scoppiato presto in lacrime, e cercò di privarlo di quel brutto spettacolo alzandosi dal divano:
- M-Ma tanto adesso ho rovinato tutto, ho parlato troppo ... –
Lo sapeva, lo sapeva che avvicinandosi troppo al fuoco si sarebbe bruciato. Aveva oltrepassato un limite da cui aveva giurato di tenersi lontano.
Tuttavia, non poté più separarsi dalle fiamme nascoste ma appassionate di Yoongi di cui si era invaghito, perché ora un suo polso era avvolto dalle sue dita ruvide e sottili.
- Perché non avrei dovuto saperlo?- chiese il ragazzo, guardandolo dal basso. - Se pensi che adesso io ti odi o provi disgusto per te, sappi ch-
- Sì!- esclamò Jimin, voltandosi bruscamente con gli occhi lucidi. - Adesso mi odierai, vero?-

Gli occhi di Yoongi divennero grandi, enormi. La mano che stringeva il polso dell’altro allentò miseramente la presa e cadde.
All’improvviso provò una strana e scomoda sensazione, come se non fosse solo Jimin ad avere qualcosa che non andasse, ma proprio tutto quanto. Il modo in cui si stavano guardando, le loro espressioni, le loro voci, quel modo impacciato ed insicuro con cui si stavano approcciando l’uno all’altro. Tutto stonava con ciò che invece loro due avevano sempre condiviso: gesti piccoli e pacati, ma sicuri, presenti, comprensivi. E invece ora Jimin lo fissava come se tutto questo non ci fosse mai stato.
Yoongi si sentì tradito.

- Ah, Jimin … non hai capito niente.-
Il suo tono fu più aspro di quanto avrebbe voluto, ma ormai non importava. Quella sfumatura di disperazione che aveva visto sul viso del più giovane era ciò che di più lontano ci fosse da quello che invece avrebbe voluto che provasse in sua presenza. Yoongi iniziò a chiedersi se avesse sbagliato qualcosa e nel frattempo sentì il bisogno di alzarsi e dare le spalle all’altro, con le mani tra i capelli.
Sospirò pesantemente. Possibile che non si fossero capiti? Faceva ancora più male di quanto invece poteva sentirsi bene a sapere che Jimin ricambiava i suoi sentimenti, perché finora il loro rapporto si era basato sulla comprensione reciproca e se veniva a mancare quella … cosa restava loro?
Era sul punto di aprire di nuovo bocca, forse per urlare o per sputare fuori qualche altra affermazione fuori luogo … ma il rumore assordante nella sua testa cessò e lasciò posto ad un silenzio di pace nel momento in cui avvertì le braccia di Jimin avvolgergli la vita e la sua fronte posarsi sulla sua nuca.

Restarono entrambi immobili. Un silenzio più surreale dei precedenti invadeva la stanza e le loro menti. Pensare non aveva davvero più senso.
Yoongi si rilassò lentamente, l’unica cosa che sentiva era il battito accelerato del proprio cuore e quando Jimin strinse la presa intorno alla sua vita, capì che era il suo modo di chiedere scusa. Non l’aveva visto cambiare espressione o atteggiamento, ma anche senza vederlo ora riusciva a percepirlo. Era tornato, quel filo invisibile che permetteva loro di comunicare senza usare la voce, dopo l’attimo di black-out e di confusione che avevano avuto.
Il rapper portò piano le grandi mani su quelle più piccole dell’altro, chinò il capo e chiuse gli occhi.

- Yoongi?-
Sorrise. Era bello sentirsi chiamare per nome senza altri convenevoli, con quella vocina morbida.
- Sì?-
- Ti sei offeso?-
Si morse il labbro inferiore per trattenere la soddisfazione, anche se era contento che fosse tutto tornato normale tra loro. Anzi, adesso avevano portato il loro rapporto ad un livello nuovo, migliore.
Si rigirò nel suo abbraccio e gli prese il viso tra le mani, cercando il suo sguardo. Gli occhi di Jimin erano ancora lucidi, ma in fondo a quelle iridi riusciva a vedere il suo sollievo.
Gli sorrise a labbra strette e fece appena di no con il capo.
- E’ tutto ok.- disse con un filo di voce.
Jimin ricambiò l’espressione con un sorriso un poco più evidente, ancora segnato dall’imbarazzo, e puntò gli occhi nei suoi senza più paura. Qualunque cosa provasse per Yoongi, che fosse semplice affetto o un sentimento infinitamente più grande, sapeva che era ricambiato.
Per questo motivo non si sorprese troppo quando Yoongi avanzò timidamente e posò le labbra sulle sue. Era la cosa più naturale e giusta del mondo. Fu talmente felice di condividere un legame potente come quello con Yoongi, che ricambiò il bacio con entusiasmo, spingendosi di un passo verso di lui.

Era dolce, tanto dolce. Yoongi non si accorse nemmeno che le proprie mani si erano abbassate ed ora erano comodamente adagiate intorno alla vita di Jimin, che invece cinse le sue spalle con le braccia. Solo in quel momento, mentre le loro bocche si muovevano piano, i due si resero conto che sognavano quel bacio da tanto tempo. Finora avevano comunicato attraverso sguardi rubati, provocazioni innocenti e tocchi leggeri, ma scoprendosi innamorati così tanto non potevano più accontentarsi.
Le mani di Yoongi si strinsero intorno alla sua schiena senza fretta e tutto ciò su cui si concentrò furono i morbidi movimenti delle labbra di Jimin, a cui si stava ancora abituando.
Era come se gli parlasse. “Sono stanco, vorrei dormire”, seguito da “finalmente ti sto baciando”, sensazioni a cui Yoongi rispondeva facendo schioccare le loro bocche con un tenero rumore e pensando “vorrei che questo bacio non finisse mai”. Allora Jimin appena sorrideva e lasciava andare un basso mugolio di soddisfazione, baciandolo ancora.

Fu impossibile capire per quanto tempo continuarono, ma sobbalzarono entrambi quando la voce di Hoseok ruppe il silenzio da dietro la porta del camerino. Jimin e Yoongi si separarono di colpo e bastò un’occhiata per capirsi. Il primo si schiarì la gola, il secondo si buttò sul divanetto per simulare una scena assolutamente casuale.
- Oh, siete ancora qui? Dai, facciamo una foto di gruppo!- esclamò il loro amico sorridente, entrando nel camerino.
Yoongi balzò in piedi con un’energia che qualcuno di davvero intelligente avrebbe ritenuto incoerente con lo stato semi-comatoso in cui versava prima.
- Era ora, che avete fatto tutto il tempo?- disse ironico e Jimin nascose una risatina dietro una mano. Si sentì sciogliere quando lo vide allungare un braccio verso di lui. - Vieni?-
Le loro mani si unirono ancora prima che Jimin potesse annuire e sorridergli ancora più apertamente.

La cosa buffa fu che invece gli altri notarono di più il ghignetto storto ed emozionato di Yoongi e vederlo bersagliato di domande a cui non avrebbe mai risposto lo fece ridere davvero tanto.

*

L’opportunità per i due ragazzi di riprendere dove si erano lasciati si presentò quando ormai dormivano tutti. Senza farsi sentire, con la delicatezza che solo lui possedeva, Jimin si affacciò nella camera di Yoongi e sorrise, sapendo che era sveglio e che lo stava aspettando.
Il più grande gli fece cenno di avvicinarsi e nel buio della stanza Jimin si sedette di fronte a lui sul letto. Anche senza molta luce intorno, trovare l’uno gli occhi dell’altro fu incredibilmente facile.
- Ciao.- esordì l’ospite clandestino con un palese sorriso nella voce.
Yoongi trovò presto le sue tenere mani e ne strinse tutte le dita mentre rispondeva e si faceva più vicino:
- Ciao.-
Per fortuna il letto accanto era vuoto – Hoseok e Taehyung volevano la loro parte, dopotutto – ma i due si sentirono comunque in dovere di parlare piano per non farsi sentire nelle altre stanze. Forse era perché la tranquillità ormai faceva parte del loro rapporto.

- Da quanto tempo?- domandò il rapper curioso, fissandolo nel buio e cercando di individuare il tenue bagliore degli occhi di Jimin.
Quest’ultimo strinse le labbra per un momento, prima di aprire il suo cuore. Non ne aveva più paura, per fortuna.
- Non lo so, onestamente … - sospirò. - Forse da sempre. Ma non era facile nemmeno pensarci, con tutto quello che facciamo ogni giorno, tutti questi cambiamenti … -
Yoongi annuì e si fece avanti, toccando la sua fronte con la propria.
- Neanche io saprei dire quando è cominciato, ma … non voglio che finisca.-
Il sorriso che Jimin gli rivolse a quel punto fu di una dolcezza enorme. Aumentò la presa delle loro mani unite e non si lasciò sfuggire la possibilità di baciarlo con tutto l’amore che aveva in corpo, perché Yoongi era così speciale da meritarselo tutto.

Amore.
Non suonava poi così strano. Forse era questo, ciò che in fondo avevano sempre condiviso. Dapprima nascosto e timido, al punto che neanche loro stessi l’avevano riconosciuto fino in fondo, ma adesso era forte e chiaro, come una fiamma eterna.

Anche il modo in cui si baciarono in quel buio accogliente ricordava il calore di un fuoco che bruciava. Così intenso e passionale, eppure così dolce. Si sfiorarono il viso a vicenda quasi con timore, come se avessero paura di rompersi o di scottarsi. Si strinsero forte prima che se ne potessero accorgere e si ritrovarono stesi sul letto insieme prima che potessero deciderlo.
Continuarono a vezzeggiarsi timidamente tra mille sospiri di sollievo e gemiti di felicità, finché il sonno non prese il sopravvento e li cullò entrambi nel mondo dei sogni.

*

- Questa me la passi, vero?-
- Perché non te la scatti tu la foto a sgamo?-
- Siete già in tre sopra le loro teste!-
- Sssh, non svegliamoli … -
- Yoongi-hyung ci ammazzerà, lo sapete, vero?-
- E chi se ne frega!-
- Però non è giusto, sembrano così in pace … -
- A differenza tua che quando ti addormenti su di me sembri una scimmia.-
- Stai zitto, Hoseokie.-
- Fagliene un’altra … aspetta, si è mosso!-
- Merda, andiamocene!-

- Oggi uccido qualcuno.-
- Sì, ma prima dormiamo un altro po’, Yoongi-hyung … -
- Umpf, okay.-




~ Fine ~



Eliot is back! Un'altra volta. xD
I BTS mi stanno rubando l'anima un pezzo per volta... stavolta era il turno della YoonMin. Amori della mia vita.
Questa storia si può collegare alla precedente one-shot che ho scritto, stavolta sui VHope. Non è necessario per forza leggerla, ma siccome qui sono stati accennati, se siete curiosi di sapere come si sono messi insieme beh, andate a leggerla! Si intitola "Davanti al mondo". :3
Detto ciò, vi saluto e non garantisco di tenermi lontana da questa sezione per molto, hehe *vuole suonare minacciosa ma fallisce miseramente*
Un bacio a tutti,

Eliot ;D
   
 
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