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Autore: Caroline94    05/06/2017    2 recensioni
Due ragazzi.
Due vicini di casa.
Due persone diametralmente opposte che si ritroveranno irrimediabilmente uniti: dal pianerottolo.
🍀🍀🍀🍀🍀🍀
Dal testo:
{Il ragazzo imprecò sonoramente mentre saliva le scale a rotta di collo per fiondarsi al primo piano.
Quando le aveva dato il proprio numero dicendo che poteva chiamarlo in caso di bisogno, lo aveva fatto aspettandosi le solite cose da donna: aprire un vaso di sottaceti, togliere un ragno dal soffitto, riparare un tubo… non andare a salvarle il culo dalle mani di un maniaco!
[…]
Sfondò la porta con una spallata e piombò nel salotto, ma la scena che gli apparve dinnanzi era leggermente diversa da quella che si aspettava: Raf se ne stava in piedi sul divano, brandendo una racchetta da tennis a mo’ di spada, pallida e concitata. Del maniaco nemmeno l’ombra.
A quel punto la domanda era sorta spontanea: “Cosa cazzo succede qui?”}
🍀🍀🍀🍀🍀🍀
Coppie: RafxSulfus.
Accenni: UriéxMefisto, GasxMiki, ScarletxTerence, CabiriaxAng-Lì.
Linguaggio forte – violenza gratuita – AU.
 
Divertitevi!
Genere: Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raf, Sulfus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Sulfus era rientrato nel proprio appartamento, quel pomeriggio, non si aspettava certo di trovare il coperchio della vaschetta di Basilisco aperto e l’amato serpente sparito.
Ok, ora vi chiederete: perché una persona normale dovrebbe tenere un serpente in casa?
Semplice: lui non era una persona normale. Difatti, una persona normale non avrebbe mai passato mezz’ora a fare il cretino in giro per casa brandendo un topolino di gomma mentre chiamava soavemente il proprio caro, fedele, animaletto zannuto. Quando ebbe passato in rassegna ogni angolo dell’appartamento (compresa la tazza del cesso) decretò che Basilisco non era più in casa.
“Eh, vabbè, ripasso più tardi” sospirò, alzando le spalle, dirigendosi verso la cucina per farsi un panino con la mortadella. Sette secondi netti dopo sfrecciò fuori dal frigorifero con mezza fetta di formaggio tra i denti, scatafasciando l’appartamento per ritrovare Basilisco.
“Porca puttana, perché ho dovuto prendere un serpente? Perché non un criceto: i criceti non scappano!” sbraitò, alzando il divano “Se è uscito sono fottuto, tanto vale che cambio nazione!” continuò, mettendosi gattoni sotto il mobile delle porcellane “Ma no, pensiamo positivo, magari è solo qui da qualche parte che si fa un sonnellino… sì, deve essere così!” borbottò, strisciando sotto il letto. A parte qualche strato di polvere, lì dai tempi di Napoleone, della coda di Basilisco neanche l’ombra.
Ok, pensiamo positivo… pensò, steso a schiena in giù sotto il materasso, magari è solo in qualche angolo irraggiungibile e, forse, salterà fuori quando avrà fame. Si, deve essere così! Ti prego, fa che sia così!
Ma Sulfus era troppo intelligente per non capire che le sfighe non vengono mai da sole… ma con un’intera squadra di calcetto dietro. E fu proprio quando un sonoro, acuto, lungo, terrorizzato strillo gli fece gelare il sangue nelle vene che capì di essere definitivamente fottuto.
Si alzò di scatto, sbattendo la testa contro la rete del letto; reggendosi la fronte, e tirando giù qualche santo dal paradiso, attraversò il salotto a passo di carica e spalancò la porta che dava sul pianerottolo. Aveva appena gettato uno sguardo alla porta accanto alla sua, dove finiva il corridoio, che quella si spalancò ed una bionda da urlo completamente bagnata e mezza coperta da un asciugamano sfrecciò fuori dall’appartamento, strillando come un’ossessa. Il ragazzo dovette afferrarla per le braccia per impedirle di gettarsi dalle scale, e fu fortunato che fosse troppo scossa per fare qualsiasi altra cosa altrimenti avrebbe potuto tranquillamente denunciarlo per tentata molestia sessuale.
“Ehi, calmati!” esclamò, vedendola pallida e tremante “Che è successo?”
“U-un serpente…” balbettò la ragazza “C’è un serpente nel mio bagno!” esclamò, indicando la porta da cui era appena uscita. Sulfus vi gettò solo un’occhiata, prima di sbarrare gli occhi.
“Basilisco!” esclamò, tuffandosi nell’appartamento.
“Cosa?!” gli urlò dietro la ragazza, ma lui era già sparito nell’ingresso buio dell’appartamento. Era la prima volta che entrava lì, quindi faticò ad orientarsi, ma gli bastò seguire la scia d’acqua che si era lasciata dietro lei per trovare il bagno. La stanza era piena di vapore, un forte profumo di cocco e vaniglia impregnava l’aria e, nella doccia aperta, l’acqua continuava a scorrere testimone della fretta con cui la sua proprietaria l’aveva lasciata. Proprio al centro del piatto di ceramica, comodamente attorcigliato su sé stesso che si godeva il tepore dell’acqua, vi era Basilisco: il suo serpente corallo.
Il ragazzo incrociò le braccia al petto e guardò l’animale con aria di sufficienza; per tutta risposta lui inclinò la testa di lato.
“Sei un pervertito” decretò Sulfus. Il serpente sibilò. Scuotendo la testa, lui allungò un braccio per chiudere l’acqua e s’inginocchiò davanti l’animale. “Dai, muoviti” ordinò, porgendogli il braccio sul quale il serpente si arrampicò. “Ah! Sei tutto bagnato!” si lamentò, sentendo il corpo viscido e umido del serpente sulla propria pelle.
“Quel coso è tuo?!” esclamò una voce femminile. Sulfus sussultò e si alzò, sbattendo la testa contro il portello della doccia. Imprecando a denti stretti, e massaggiandosi il capo, si voltò verso la ragazza.
“Ehm… se dico di sì mi denunci?” domandò, dopo un attimo di silenzio. Lei fece scattare in aria un sopracciglio.
“Non dovrei?” rispose lei, tagliente.
“Eh… ma dai, Basilisco è innocuo!” esclamò “Il suo veleno non è pericoloso e poi è addomesticato” aggiunse, convinto “Guardalo!” insistette, indicando il rettile comodamente attorcigliato al suo avambraccio. La ragazza lo guardò scettica.
“E come ci sarebbe finito nella mia doccia?” chiese, in un sibilo, incrociando le braccia al petto.
“Beh… è probabile che io non abbia chiuso bene il coperchio della sua vaschetta, prima di uscire” spiegò, vagamente “E poi non ti avrebbe fatto nulla, a lui piace l’acqua calda perché è un animale a sangue freddo: voleva solo starsene un pò nella doccia…” tentò di spiegare. Il serpente sibilò “Ma non gli piace il profumo del tuo bagnoschiuma: lui detesta il cocco” aggiunse.
Lei fece scattare in aria un sopracciglio: “Oh, quindi vuoi farmi credere che lo capisci?” chiese, retorica.
“Noi due ci comprendiamo molto meglio di quello che credi” rispose lui.
“Immagino che tra simili ci si intenda” commentò lei.
“Già” rispose lui, sorvolando sul fatto che gli avesse dato dell’animale. Scesero due secondi di silenzio, in cui i due si guardarono a disagio, finché Sulfus non si schiarì la gola.
“Allora… bel bagno” buttò lì.
“Fuori da casa mia” rispose lei, impassibile.
“Subito!” acconsentì lui, uscendo più velocemente che poteva.
Quando si chiuse la porta dell’appartamento alle spalle si ricordò di un dettaglio sfuggitogli a causa degli eventi: la sua vicina di casa era una donna di mezza età con qualche rotella fuori posto, non un avvenente bionda che stava per denunciarlo. Gettò un’occhiata al campanello e fece scattare in aria un sopracciglio: e poi chi cavolo era Raf Cherubini?
 
 
 
 
 
Tantantantaaaaan!
Ed eccomi qui, riapprodata sul fandom, stavolta con una raccolta! Ok, parto col dire che ci sarà demenzialità massima in queste fic (flash o one shot che siano, potrebbe scapparci anche una drabble).
Come se la caveranno i nostri eroi a condividere il pianerottolo? Sboccerà l’amore? O uno dei due verrà trovato morto nel proprio letto (non pensate cose sconce :v)?
Lo scoprirete solo continuando questo delirio, noi ci vediamo alla prossima puntata: qui con Caroline, qui… su EFP!
Ciao!
   
 
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