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Autore: WallisDennie    05/06/2017    1 recensioni
Una lettera che non è mai sbocciata, accartocciata e poi ripiegata con cura, conservata in un cassetto e mai dimenticata.
L'invidia di uno scrittore verso un altro.
Una flashfic senza troppe pretese, spero possa piacervi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ho osservato le mie mani per una buona mezz’ora prima di iniziare a scrivere questa lettera.
So di avere raggiunto il limite di sopportazione, ormai.
Ed eccomi a scriverti di nuovo, in questo stupido pezzo di carta che probabilmente raggiungerà il cestino insieme agli altri.
Mi sento inutile. Avverto dentro di me una sensazione che mi consuma, che scioglie lentamente le pareti della stima che ho (o credevo di avere) verso me stesso, dei miei desideri, delle mie ambizioni. Tutti i miei desideri si sgretolano come torri di sabbia, non appena leggo qualcosa che provenga dalla tua penna.
E mi chiedo il perché sia così.
Perché provo tutto questo? Che cosa mi hai fatto?
Quando ci siamo conosciuti, ho provato delle sensazioni forti verso di te.
Mi attraevi, in un certo senso. Ero sicuro che nascondessi uno spicchio del tuo animo, lo segregavi dietro le coltri di un passato che non hai mai permesso a nessuno di ascoltare. E quando ho visto quello spicchio, ti sei sentito indifeso.
E in quel momento, quando ho visto quella tua fragilità, credo di essermi innamorato.
Ricordo giorni felici e notti appassionate.
Eppure tutto questo paradiso era destinato a sfiorire, per trasformarsi in un cupo limbo di invisibile sofferenza, per me.
Tu non te ne sei mai accorto.
Il che vuol dire che ho tenuto fede al mio impegno, almeno in questo.
Ti ho visto scalare la vetta ed ero fiero di te.
Ma poi mi sono accorto che i tuoi successi e le tue vittorie mi infastidivano.
Perché tu eri sempre un passo avanti al mio.
E ti ho odiato per questo.
Ti odio tutt’ora, seduto su quella vecchia poltrona quando leggo i tuoi versi, i tuoi racconti, i tuoi libri.
C’è sempre qualcosa dentro di me che mi spinge a desiderare che tu sparisca per sempre, così che io possa prendere il tuo posto. Perché sento che è un mio diritto averlo, è il mio sogno.
Un sogno che per te è solo un hobby, un piacevole passatempo in attesa di un vero e proprio monte da scalare.
Lo era da prima che tu t’insinuassi così prepotentemente nella mia vita.
Senza nemmeno scusarti.
Se solo ti rendessi conto di quanta fortuna e di quanto talento c’è nella tua penna, forse me ne farei una ragione. Continuerei ad amarti incondizionatamente.
Eppure brucio.
Un fuoco inestinguibile divampa al centro della mia testa e appicca le radici del mio animo.
Sono vulnerabile.
Non credevo di esserlo più di te.
Eppure ti amo. E penso che, se ti amo davvero, dovrei accettare ciò che è tuo e che mio non potrà mai essere.
Ma è immensamente difficile.
Ogni mia disfatta è per te motivo di compassione e insopportabile gentilezza.
E ti odio per questo.
Ogni tua disfatta è per me motivo di immensa e colpevole gioia.
E mi odio per questo.
 
 
 

 
   
 
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