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Autore: slice    06/06/2017    4 recensioni
Questa storia partecipa alla challenge "Tutti pazzi per il crack!" indetto dal gruppo fb SasuNaru Fanfiction Italia.
Nara segue l'ospite all'interno, chiude i fusuma e lo dirige verso il giardino, ma Hyuuga inizia presto a camminare avanti e indietro, chiaramente alterato.
“Sto per avere un ictus,” dice.

Non ho idea del perché Hiashi sembri ancora un po' mestruato, dopo tutti gli aggiustamenti fatti, ma temo che questo sia il mio massimo di ic quando si tratta di Hyuuga. In generale. Hyuugas. Bleah. Ammetto che è stato un esperimento interessante, però.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hiashi Hyuuga, Shikaku Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Questa ff partecipa alla challenge “Tutti pazzi per il crack!” indetta dal gruppo facebook SasuNaru Fanfiction Italia





Come la forza di gravità

#Ore piccole

La notte è buia nonostante la luna piena perché le nuvole fanno a turno per oscurarla. Hiashi non se ne preoccupa: ha un passo sicuro, veloce, teso, ma fa di tutto per non essere notato. Il dolce e morbido profumo di gelsomino che l'uomo si lascia dietro è in netto contrasto con il suo stato d'animo, quando entra nella proprietà dei Nara. Shikaku alza una mano e tranquillizza il chuunin che è di turno a guardia del perimetro, il quale si acciglia, ma non cerca di seguire oltre l'altro Capoclan.
Nara segue l'ospite all'interno, chiude i fusuma e lo dirige verso il giardino, ma Hyuuga inizia presto a camminare avanti e indietro, chiaramente alterato.
“Sto per avere un ictus,” dice. Si ferma un momento, sbatte le palpebre e poi riprende, “forse lo sto già avendo.”
L'altro lo avvicina senza imporsi.
“Non so nemmeno perché sono venuto qui.” continua Hiashi, “Sarò io il cattivo della situazione. Tu non vorrai fare un bel niente e io sarò il cattivo della situazione.”
Per ora, Shikaku ha capito solo che l'altro è troppo agitato per stare a duellare sulla giusta forma. Non commenta, annuisce invece appena Hiashi si ferma.
L'altro sospira e si porta due dita ai lati del naso per una manciata di secondi.
“Ho visto,” comincia, alzando la testa, “tuo figlio portare una ciocca di capelli dietro l'orecchio di mio nipote e non avevo mai visto Neji arrossire come una ragazzina,” dice piano, non tanto per non farsi sentire, quanto perché è una faccenda delicata e lui si sente ancora troppo vicino all'ictus.
Shikaku ridacchia. Le parole dell'altro hanno ora molto più senso; le labbra gli si stirano in un sorriso quando ripensa a quel che ha detto.
“Ti diverte, Nara?”
“Stavo pensando a cosa direbbe Neji se sapesse che il padre di Shikamaru fa arrossire come una ragazzina suo zio.”
Hiashi lo fulmina con lo sguardo, la testa alta, la schiena dritta e le guance rosse.
“Te l'ho detto, non so perché sono venuto qui,” sibila.
Shikaku fa qualche passo verso il giardino interno e si siede sull'engawa, il bambù sul laghetto emette un suono ripetitivo, rilassante. Lui alza la testa e contempla le sagome delle nuvole retroilluminate dalla luna: alcune sono ridicolmente spumose mentre altre rimangono stilizzate, con i contorni decisi e la forma simile a quelle dipinte dai bambini.
“Presterò attenzione per capire cosa c'è di preciso tra loro, se ti fa sentire meglio.”
Hiashi si siede accanto a lui con un sospiro che parla di enorme pazienza.
“Non mi fa sentire meglio.”
“Magari cazzeggiano e basta.”
“Cosa?”
“Scopano.”
“Shikaku...” lo riprende Hiashi, ancora incazzato.
“Insomma, cosa devo fare?” lo interrompe lui, contento che il suo sforzo nel trattenere l'ilarità sia un successo.
L'altro socchiude gli occhi ed emette un gemito frustrato.
“Niente,” risolve all'improvviso, “assolutamente niente, Nara, rimani qui seduto, fermo e carino!”
Shikaku esplode in una risata, mentre Hiashi si arruffa, mortalmente offeso; poi alza gli occhi sulle nubi e sospira di nuovo.
“Vorrei che non si facessero del male,” spiega, “vorrei...”
“Che uno dei due fosse una donna?”
“Non essere ridicolo, sto cercando... Per la pipa di Sarutobi, sii serio!”
Shikaku gli afferra la mano, quella mano che rimane sempre un po' nello spazio tra loro due, e ancora una volta è divertito e affascinato dal fatto che Hiashi abbandoni il suo piedistallo per spingersi a cercarlo.
Gli afferra la mano e la porta alle labbra.
“Stai parlando anche di noi, vero? Qualcosa è cambiato?”
Lui scuote la testa.
“Siamo stati fortunati: ci siamo sposati per il bene del clan eppure ci siamo innamorati di quelle meravigliose donne. E non so se sarebbe successo in ogni caso, credo invece che la loro comprensione abbia fatto la differenza,” trattiene l'aria per un momento e poi la rilascia, cercando di schiarirsi la testa. “Quello che voglio dire è che quando noi due ci siamo trovati avevamo già un punto fermo, è stato facile mantenere l'equilibrio. Ma per loro è troppo presto. Neji è un prodigio e il Consiglio si aspetta che abbia degli eredi. Cosa succederà se uno dei due dovesse, insomma, se non ci sarà equilibrio nei loro rapporti? Se sposeranno qualcuno che non avrà la stessa comprensione, se-”
Si blocca e sbuffa, ancora troppo teso, ma esausto.
Shikaku contempla il suo profilo per un lungo momento, senza mai lasciare la sua mano.
“Shikamaru è la cosa più bella che mi sia mai capitata. Ed è l'unico buon motivo per sbattere la testa contro quelle del Consiglio, se mai dovessimo arrivare a quel punto,” dice cauto, cercando nell'espressione dell'altro un qualsiasi mutamento, “ma non possiamo sapere cosa succederà. Né possiamo immischiarci fin tanto che non è un problema.” Poi fa una smorfia e continua, “anche perché tuo nipote mi terrorizza.”
Hyuuga sputa una breve risata, colto di sorpresa, e si copre gli occhi con la mano libera dalle grinfie del Nara per ricomporsi.
In un attimo il silenzio li avvolge e la tensione si allenta. Hiashi si inclina un po', poggia la spalla su quella di Shikaku e lui fa altrettanto spostando il peso sul punto d'appoggio.
“Non sono davvero arrabbiato con lui,” mormora, sentendosi finalmente ridicolo.
“Lo so.”
Shikaku poggia il mento sulla sua spalla e inspira il profumo di gelsomino dei suoi capelli.
“Sono solo preoccupato.”
“Lo so,” e si immagina facilmente l'onda di incertezza o, conoscendolo, d'irritazione che deve averlo colto quando suo nipote lo ha messo davanti a una controversia simile, perché Neji è tutto ciò che rimane di Hizashi, eppure Hiashi rimane schiacciato tra l'eredità di suo fratello e la rigidità di un clan che non permette favoritismi. Il leader degli Hyuuga sceglierà sempre il clan, lo ha fatto con suo fratello, con sua figlia e perfino con lui, ma questo non significa che l'abbia fatto a cuor leggero.
In quel momento Hiashi sospira, inclinando un po' la testa verso la sua.
“Mi prenderai in giro senza pietà,” dice, con la voce piena di scorno e sofferenza.
Shikaku scoppia a ridere. Gli stringe di più la mano e quella viene stretta a sua volta.
Sopra di loro il cielo si schiarisce un po', la luce della luna filtra meglio e quando Hiashi alza la testa, Shikaku può intravedere lo stesso colore della luna riflesso nei suoi occhi.
“È molto tardi, rimani,” bisbiglia.
“Mi dormirai drappeggiato addosso?” sussurra l'altro.
“È probabile.”
Hiashi chiude gli occhi e sospira.
“Sei davvero insopportabile, Nara. E toglimi la mano dal culo!”







Qualcuno di voi sa come sia l'ic di Hiashi? Qualcuno di voi ha un'aspirina? Scusate l'incoerenza ma mi servono entrambe. Credo che andrò a scrivere del sano ShikaGen perché questa cosa che Shikaku tocca il culo di gente random, che non è il tokujo, mi fa abbastanza strano; quasi quanto il fatto che sono iscritta a un gruppo SasuNaru.



Il lucro non mi appartiene e non ci sono personaggi. E pure viceversa.


  
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