Questa ff partecipa alla challenge “Tutti pazzi per il crack!” indetta dal gruppo facebook SasuNaru Fanfiction Italia
Come la forza di gravità
#Ore piccole
La notte è buia
nonostante la luna piena perché le nuvole fanno a turno per
oscurarla. Hiashi non se ne preoccupa: ha un passo sicuro, veloce,
teso, ma fa di tutto per non essere notato. Il dolce e morbido
profumo di gelsomino che l'uomo si lascia dietro è in netto
contrasto con il suo stato d'animo, quando entra nella proprietà
dei Nara. Shikaku alza una mano e tranquillizza il chuunin che è
di turno a guardia del perimetro, il quale si acciglia, ma non cerca
di seguire oltre l'altro Capoclan.
Nara segue l'ospite
all'interno, chiude i fusuma e lo dirige verso il giardino, ma Hyuuga
inizia presto a camminare avanti e indietro, chiaramente
alterato.
“Sto per avere un ictus,” dice. Si ferma un
momento, sbatte le palpebre e poi riprende, “forse lo sto già
avendo.”
L'altro lo avvicina senza imporsi.
“Non so
nemmeno perché sono venuto qui.” continua Hiashi, “Sarò
io il cattivo della situazione. Tu non vorrai fare un bel niente e io
sarò il cattivo della situazione.”
Per ora, Shikaku
ha capito solo che l'altro è troppo agitato per stare a
duellare sulla giusta forma. Non commenta, annuisce invece appena
Hiashi si ferma.
L'altro sospira e si porta due dita ai lati del
naso per una manciata di secondi.
“Ho visto,”
comincia, alzando la testa, “tuo figlio portare una ciocca di
capelli dietro l'orecchio di mio nipote e non avevo mai visto Neji
arrossire come una ragazzina,” dice piano, non tanto per non
farsi sentire, quanto perché è una faccenda delicata e
lui si sente ancora troppo vicino all'ictus.
Shikaku ridacchia. Le
parole dell'altro hanno ora molto più senso; le labbra gli si
stirano in un sorriso quando ripensa a quel che ha detto.
“Ti
diverte, Nara?”
“Stavo pensando a cosa direbbe Neji se
sapesse che il padre di Shikamaru fa arrossire come una ragazzina suo
zio.”
Hiashi lo fulmina con lo sguardo, la testa alta, la
schiena dritta e le guance rosse.
“Te l'ho detto, non so
perché sono venuto qui,” sibila.
Shikaku fa qualche
passo verso il giardino interno e si siede sull'engawa, il bambù
sul laghetto emette un suono ripetitivo, rilassante. Lui alza la
testa e contempla le sagome delle nuvole retroilluminate dalla luna:
alcune sono ridicolmente spumose mentre altre rimangono stilizzate,
con i contorni decisi e la forma simile a quelle dipinte dai
bambini.
“Presterò attenzione per capire cosa c'è
di preciso tra loro, se ti fa sentire meglio.”
Hiashi si
siede accanto a lui con un sospiro che parla di enorme pazienza.
“Non
mi fa sentire meglio.”
“Magari cazzeggiano e
basta.”
“Cosa?”
“Scopano.”
“Shikaku...”
lo riprende Hiashi, ancora incazzato.
“Insomma, cosa devo
fare?” lo interrompe lui, contento che il suo sforzo nel
trattenere l'ilarità sia un successo.
L'altro socchiude gli
occhi ed emette un gemito frustrato.
“Niente,” risolve
all'improvviso, “assolutamente niente, Nara, rimani qui seduto,
fermo e carino!”
Shikaku esplode in una risata, mentre
Hiashi si arruffa, mortalmente offeso; poi alza gli occhi sulle nubi
e sospira di nuovo.
“Vorrei che non si facessero del male,”
spiega, “vorrei...”
“Che uno dei due fosse una
donna?”
“Non essere ridicolo, sto cercando... Per la
pipa di Sarutobi, sii serio!”
Shikaku gli afferra la mano,
quella mano che rimane sempre un po' nello spazio tra loro due, e
ancora una volta è divertito e affascinato dal fatto che
Hiashi abbandoni il suo piedistallo per spingersi a cercarlo.
Gli
afferra la mano e la porta alle labbra.
“Stai parlando anche
di noi, vero? Qualcosa è cambiato?”
Lui scuote la
testa.
“Siamo stati fortunati: ci siamo sposati per il bene
del clan eppure ci siamo innamorati di quelle meravigliose donne. E
non so se sarebbe successo in ogni caso, credo invece che la loro
comprensione abbia fatto la differenza,” trattiene l'aria per
un momento e poi la rilascia, cercando di schiarirsi la testa.
“Quello che voglio dire è che quando noi due ci siamo
trovati avevamo già un punto fermo, è stato facile
mantenere l'equilibrio. Ma per loro è troppo presto. Neji è
un prodigio e il Consiglio si aspetta che abbia degli eredi. Cosa
succederà se uno dei due dovesse, insomma, se non ci sarà
equilibrio nei loro rapporti? Se sposeranno qualcuno che non avrà
la stessa comprensione, se-”
Si blocca e sbuffa, ancora
troppo teso, ma esausto.
Shikaku contempla il suo profilo per un
lungo momento, senza mai lasciare la sua mano.
“Shikamaru è
la cosa più bella che mi sia mai capitata. Ed è l'unico
buon motivo per sbattere la testa contro quelle del Consiglio, se mai
dovessimo arrivare a quel punto,” dice cauto, cercando
nell'espressione dell'altro un qualsiasi mutamento, “ma non
possiamo sapere cosa succederà. Né possiamo
immischiarci fin tanto che non è un problema.” Poi fa
una smorfia e continua, “anche perché tuo nipote mi
terrorizza.”
Hyuuga sputa una breve risata, colto di
sorpresa, e si copre gli occhi con la mano libera dalle grinfie del
Nara per ricomporsi.
In un attimo il silenzio li avvolge e la
tensione si allenta. Hiashi si inclina un po', poggia la spalla su
quella di Shikaku e lui fa altrettanto spostando il peso sul punto
d'appoggio.
“Non sono davvero arrabbiato con lui,”
mormora, sentendosi finalmente ridicolo.
“Lo so.”
Shikaku
poggia il mento sulla sua spalla e inspira il profumo di gelsomino
dei suoi capelli.
“Sono solo preoccupato.”
“Lo
so,” e si immagina facilmente l'onda di incertezza o,
conoscendolo, d'irritazione che deve averlo colto quando suo nipote
lo ha messo davanti a una controversia simile, perché Neji è
tutto ciò che rimane di Hizashi, eppure Hiashi rimane
schiacciato tra l'eredità di suo fratello e la rigidità
di un clan che non permette favoritismi. Il leader degli Hyuuga
sceglierà sempre il clan, lo ha fatto con suo fratello, con
sua figlia e perfino con lui, ma questo non significa che l'abbia
fatto a cuor leggero.
In quel momento Hiashi sospira, inclinando
un po' la testa verso la sua.
“Mi prenderai in giro senza
pietà,” dice, con la voce piena di scorno e
sofferenza.
Shikaku scoppia a ridere. Gli stringe di più la
mano e quella viene stretta a sua volta.
Sopra di loro il cielo si
schiarisce un po', la luce della luna filtra meglio e quando Hiashi
alza la testa, Shikaku può intravedere lo stesso colore della
luna riflesso nei suoi occhi.
“È molto tardi,
rimani,” bisbiglia.
“Mi dormirai drappeggiato
addosso?” sussurra l'altro.
“È
probabile.”
Hiashi chiude gli occhi e sospira.
“Sei
davvero insopportabile, Nara. E toglimi la mano dal culo!”
Qualcuno di voi sa come sia l'ic di Hiashi? Qualcuno di voi ha un'aspirina? Scusate l'incoerenza ma mi servono entrambe. Credo che andrò a scrivere del sano ShikaGen perché questa cosa che Shikaku tocca il culo di gente random, che non è il tokujo, mi fa abbastanza strano; quasi quanto il fatto che sono iscritta a un gruppo SasuNaru.
Il
lucro non mi appartiene e non ci sono personaggi. E pure viceversa.