Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: LatazzadiTea    07/06/2017    7 recensioni
Oscar inizia a rendersi conto di ciò che prova, quando André smette di parlarle come faceva un tempo. Ora che tutto sembra cambiato, lei cercherà di ritrovare se stessa aprendo il suo cuore a un nuovo sentimento. Il suo amore per lui cresce dentro al suo cuore facendosi strada giorno per giorno, divendo sempre più intenso e opprimente, quanto il silenzio che la circonda senza il suono della sua voce.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Erano passate solo poche settimane da quando André le aveva confessato di amarla, e proprio da allora aveva smesso di parlarle. I loro rapporti erano via via scemati: a mala pena si rivolgevano il saluto, se non per obbligo verso l'etichetta o perché costretto dalle circostanze. Aveva mantenuto la parola data quella sera, ma da allora, tutto aveva smesso di avere un senso per Oscar. Aveva giurato che mai più nella vita le avrebbe fatto una cosa come quella, ma ora era peggio di prima per lei. Era stato un pazzo, un egoista, o forse più un vigliacco, sia nel dichiararle il suo amore quanto nel tenerlo nascosto, ma era pur sempre il suo André ad averlo fatto. Quello stesso André che ora era scomparso. Quello strappo insanabile le aveva tolto in un istante non solo un fratello, ma anche il solo e unico vero amico amico che avesse mai avuto nella vita. E da una parte, lo odiava per questo.

Ma c'era dell'altro, e lei sapeva bene cosa.

A quel pensiero, Oscar sii sentì sporca fin dentro le ossa. In fondo al suo cuore, aveva sempre saputo dei sentimenti di André. Aveva visto come la guardava di nascosto, accorgendosi di come il suo sguardo l'accarezzasse languido quando pensava di non essere visto o sentito. Sentiva come il suo tono cambiava, facendosi più caldo e tenero quando le attenzioni che avevano l'uno dell'altra erano rivolte soltanto a loro.

Ma non ne aveva tenuto conto, o più semplicemente, era stato più facile ignorarlo.

Oscar si alzò dal sedile del pianoforte, dando un'occhiata fugace fuori dalla finestra; quei pochi giorni passati ad Arras - la loro villa di campagna vicino all'oceano - non erano bastati a schiarirle le idee su quella situazione. L'unica cosa di cui era certa era che André le mancava. Le mancava tutto di lui: la timida carezza dei suoi occhi gentili, come la struggente e dolce irriverenza della sua voce quando la stuzzicava o la canzonava per gioco. All'improvviso notò la sua figura slanciata e asciutta appressarsi ad una delle tante fontane che abbellivano gli splendidi giardini di casa Jarjayes; André era solito andarci per rinfrescarsi d'estate, dopo aver accudito i cavalli. Spesso si sedeva all'ombra delle pergole fiorite di glicini e bouganville, e ancor più spesso, in passato, aveva condiviso quel momento con lei, come del resto, avevano fatto in tutte le altre occasioni in cui erano stati insieme.

La sua stessa ingombrante assenza era qualcosa di difficile da sopportare. Quanto il non poter più sentire l'odore intenso e speziato del suo profumo, o del bearsi della piega insolita che le sue labbra assumevano quando le arricciava in una nota di disappunto. Tutte cose a cui non aveva mai dato un peso prima, ma che ora mancavano come l'aria nei polmoni quando l'avvicinava per sbaglio nei corridoi della loro abitazione o nei pressi delle stalle. Ogni cosa smetteva di risplendere senza di lui, e veniva meno, come la luce del giorno durante un eclissi quando inevitabilmente abbassava il capo, evitando volutamente di incontrare il suo sguardo. Esattamente come in quel momento: l'aveva di sicuro sentita suonare il piano quel pomeriggio, sapendo perfettamente che da quella finestra si vedeva il retro del palazzo. Eppure, Andrè era lì, nascosto fra gli arbusti con gli occhi scuri di tristezza a fissare un punto indeterminato di un mondo da cui l'aveva esclusa. Un mondo che lei non poteva vedere, né sentire più nulla.

Ed era quello a mancarle più di ogni cosa, il suono della sua voce, quella vera, quella proveniente dalla sua anima. Lasciò scivolare le dita lunghe e affusolate sul vetro cristallino della finestra, tornando coi pensieri alla loro infanzia e ad un giorno lontano, quando persi in un mare di fiori dorati come il miele c'erano un violino e una sola voce a farle compagnia, la sua.



Carissimi lettori, l'ho buttata giù di botto, in uno slancio struggente e nostalgico verso una storia che mi ha accompagnata negli anni più belli e spensierati dell'infanzia. Ho sognato di essere lei, Lady Oscar, e come tante fanciulle come me, ho sognato un amore come il loro.
Buona lettura e alla prossima.

 
   
 
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