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Autore: Dany Art 99    07/06/2017    1 recensioni
Eccomi qui tornata con una sadiexanubi, una coppia che ho appena conosciuto e che mi piace molto :)
Dal testo "Quella scintilla in quegli occhi così belli .. però era diversa dalle altre che aveva visto nei vivi, era.. come dire “testarda”: della stessa luminosità nonostante quello che succedesse alla proprietaria.
Incurante nell'affascinate il dio dei funerali.
Ogni volta che la vedeva.. che vedeva la sua proprietaria .. sentiva che quella solitaria vita a cui era abituato.. non era così tanta solitaria"
Se vi ho incuriosito fate un salto:)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anubi, Sadie Kane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[Revisionato]

 

Sadie non voleva mai sperare nelle cose perchè aveva paura di rimanerci male se esse non si avverassero.
Ma il giorno prima del suo compleanno andò comunque al cimitero. Lo aspettò per delle ore.
Tutta la notte.
Ma lui non arrivò.
Sadie si sedette vicino alle lapide e crollò piangendo, forse era morto. Forse non erano riusciti a salvarlo.
-Anubi... perchè non sei qui...- sussurrò guardando il vestito bianco che aveva indossato per lui.
Quello che gli piaceva tanto.
Ritornò a casa solo molte ore dopo. All'alba.
Non ascoltò nemmeno i suoi nonni che le gridavano contro chiedendole dove fosse stata e perchè fosse tutta sporca di terra.
Arrivò in camera, chiuse la porta per attenuare la voce prepotente di sua nonna e si lasciò cadere sul letto singhiozzando.
Era colpa sua.
Era unicamente colpa sua se Anubi non era li.
Era colpa sua se era sparito. Se nessuno le rispondeva dalla Duat, se non poteva fare nulla per lui, se non poteva salvarlo e tenerlo con sè.
Le lacrime gli impiastricciavano il viso rendendolo appiccicoso ma lei non ci faceva caso... era solo distrutta, dentro e fuori... nella mente e nel corpo.
Poi una mano le si poggiò sulla spalla, lei cercò di scacciarla ma essa rimase li.
Decise di girarsi per mandare a quel paese sua nonna ma non si trovò sua nonna davanti.
-Ir..ide?-.

Ci aveva messo parecchio tempo per rendersi conto che effettivamente la Dea era davanti a lei in una forma che sembrava quasi del tutto normale.
Iride la guardò con un lieve sorriso che possedeva prò una sfumatura triste.
Sadie la colse subito e mormorò -gli è successo qualcosa di brutto vero? è... è morto?- disse tirandosi a fatica quelle parole dalle labbra.
-Sta... morendo Sadie. Oh bambina mia... Anubi si sta lentamente spegnendo come divinità e come dio- la guardò mordicchiando un labbro.
Sadie affondò le unghie nei palmi delle mani stringendole a pugno, era colpa sua. Solo colpa sua.
Tutto questo calvario per lui era cominciato dal fatto che aveva dovuto salvarla perchè non si sapeva nemmeno prendere cura di sè stessa.
Indurì lo sguardo.
-Sei venuta per portarmi da lui? E dargli l'ultimo... saluto?- sussurrò, lei annuì ma le prese una mano.
-C'è qualcosa che si può fare per salvargli la vita... e lui ha già scelto quella strada...- sussurrò la dea.
-Quale? DIMMELO- sgranò gli occhi lei tirandosi a sedere;
-Lui rinuncerà al suo ... stato di divinità e alla sua immortalità, divenendo così un mortale... come te- sussurrò lei.
Quelle parole furono come macigni nel cuore della ragazza.
Un mortale..?
lui voleva essere un mortale...
-Non può farlo... non può farlo!- sussurrò lei, -è colpa mia... solo colpa mia... gli ho rovinato la vita.. - disse mettendosi le mani fra i capelli.
-Tesoro... Sadie... è l'unico modo di salvarlo- disse stringendola in un abbraccio, al contatto con la sua stretta la pelle della dea sembrava di una strana sostanza gelatinosa.
Lei scosse la testa e la dea mormorò poche parole vicino al suo orecchio -è la sua scelta-.
Sadie si bloccò e si tirò su.
-Portami da lui... e basta ok?- sussurrò e la Dea annuì.
Congiunse le mani con quelle della ragazza e chiuse gli occhi trasportando entrambe nella Duat.

Sadie aveva sempre odiato quei tipi di viaggi.
Le scombussolava anima, mente e sopratutto stomaco.
Appena avvertì con chiarezza il terreno sotto i piedi si posò entrambe le mani sul proprio stomaco massaggiandolo lievemente per far cessare quel fastidioso dolore.
-Dio... che schifo- disse serrando gli occhi cercando di regolarizzare il proprio respiro e in primo luogo il vortice che aveva preso possesso del suo cranio.
Iride attese che la ragazza si tirass3 su e che si sentisse meglio pazientemente.
Appena si rimise in posizione eretta guardò negli occhi la Dea e annuì determinata.
-Accompagnami da lui- disse lei cominciando a torturarsi l'orlo della maglia sul bordo.
Iride alzò lievemente la gonna in tulle per scoprirsi i piedi nudi e camminare più velocemente visto che la giovane sembrava correre molto più velocemente di lei.
Sadie scalpitava, era davvero li, non sentiva lo stordimento, non sentiva la paura, non sentiva tutte quelle strane sensazioni che gli provocava la Duat, avvertiva solamente che si stava avvicinando ad Anubi.
Avvertiva la sua presenza farsi sempre più vicina nonostante la sentisse lieve e flebile, come una piccola luce che cercava di scacciare un mare di oscurità.
-Iride! Dove diavolo si trova!- sbottò frustata la ragazza guardandosi attorno, quel reticolo di corridoi non sembrava volerla lasciare andare.
Come una morsa.
Come una tela di un ragno che si stava divertendo a vederla girare in un labirinto mentre il suo cuore continuava a sprofondare per la preoccupazione.
-Sadie.. calma la tua mente. Più ansia ti preme il petto più la tua mente è confusionaria e più corridoi si creeranno- mormorò poggiandole entrambe le mani sulle guance per guardarla negli occhi.
Sadie sbottò irritata.
Doveva essere sempre così complicato tutto quel mondo?
-ok.ok ho capito...- disse e serrò gli occhi stringendo i pugni e guardando a terra per poi mettersi a respirare profondamente e cercare di tranquillizzarsi.
Ripensò a tutto.
Al tocco di Anubi, alle sue labbra sulle sue, a quella sensazione di tranquillità che provava in sua presenza.
A quella sensazione di lieta gioia che provava nel vedere i suoi occhi quando vedeva qualcosa del suo mondo che non conosceva.
Tutto. Pensò a tutto.
E questo la calmò.
Non appena aprì gli occhi davanti a lei c'era un singolo corridoio dritto.
Un corridoio che dava ad una stanza ovale, con un letto sul lato e un focolare al centro.
Un letto. Con qualcuno steso sopra.
-Anubi..- sussurrò lei, Osiride la vide e un triste sorriso gli spuntò sulle labbra mentre guardava la sua bambina correre, ma non verso di lui.
Sadie quasi non guardò suo padre, si buttò a capofitto sul etto inginocchiandosi a terra e afferrando la mano del ragazzo che la guardò girando lievemente il viso.
-Sa...die ... hey..- mormorò lui bianco pallido, insomma più pallido del solito, mentre un sorriso cercava di far capolino nel suo viso.
I capelli scuri erano sparsi sul cuscino bianco ai lati del suo viso ma i suoi occhi... i suoi occhi erano come se li ricordava, così caldi e famigliari.
Si stava trovando rifugio anche in quel momento in cui le sue forze si facevano flebili.
-Hey... Anubi... devi alzare quel tuo culo divino da qui ok? Non sei venuto al mio compleanno.. sono incavolata nera. Me lo avevi promesso e tu non sei venuto...- sbottò cercando di sorridere nonostante lacrime tiepide le bagnassero il viso.
-Scu...sami- mormorò lui sfiorandole il viso con il dorso della mano, -hey hey... riposa... devi ancora imparare molto sul stare con le ragazze no?- disse lei baciando quella mano che le aveva avvicinato.
Iride nel frattempo si era avvicinata al marito, lui la strinse dolcemente contro di se.
-dobbiamo muoverci- sussurrò l'uomo, -ha preso la sua... decisione?- domandò la donna dubbiosa.
-Si. Ed è quella che sospettavamo... dobbiamo muoverci, non so per quanto Ra ascolterà le nostre preghiere- disse l'uomo guardando con rammarico Sadie che continuava ad accarezzare la mano di Anubi.
Iride annuì e si staccò dall'uomo per poi avvicinarsi alla ragazza.
Le posò le mani sulle spalle e le strinse lievemente, -no... non... voglio allontanarmi- disse stringendo la mano di Anubi, -tesoro è pericoloso per te... devi allontanarti per il rito... Sadie... potrebbe non sopravvivere ma averti vicino... potrebbe aiutarlo. Ma rischierai di morire se te ne stai così vicino- disse lei strappandola praticamente dalla mano di Anubi.
-NO... devo ... devo stargli vicino ... ti prego- disse lei agitandosi ma la dea aveva una stretta ferrea.
-Sa...die... stai al sicuro... con Iride ti...prego- disse Anubi con un sussurro e questo sembrò far calmare la ragazza che fece qualche passo indietro lasciandosi allontanare da Iride che la guardò con dolcezza.
Sadie si poggiò contro la Dea mentre suo padre prendeva in braccio Anubi e lo poggiava vicino al focolare recitando formule che la mente di Sadie non riusciva a seguire e tradurre, ma ne avvertiva la forza e la potenza.
Ogni parola emanava una scintilla di potenza che le pizzicava la pelle.
Ogni piccola scintilla cominciò a crescere inglobando le altre per creare una cupola di luce intorno al ragazzo ed al Dio tanto che la ragazza non riusciva a vedere nulla.
Si dimenò ma la stretta della dea era sempre possente.
-Iride... che succede? Non...vedo nulla- disse Sadie, la dea la strinse al suo petto senza rispondere ma la sua espressione diceva tutto.
E non era una bella espressione.
-IRIDE DIMMI CHE SUCCEDE!- sbottò la ragazza guardandola, a l'ennesimo mutismo della dea si alzò e cominciò ad urlare verso Anubi.
-ANUBI! DIO DEI MIEI STIVALI. DEVI FARCELA TI PREGO! NON POSSO RESISTERE SENZA DI TE.. NON POSSO VIVERE SENZA DI TE...TI AMO... !- urlò con tutta la voce che aveva in corpo agitandosi nella stretta di Iride.
Poi d'un tratto la luce sparì e rimasero solo due figure, una distesa a terra e l'altra in ginocchio.
Iride la mollò finalmente e lei scattò in avanti arrivando in ginocchio sul corpo di Anubi.
-Devi portarlo nel tuo mondo... qui... c'è troppa energia per un corpo umano e debole come il suo- disse Osiride, -ma è vivo..?- sussurrò Sadie stringendo la mano ad Anubi che però non rispondeva alla stretta.
-Ancora per poco... Iride... portali via- disse Osiride respirando a fatica, Sadie lo guardò con le lacrime agli occhi e lo strinse a sè -grazie papà... ti voglio bene-.
-Anche io piccina.. ora vai- disse stringendola per poi spingerla lievemente verso Iride che appena la toccò la teletrasportò sulla sua terra natia.

Appena riaprì gli occhi si ritrovò distesa su qualcosa di morbido e tiepido.
Ci mise qualche istante a capire che cosa fosse.
O meglio chi fosse.
-Anubi!- urlò stringendolo a se, -hey apri gli occhi ti prego... hey...- sussurrò poggiandogli una mano sul collo, il battito c'era, c'era...
Era vivo!
-Apri quei cavolo di occhi ti prego...- sbottò sulle sue labbra e sentì una mano sfiorargli i capelli, sgranò gli occhi e lo vide li. Che la guardava.
Era vivo...
erano assieme.
Ed era l'unica cosa che contava.
 

*mesi dopo*

 

-Come stai?- sorrise al telefono mentre parlava, -bene Sadie... tuo fratello non è per niente male, come dicevi tu e poi con lui mi sento quasi nella mia dimora, insomma parla sempre di miti e leggende che mi riguardano o che riguardano la mia famiglia- mormorò con una lieve risata l'ormai ex-dio.
Stava andando a prendere il taxi con Carter che l'avrebbe portato a casa di Sadie finalmente.
Era il compleanno della ragazza e le aveva promesso che lo avrebbero sempre passato assieme.
-Te l'avevo detto che era palloso!- sbottò lei, -palloso?- mormorò incerto lui.
-Anubi Palloso significa molto noioso, non te le ricordi le nostre lezioni di gergo giovanile?- sospirò lei ma sempre con un sorriso sulle labbra.
-Si si.. non proprio... va bene, ora prendo il... il macchinario giallo... il taxi ci vediamo fra poco...- mormorò il moro e chiuse la chiamata.

Non stava nella pelle.
Non lo vedeva da troppo tempo.
Le formicolavano le mani, le dita, la schiena, tutto.
Appena lo vide spuntare dal giardino cominciò a correre e gli saltò praticamente in braccio.
Lo baciò intensamente a discapito dell'espressione contrariata della nonna o di quella disgustata del fratello dietro.
Non esisteva altro al di fuori di loro.
Quando si staccò dalle sue labbra ci mormorò sempre -hai rimpianto questa.. vita? Questa scelta?-.
Era sempre stata dubbiosa su quel cambiamento radicale... rinunciare ad una vita da dio immortale... era molto.
Lui rise e le baciò una guancia rossa, poi si avvicinò al suo orecchio e vi sussurrò
-Per te lo farei sempre-.

 



grazie di tutto.
spero che questo ultimo capitolo vi sia piaciuto nonostante non sia uno dei miei migliori
un bacione

   
 
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