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Autore: Kamala_Jackson    11/06/2017    3 recensioni
Piccola One-Shot scritta secoli fa, che se non pubblico adesso non pubblicherò mai più. Come mio solito, un'introspezione dal punto di vista di Adrien su chi possa essere Ladybug.
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Dal testo:
"Quando si trovava nei panni dell’eroe era tutto più facile. Era simpatico, ed estroverso. Non c’era mai suo padre a bloccare ogni sua azione, ogni sua iniziativa, ogni suo pensiero.
Adrien era libero in quei momenti. Era vero, rischiava ogni volta la vita, ma era libero. Una libertà che aveva il sapore delle strade di Parigi, e di lei. Della sua lady, che sapeva in qualche modo di dolci frutti di bosco."
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Plagg
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer:
I personaggi qui presenti non mi appartengono,
ma sono di proprietà di Thomas Astruc e Nathanaël Bronn.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

 
 

Though My Eyes Could See I Still Was A Blind Man



 
Adrien sospirò piano, chiudendosi la porta alle spalle senza fare rumore.
Plagg scivolò fuori dalla tasca della sua felpa, svolazzando fino alla scrivania, dove il suo amato camembert lo aspettava per rifocillarlo a dovere.
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli color del grano, avvicinandosi alle grandi finestre della sua camera.
Parigi si stendeva sotto i suoi occhi, dormiente, come un mare di case che sciabordava tranquillo nella notte. Se chiudeva gli occhi e si sforzava un po’, il ragazzo poteva sentire il rumore delle onde.
Era stato una sola volta a mare, quando sua madre era ancora viva. Poteva aver avuto sette, otto anni, non di più. Ricordava il sole caldo sulla pelle, il sorriso della donna che l’aveva tenuto in grembo, così dolce e luminoso da scaldargli il cuore.
Non aveva più ritrovato un calore simile, talmente profondo e rassicurante, se non  fino a un paio di mesi prima, quando aveva incontrato lei.
Ladybug era diversa da sua madre, e al contempo simile. Entrambe sapevano essere forti e decise, e gentili al tempo stesso.
Al pensiero dell’eroina vestita di rosso, il ragazzo si sentì pizzicare le guance, e lanciò un’occhiata ai poster appesi al muro opposto.
Non eguagliavano minimamente la sua bellezza, si ritrovò a pensare.
Anche se in realtà non saprò mai quanto sarà ancora più bella senza quella maschera.
Sospirò di nuovo, mentre lo sguardo smeraldino si spostava sulle proprie mani. Osservò le lunghe dita sottili, più pallide del normale alla luce della luna, come se si aspettasse di vedere gli artigli di Chat Noir al posto di normalissime unghie.
Quando si trovava nei panni dell’eroe era tutto più facile. Era simpatico, ed estroverso. Non c’era mai suo padre a bloccare ogni sua azione, ogni sua iniziativa, ogni suo pensiero.
Adrien era libero in quei momenti. Era vero, rischiava ogni volta la vita, ma era libero. Una libertà che aveva il sapore delle strade di Parigi, e di lei. Della sua lady, che sapeva in qualche modo di dolci frutti di bosco.
Corrucciò la fronte. Conosceva quel profumo, non gli era nuovo. Assottigliò lo sguardo, chiedendosi dove lo avesse già sentito.
A scuola!
Misto all’odore di grafite e di fiori di lavanda.
Il cuore di Adrien accelerò il battito, mentre il suo sguardo si posava nuovamente sui poster appesi sopra la scrivania. Attraversò la stanza, ignorando le domande del proprio kwami, e afferrò una delle foto che aveva acanto al computer. Raffigurava tutta la sua classe al parco, Adrien ricordava quel giorno.
Sfiorò con i polpastrelli il viso candido di Marinette, che sorrideva timida e felice guardando l’obbiettivo. Sembrava avere l’intero firmamento nascosto negli occhi.
Come la sua lady… iniziò a confrontare le loro immagini, smanioso. Era vero, in un qualche modo sembravano assomigliarsi, eppure… Adrien scosse la testa, sorridendo e rimettendo a posto la foto. Si buttò sul letto, fissando il soffitto.
Marinette non poteva essere Ladybug, certo che no. E se invece…?
Affondò il volto nel cuscino, nascondendo i poster alla sua vista. Era tardi, e il giorno dopo sarebbe dovuto andare a scuola, aveva bisogno di dormire. Gli occhi versi si posarono di nuovo sulla foto di classe, sbirciando il viso della ragazza.
Adrien chiuse gli occhi, succube di un’improvvisa stanchezza. «Buonanotte, m’lady» mormorò appena, prima di crollare in un sonno profondo e rigenerante.
Plagg scosse la testa, addentando il camembert. «Questi ragazzi d’oggi… così sensibili e pure così ciechi al tempo stesso.» sghignazzò, portandosi il formaggio vicino al musetto e guardandolo con sguardo complice, come se gli avesse appena confessato uno dei suoi più grandi segret
i.

 
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