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Autore: beautiful_voice    11/06/2017    0 recensioni
Se solo ti avessi detto che ti amavo forse ora tu saresti qua, accanto a me. Se solo ti avessi preso per mano quando tu con un solo sguardo me l'avevi fatto capire, se solo ti avessi detto le cose che non ti ho mai detto, forse -forse- saresti ancora qua. Ma ormai è troppo tardi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le cose che non ti ho mai detto

Capitolo 2


Iniziammo le medie, lui scelse la mia stessa scuola e me lo ritrovai anche nella mia stessa classe. Fortunatamente conobbi Selene, lei era fantastica e bellissima. Era alta, mora, snella. Tutti le andavano dietro e come dargli torto?!. I miei anni alle scuole medie diciamo che non furono i migliori, diciamo anche che la pubertà non era stata generosa. Avevo un seno prosperoso portavo gli occhiali da vista ed ero abbastanza sproporzionata visto la mia vita piccola e le mie gambe grasse e per finire ero la più bassa della mia classe. La pubertà, con Simone, invece, era stata molto generosa. Lui era poco più alto di Selene, il pomeriggio andava in palestra con mio fratello e quindi era riuscito a farsi una bella tartaruga ed era ricercato da tutte le ragazzine del paese. 
Ogni volta che vedevo quelle ragazzine sbavargli dietro mi andava di andare da loro a prenderle a calci, erano davvero odiose, sopratutto con me perchè credevano che io potessi rubarle il "loro" Simone. 
Ma non sapevano che il mio problema di bassa autostima era proprio causato da Simone che ogni mattina sapeva come farmi sentire uno schifo.
"Oh bella bionda aspettami" mi girai nella direzione di Simone.
"Non sono bionda, coglione" gli dissi rallentanto così che lui potesse raggiungermi.
"E neanche bella s'è per questo, quattr'occhi" non gli risposi neanche, iniziai a picchiarlo e a prenderlo a morsi. Lui si dimenava, cercando di liberarsi. 
"Sei proprio un coglione" sbuffai quando lui riuscì a liberarsi.
"E tu dovresti girare con un sacco in faccia" stavo per picchiarlo quando ci raggiunge mio fratello, Fabrizio.
"Sephora, lascia stare Simone" 
"E' lui che ha iniziato" dissi quasi urlando
"Ormai hai 14 anni, cerca di crescere un poco" disse mio fratello difendendosi, come sempre, quell'altro.
Fabrizio aveva due anni in più di me, andava in terzo superiore, la sua scuola era proprio di fronte alla mia. 
"Sephora, ha ragione tuo fratello, cerca di crescere" fulminai Simone con lo sguardo, ma lui se ne fregò continuando a camminare e a prendermi in giro insieme a Fabrizio.
Se non ci fosse stata per tutto questo tempo Selene probabilmente mi sarei sentita sola. Lei è l'unica con cui posso parlare male di Simone e non lo difende, è l'unica che prende le mie parti e sono sicura che lo farà sempre. 
Ero sdraiata nel letto quando qualcuno bussò alla porta d'ingresso, a casa non c'era nessuno quindi fui obbligata ad alzarmi e aprire, anche se sapevo già chi avrei trovato.
"Mio padre è tornato.." non lo feci finire neanche di parlare che me ne ritornai nella mia camera lasciandolo entrare.
"Non c'è nessuno?" mi chiese.
"Secondo te?" risposi acidamente
"Hai le tue cose?"
"Se sei venuto a rompere sai benissimo dove si trova la porta" lui mi raggiunse in camera mia.
"Ti stai preparando per il test di domani?" mi chiese, sapevo già dove voleva arrivare
"Non ti passo il compito, sappilo"
"Ti prego Sephora, se non dovessi passare questo test, mi lasceranno il debito e questo significa recuperarlo in estate e quindi niente vacanze"
"Non m'importa, avresti dovuto studiare anzichè uscire con le ragazze" gli dissi.
"Ah ora ho capito" mi disse sorridendo.
"Cosa?" lo incitai
"Sei gelosa" a quella affermazione risi di gusto come non mai, tutto potevano dirmi ma no che ero gelosa delle ragazze che giravano intorno a Simone. Sinceramente non riuscivo a comprendere quelle ragazzine quando sbavavano dietro a qualcuno come lui. Si certo, era un bel ragazzo, come lo era Fabrizio, ma di certo non era Brad Pitt o Leonardo DiCaprio e poi, se lo avessero conosciuto caratterialmente, tutte sarebbero scappate da lui, ne sono certa.
"No, grazie" dissi fra una risata e l'altra
"Beh menomale, perchè in quel caso mi sarei dovuto preoccupare di friendzonarti" mi disse seriamente. Non avrei mai creduto dicesse sul serio, mi dava molto fastidio il fatto che lui potesse pensare che io lo abbia mai visto sotto quel punto di vista. Io non avrei mai potuto guardare Simone con altri occhi se non quelli di una semplice amica/vicina. Perchè eravamo questi io e lui, niente di più, niente di meno.
"Tranquillo" 
"Bene, comunque, mia madre ha decido di lasciare mio padre" mi disse all'improvviso. Mi girai nella sua direzione, cercavo di capire un qualche suo sguardo triste ma vidi solo degli occhi spenti che non mi trasmettevano niente, col tempo andava sempre di più migliorando e perfezionava le sue doti nel nascondere i suoi veri sentimenti. Ma io capivo cosa lui stesse provando, nonostante suo padre fosse quel che fosse, nei momenti "lucidi" era un buon padre. Alle volte li vedevo giocare a palla con gli altri fratelli nel campetto vicino al palazzo, sembravano proprio spensierati e alle volte, quando guardavo quelle scene, mi sembrava quasi impossibile credere che poi , quell'uomo, potesse trasformarsi in una bestia con la moglie e i figli stessi. Simone gli voleva bene, lo amava più della sua stessa vita, e avrebbe desiderato tanto che lui cambiasse. Ma alle volte, le scelte sbagliate dei genitori, portano alla distruzione totale dei propri figli e questo a Simone è costato caro.
"Tu che le hai detto?" chiesi mentre versavo un po' di acqua nel bicchiere
"Le ho detto che avrebbe dovuto fare come desiderava" era proprio questo quello che odiavo di lui, il fatto che non si mostrasse mai umano e che lasciava che gli altri stessero male al posto suo. Era questo quello che provavo in quel momento, tanta tristezza per lui.
"Ma è quello che desideri anche tu?" gli chiesi. Lui mi fissò e sembrò pensarci su, come se quella domanda rappresentasse la sua intera vita. Non vedere più suo padre, era proprio quello che desiderava?. Non rispose semplicemente, si alzò e andò ad accendere un po' di TV. Lo guardai mentre raggiungeva il divano, pensando fra me e me, se mai qualcuna o qualcuno riuscirà a leggergli dentro, magari salvandolo da quei pensieri che lo logorano. 
Ai tempi non avrei mai pensato che sarebbe stato impossibile salvarlo, speravo che almeno io ci riuscissi. Ma così non fu.
Erano veramente rare le volte che io e lui parlavamo di suo padre e di sua madre, e la cosa interessante era che lui ne parlava solo con me. Quindi in qualche modo rendeva il tutto speciale. Selene diceva che magari lui mi vedeva come una sorella e che essendo l'unica che non lo compatisco riesco a capirlo veramente, più degli altri. 
Nei giorni seguenti fu tutto normale tra me e Simone, lui prendeva in giro ed io lo picchiavo. Nel frattempo finalmente era arrivata l'estate e come ogni estate lui partiva con la sua famiglia per andare dai suoi nonni in Sicilia. Lo invidiavo ogni volta perchè anch'io desideravo tanto poter andare in Sicilia e lui questo lo sapeva bene, infatti ogni volta che era lì mi mandava foto del mare e dei vari paesaggi facendomi rimpiangere il fatto che i miei nonni fossero inglesi. 
"Simone quindi quando partirai in vacanza?" chiese mia madre
"Tra due giorni, a proposito, mia madre mi ha detto che se volete, Fabrizio e Sephora possono venire con noi" appena lo sentì dire quella frase corsi in cucina iniziando a pregare mia mamma affinchè potesse dire di si.
"Mamma ti prego, è il mio sogno sin da sempre"
"Sephora ma tua nonna non aspetta altro che vederti"
"Ho capito mamma, ma a Londra, in estate è la cosa peggiore. E poi la rivedrò per il suo compleanno a Ottobre" dissi sperando di convincerla
"Almeno faccia venire Fabrizio" disse Simone, gli diedi una gomitata nello stomaco
"Volevo dire Sephora, almeno faccia venire Sephora" disse tossendo.
"Va bene, ma solo se anche Fabrizio vorrà andare" saltai dalla gioia, finalmente avrei potuto vedere il mare della Sicilia da vicino e poterci fare il bagno. Tornai in camera iniziando a vedere quali costumi potessero starmi meglio, ma proprio nel momento in cui ne stavo provando uno a due pezzi entrò Simone. Non mi curai di coprirmi perchè mi avrebbe visto così per le prossime settimane e in più, per tutto il tempo passato inisieme non so quanti bagni nudi mia madre ci costringeva a fare.
"Ti conviene non metterti in costume con quelle cosce enormi" mi disse mentre era appoggiato alla porta. Continuavo a fissare la mia figura allo specchio non curandomi di quello che lui avesse detto, ero abbastanza abituata ad ogni tipo d'insulto uscito dalla sua bocca, quindi non mi toccava più di tanto.
"Ti conviene essere più umano se vorrai trovarti qualche ragazza in Sicilia" gli dissi
"A me importa solo dell'aspetto fisico, quindi non m'importa essere come quelli  che ti dicono -Sei bellissima anche con qualche chilo in più-, sei brutta? non ti guardo neanche." gli tirai un cuscino in viso.
"Spero davvero che t'innamorerai di qualcuno che non ricambierà mai i tuoi sentimenti" gli dissi
"Non importa, il mare è pieno di pesci" mi disse fissandomi e facendomi l'occhiolino. 
Due giorni dopo eravamo in Sicilia, alla casa a mare dai suoi nonni. La casa era enorme con tante comere da letto, la migliore era di certo quella che la nonna di Simone aveva dato a me, la cui finistra mostrava un mare dai colori meravigliosi. Amavo ogni cosa di quel posto e per la prima volta ringraziavo il cielo che Simone fosse entrato nelle nostre vite. 
"Sephora scendi a mare con noi?" mi chiese Fabrizio, stavo fissando il mare mentre scrivevo nel mio diario tutto quello che stavo provando in quei minuti. Mi misi il costume e scegli al mare con Simone e Fabrizio. Erano già passati un paio di giorni da quando eravamo arrivati, la mia pelle era abbronzata, i miei capelli si erano schiariti col sole e l'odore del mare ormai faceva parte della mia quoditianità. Non sarei mai più voluta andare via da quel posto. 
Nel tempo in cui eravamo in Sicilia, conobbi una ragazza, si chiamava Lidia. Legammo subito, era un po' pazza ed era come se Simone e Fabrizio avessero intorno due Sephore abbastanze scatente. Il mare per me e Lidia era come stare in paradiso, così tanti bellissimi angeli scesi in terra dal corpo scolpito. Eravamo riuscite a farci invitare ad una festa in spiaggia organizzata dai ragazzi della zona, Simone era stato invitato perchè si stava sentendo con una ragazza di là mentre mio fratello quella sera aveva preferito restare a casa perchè non si era sentito abbastanza bene. 
"Secondo te dovrei mettere una gonna di jeans o i pantaloncini?" chiesi a Lidia che mi fissava da un paio d'ore aspettando che mi decidessi.
"La gonna di jeans" disse
"Sicuro?" 
"Si!" urlò stanca.
"Tanto non ti cagheranno lo stesso" urlò dall'altra stanza Simone
"Pensa per te" risposi
"Lo faccio già, stasera mi scateno con Irene" mi disse, Irene, era il nome della ragazza con cui lui si stava sentendo, una bella ragazza, ma abbastanza facilotta, neanche due giorni che si conosceva con lui e aveva deciso di dargliela. Ma fortunatamente riusì a interromperli in tempo e per il resto delle volte ho cercato sempre di evitare che loro restassero da soli. Non volevo che Simone si potesse rovinare con una del genere e se l'avesse fatta rimanere incinta? Non potevo permetterlo che un altro Simone potesse vivere in questo mondo, già ne bastava uno.
Alla festa cercai di tenerlo sott'occhio, alle volte mi lasciavo trasportare dalla musica e dai ragazzi lì intorno ma qualche volta speravo che Irene e Simone non scomparissero all'improvviso. 
"Ehi ciao" mi girai nella direzione del ragazzo, era alto, biondo, molto carino.
"Mi chiamo Emanule" 
"Sephora" risposi sorridente
"Che bel nome" mi disse, gli sorrisi.
"Ti piace la festa?" mi chiese porgendomi un bicchiere di birra
"Si molto" risposi
"Quanti anni hai? io 17" mi disse , se gli avessi detto che avevo solo 14 anni mi sarei sentita abbastanza in imbarazzo e sono sicura che sarebbe scappato di lì a poco. Così mentii, come faceva Simone o Lidia
"Io ne ho 16" dissi cercando di essere il più convincente possibile
"Capisco, sei in vacanza?" mi chiese
"Si, con mio fratello e la famiglia del mio vicino di casa" dissi buttando un occhiata di tanto in tanto a Simone che nel frattempo si era accorto della mia nuova compagnia e sembrava quasi sbalordito.
"Capisco, ti va di allontanarci per parlare meglio? la musica è troppo alta" annui con la testa, non credevo stessi facendo qualcosa di male, avvertii Lidia che nel frattempo era riuscita ad agganciare un ragazzo e seguì Emanuele, mi girai un ultima volta e Simone non era più là, probabilmente, era riuscito ad allontanarsi con Irene. Ma ormai non m'importava più, finalmente un ragazzo che non era il mio vicino di casa mi aveva rivolto la parola e si era interessato a me. Eravamo seduti su uno scoglio mentre guardavamo le stelle, mi chiese della scuola, se andavo bene, se mi piaceva la Sicilia e se avevo qualche ragazzo a casa che mi aspettava. All'ultima domanda risi, probabilmente non mi aveva visto bene.
"Perchè ridi?" mi chiese
"Perchè è impossibile che piaccia a qualche ragazzo" dissi, lui mi guardò con una faccia interrogativa.
"Perchè? sei una bella ragazza" a quell'affermazione arrossì e non mi capitava spesso, come non capitava che qualche ragazzo mi mostrasse attenzioni o che addirittura mi dicesse che fossi bella.
"Bhe grazie" abbassai lo sguardo imbarazzata, lui mi accarezzò il viso, fece si che lo guardassi negli occhi e mi baciò. Quello era il mio primo bacio, era come mi se mi ritrovassi in un film. Chiusi gli occhi e semplicemente mi lasciai trasportare. Emanuele si stacca bruscamente.
"Che cazzo fai!" urla verso qualcuno, era Simone. Non potevo crederci, Simone, il mio vicino, aveva pisciato di sopra ad Emanuele. 
Era riuscito a rovinare il momento più bello della mia vita è proprio quel giorno che capii che Simone era nato per distruggermi la vita.
   
 
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