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Autore: silver_enthusiast    11/06/2017    0 recensioni
Andrew, il protagonista, si mette a nudo raccontando le avventure che deve affrontare pur di vedere il suo sogno realizzato. Ambientato nella Manhattan del 1950, sognare il futuro sembra qualcosa per pochi e il protagonista simbolo della determinazione e forza d'animo è deciso a non mollare. Tra personaggi improbabili, feste, riviste patinate e amori, tra falsi amici, addii e ritorni, vivere nel futuro sarà la più grande prova o gli aspetta altro?
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Mr.Wood!” disse a denti stretti la segretaria sbirciando dall'ufficio, “Mr.Andrew Wood, tocca a lei, venga.”. Mi affrettai a raccogliere i fogli che avevo sparso per un ultimo controllo e diedi un'aggiustata al papillon rosso portafortuna - a pensarci bene dopo 10 colloqui non credo funzionasse molto – entrai nell'ufficio e ad accogliermi trovai il redattore capo della rivista, una donna sui 50', elegante e sofisticata salutò senza rivolgermi lo sguardo e mi fece segno di sedermi su una poltrona enorme in cui sprofondai non accorgendomi di quanto fosse bassa. “Dunque, questo è il suo portfolio- teneva le sopracciglia leggermente inarcate guardandomi di sottecchi -copertina sciatta e logora, audace da parte sua.” osservò con un tono che non seppi interpretare, stavo per rispondere ma continuò “c'è bisogno di idee nuove, e di persone che vogliano rischiare- stava sfogliando i bozzetti all'interno, si sistemò i capelli dietro l'orecchio – trovo il suo lavoro interessante- si fermò un attimo alzando lo sguardo verso di me, o meglio verso il mio papillon- pensa di esserne all'altezza, conosce questo ambito? E' molto competitivo.”

“Sono un pubblicitario, non so assolutamente nulla di moda, ma posso imparare. Il mio lavoro è rendere qualcosa indispensabile per le persone che non ne hanno bisogno. Ho portato solo alcuni esempi, commissioni precedenti ma sto sviluppando nuove tecniche- non prendevo fiato, e le orecchie iniziarono a diventare rosse- che vorrei proporle ...” lei mi fermò e disse con voce più rilassata “Mr.Wood, le do' un mese di prova; mi stupisca.” non avevo ben capito, stavo per riprendere il discorso ma la notizia mi fulminò, il viso iniziò a riempirsi di macchie rosse; l'imbarazzo per la reazione e l'eccitazione per la notizia mi sommersero, le strinsi la mano e mi precipitai fuori dall'ufficio. Sistemai il papillon e sorrisi come mai prima di allora.

Era l'estate del 1950 e in quel periodo della mia vita vivevo in un appartamento sulla 42esima strada di Manhattan, lo condividevo con 5 persone e qualche scarafaggio. Non era molto grande come posto, pochi mobili malconci, la porta di ingresso sbarrata con un'asse di legno, nella cucina il rubinetto perdeva acqua come il soffitto. La mia camera era luminosa, dava direttamente sulle scale anti-incendio infatti era li che passavo la maggior parte del tempo ascoltando la radio del vicino. I coinquilini mi evitavano, non so bene perché, se pur io cercassi di chiacchierare. Era tutto quello che potevo permettermi in quel periodo. La proprietaria della casa, Mrs.Ashton, era una simpatica casalinga, portava sempre un grembiule a fiori e una sigaretta dietro l'orecchio con i capelli arruffati in una acconciatura raccolta, la sua frase preferita era “Mi dovete due mensilità”; si rivolgeva sempre a me, forse perché le sembravo il più ragionevole o il più ingenuo.

Ancora con il sorriso stampato in viso mi aggirai per la 5th avenue, e come un bambino mi lasciai incantare dalle lussuose vetrine che illuminavano la strada; le signore nei loro abiti di raso e le loro buste sottobraccio, quelle figure che non avevano mai stillato una goccia di sudore mi affascinavano ; del tutto eteree e superficiali come la vita, nessuno come loro rispecchiava quel periodo, fatto di apparenze e sorrisi imbalsamati. Fui catturato da una 24h di Bulgari, oltre il vetro a dividerci vi erano 3 zeri; sistemai gli occhiali tondi e mi avvicinai con il naso alla vetrina per osservarla meglio.

Sentì picchiettare sulla spalla, con sorpresa alzai il naso e vidi riflessa al vetro Rose, un'amica del college ; “Andrew! Che bello vederti! Certo 5th avenue era l'ultimo posto in cui pensavo di incontrarti!”- disse tenendomi stretto - “Caspita Andy, sono 2 anni!”. Mi portò in un locale poco distante e lì le offrì da bere; Rose era una ragazza come poche, portava buon umore ovunque andasse, al college eravamo grandi amici e nei 2 anni successivi restammo in contatto. “Come mai qui, Rose? Dicevi di essere tornata a Boston dai tuoi...” le domandai curioso “Infatti è così! Ho iniziato a lavorare per una rivista, scrivo una piccola rubrica di viaggi, turismo ...cose così. Ricordi, ti avevo parlato del viaggio a Città del Capo? Beh lì ho conosciuto Edmond, eravamo ospiti nello stesso albergo. Lui è un antiquario di New York abbastanza famoso, che coincidenza!” le brillavano gli occhi parlando di Edmond “Oh, ...bhe, si davvero una coincidenza!- dissi con un filo di invidia – fortunata.” credo che lei lo notò e abbozzò un sorriso, mi pizzicò una guancia che diventò rossa subito “Dimmi un po'... nuovi progetti?- mi fece cenno di accenderle la sigaretta -Andy, caro, dovresti fare qualcosa per quelle macchie.” imbarazzato mi sfiorai il viso e cercai di rispondere “ Si forse, ma non ho nessun bell'Edmond da sedurre! ... sono stato assunto da Vogue come nuovo grafico.” le dissi scherzando e lei rise. Fui invitato a cena per la domenica, non ne ero molto convinto ma lei insistette e mi arresi.

La mattina, prima del colloquio, avevo raccomandato a Mike- il più giovane dei 5 inquilini -di pagare l'affitto:

“Mike, ehm … i soldi per Mrs.Ashton sono sul tavolo. Verrà nel pomeriggio, consegnali solo a lei. Okay?” cercai di capire se mi stesse ascoltando dato che stava armeggiando con lo scarico del lavandino “Seh, okay- masticava rumorosamente un chewing gum- quattrocchi rilassati.”. Arrivato difronte l'ingresso di casa, vi trovai la proprietaria sull'orlo di una crisi isterica e Mike affacciato dalla finestra con assoluta indifferenza. Le domandai come mai quel malumore dato il pagamento, lei mi investì con un mare di urla, capì a stento che era stato Mr.Ashton, noto per il vizio del poker, ad incassare la cifra. Stufo di essere messo in mezzo le spiegai la situazione e che io non avrei versato un altro penny, anche perché non lo avevo. Ci diede l'ultimatum di un mese per recuperare i soldi, dovetti ingegnarmi.

 

   
 
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