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Autore: Musubi    12/06/2017    0 recensioni
ATTENZIONE: Le seguenti ministorie sono state pubblicate da me su Wattpad quando stavo partecipando a un concorso (su Fairy Tail), sono quindi praticamente le stesse, con l'aggiunta di un'ulteriore ministoria...
Le pubblicherò tutte oggi perché non so quando avrò tempo e risulterà completa.
In cosa consisteva il concorso? Le tre giudici davano un tema, un genere, una coppia di personaggi e i partecipanti scrivevano... e quindi diamo il via alle danze!
Cap I (Mirajane&Laxus) Paranormale - LA NUIT
Cap II (Sting&Yukino) Drammatico - GOMEN
Cap III (Loki&Aries) Storico - LA DAMA E IL CAVALIERE
Cap IV (Erza&Gerard) Comico - COSE DA PAZZI
Cap V (Mavis&Zeref) Horror - IMMORTALE
Eh già... sono finite ^.^ Sono solo 5 capitoli, anche perché ho iniziato tardi e per un paio di prove non sono riuscita a scrivere per cause di forze maggiori (leggisi: scuola, studio, 18esimi, eccetera) e quindi non sono riuscita a scrivere su Natsu&Lucy, Gray&Lluvia, Elfman&Evergreen...
Ora vi lascio, ciao!
Ayaka
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Coppia: Mirajane & Laxus

Genere: Paranormale

Trama: Laxus non ha altra scelta se non quella di proseguire lungo la sua strada, testa alta e munito di pelliccia perché come essere umano potrebbe morire di ipotermia. Mirajane, dall'altro lato, non ha questo problema... lei non soffre il freddo, contorce la realtà, è forte, autoritaria e sulla bocca di tutti, in particolar modo di chi ha più paura di lei.


Di notte la Prospettiva Nevskij era da ammirare, perché era durante quelle notti buie che le luci artificiali la illuminavano interamente.
Era infatti durante quelle notti buie che invece, lateralmente alla Prospettiva Nevskij, nei piccoli vicoli che non lasciavano via di scampo a meno che non si possedesse l'agilità di un gatto, si radunavano Loro.
La strada illuminata che percorreva il centro storico della fredda e meravigliosa San Pietroburgo, una strada che veniva osservata dall'alto innumerevoli volte... ma nessuno pensava di addentrarsi in quei vicoli neri, densi di malvagità e sadismo.
Pieni di denti e sangue, risate e cenere, polvere e morte.
Che poi era curioso da pensare: esseri immortali, gli unici che non subivano sul loro corpo lo scorrere del tempo... toglievano la vita altrui per cibarsene.
Che sapore aveva la vita?
Se lo chiedeva spesso, Laxus, appostato sulla terrazza di casa sua, che si affacciava proprio sulla famosa Prospettiva Nevskij, gli occhi chiari fissi sul portone della casa di fronte.
Laxus non aveva altra scelta se non rimanere lì, con la pelliccia che gli dava conforto dal freddo e un paio di cuffie abbandonate attorno al collo, il tempo per la musica era finito. Si chiedeva spesso come facessero a vivere come se niente fosse, come facessero a continuare quell'assurdo stile di vita iniziato dai loro avi quando ancora c'era una possibilità di guarigione. Se lo chiedeva, Laxus, ogni giorno e non trovava una risposta.
< Non hai freddo? > in quel momento però Laxus non poté che assottigliare gli occhi, stringere i denti e far sbiancare le nocche chiedendosi per la miliardesima volta, come se non avesse già tantissimi altri pensieri, perché proprio lei.
C'erano tante altre ragazze, tante donne normali. Tante occasioni per soddisfare i propri istinti, tanti luoghi, c'erano sempre stati e allora perché?
Si lasciò andare in un sospiro frustrato, certo di essere osservato da un paio di occhi brillanti di vita, qualcosa di veramente disumano < Pensa agli affari tuoi > ringhiò a bassa voce, anche questa volta certo di una cosa: l'aveva sentito forte e chiaro.
Nella sua testa risuonò una risata mal trattenuta, poi silenzio.
A cosa pensava?
< Cosa hai fatto durante queste ultime due notti? Non ti si è visto molto in giro > riprese a parlare lei, intanto che cercava di frugargli nella mente ma era tutto inutile.
Erano valsi a qualcosa tutti quegli allenamenti per schermare la mente, per evitare che Loro carpissero informazioni e strategie. Laxus in questo era davvero molto bravo.
< Rettifico: pensa agli affari tuoi, dannata >
L'ennesima risatina sommessa ma questa volta si bloccò di colpo, Laxus scattò con gli occhi a guardarsi attorno, non c'era nessuno.
Non c'era niente.
Eppure...
< Dreyer > ...un ringhio animale e una sagoma sulla strada lo fece sobbalzare. Perché sapeva perfettamente chi fosse, sapeva cosa voleva e sapeva che era ancora presto per ucciderlo.
O forse non voleva perché lei lo avrebbe odiato per sempre?
< Mezz'ora, Dragneel, mezz'ora è c'è la Tregua dei Dodici Mesi. Non puoi andare a leccarti le ferite dell'altro giorno? >
Quello che sembrava un ragazzo (idiota, pensò il biondo cacciatore), un ragazzo dai tratti troppo spigolosi e animaleschi per poter sembrare una persona normale, digrignò i denti. Forse cercando di trattenersi dal saltare sulla terrazza di quel palazzo e fare piazza pulita di quell'Hunter < Mi hai sconfitto solo perché avevo fame! > Laxus sentì lo stomaco girare come una specie di girandola macchiata da sangue < Questa volta invece vincerò io >
Il Dragone scattò in avanti e tentò di affondare i denti acuminati nella sua pelle eppure non vi riuscì, perché Laxus riuscì a schivarlo un millisecondo prima che lo facesse male, ruotando e mollandogli una gomitata sulla guancia: il risultato fu uno scocciato Natsu che cadeva sul tetto del palazzo di fronte, atterrando di testa senza restare ferito in alcun modo.
Lui avrebbe voluto fermarsi, in quel momento non aveva voglia di prestargli attenzione.
< Natsu, fermati > quando i due sentirono quella voce così vellutata e suadente si immobilizzarono, i piedi ben piantati a terra < Ha ragione, tra poco c'è la Tregua. Non vuoi infrangere la legge, vero? >
Lei era Mirajane, il cui nome veniva pronunciato o da labbra tremanti di paura o di desiderio. Perché il demone più forte del clan che si riuniva in quella zona era sicuramente lei, una ragazza dal passato intriso di sangue e violenza, dove tutti la demigravano e la facevano sentire una spazzatura.
Un mostro.
Anche se, in fin dei conti, perché prendersela?, era così e basta.
Mirajane l'aveva capito e si era messa il cuore in pace, un cuore però che sussultava ancora per qualcuno. Indipendentemente dai suoi doveri, dalle regole, dalla normalità...
< Ma Mira! Voglio battermi per prendermi la rivincita! E poi- >
Mirajane non fece relativamente niente, si limitò a lasciargli uno sguardo significativo e Natsu si ritrovò a tremare, percosso da violenti brividi freddi.
Un idiota come lui poteva avere paura? .
< Torna a casa e metti un unguento su quelle bruciature > fece l'albina rimanendo sulla strada, dando le spalle al compagno e con gli occhi celestiali fissi sulla figura del cacciatore < Vero che è il tuo elemento naturale ma quelle causate dall'argento non sono da sottovalutare >
Seppur con riluttanza Natsu scomparve dalla circolazione in un istante, non prima di aver guardato Laxus con un'espressione che tutto era tranne che gentile.
Il biondo sbuffò mettendo una mano tra i suoi capelli, visibilmente scocciato.
< Non mi hai risposto > disse lei, sicura che non ci fosse nessuno lì intorno.
Laxus strinse i pugni violentemente, quasi fino a farli sanguinare e la guardò negli occhi, negando la più assoluta possibilità di sprofondare in quei laghi celesti < E tu non hai perso il vizio di infilarti nella mia testa senza permesso > affermò.
Mirajane sorrise, un sorriso che normalmente non mostrava a nessuno. Un sorriso che da dove veniva lei era quasi proibito.
Dolcezza.
Gentilezza.
Amore.
Niente di tutto ciò.
Perché si sa, i demoni conoscono bene il proprio corpo, ancora meglio degli esseri umani, per questo capiscono molte cose molto tempo prima di loro.
Come ad esempio distinguere la rabbia cieca dalla semplice e ossessionata attrazione fisica.
Neh, Laxus?, pensò tra sé la "giovane" demonessa.
Era sempre stato scorbutico e serio, il suo cacciatore preferito, ma anche troppo orgoglioso per ammettere di provare sentimenti.
< Ti ricordi di quando sei rimasto ferito? > gli chiese, mentre il vento freddo sfiorava la pelle candida delle braccia e delle spalle scoperte. Come al solito indossava un lungo vestito nero (che ne faceva risaltare la pelle e i capelli bianchi come la neve) che però si allacciava dietro il collo e, Laxus non poteva vederla da quella prospettiva, le lasciava scoperta anche parte della schiena < Ti ho accudito e aspettato che tuo nonno venisse a prenderti... a proposito, come sta? L'ultima volta che l'ho visto si reggeva in piedi a stento >
< Dopotutto è un essere umano. E' naturale che invecchi, no? >
Mirajane gli sorrise ancora < Mi dispiace... >
Il biondo sentì il sangue ribollire nelle vene, i muscoli tesi.
Perché doveva essere un demone? Perché dovevano esistere mostri del genere? Perché?!
 < ...ma i miei sentimenti non sono cambiati, Laxus >
Batoste come quelle capitavano ogni giorno, un cacciatore era preparato a ogni evenienza. Doveva attaccare ancor prima che lo facessero Loro, doveva difendersi dai loro artigli, dai loro colpi, dai loro denti per evitare di morire... ma Laxus si chiedeva cosa si dovesse fare, cosa si dovesse dire, cosa si dovesse pensare nel caso in cui un demone affermasse di amarlo.
Perché era così che andò quella notte di non troppo tempo prima, quando Mirajane aveva corso il rischio di entrare nel covo nemico per accertarsi che le ferite causategli da suo fratello non fossero troppo gravi. Quella notte Laxus aveva avuto paura sul serio.
Non una paura normale, ma una paura strana. Il cuore batteva, il sangue fluiva veloce, il respiro era pesante, lo stomaco sottosopra ed era sicuro non fosse a causa delle ferite.
Non seppe dove avesse preso la forza e il coraggio di aprire la bocca, di parlare, di dire quelle parole proprio a lei perché era Mirajane, la paura, la morte, il sangue, il demonio... lei era tutto questo ma anche molto di più.
< Neanche i miei >
... sì, era decisamente molto di più che una semplice Regina dei demoni.

 


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