Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.20
In fuga
Quasimodo
afferrò una delle guardie per il collo,
gridando, spezzandogli l’osso, sollevò il corpo
sopra di sé e lo lanciò contro
altre due guardie, facendole cadere a terra. Afferrò delle
lance che gli
venivano putante contro e le spezzò, con un’altra
gli trafissero la gamba.
Il
Capitano delle guardie cercò di raggiungerlo con un
colpo di spada, ma Quasimodo gli tirò un pugno, spezzandogli
la mandibola e
facendolo cadere in ginocchio.
Amaterasu
gattonò fino a Esmeraldo, le urla
risuonavano tutt’intorno.
Esmeraldo
singhiozzava, stringendo a sé il corpo,
cullandolo contro il proprio.
“Non
doveva finire così, non doveva” gemette.
Amaterasu
chiuse gli occhi di Frollo e lo fece
scivolare via dalle braccia di Esmeraldo, facendolo adagiare per terra.
Esmeraldo
era scosso da tremiti.
Amaterasu
lo afferrò per il braccio, si alzò in piedi
facendolo alzare a sua volta e lo strattonò fuori dalla
casa.
Esmeraldo
la seguì, ondeggiando. Si fermò sul ponte e
si volto, ansimando e tremando.
“Dobbiamo
scappare!” sbraitò la giovane, tirandolo a
sé un paio di volte.
“Quasimodo
è ancora lì dentro. Dobbiamo aiutarla!”
gridò Esmeraldo.
“Se
torniamo indietro per aiutarla, uccideranno anche
noi”
Sì
udì un urlo di dolore che rimbombò
tutt’intorno.
“No!”
gridò Esmeraldo. Corse nella direzione della
casa, una freccia proveniente da una balestra di una delle guardie
all’interno
lo raggiunse alla spalla.
Esmeraldo
gemette di dolore e crollò a terra,
Amaterasu lo issò poggiandoselo contro e lo
trascinò con sé.
“Andiamo
via!” ordinò. Si riuscì a caricare
Esmeraldo
a fatica sulla spalla e si mise a correre, sentiva il sudore
scivolargli lungo
la schiena, vedeva appannato.