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Autore: _Heide    13/06/2017    3 recensioni
[Alessandro/Efestione]
La terra sotto le sue ginocchia è dura e i cocci della coppa frantumata gli si piantano nella pelle, il bruciore non è niente in confronto allo strazio che ciò che ha davanti gli provoca, come mille lame dal taglio frastagliato che gli si conficcano nel petto, misto alla consapevolezza che niente potrebbe lenire quel secondo dolore. Non più.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità, Antichità greco/romana
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Òikos

 

La terra sotto le sue ginocchia è dura e i cocci della coppa frantumata gli si piantano nella pelle, il bruciore non è niente in confronto allo strazio che ciò che ha davanti gli provoca, come mille lame dal taglio frastagliato che gli si conficcano nel petto, misto alla consapevolezza che niente potrebbe lenire quel secondo dolore. Non più.
La paura lo invade, gli scorre nelle vene e raggiunge la sua anima ed Alessandro non si sente altro che una preda immobilizzata dalla paura di fronte al predatore che lo afferra con i suoi artigli affilati, affondandoglieli nel cuore.
Il dolore è immenso, ma la paura rimane comunque la cosa peggiore. Quella paura egoista che non gli permette di respirare, di formulare alcun pensiero che non riguardi la sua sopravvivenza su quella terra malvagia ed oscura che voleva conquistare per averne controllo, quella paura che lo spinge a chiedersi – con orrore – come farà a trovare la forza di respirare ogni secondo della sua vita quando l’unica ragione di questa se ne è andata?
Alessandro non trattiene le lacrime e la sua voce che chiama il nome di Efestione è straziante alle orecchie dei presenti. Si getta sul suo corpo inerme ed ormai privo di vita, gli afferra le mani che fino a poco prima erano state forti e decise, ne sente il lieve calore che ancora deve abbandonare il corpo bronzeo. Poggia il capo sul suo petto, come faceva dopo ogni volta che si amavano in segreto, cercando il ritmico battito del suo cuore che per lui non è altro che casa. Alessandro che viaggia e combatte per conquistare un mondo chiamato dagli altri “casa”, quando lui, la sua casa, l’ha sempre avuta accanto.
Sa che molti dei suoi uomini lo incolpano di allontanarli dalle loro famiglie, dalla loro terra, e lo chiamano “egoista” perché lui, finché avrà Efestione vicino, non sentirà mai la mancanza della sua famiglia o della sua Macedonia.
Ma adesso Efestione è steso su quel letto, in una delle numerose stanze del palazzo di Ecbatana, ed il suo petto non si solleva più secondo il ritmo lento e delicato del suo respiro, il suo cuore non batte, i suoi occhi scuri non sono vigili o inondati di affetto e pronti a calmarlo, le sue labbra non gli sorridono e la sua voce non lo chiama «Achille» con quella dolcezza e pacatezza tipiche di lui. E mai più Efestione farà queste cose perché ormai se ne è andato e con lui anche la casa di Alessandro, la sua famiglia, la sua stessa forza. Tutto quanto se ne è andato e non è rimasto più niente se non l’oscurità.


 


Okay. E' la prima cosa che scrivo in questa sezione e avevo una paura assurda di sbagliare qualcosa di storico (e che figura che ci faccio se ho scritto qualche cagata), ma avevo una voglia assurda di scrivere su questi due, dunque eccomi qui!
Non penso tornerò qui presto, anzi ne dubito perché, boh, non voglio rovinare la Storia lol. 
Non so il greco e non ho mai studiato il greco anche se mi piacerebbe (perché sono masochista), ma so che òikos vuol dire "casa" o "famiglia" e mi è sembrato adatto come titolo per questa flash... Esperti classicisti, che mi dite? Ci sta? Aspetto pareri con ansia

Mi ritiro e spero che vi sia piaciuta! Grazie per essere arrivati fin qui. 

Baci ♥

Ginevra

   
 
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