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Autore: Bridgette    14/06/2017    0 recensioni
La sua camminata era spensierata, ma allo stesso tempo molto sensuale...Era una divinità in movimento.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Michael Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono le 3.00 di notte. 
Le strade son deserte, buie... Tranne per qualche insegna accesa di qualche locale aperto 24h, e anche per quei pochi lampioni accesi. 
Ho sempre amato camminare di notte, non c'è anima viva nei dintorni, l'atmosfera è cupa, malinconica. E perché no, anche romantica. 
Adatta per passeggiare in tranquillità con la persona amata. 
E spero che un giorno, possa farlo anch'io. 
Non ho mai incontrato quella persona che dovrebbe farmi venir i brividi, il batticuore, o avere la mente occupata solamente da essa. 
Però so che succederà, prima o poi. 
Ma ritornando al discorso di prima, c'è una cosa che ho sempre desiderato fare in questi miei 33 anni di vita.
''Dove la porto, signor Jackson?''
La voce del mio autista mi fece ritornare nella realtà. 
Aspettavo questa domanda, da quando son salito in macchina, solo per poter togliermi questa voglia, questo desiderio. 
Mi schiarii per bene la voce, prima di rispondergli. 
Ho appena finito un concerto, e credo che la voce si stia per fare più sottile. 
''Portami in South L.A., per favore.'' risposi, in modo calmo e gentile. 
Rimase spiazzato da quella risposta, gli si leggeva chiaramente in faccia. 
È ovvio che non se l'aspettava. 
''È sicuro, signor Jackson?! Insomma, South L.A. è una delle zone più malfamate di Los Angeles.''
Ebbene si, ho sempre desiderato visitare queste zone. 
Magari per vedere come sono le condizioni della gente che va in quei posti, se in qualche modo hanno bisogno d'aiuto. 
Credo che ogni persona, qui sulla Terra, abbia una missione da compiere. 
E la mia è quella di aiutare il prossimo. 
Mi sento così felice, quando so di aver fatto qualcosa per l'umanità.
''Certo che ne sono sicuro, Ray. E ti prego, dammi del tu.'' continuai a dire, sempre mantenendo quel tono gentile. 
Annuì, sorridendo timidamente, e iniziò a partire. 
Per tutto il tragitto, guardai attraverso il finestrino ogni palo, ogni albero, ogni cartello stradale, ogni piccolo particolare che possa far suscitare dentro me un qualcosa. 
È così che mi viene l'ispirazione per le mie canzoni. 
Sono i piccoli particolari che fanno la differenza. 
Basta avventurarsi nella natura. 
Magari sarà proprio quel posto a darmi ispirazione. 
Ero talmente assolto nei miei pensieri, che non mi accorsi nemmeno che Ray si fermò. 
''Eccoci arrivato, signor Jackson.''
Così, abbassai di poco il finestrino e mi guardai attorno. 
L'odore non era certo dei migliori, c'erano bidoni e cassonetti ovunque. 
Da una parte, c'erano un gruppo di ragazzi afroamericani che parlavano tra di loro. 
Il loro abbigliamento ricordano tanto dei gangster. 
Dall'altra, c'erano alcuni bidoni che andavano a fuoco e dei barboni che si riscaldavano. 
Solo dopo un po', mi accorsi che dall'altra parte della strada, c'era un locale ancora aperto e davanti delle ragazze mezze svestite. 
Non si vedeva granché, ma erano illuminate dal bagliore dei lampioni lì vicino, e della luminosa insegna del locale. 
Non riuscii a smettere di guardare una di quelle donne, mi affascinava. 
Lunghi capelli ricci e neri, pelle come porcellana, labbra carnose e un nasino all'insù. 
Il suo abbigliamento, evidenziava al meglio le sue curve: top corto, una gonna di pelle nere e degli stivali, anch'esse neri, lunghi fino al ginocchio. 
Non era né troppo magra, ma nemmeno troppo grassa. 
Era giusta. 
Si accorse che la stavo fissando, così mi fece un sorrisino e cominciò a camminare verso la mia auto. 
La sua camminata era spensierata, ma allo stesso tempo molto sensuale...
Era una divinità in movimento. 
''Hei, splendore.'' disse lei, con un tono seducente. 
Si abbassò di poco, appoggiando le mani sul finestrino, così che possa vedermi, ed io possa vedere lei. 
La guardai sorridendo, intenerito da lei. 
''Come ti chiami?'' le chiesi, non smettendo di sorridere.
''Malika.''
''Malika...'' le presi la mano con delicatezza, e la accarezzai piano. 
''Ti piacerebbe passare un intera notte con me?'' le domandai, gentilmente. 
'' Sono qui per questo, amore.''  mi rispose, sghignazzando, per poi entrare in auto. 
In realtà, non voglio fare ciò che pensa lei. 
Voglio solo parlarle, capire il motivo per cui ha scelto di vivere in questo modo, e cercare di aiutarla il meglio possibile. 
Lungo il tragitto, non finimmo di parlare. 
Lei, con le sue parole, tentava di sedurmi. 
Ed io, con calma e gentilezza, restai al suo gioco. 
Finché dopo un'ora, non arrivammo davanti ai cancelli di Neverland. 
''Oh mio dio.''  esclamò lei, restando a bocca aperta, vedendo il cancello aprirsi e l'enorme giardino che si trovò davanti. 
''Ma tu chi sei, in realtà?''  mi chiese, con stupore. 
Scoppiai a ridere, da quella sua domanda. 
Mi divertiva il fatto che non sapeva chi fossi. 
''Mai sentito parlare di Michael Jackson?''  le risposi, sghignazzando. 
''Come no, sento il suo nome tutte le volte, in radio.''  rispose, per poi realizzare. 
''Quindi tu sei...'' 
''In carne ed ossa.''  non la feci nemmeno finire di parlare, che subito risposi. 
Restò in silenzio, e decise di guardarsi attorno, mentre Ray parcheggió da una parte l'auto. 
Dopo un po', scendemmo e prendendola per mano, facemmo un giro. 
Volevo farla divertire, e farla capire che lei può meritare di meglio. 
Che una ragazza così dolce e forte come lei, non si merita una vita così.
Non la smettevo di guardare, mi piaceva l'espressione che faceva ogni volta che guardava una giostra, o dei carrelli pieno di caramelle che incontravamo lungo il tragitto. 
All'improvviso, si fermò e si andò a sedere sul prato, vicino un piccolo stagno con delle cascatine. 
Mi sedetti al suo fianco, e mi accorsi che il sole stava per tramontare. 
''Bello, eh? Rende il tutto così romantico.''  disse, in modo seducente, avvicinandosi più a me e accarezzandomi delicatamente il braccio. 
Fissai la sua mano piccola e scacciai un piccolo sorriso. 
Posai la mia mano sulla sua e la strinsi delicatamente a me, dandole un piccolo bacio sul palmo. 
''Non voglio fare sesso con te, non sono di quel tipo. Voglio solo avere la tua compagnia e parlare.''  le spiegai, con fare dolce. 
''Ma stai tranquilla, ti pagherò lo stesso.''  continuai a dirle. 
''E di cosa vuoi parlare?''  mi domandò, incuriosita. 
''Di te. Perché hai scelto di fare questo lavoro?''  
Non appena le domandai questo, la sua espressione si fece più cupa ed i suoi occhi divennero lucidi. 
Si allontanò di poco e cominciò a fissare il vuoto, fin quando non spiegò. 
''Ho perso i miei quando ero molto piccola. Non avevo nessuno che poteva prendersi cura di me. Così, eccomi qui.''  rispose lei, con un sorriso malinconico. 
''Faccio quello che faccio, dall'età di 17 anni.''  continuò lei. 
''Cosa fai?''  le domandai incuriosito, riferendomi al suo lavoro. 
''Tutto.''  
La fissai intensamente negli occhi, posando la mia mano sulla sua guancia calda. 
Mi avvicinai sempre di più a lei, dandole un dolce e passionevole bacio. 
Non so cosa mi prese in quel momento, volevo solo assaporare le sue labbra, e così feci. 
Lei non si allontanò. 
Anzi, credo che anche lei ne aveva voglia, dal modo in cui mi stringeva dolcemente a sé. 
Ci sdraiammo vicini, e ci addormentammo l'uno abbracciato all'altro. 
Il giorno dopo, mi svegliai più tardi del solito. 
I raggi del sole, mi scaldarono il viso e pian piano aprii gli occhi. 
''Malika...''  sussurrai, guardandola dormire accanto a me. 
Le accarezzai delicatamente il viso, finché non si svegliò. 
''Buongiorno.''  mi disse, sorridendomi, per poi mettersi seduta e aggiustandosi i capelli scompigliati. 
''Beh, credo sia meglio andare ora...''  continuò, prendendo un elastico dalla tasca della gonna e legando i suoi morbidi capelli in una coda. 
''No, ti prego, non andare. Resta un altro giorno con me.''  la supplicai, prendendole il braccio.
Un anno dopo.
Giorno dopo giorno, Malika rimase sempre con me, finché non passò un altro anno. 
La aiutai a non finire ancora in mezzo ad una strada, e per impiegare il suo tempo e realizzarsi si iscrisse ad una Università. 
Mi disse un giorno, che ha sempre voluto fare l'avvocato. 
Ed io credo che ce la possa fare... 
Ha un carattere molto sicuro e determinato, ed anche un po' testardo. 
Sono così felice di avere aiutato una persona a risolvere i suoi problemi. 
In compenso, lei mi aiutò a scrivere la maggior parte delle mie canzoni. 
Stando accanto a lei, l'ispirazione non manca mai. 
È così uno spirito libero, un'anima ribelle, ha tanta voglia di vivere. Una forza della natura. 
Anche il suo abbigliamento è cambiato... 
Da quei vestiti provocanti e mezzi strappati, a dei vestiti sobri ed eleganti. 
Ero nella sua stanza, in quel momento, a fissare lei e quel suo tailleur rosso. 
Mi misi a sorridere, ripensando alla prima volta che la vidi, alla sua sfacciataggine e a quel suo top corto. 
''A cosa pensi, amore?''  mi domandò, accorgendosi della mia risata. 
''Che ti amo.''  risposi dolcemente. 
Avvicinandomi poi a lei, e dandogli un dolce bacio sulle sue labbra. 
''Anch'io.''  sussurrò lei, stringendosi fortemente a me.
   
 
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