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Autore: Moonlight_Shadow    14/06/2017    1 recensioni
Mentre si allungava per afferrare il libro, la manica della divisa scivolò lungo il suo braccio, scoprendolo, e facendo sì che Harry si immobilizzasse, fissando sconvolto la propria pelle: sul suo avambraccio era appena apparsa una grande rosa rossa.
“Non può essere..”
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Draco

Draco Malfoy non aveva avuto un’infanzia felice: suo padre, benché fosse spesso fisicamente lontano dal maniero di famiglia, era onnipresente con le sue rigide regole e le sue altissime aspettative.
Il bambino passava le sue giornate in solitudine, circondato solamente dagli elfi domestici intenti nelle loro faccende. La presenza di sua madre Narcissa era percepibile solo dal lieve fruscio che le sue lunghe vesti causavano quando si muoveva in fretta da una stanza all’altra dell’enorme dimora, lo sguardo vitreo fisso davanti a sé, senza mai prestare attenzione al figlio. Ma in fondo, Draco preferiva quella solitudine alla presenza del padre: quando tornava, Lucius lo sottoponeva a prove continue, che spaziavano dal Quidditch al rinchiuderlo per ore nei cupi sotterranei di Malfoy Manor, per “temprarne il carattere”. Nonostante il bambino sopportasse ogni cosa, e si impegnasse sempre al massimo per compiacere il genitore, Lucius Malfoy non gli concedeva mai un sorriso o una carezza. Si limitava semplicemente a squadrarlo, per poi voltarsi ed andarsene senza una sola parola.
Draco ne soffriva, ma con gli anni aveva accettato questo tipo di “educazione” e sopportava in silenzio.
 
Poi, col passare del tempo, strane persone avevano cominciato a presentarsi alla loro porta sempre più di frequente. Portavano mantelli neri e i loro volti erano spesso coperti da maschere argentee. Ognuno di loro inoltre recava sul braccio lo stesso tatuaggio, leggermente sbiadito, che ornava il braccio di suo padre: un lungo serpente che fuoriusciva dalla bocca di un teschio.
Draco più volte aveva ascoltato, nascosto dietro le pesanti tende polverose di Malfoy Manor, i sussurri delle riunioni a cui suo padre era solito partecipare, e più volte l’aveva visto lasciare il maniero nel cuore della notte, accompagnato dalle persone incappucciate, per poi rivederlo la mattina seguente o qualche giorno più tardi, a volte dolorante. E in quei giorni, sua madre vestiva di abiti dalle lunghe maniche e gonne, e dai grandi cappucci che le coprivano il volto. Ed il suo sguardo era più assente, ed il viso più pallido.
 
Fu durante una di quelle notti, mentre un silenzio irreale aleggiava sul Manor avvolto dalla nebbia, che Draco venne svegliato da un urlo straziante: una volta corso nel salone trovò sua madre in lacrime, col terrore dipinto negli occhi. Tremava, coperta solo da una leggera vestaglia estiva, e teneva lo sguardo fisso sul proprio corpo: sulla sua pelle erano apparsi una miriade di fiori: rose rosse e nere, i cui gambi spinati continuavano ad espandersi, avvolgendole le braccia, il collo e il volto.
Draco li riconobbe immediatamente: a volte anche sulla sua pelle apparivano fiori; piccole rose e papaveri, un po’ sbiaditi, che sparivano dopo qualche giorno.
 
-Non avere paura dei fiori mamma, a volte li ho anche io –mormorò il bambino accostandosi cautamente alla madre per consolarla- poi vanno via, non rimangono per sempre.
 
Narcissa si voltò a guardarlo per un secondo, negli occhi un dolore troppo grande per essere espresso a parole, per poi alzarsi di scatto e sussurrare qualcosa agli elfi domestici, prima di sparire nella penombra di un corridoio.
Draco venne riportato nella sua stanza, dove venne tenuto sotto chiave per tutta la notte. Non dormì, ma tese l’orecchio finché il silenzio fu interrotto da voci concitate e rumori. Rimase ad ascoltare fino all’alba, quando ormai tutto si era pacato, e l’unico suono udibile era il pianto soffocato di sua madre.
 
Quando finalmente vennero a prenderlo, lo condussero in silenzio nella camera dei suoi genitori. E lì Draco vide, e capì. Suo padre giaceva immobile sul letto, il corpo sfigurato da orribili ferite che coincidevano esattamente con i fiori apparsi sulla pelle diafana di Narcissa. 
  
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