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Autore: Chocolat95    14/06/2017    0 recensioni
E cosa succede quando Manigoldo porta Albafica al mare a vede il sole che sorge?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cancer Manigoldo, Pisces Albafica
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Albafica… ehi Albafica…”

Qualcuno lo stava chiamando, o era solo una sua impressione? Sperò vivamente fosse la seconda opzione perché non aveva alcuna voglia di alzarsi.
Ma la voce era insistente così lentamente sollevò le palpebre, giusto per verificare che non fosse un sogno troppo realistico, e appena aprì gli occhi gli venne un  colpo che lo fece scattare come una molla sul materasso.
Il viso di Manigoldo era a pochi centimetri dal suo e lo guardava con gli occhi spalancati. Cioè, prima che cominciasse a ridere come un matto per la sua reazione.

“Che ci fai qui?! Che accidenti vuoi?!” chiese molto irritato anche se non ad alta voce visto che appena sveglio non ci riusciva.

“Ma come non ti ricordi? Dobbiamo andare a vedere l’alba…!” rispose allora  quello tutto entusiasta

In un primo momento non capì e lo guardò con espressione persa, poi ricordò e ributtandosi  con la testa sul cuscino dopo aver guardato fuori dalla finestra il cielo che in quel momento cominciava a schiarirsi, sospirò coprendosi gli occhi con una mano. Accidenti  alla sua boccaccia! Quando non sapeva cosa dire e veniva forzato a parlare gli uscivano le cose più insensate.
Già perché una volta Manigoldo gli aveva chiesto se c’era un  posto nei dintorni del Santuario che non avesse mai visto, dato che pur essendo praticamente nato lì, non era certo uno noto per gironzolare in ogni dove. E lui dopo essere stato colto alla sprovvista aveva risposto quasi senza pensarci troppo: “La spiaggia all’alba… voglio dire, certo ho visto tante albe, e sono stato spesso in spiaggia… ma non in quel momento preciso.”

E per quel motivo ora si trovavano a scapicollarsi giù dalle scale per arrivare al mare il prima possibile, mentre lui cercava di non inciampare nei suoi stessi piedi per il gran sonno che ancora aveva addosso.
Quando misero piede sulla sabbia, il cielo era già rosa e il disco solare aveva già iniziato la sua salita.

“Allora, sei contento adesso? Come ti sembra…?” Cancer ruppe il silenzio di quel momento quasi magico

“E’… molto bella…” rispose l’altro, che tutt’a un tratto si sentiva più sveglio che mai, come aveva già spiegato  non era certo la prima alba che vedeva, ma su quella distesa immensa che era il mare della loro Grecia, faceva tutto un altro effetto. 
La luce vibrante sulla superficie che cambiava al passare di ogni secondo, gli fece tenere gli occhi spalancati, pronto a non perdersi nessun dettaglio.  Erano in periodo di pace certo, avrebbe potuto vederne benissimo tante altre in seguito, ma per il momento si curò di tenere ben a mente le sensazioni che questa gli regalava.

Soffiava inoltre una fresca arietta, che scompigliava delicatamente i capelli ed era piacevole in volto. Ma il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dal rumore dell’acqua, come di qualcosa che c’era caduto dentro e ridestandosi vide Manigoldo che dopo essersi tolto gli stivali ma senza preoccuparsi più di tanto di arrotolarsi l’orlo dei pantaloni era entrato in mare così com’era.

“Che stai facendo??” 

“Visto che mi hai tirato giù dal letto a quest’ora, ne approfitto per un salutare bagno mattutino!”

“Io?? Sei tu che sei venuto a svegliarmi…!”

“Forse perché me l’ha chiesto Mister-voglio-vedere-l’alba?”

“Ma non pensavo lo facessi davvero! E poi non eri obbligato a farlo ade-“

“Eh no! chissà in quale momento della giornata sorge il sole eh…?”

Andarono avanti ad imbeccarsi per un po’ finchè Manigoldo per porre fine alla discussione gli tirò uno spruzzo d’acqua.

“Ehi!!” gli gridò l’altro proteggendosi con le braccia, poiché  non si aspettava minimamente una cosa del genere e allontanandosi istintivamente  un po’ dalla riva.
Quello non rispose ma guardandolo con un sorriso furbetto sulle labbra continuò, sollevando poca acqua ogni volta ma sufficiente perché dopo poco Albafica perdesse la pazienza e gli rispondesse allo stesso modo dando un calcio alla superficie del mare.

“E piantala!” sbottò esasperato

Ma quello fu il suo grande errore.
Cancer cominciò a tirargli contro sempre più acqua, con entrambe le mani, provocando quasi delle piccole onde molte delle quali Albafica quasi ricevette in pieno prima di allontanarsi dal bagnasciuga.
Ma il compagno non era intenzionato a finire il divertimento tanto presto così, raggiugendolo velocemente sulla sabbia, altrettanto velocemente lo afferrò per un polso e lo trascinò in acqua con sé.

Pisces aveva avuto appena il tempo di realizzare il fatto, ma all’ultimo secondo era riuscito a liberarsi sebbene per il contraccolpo fosse comunque caduto a sedere lì dove l’acqua era più bassa.
Manigoldo gli si fece subito vicino, completamente fradicio, e si mise a carponi a pochi centimetri dal suo volto con l’immancabile sorriso da canaglia.
Si fissarono negli occhi per un lungo istante rotto poi da Albafica con un “Ti odio” a denti stretti
“Ti amo anch’io” disse l’altro per tutta risposta con tono divertito subito prima di rubargli un tenero  bacio, fresco e bagnato al sapore di sale.

Quando si separarono, l’espressione di Albafica sembrava cambiata quasi ne chiedesse un altro, ma ovviamente dalle sue labbra uscirono tutt’altre parole

“Idiota” mugugnò voltando la testa di lato, deciso a continuare a fare il finto offeso.

Manigoldo ridacchiò, l’aveva vista un sacco di volte quella faccia, e ogni volta la trovava adorabile, come tutto il complesso di quella visone del resto; bagnato e corrucciato, con i capelli appiccicati le cui punte si confondevano con le onde del mare, un pesciolino finalmente tornato a suo elemento. Quella di poco fa non era l'unica Alba bella oggi qui
Così non resistette alla tentazione di piazzargli un altro bacio, questa volta tra il mento e il collo, per poi scappare subito mentre quello piegava la spalla con un verso di falso disappunto. 
Albafica lo vide allontanarsi un po’, sempre di corsa, sempre ridacchiando finchè si fermò poco distante dalla riva guardando poi in sua direzione

“Ti devo portare io o ti alzi da solo?” gli gridò con fare canzonatorio

“No grazie, faccio da me!”  rispose allo stesso modo, ma non altrettanto allegramente

Si risollevò uscendo dall’acqua, era bagnato fradicio, e oltremodo irritato mentre  il colpevole se ne stava tutto allegro ad aspettarlo assolutamente  inconsapevole di quanto lo odiasse in quel preciso istante.
Sempre così finiva, quel tipo lo esauriva, lo portava allo sfinimento in un attimo, la sua proverbiale pazienza con lui andava presto a farsi un giro. Dal nervoso per quel pensiero senza accorgersene cominciò a mordersi le labbra, ma così facendo, sentì anche il gusto che vi era rimasto, il  gusto delle sue labbra e di tutto ciò che esse portavano con sè, e allora si ricordò anche perché poi lo perdonava ogni volta.




Angolo dell'autrice:
questa ff potrebbe essere considerata in un certo senso il seguito di "Mare"
Vegetava nel mio pc da più di un anno e mezzo e siccome sto cercando di fare un po' di ordine tra le mie storie, ne ho almeno 80 (e non scherzo) in cantiere o mezze iniziate, almeno quelle finite e sistemate le pubblico ogni tanto... ^^'
per le altre, spero di concludere prima o poi qualcosa...
forse per il pensionamento le avrò smaltite ( e in tanto rimpolpato l'archivio con altre mille...)
va beh basta, doveva essere uno spazio semi-serio invece sto delirando...
καλησπέρα guys!

 
  
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