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Autore: RagazzaLupa    15/06/2017    0 recensioni
Serie di one shot richieste da utenti Tumblr. Non hanno ordine cronologico ma sono in ordine di quando le scrivo.
Rhys e Jack affrontano i vari problemi di una relazione, dalle vacanze in montagna alle discussioni violente e alle gelosie.
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Jack Il Bello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non posso più farcela.”
“Di che stai parlando zuccotto?” Jack era appena tornato nella penthouse dopo un meeting ed era rimasto sorpreso nel trovare Rhys ancora sveglio.
“Lo sai di che cosa sto parlando.” La voce di Rhys era seria e cupa, ma le sue mani tremavano visibilmente. 
“No non lo so. E visto che sono le fottute tre di notte muovi il culo o ti porto a letto e ti soffoco con un cuscino. Sweet death eh.”
“Io.. non posso più essere rinchiuso fra questa casa e il tuo ufficio.” Il respiro di Rhys iniziò ad appesantirsi, sapeva bene cosa volesse dire far arrabbiare Jack ed era pronto al peggio.
“Hm hai addosso delle catene? No? Allora, non sei rinchiuso dum dum” 
“Stranamente, quando provo ad uscire con i miei amici, accadono sempre circostanze strane.”
“E io sono la causa?” Jack ridacchiò leggermente, un sorrisetto apparve sul suo viso..
“Bhe non sono io quello che ha minacciato di morte Vaughn per avermi portato a casa sua quando stavo male.” 
Rhys sospirò  guardò Jack che era immobile davanti a lui, le mani sui fianchi e il solito atteggiamento superiore. Nonostante tutti i suoi problemi lo amava ed era sempre stato felice. Ma negli ultimi tempi Jack lo aveva subdolamente costretto a non uscire più con i suoi amici e questo per Rhys non era qualcosa che poteva ignorare. I suoi amici erano come una famiglia. 
“Chi se ne importa dum dum, andiamo a letto” Jack si avvicinò a lui e gli accarezzò dolcemente una guancia. 
Rhys però non ne voleva sapere e si allontanò bruscamente.
“No Jack non andiamo a letto. I miei amici.. sono importanti per me.”
“Stai iniziando a farmi innervosire, Rhys”
Ed era vero. Il suo tono sarcastico era stato sostituito da un ringhio minaccioso e i suoi occhi erano ora spalancati e vigili,come quelli di un predatore che sta per atterrare la preda. 
“Loro sono la mia unica famiglia, ho bisogno di vederli ogni tanto.”
Rhys deglutì pesantemente, ora che aveva trovato il coraggio di parlarne non poteva arrendersi così. Sfortunatamente Jack fermò il suo discorso.
“Esci da questa casa.” 
“Eh?” Rhys fu colto di sorpresa, si aspettava una delle solite litigate animate ma non questo.
“Mi hai sentito Rhys. Esci da questa casa e non farti più vedere. Il fottuto Jack il bello  non ha tempo per essere messo sullo stesso piano di alcuni mocciosi”  il tono di Jack era strano. Un tono rotto, quasi come se Rhys avesse appena fatto qualcosa di terribile.
Rhys era spaventato, Jack non lo aveva mai trattato in questo modo. Di solito quando le discussioni diventavano troppo pesanti, Jack lo prendeva e lo portava a letto per farlo tacere. Di certo non lo aveva mai costretto a sparire.
“N-non sto dicendo che siete sullo stesso piano, ma segregarmi in casa in questo modo non ci farà stare più vicini. Anzi penso che ci allontanerebbe sempre di più.”
“Che cosa hai detto?” 
Ora Jack era terribilmente irritato, il respiro irregolare e gli occhi che lo squadravano furiosamente. 
Quando diede un calcio al tavolino di vetro, Rhys sobbalzò e iniziò ad allontanarsi da lui. 
“Esci da qui Rhys. ESCI DA QUESTA FOTTUTA CASA.” 
E anche una sedia venne calciata. Rhys si trovava nel bel mezzo di un attacco di Jack, ma non sapeva se era più terrorizzato da lui o dal fatto che lo stava visibilmente cacciando via dalla sua vita.
“J-jack fermati ti prego.” 
A quelle parole Jack sussultò e si diresse silenziosamente verso di lui. Gli strinse le spalle e si avvicinò alla sua guancia, il suo respiro caldo che fece arrossire Rhys. 
“Hai venti  minuti per portare via tutta la tua roba da qua e dal tuo ufficio. Anzi, facciamo dieci.” 
Rhys sentì subito una pesantezza al petto, come se qualcuno gli avesse prima accarezzato il cuore e poi lo avesse frantumato in mille pezzi. Dopo tutto ciò che avevano passato assieme, non era pronto a lasciarlo andare. 
Prima che Jack potesse allontanarsi si lanciò con il viso contro il suo petto e lo strinse, bloccandolo in un abbraccio bisognoso. 
“Jack per favore possiamo smetterla?” La voce di Rhys era rotta e tremava, come se stesse per scoppiare a piangere. 
Jack invece era tutto il contrario. Ruppe bruscamente l'abbraccio e lanciò uno sguardo all’orologio. 
“9 minuti.”
“Jack ti prego. Non voglio che finisca così.”  Rhys lo stava praticamente pregando, una lacrima stava iniziando a formarsi intorno al suo occhio umano. 
“8 minuti.” 
Jack intanto si diresse verso la cucina e prese una bottiglia di qualche strano alcolico proveniente da Pandora.
Rhys lo seguì lentamente e cercò il contatto fisico, ma ogni volta che si avvicinava veniva bruscamente allontanato. 
“7 minuti.” 
Rhys respirava pesantemente e le sue gambe tremavano, non sapeva cosa fare. Non aveva mai visto Jack così arrabbiato. Vederlo urlare e sbraitare era normale, ma questa sua nuova rabbia silenziosa era terribile. 
“6 minuti” 
“Jack tu sei molto più importante dei miei amici!” Ora Rhys stava praticamente urlando, un tono disperato e tremolante e intanto un'altra lacrima cadde. 
Jack lanciò la bottiglia di vetro nella direzione di Rhys, evitandolo di striscio. 
“Allora perché non potevi startene buono con me? Perché dovete tutti fare così?”
“J-jack io non volev-
“Zitto.” 
Jack si avvicinò a lui e lo colse di sorpresa. Gli strinse una mano intorno al collo, così stretta da costringerlo a non muoversi ma non così tanto da farlo svenire. Lo trascinò verso la porta e lo lasciò cadere per terra fuori dalla penthouse. 
“Hai ancora due minuti per prendere l'ascensore e levarti da questo piano.” 
E con queste parole Jack richiuse la porta, lasciando Rhys a terra nel corridoio buio e silenzioso del trentasettesimo piano. 
Rimase a terra per un po', ma quando sentì dei rumori provenire dall'interno della casa, si precipitò subito in ascensore, terrorizzato nel rimanere lì un minuto di più. 
   
 
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