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Autore: mariannawho    15/06/2017    1 recensioni
Francis è un ragazzo londinese appassionato e collezionista di manekineko (statuine giapponesi portafortuna a forma di gatto). Una domenica mattina si reca ad un mercatino e ne trova una alquanto strana, e senza pensarci due volte decide di prenderla. La proprietaria della bancarella non vedeva l'ora di sbarazzarsele, tanto da non volere nemmeno un centesimo in cambio. Il giovane torna a casa soddisfatto, ma perché l'anziana signora aveva timore di quella statuina?
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Come tutte le domeniche mattina mi recai al mercatino d'antiquariato che allestiscono in città. Quella domenica fu particolarmente uggiosa, ma tutto sommato non era male. Finalmente arrivai a destinazione, erano le nove del mattino ma c'era già tantissima gente. Avrei voluto portare anche la mia fidanzata, ma lei non è appassionata di queste cose. Ad essere sincero non lo sono nemmeno io, ma in quel mercatino da un po' di tempo c'era una bancarella che mi interessava. La proprietaria era un'anziana signora giapponese che da tantissimi anni viveva qui a Londra, e per ammazzare la noia decise di allestire una piccola bancarella con vari oggetti del suo Paese. Io ero un grandissimo appassionato di cultura giapponese e da un po' di anni incominciai a collezionare i makenineko, delle statuine a forma di gatto. Portano fortuna, dicono, ma quella mattina fui già particolarmente fortunato, perché quando arrivai alla bancarella vidi che tra tutte quelle statuine ce n'era una diversa dalle altre: aveva un'espressione arrabbiata. Se devo essere sincero mi inquietava un pochino, ma volevo comprarla assolutamente, era di sicuro un pezzo unico. Quando chiesi alla signora il prezzo di quella statuina, mi disse che me l'avrebbe regalata, perché non la voleva più in mezzo ai piedi. Mi sembrò brutto non darle niente del tutto, ma lei insistette. Sarà stata la mia impressione, ma mi sembrava quasi spaventata da quella statuina. Okay che non aveva una bella espressione, ma cosa poteva fare un oggettino così?

Soddisfatto tornai a casa, dove la mia fidanzata, ormai sveglia, mi aspettava. “Un'altra di quelle stupide statue hai comprato? Non vedi che non abbiamo più spazio in questa casa?” mi disse seccata. Non badai molto a quello che disse, se lei può avere un armadio pieno di sole scarpe, io posso avere una misera mensola con sopra solo manekineko. Per fortuna non era una ragazza che teneva il muso, e dopo aver pranzato e aver passato una piacevole domenica in compagnia, andammo a dormire. Il giorno seguente ci aspettava una dura giornata di lavoro.

Ad un certo punto, nel cuore della notte, sentii il rumore di qualcosa di fragile che si era rotto. Quando andai in salotto, vidi che per terra c'erano tutti i miei manekineko in frantumi, tutti tranne l'ultimo acquistato. Sarà stata la mia impressione, ma aveva l'espressione ancora più arrabbiata. Non essendo stati sicuramente dei ladri ed essendoci solo due persone nell'appartamento, non poteva essere stata che Lily, la mia fidanzata. Infuriato come non mai mi precipitai di nuovo in camera dove Lily stata ancora dormendo, ma non esitai a strattonarla. “Che cosa ti è preso? Sei impazzita, forse? So che i miei manekineko non ti piacciono, ma non c'era bisogno di romperli tutti!” le gridai con tutta la voce che avevo. “Ma di cosa stai parlando? Io non ho mai toccato i tuoi manekineko! E poi non mi sono mossa da qui!” mi rispose Lily, ancora stordita dal sonno. “E allora chi è stato? L'altra statuina, forse? Ma fammi il piacere!” le risposi.

Il mattino seguente non ci parlammo per niente, andammo a lavorare e tornati a casa sembravamo due sconosciuti che condividevano lo stesso appartamento. Dopo cena mi sedetti sul divano a guardare la televisione, mentre Lily si chiuse in bagno a farsi la doccia, e non mi accorsi che passate ben due ore non era ancora uscita. “Ma quanto ci vuole a farsi una doccia?” mi chiesi seccato, dopodiché andai a bussare alla porta del bagno. “Lily cosa stai facendo? Sono due ore che sei lì dentro, devo entrare pure io, muoviti!” le gridai, bussando pesantemente alla porta. Ma non rispose nessuno. “Lily, basta con questi scherzi. Mi spiace per averti sgridata così, non volevo offenderti, facciamo pace, dai” le dissi, cercando di farmi perdonare. Ma ancora niente. Iniziai a preoccuparmi sul serio e non avendo altri modi per sfondare la porta, presi una sedia e dopo molti tentativi riuscii ad entrare. Quello che vidi mi lasciò paralizzato e allo stesso tempo in preda al panico: Lily era completamente immobile nella vasca piena di sangue e sul suo viso c'erano enormi graffi che l'avevano sfigurata. Cercai di riprendermi e chiamai immediatamente i soccorsi, forse potevo ancora salvarla. Arrivati in ospedali mi lasciarono in corridoio, ma non passò molto tempo che il medico uscì per dirmi che ormai non c'era più nulla da fare, Lily era morta. Volevo rimanere lì, ma mi consigliarono di tornare a casa per riposarmi e di tornare il giorno dopo. Sono tornato a casa con un taxi, e il tassista, vedendomi sotto shock, è stato così gentile da accompagnarmi su al mio appartamento.

Ero sconvolto, quella sera non riuscii a dormire. Cosa poteva essere successo? Non poteva essere un suicidio, una persona non riuscirebbe a farsi da sola quei graffi. Sembrava che l'avesse assalita un enorme felino. Non riuscivo proprio a prendere sonno, continuavo a girovagare per casa, quando i miei occhi caddero sull'ultimo manekineko acquistato. Per un attimo mi parve di avere le allucinazioni, ma quella statuina aveva cambiato espressione: non era più arrabbiata ma triste, sembrava quasi che cercasse di dirmi qualcosa, e vicino agli occhi c'erano disegnate delle gocce. Potevano essere delle lacrime, ma erano rosse, rosse come il sangue. Credendo di avere le allucinazioni da shock, decisi di prendere un'enorme quantità di tranquillanti, e finalmente riuscii quasi ad addormentarmi, quando all'improvviso sentii squillare il telefono: mi chiamavano dall'ospedale per dirmi che il corpo di Lily era sparito. “Ma come può essere?” mi chiesi. Senza pensarci due volte mi precipitai alla porta per tornare in ospedale, quando mi trovai davanti Lily. Non poteva essere vero, era proprio lì davanti a me, ma non aveva più il viso tutto graffiato. Sembrava completamente un'altra persona, aveva un'aria così... arrabbiata. In quel momento non capivo se stavo facendo un incubo o ero diventato completamente pazzo. Ad un certo punto Lily mi parlò: “Francis, tesoro mio, è così che ci si comporta con la propria fidanzata? Perché non ti avvicini e mi abbracci? Ieri sei stato cattivo con me, ho bisogno di tante coccole”. Rimasi pietrificato, non sapevo cosa fare, e dato che non mi muovevo Lily si arrabbiò ancora di più. Emise un verso stranissimo, sembrava una bestia, e dall'ira prese in mano l'ultimo manekineko e lo fece cadere per terra. In quel momento, quando si ruppe in mille pezzi, schizzò del sangue ovunque, e quel sangue veniva dalla statuina. Rimasi ancora più pietrificato, mi sembrava veramente di impazzire, e quella che in un primo momento pensavo fosse Lily mi disse: “ora che la tua amata Lily non c'è più sei tutto mio!”

In quel momento svenni, e quando mi svegliai sentii un dolore al petto, all'altezza del cuore. Corsi in bagno per guardarmi allo specchio e scoprii perché mi faceva male: quel mostro aveva inciso con le unghie un cuore, e sanguinava, non smetteva di sanguinare e faceva sempre più male. Dal dolore svenni di nuovo, e da quel momento non ricordo più nulla. So solo una cosa: il giorno seguente in obitorio entrò un'infermiera che, spaventata a morte, chiamò dei soccorsi. Il corpo di Lily era tornato al suo posto, e vicino al suo ce n'era un altro: il mio.

   
 
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