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Autore: Zinthr_translations    16/06/2017    1 recensioni
"Sei davvero insulso, non trovi? Insulso, disgustoso Mettaton - spezzato, solo, triste Mettaton."
Storia cancellata e poi ripubblicata. Traduzione della fanfiction "We'll Burn That Bridge When We Get To It", pubblicata dall'autore Zinthr su AO3 e tradotta con il suo benestare.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mettaton
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Oggi hai cancellato un altro show.
Non potevi farcela. Non oggi.
Il tuo corpo - il tuo bellissimo, meraviglioso corpo nuovo - oggi ti sembra soltanto metallo pesante e vuoto. I tuoi arti non vogliono muoversi, le tue gambe sono troppo stanche per sorreggerti.
Sei così stanco.


Hai sentito il detto “fake it until you make it”, fingi finché non arrivi alla meta, ma… non sei sicuro se la persona che lo ha pronunciato ha capito quanto è difficile fingere. Salire su un palco di fronte a tutti quei fan adoranti, ed essere costretto a… fingere. Fingere tutto.
Questo è tutto quello che sei, non è vero? Un ragazzo finto in un corpo finto con un sorriso finto e una gigantesca dose di finta disinvoltura. Finto, finto, finto, finto, finto…
L’unica tua caratteristica reale è la tua abilità nella recitazione. A volte dubiti anche di quella - ma deve essere buona, perché tanta gente ci creda. Credono nel tuo sorriso finto, nella tua disinvoltura finta, e parlano di quanto ami te stesso e quanto sei sicuro di te in ogni cosa fai. Lo odi e lo ami nello stesso modo estremo.
Vorresti soltanto che qualcuno lo scoprisse, si rendesse conto quanto ti senti orribile tutto il tempo e quanto ti odi - vorresti dell’aiuto, lo vorresti davvero, ma… non puoi dirlo a nessuno. Vuoi che continuino a pensare che sei grande, che continuino ad amarti.
Non pensi che potresti continuare a vivere se nessuno ti amasse.
Tu hai… bisogno dell’attenzione, vivi di quella, te ne nutri - quando sali sul palco nessuno può toccarti. Puoi finalmente essere felice per un po’ nel sentire la gente che loda il tuo nome. Ma quando sei di nuovo solo l’eccitazione si spegne, e ti ritrovi a chiederti perché chiunque tra di loro ti ami. Perché guardano i tuoi spettacoli? Devono farlo per ridere di te. Ti odiano. Meriti di essere odiato.


No, no, sai che è sbagliato - gli piaci davvero ma… ma tutto appare così finto. Non riesci a smettere di pensare a quanto devono odiarti, così quando ricordi a te stesso che probabilmente non lo fanno appare tutto - finto.
Finto come la disinvoltura che metti in mostra davanti a tutti.
“Sono bellissimo, tesoro!”
“So di essere il migliore, ma tu sei un buon secondo posto!”
“Il Sottosuolo ha bisogno di me!”




…finto.
Finto, finto, finto finto FINTO!


Perché non puoi essere davvero felice per una volta? Perché non puoi avere una giornata in cui non ti senti come se dovresti già essere morto?
Nessun altro è così. Certo, Napstablook sarà triste e ansioso, ma… non è patetico e orribile come te. È grande e meraviglioso e ha solo bisogno di VEDERLO. Vorresti poterglielo mostrare.
Tu, invece…
Tu sei una vergogna.
Insulso.
Spezzato.
Ripugnante.
…finto.




Hai la nausea. Non hai nemmeno uno stomaco ma ti senti come se, avendolo, si rovescerebbe tutto su di te.
Perché sei così? Questo fantasma triste e spezzato con un finto corpo e finti sogni? Sei finto. Così dannatamente finto. Finto e spezzato e disgustoso e FINTO.
…sdraiato su quel divano, con un braccio gettato sulla faccia in una posa drammatica, improvvisamente ti rendi conto del fatto che detesti te stesso. Sei spazzatura, pura e semplice.
Lo dici ad alta voce, mentre rotoli sul pavimento. Il tuo corpo colpisce il pavimento con un forte rumore, i tuoi (finti) recettori del dolore che mandano scintille di (finto) dolore attraverso il tuo (finto) corpo.
Il dolore ti è sempre sembrato più reale, in qualche modo. Ti fa sentire più vivo. È passato tanto tempo dall’ultima volta che ti sei davvero sentito vivo.
Sollevi il tuo (finto) braccio e lo sbatti con tutte le tue forze sul terreno. Il dolore giunge acuto e improvviso - lasci andare un forte gemito di sollievo. Lo fai di nuovo, e ancora, e ancora, finché…
Con un forte schiocco qualcosa dentro il tuo braccio si spezza. È forte abbastanza da spaventarti e spingerti a metterti seduto, preoccupato per un momento mentre ti rendi conto che non riesci più a muovere le dita. Sospiri. Sembra che sono caduto di nuovo, Alphys, mormori sotto il tuo respiro. Ti comporti in modo goffo di fianco a lei cosicché creda sempre a quella scusa.
Lasci andare un gemito disgustato. Sempre che lei ti ripari ancora. Gliel’hai chiesto tante di quelle volte - non sei sicuro che lo farà più.
Quasi speri che non lo faccia più.
Quasi, quasi speri che ti costringa ad andare in giro così - spezzato, mutilato, finalmente reale nel modo in cui il tuo corpo è incasinato come la tua mente.
Rimugini sull’idea per un momento. Diventeresti sempre più spezzato quanto più a lungo trascini in giro il tuo corpo smembrato, lasciando pezzi di metallo nella tua scia, spezzandoti sempre di più fino a morire, finalmente, solo e vuoto, un mucchio di metallo e latex e vetro infranto e sogni infranti.
Decidi che sarebbe una fine meritata.


Ma no - Alphys è decisamente troppo buona per quello. Ti rimprovererebbe dolcemente, ti chiamerebbe “sciocchino” e ti riparerebbe. Proprio come fa sempre. Undyne potrebbe essere là, a guardarti disgustata mentre usi la sua ragazza per i tuoi bisogni egoisti. Pensa che tu sia la cosa più stupida e disgustosa sul pianeta, la tua unica salvezza il fatto che è stata Alphys a crearti. E ovviamente ha ragione. 
Sei disgustoso.
Sei sudicio e odioso e tratti male tutti quanti perché - perché…
Beh, non sai esattamente perché. Hai sempre avuto questi bisogni autodistruttivi, di fare cose perché sai che saranno sbagliate. Il bisogno di metterti in mostra e fare cose cattive ti stuzzica, si appiccica sul fondo della tua mente e viene avanti appena ne ha la possibilità.
Di solito dici cose di cui ti penti. Insulti la gente, la deridi, la sminuisci - non perché lo vuoi ma perché la tua mente dice che devi farlo. Devi farlo.
Mugugni e ti schiaffeggi il volto con una mano - la mano del braccio non rotto - e volti la testa per guardare sotto il divano dal quale sei caduto. Sotto ci sono delle lettere a pezzi, alcuni pennelli da trucco e qualche chioso. Mediti di usare i chiodi per trafiggerti gli occhi, rompendo i tuoi schermi ottici in modo da non dover più vedere il tuo stupido, bellissimo viso. Lo ami e odi allo stesso tempo.


Mediti di alzarti e fare qualcosa di rischioso. Qualcosa di pericoloso, qualcosa che potrebbe davvero liberare la tua anima. Ci pensi, sentendo l’odore dell’elettricità, assieme a scintille di dolore quando tenti di muovere le tue dita danneggiate. Vedi scintille all’angolo dell’occhio, ma non te ne curi. Se la stanza deve bruciare così sia.
Quasi ti convinci a gettarti dal tetto - il palazzo è alto, potrebbe esserlo abbastanza da rompere il tuo stomaco di vetro - ma decidi di non farlo, non hai voglio di alzarti in questo momento.
Sogghigni. Non hai nemmeno la motivazione di alzarti e farti del male. Patetico.


Sei davvero insulso, non trovi? Insulso, disgustoso Mettaton - spezzato, solo, triste Mettaton.


Spegni le luci nei tuoi occhi e ti prepari per entrare in modalità riposo. Qualcuno ti troverà domani, ne sei certo. Poi tornerai a recitare, pronto per essere il te stesso perfetto e impeccabile. Convincerai Alphys a ripararti, e andrai per la tua strada. Come sempre.
Uno di questi giorni spezzerai il circolo. Uno di questi giorni, andrà diversamente. Hai un appuntamento con la morte, e odieresti essere in ritardo. Non è affatto elegante.
Ridi fra te e te, con una voce silenziosa mentre le tue casse acustiche perdono potenza per la notte.
Ti chiedi se alla gente importerà quando non ci sarai più. Hai decine di fan adoranti. Ti odieranno, per aver portato via qualcosa che amavano, per aver messo in evidenza lo sporco imbroglione che sei davvero ai loro occhi innocenti?
Oppure, chissà, ti ameranno di più per quello? Porteranno rose alla discarica dove giacerà il tuo corpo, narrando storie su come tu hai aiutato le loro vite al tuo cadavere? Ti ameranno ancora, sapendo quanto eri finto in realtà, perché tutti i tuoi errori sono stati corretti nella morte?
E lasci che quell’ultimo pensiero, sorprendentemente di conforto, ti trasporti con un sorriso in un riposo privo di sogni.


Angolo Autore:
Cosa succede se non hai idee per continuare le storie che hai in sospeso, non ti viene in mente nulla di nuovo che sia degno di essere sviluppato, e nonostante tutto vuoi continuare a pubblicare qualcosa di bello?
Semplice: inizi a tradurre le storie di altri autori.
In realtà il mio sogno nel cassetto è poter tradurre la prima fanfiction su Mettaton che abbia mai letto, Skin Deep di Dixie Darlin (QUESTA), ma non riesco a contattare l'autrice, quindi per ora non se ne fa nulla. Così ho ripiegato su questa, meno impeccabile dal punto di vista della trama, ma indubbiamente più triste per tematiche e linguaggio. 
Lo stesso Zinthr (che tecnicamente sarebbe genderfluid, ma che non so come rendere altrimenti) ha dichiarato che questa storia è una proiezione della propria psicologia, soffrendo anch'egli di Sindrome di Personalità Borderline. L'ho trovata semplicemente eccezionale (specialmente la seconda parte) e molto, molto introspettiva. Il che, per le opere su Mettaton, è una rarità. 
Le ripetizioni sono prese dalla trama originale. Ho cercato di non toglierle tutte, perchè pensavo che potessero avere un senso ai fini della trama.
Ho anche cambiato il titolo, perchè trovo che i titoli inglesi siano spesso pacchiani, e questo è particolarmente sovrabbondante e cacofonico.
La fanfiction originale è QUI, mentre il blog tumblr dell'autore della storia è QUESTO
A presto.



AUTORIZZAZIONE DELL'AUTORE ALLA PUBBLICAZIONE DELLA STORIA:
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