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Autore: EllaKaulitz90    17/06/2017    1 recensioni
Parto dal presupposto che, da quando lui ha fatto il suo trionfale ingresso nella serie. Scippo una storia tra loro, è una one schiot con i punti di vista dei due protagonisti. Però se la storia piace e non mi sentirò sola! Allora la trasformo in una FF con tanto di capitoli.
Un: "Liv ti amo!" detto al ultimo istante... Un amore non confessato, ma evidentemente e esistente rischia di non vedere mai la luce.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Olivia Benson, Rafael Barba, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le luci a neon del ospedale scorrono su di me, sento il mio respiro lento e faticoso, so dove sono e so anche perché sono qui. In poche e semplici parole mi hanno sparato. Perché chi sono? Beh semplice il perché è il mio lavoro, e chi sono? Beh io sono il procuratore Rafael Barba, e chi mi conosce sa che lavoro per L'Unita Vittime Speciali di New York. Ritornando qualche minuto al presente però, sento i medici che dicono che mi sto aggravando. Cerco il conforto del unica mano che voglio sentire, l'unica persona che voglio realmente al mio fianco. La Amo si la amo accidenti è la sola cosa che non posso ne controllare, ne tanto meno ostacolare e in tutta onestà non voglio. Cerco la proprietaria della mano che probabilmente non ha smesso ne di parlarmi e incoraggiarmi, ne tanto meno di parlare con i medici per capire come sto e come procedono le mie condizioni. "Liv!" quanto ti amo, il sergente Banson la sola donna dopo Jelina, che è riuscita a scalfire la mia corazza fatta di leggi normative regole e quant'altro. Mi guarda ha gli occhi velati di lacrime, accidenti io amo la sua forza, e vederla fragile mi fa decisamente più male dei tre proiettili che ho in corpo. Sento il mio respiro che scende giù un po troppo in fretta, sembra che il mio battito sia concentrato tutto e solo nelle tempie. Okay ora comincio ad aver paura, guardo fisso Liv nei suoi meravigliosi occhi marroni, forse è la fine. Beh allora a questo punto rotto per rotto, le lascio un secondo la mano, anche se lei me la riprende. Sta andando tutto troppo veloce, mi sembra che il tempo vada quasi a rallenty per me, mentre per gli altri sembra scorrere nel verso opposto. Rilascio di nuovo la mano di Olivia, la allungo alla maschera e provo a spostarla. << Li...Li...Li.v>> mi sembra quasi di aver igogliato sabbia. << no Raf... No sta calmo!>> cerca di rassicurarmi e prova a rimettermi la maschera. No deve ascoltarmi non ho più tempo e non so se ne avrò più. <> riesco a stento a farfugliare. La vedo che vorrebbe obiettare, scusate il gergo tecnico ma è cosi. Poi si rassegna e mi ascolta, okay riproviamoci. << Liv... Io ti..a.m.o!>> "io ti amo!" non sono neanche sicuro che mi abbia sentito. Non perché so di averlo pronunciato in extremis, ma perché poco prima che io perda le forze, e mi lasci andare alle tenebre. I medici la separano da me, portando mi probabilmente in sala operatoria se non direttamente al obitorio visto come mi sento. Rafael... Gli hanno sparato, è stata questione di un frammento. Un minuto prima parlavamo e ci scambiavamo sguardi d'intesa, dopo che mi aveva detto come ottenere una confessione schiacciante da un pedofilo. Un minuto dopo lui si volta verso qualcuno che lo chiama per il ruolo che lui ricopre, e bum bum bum... tre colpi sparati a secca ripetizione. Lo prendono in pieno colpendolo in sequenza, a spalla, addome e pancia. << PRO... RAFAEL!>> mi sono sentita stonata dalla mia stessa voce. Con il fiato in gola sono corsa da lui, la sua espressione era incredula ma non sembrava cosi sorpreso. Mi ha guardata allargando un leggero sorriso beffardo e sofferente, "lo schiok!" ho pensato immediatamente tamponando gli due delle ferite. Dopo qualche minuto nonostante le mie suppliche, e rassicurazioni ha perso i sensi. << Carisi un ambulanza!>> ordinò al mio detective che mi guarda annuendo. << già fatto è in arrivo... Resisista procuratore!>> la prima parte del discorso era diretta a me la seconda. Beh a lui al uomo che dopo Heliot e Brian, ha fatto una decisiva differenza nella mia vita. Mi fido di lui ciecamente, so che combatte per i miei stessi ideali ed è un combattente nato. Credo di essermi innamorata di lui, quasi subito dopo il nostro incontro. Non gli ho mai detto nulla, perché? Beh semplice prima di tutto è il mio capo, poi non sono sicura che riuscirei a scindere lavoro e vita privata. O tanto più non sono certa che sarei capace di staccare la sera. Solo che ora le cose cambiano, dopo l'arrivo del ambulanza le sue due crisi nel tragitto e le rispettive riprese. Una volta arrivati in ospedale e durante la corsa in sala operatoria, lui cosa mi dice? Il mio cuore trema logicamente, e non appena lo vedo provare a togliersi la maschera per l'ossigeno. Provo ad impedirglielo a tutti i costi, ma il suo respiro di supplica mi impedisce di fermarlo "come sempre!" già come sempre. Se solo non fosse per.... << Liv... Io ti..a.m.o!>> non ragiono più da quel istante. Per me tutto si ferma, i miei piedi compresi. Non do molto peso al infermiera che stacca le nostre mani, perché io non posso più passare, ma l'ultima cosa a cui riesco a pensare e a dare peso sono le sue parole. Mi appoggio al muro posando le mani sulle ginocchia, << perché?>> mi sento assalire dalla rabbia e dalla frustrazione. Sento le lacrime agli occhi, e un nodo alla gola. << ... Perché Raf?...>> non riesco a fare ameno di chiedermelo. << ... Perché ora?...>> sento le lacrime bagnarmi il viso e scendo a sedere per terra. << ... Perché cosi? ...>> non sei tipo da scegliere la via più facile. Sento i singhiozzi irrompermi in gola, e le lacrime cancellare tutto ciò che vedo. << sergente... Olivia stai bene?>> Fin? Fin è la sua voce, le sue mani sulle mie braccia. Cerco di metterlo a fuoco sbattendo gli occhi, e dopo due o tre tentativi ci riesco. << Fin... Lui!>> Vorrei... Voglio dirgli che ha detto di amarmi, voglio dirgli che ho una fottutissima paura che lui non esca di li. Voglio si è vero, ma le mie parole e la mia gola sembrano bloccati. Mi guarda con un grugnito, e sorridendo costernato mi asciuga le lacrime. << Starà bene Oliv... Credimi è un osso troppo duro per morire così!>> mi rassicura prima asciugando mi le guance, poi stringendo mi nel suo forte abbraccio. In ambulanza durante le due crisi che ha avuto, ho pregato, supplicato e implorato dio che non lo chiamasse a se. Lo so che non mi sono mostrata molto credente negli ultimi anni, però io non posso rinunciare anche a lui. "No!" non voglio rinunciare anche a lui, "lo amo Cazzo si lo amo!" sento le mani di Fin prendermi il viso, ma non sento le sue parole. Per un altro attimo sbatto gli occhi, e lo metto a fuoco. << Oliva mi senti?>> "No!" in effetti non ti ho sentito. << cosa? ... Cosa mi hai detto?>> chiedo incespicando le parole con la mia stessa voce. Fin mi guarda e sospira, << bisogna avvertire qualcuno?>> mi chiede disinvolto costringendo mi a guardarlo. Scuoto la testa istintivamente, anche se ci sarebbe sua madre che non so come avvertire. << chi sarebbe sua madre... Ma?>> sussurro tirando su con il naso. <> mi incalza. << Ma non so come trovarla!>> già d'altronde non mi sono mai trovata nel evenienza di dover avvertire qualcuno per lui. Vedo Fin zittirsi e passare in modalità riflessiva, poi si tocca il mento e guarda in su verso Carisi. Carisi si avvicina e ci guarda. << come sta?>> chiede guardando prima Fin poi me. Scuoto la testa indicandogli le due porte a battenti che si sono chiuse? << da quanto siamo qui?>> chiedo rivolta a Fin. << una decina di minuti!>> Guardo Carisi che annuisce e allunga un sorriso, non sorriso è un espressione che fanno tutti quando apprendono l'ovvio. Si abbassa al mio fianco e mi guarda, poi si volta verso Fin che posa una mano sulla sua spalla. << tu hai contatti con l'ufficio del procuratore?>> gli chiede calmo e pacato. Vorrei rispondere, ma Carisi lo fa per primo. << si ma credo che se c'è qualcuno da avvertire lo hanno già fatto!>> Vedo Fin annuire e sul punto di aggiungere altro. << però se vuoi posso informarmi se è già stato fatto!>> Fin gli sorride con intesa e annuisce, poi torna a guardare me che ho assistito a tutto in silenzio. << sua madre è in una casa sicura? Era stanco di metterla a rischio!>> informo Fin con un filo di voce, e dico il tutto in un sussurro e quasi senza pensare. Fin mi guarda e grugnisce, poi guarda verso Carisi, che parla a telefono con un po troppo trasporto. << qualunque cosa accada deve saperlo! Tu stai bene?>> Ecco che mi richiede se sto "bene!" beh Fin vorrei tanto rispondere: " no Fin no non sto affatto bene cazzo... Meno di due ore fa hanno sparato tre fottuti proiettili al uomo che amo... Quindi col cazzo che sto bene!" e invece. << si sto bene... Lo hai detto tu è un osso duro... Ce la farà!>> rispondo quasi senza tono e con una fasulla alzata di spalle. Sto male cazzo lui non deve morire, ma è anche per questo che devo farmi forza. Devo credere in lui, nel mio amore per lui, in quello che suscita e che ha sempre suscitato in me.
   
 
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