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Autore: tbhhczerwony    17/06/2017    0 recensioni
[Yu-Gi-Oh! ARC-V (con anche altri personaggi di altre stagioni) x Mermaid Melody]
dal primo capitolo:
"Mentre si formava il Live Stage, lui si guardò, incredulo, tenendo in mano il microfono con la perla.
«Questo… sono io? Non credo ai miei occhi…» mormorò tra sé e sé, «Che bella trasformazione però!» esclamò poi, sorridendo.
«Principe… canta» disse una voce femminile.
«Chi sei?» domandò lui, poi sentì il ritmo della canzone che cantava sempre da piccolo, e gli venivano in mente dei vecchi ricordi, ma poco dopo guardò la nemica, che continuava ad attaccarlo invano, mentre cominciava a prepararsi.
"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Petali di stelle'
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okay, so di essere TERRIBILMENTE IN UN RITARDO COLOSSALE e a chi seguiva la storia, sia con commenti che silenziosamente chiedo perdono. inizialmente pensavo di riscrivere la storia, dato che il primo capitolo mi sembra molto simile al primo episodio della serie MMPP, sebbene sia un po' differente- solo che mi è passata la voglia di riscriverla e... heh, la aggiorno, semplicemente. con ritardi vari, ma la aggiorno, anche perché questo AU lo adoro, e vorrei svilupparlo al meglio. detto questo, spero che questo secondo capitolo vi piaccia! e spero di riuscire a scrivere presto il terzo. (sì, so che ho già il backstage, la storia di sora martoriato e la raccolta in corso, ma purtroppo questi sono i tempi-)
 



Capitolo 2: Uno strano incontro - Blue pearl voice!
 


Sora si affacciò alla finestra, guardando inizialmente il cielo – successivamente, si mise a guardare il mare, prendendo in mano il suo ciondolo, aprendolo e guardando la perla che stava all’interno.
Cominciò a ripensare agli eventi successi in passato nel suo regno, nell’Oceano Atlantico del Sud, e il suo sguardo divenne triste.
«Principe, deve fuggire!»
Continuava a risuonargli in testa. Era la voce di uno dei suoi sudditi, e si ricordava bene chi fosse: Shou. Più ci pensava, più si chiedeva che cosa gli fosse successo dopo il disastro. Organizzato da chi, poi?
Si ricordava solamente che mancava solo Serena, la sua guardiana.
«Sei stata eletta guardiana del principe Sora. Proteggilo, in caso fosse in pericolo, lui può contare su di te».
«Sono contento che tu sia la mia guardiana! Lo sai, quasi mi aspettavo una cosa del genere».
«Io no. Non voglio essere una semplice guardiana».
Una lacrima scese dall’occhio destro, andando a finire proprio sopra alla perla. Fortunatamente, non la stava indossando, quindi non si trasformò in tritone.
Tenendo appunto in mano il ciondolo, lo portò al petto, stringendolo nella mano sinistra e cercando di trattenersi dal piangere.
«Serena… dov’eri quel giorno? E ora dove sei?».
 
«Che cosa? Quindi anche lui è un principe?!» domandò Yuya, rivolto a Kotori e Rin.
Ne stavano discutendo da poco prima, ma stavano parlando soprattutto sul fatto di non stare troppo tempo con Yuzu: proprio perché era una ragazza umana – e su questo gli avevano fatto anche una bella predica.
«Sì, ed è molto preoccupato per te!» esclamò Kotori, alzando una pinna in alto e puntandolo, «L’ha detto anche lui che se continui così finirai per trasformarti in schiuma di mare!».
«Ancora con questo discorso? Guardate che ho capito…».
«Yuya, devi accettarlo» si intromise Shingo, «Sei un principe, e come tale devi aver appreso tutte le tue responsabilità, anche qui nel mondo degli umani».
«Oh, per favore, non ti ci mettere anche tu!».
«Sono uno dei sudditi del principe dalla perla gialla» Sawatari fece una pausa, sospirò e scrollò le spalle, «Anche lui è un po’ come te, sai?».
Yuya inarcò un sopracciglio, «Quindi io sarei un irresponsabile?».
«Sì, lo sei» risposero tutti e tre in coro, ridacchiando vedendo la reazione del principe, che non era altri che un’espressione imbronciata.
Si sentì suonare il campanello e Shingo, accortosi di ciò, andò davanti alla porta d’ingresso dell’hotel, aprendola e notando davanti a sé proprio Sora, che gli sorrise.
«Salve» s’inchinò il ragazzino, «So che Yuya e sua sorella gemella Rin vivono qui, ho indovinato?».
Shingo si soffermò sulle parole “sorella gemella”, ma dopo qualche secondo si riprese, ricambiando il suo sorriso e indicando i due interessati, «Sì, sono lì, se li cerchi».
Inutile dire che il principe dalla perla blu si mise immediatamente a correre verso Yuya, che lo accolse con una reazione un po’ stranita, dato che Sora gli prese le mani e le strinse nemmeno fosse una proposta di fidanzamento o matrimonio.
«Ti prego Yuya, posso vivere qui?!» chiese, procurandosi le reazioni sconvolte di Yuya e di Rin, che in quel momento aveva in braccio Kotori. Sora notò la foca verde in braccio a lei e, si ricordò anche di quel momento in cui pensava fosse un semplice pupazzo.
«Oh, ma è la foca dell’altra volta!» disse, avvicinandosi a lei, «Allora è vera, è davvero incredibile…» e le toccò il naso, mossa che fece starnutire l’animale.
«M-ma che ti salta in testa?! Non farlo mai più!» esclamò Kotori, sbuffando.
«Sai anche parlare, sono sempre più stupito…!».
«Allora, Sora, perché mi hai chiesto se puoi vivere qui?» domandò Yuya, incrociando le braccia al petto, «E poi devi chiederlo a Shingo, non a noi».
«Shingo?».
«Mi avete chiamato?!» Shingo apparve nuovamente davanti a loro, inchinandosi e sorridendo, «Sawatari Shingo, proprietario e responsabile dell’hotel Perla Gialla!» interruppe la presentazione, rimettendosi dritto e indicando i due possedenti della perla verde e la foca, «E come clienti ho solo loro tre».
«Hai contato anche la foca?» chiese Sora, voltandosi verso di lei.
«Oh, insomma, il mio nome è Kotori!» esclamò di nuovo, «E poi non ti ricordi che proprio ieri ero a fianco a te, quando guardavamo Yuya e Yuzu?».
“Mi stavano guardando?” pensò il principe dalla perla verde, con un’espressione sconvolta. Sora si ricordò, e batté leggermente un pugno sull’altra mano, «Ma certo, è vero! Mi dispiace, ho la memoria di un pesce rosso…» ridacchiò infine.
«Quindi, vorresti vivere qui?» domandò Shingo, «Ho molte stanze libere, tu scegli pure quella che ti aggrada» e subito dopo s’inchinò nuovamente, «Anche tu sei un principe, puoi avere anche il privilegio di scegliere una delle più belle».
«Davvero?!» gli occhi del ragazzino si illuminarono, «Ti prego, fammele vedere tutte!».
«Ai vostri ordini!».
E i due se ne andarono, lasciando soli i due ragazzi e la piccola foca, che li seguirono con lo sguardo, con un’espressione stranita.
 
Una sirena dalla coda color viola chiaro stava parlando con uno strano individuo; quella sirena aveva i capelli a caschetto color blu notte, mentre in volto le arrivavano dei ciuffi lilla, che però non impedivano di mostrare gli occhi color ambra.
Lo strano individuo invece aveva i capelli lunghi e bianchi, gli occhi verdi e vestito con una tuta nera che gli teneva scoperte le braccia.
«Il principe dalla perla rosa è uscito dal suo regno, seguendo la strada del delfino argentato» disse la sirena, abbassando leggermente lo sguardo.
L’individuo dai capelli bianchi ridacchiò dolcemente, successivamente fece un giro di trecentosessanta gradi, cambiando sguardo e diventando meno dolce di quanto ci si aspetti.
«Eccellente, Droite. È un vero piacere fare affari con te».
«Mh…».
Droite – così si chiamava la sirena – si stava pentendo di ciò che aveva fatto. Chissà cosa sarebbe successo al principe dalla perla rosa, dopo quel momento.
 
Dopo che gli alunni entrarono tutti in classe, entrò la professoressa insieme a un compagno nuovo: aveva i capelli viola, con dei ciuffi ribelli che si alzavano in alto, mentre più giù, aveva dei ciuffi rosa, che si vedevano anche un po’ nell’esterno della testa e, infine, degli occhi color ametista.
«Questo è il vostro nuovo compagno» cominciò l’insegnante, indicando il ragazzo a fianco a sé, «Si chiama Yuri Akimoto».
Il ragazzo, senza restare ad ascoltare i commenti dei compagni di classe, cercava di individuare qualcuno; e lo individuò: prese a fissare Yuzu con le sopracciglia incurvate e gli occhi assottigliati.
La ragazza dai capelli rosa non sapeva come reagire, prese a guardarlo abbastanza stranita. “Che ha da fissarmi in quel modo?” pensava.
 
Arrivata l’ora dell’intervallo, Yuri fece per alzarsi dalla sedia davanti al suo banco, intento a seguire Yuzu. Ma furono Sora e Yuya a bloccarlo, con un’espressione sorridente.
«Ciao, io sono Yuya! È un vero piacere conoscerti».
«E io sono Sora, piacere».
Yuri li evitò, uscendo fuori dalla classe definitivamente. I due rimasero con l’amaro in bocca, delusi. Chi era più deluso dei due però, era Sora.
«Che pizza, pensavo che potesse fare conoscenza con noi! Che razza di caratteraccio».
Yuya invece continuava a fissare la porta dell’aula, nonostante Yuri fosse uscito già da qualche secondo. Sora si voltò verso di lui, con uno sguardo perplesso.
«Ma perché stava seguendo Yuzu…?» mormorò tra sé e sé il principe dalla perla verde, correndo anche lui fuori dalla classe.
«Ehi, aspetta!» Sora si bloccò, decidendo quindi di non seguirlo.
 
Sul tetto c’erano Yuzu e Yuri che si guardavano negli occhi. La ragazza lo guardava perplessa, mentre lui continuava a fissarla in malo modo, come aveva fatto in classe.
«Non capisco perché hai questo atteggiamento con me, ci conosciamo a malapena» disse lei, quasi titubante.
Lui, velocemente, le rispose: «Ti conosco meglio di quanto tu pensi, non ci credo che non ti ricordi di me».
Yuzu spalancò leggermente gli occhi, stupita, «Cosa? Ma di che stai parlando? Non ti ho mai visto né sentito in vita mia».
Yuri emise un leggero ruggito, sbottonandole i primi due bottoni della camicia della divisa e mettendo in mostra il suo ciondolo con conchiglia rosa. «E questo, da dove l’hai preso?» domandò, «Su, rispondi!».
«N-non ti agitare così!» esclamò lei, «E poi come ti sei permesso a…?!».
«Voglio sapere da dove hai preso quel ciondolo».
Yuzu abbassò lo sguardo, «Ce l’ho da quando sono nata, me l’ha detto mio padre…» e spostò lo sguardo a destra e a sinistra, tenendosi in mano il ciondolo che aveva al collo.
Il ragazzo rise sarcasticamente, «Ti aspetti che ci creda?».
Non appena Yuya arrivò, la ragazza si mise dietro di lui, cercando di proteggersi. Il principe dalla perla verde guardò la scena un po’ confuso, ma vedendo lei che cercava di difendersi e Yuri che la guardava male, capiva che stava succedendo qualcosa di sospetto tra i due.
In più, durante quell’osservazione, notò il ciondolo di Yuzu, stranamente in vista. Non appena la campanella suonò, tutti e tre tornarono in classe, ma il ragazzo dai capelli viola e rosa era distante dai due, per la precisione, più avanti.
Yuzu approfittò della sua lontananza per riabbottonarsi meglio la camicia, sperando che Yuya non si accorgesse di nulla, ma purtroppo era tutto il contrario: il principe aveva già notato la collana di Yuzu, e si stava facendo mille domande su ciò, come ad esempio: “Perché un’umana come lei ha quel genere di ciondolo?” o anche “Perché Yuri la sta seguendo in questo modo?”.
 
Arrivati a “casa”, Shingo aveva avuto la bella idea di costruire un qualcosa per l’hotel, per abbellirlo. Così mandò Sora a prendere alcune cose, al mare.
«Bah, prendere le conchiglie appena in riva al mare…» mormorò tra sé e sé, con la sua forma da tritone – stranamente con i capelli sciolti, «Non mi andava di dirlo, ma Shingo è veramente stupido…».
Mentre sospirava e cercava disperatamente delle conchiglie adatte, notò un’ombra strana che lo osservava da lontano. Si voltò verso quell’ombra, che apparentemente si stava avvicinando a lui. E fu così, infatti.
L’ombra si rivelò essere Yuri, nella sua forma da tritone, che prese Sora e lo strinse a sé violentemente.
«Principe tritone dalla perla blu…» mormorava, «Non mi aspettavo di vedere proprio te, ma ora che sei qui, puoi direttamente dirmi dov’è la mia… ex guardia».
«La tua guardia?» domandò il principe dalla perla blu, quasi soffocando, «I-io… non so di cosa parli…!».
Proprio nello stesso momento, più lontano, la collana di Yuzu cominciò a illuminarsi. Fermò il suo cammino verso casa e, cercando in corsa la spiaggia più vicina, si tuffò in acqua, acquistando la sua forma di sirena, un po’ come quella di Rin, ma con le corazze negli avambracci rosa.
Nuotò più velocemente, cercando l’obiettivo, ma vide solo una luce verde. Continuò a nuotare e, notò che quella luce verde la emanava proprio Yuya.
«M-ma cosa…?!» si lasciò esclamare.
Il principe si voltò verso di lei, «Yuzu!» la richiamò, pensando “sapevo che questo momento sarebbe arrivato”. «C’è qualcuno in pericolo, e credo di sapere chi. Seguimi!» esclamò, prendendole la mano e nuotando in fretta, portandola con sé.
Poco dopo, Yuri si accorse delle due luci rosa e verde e sorrise. «Ma guarda un po’…» mormorò, mentre intrappolava Sora tra le alghe, «Tu non muoverti di qui, hai capito?».
«Pff, e chi si muove?» sbuffò il principe dalla perla blu, incrociando le braccia al petto.
«Ma quello è Yuri!» esclamarono in coro Yuzu e Yuya, spalancando leggermente gli occhi.
«Sapevo che avrei ritrovato la mia guardia Yuzu, ma non immaginavo insieme al principe tritone dalla perla verde, è stata una gran bella sorpresa».
Yuya inarcò un sopracciglio, «Ah, sì? Vuoi sapere che sorpresa ti aspetta adesso, allora?» domandò retoricamente. Subito dopo protese un braccio in alto, «Voce di perla verde!» esclamò, trasformandosi e formando il Live Stage intorno a lui. «Presto Yuzu, trasformati anche tu!».
La sirena annuì, protendendo un braccio in alto, «Voce di perla rosa!» e subito dopo, si trasformò, posizionandosi a fianco a Yuya.
«E ora magia della vo—» il principe fu bloccato da Yuri, che lo prese per i fianchi con un’alga, ridendo. «Non ti lascerò cantare così facilmente».
«Y-yuya!» urlò Yuzu, preoccupata. Inizialmente abbassò lo sguardo, ma facendosi coraggio, strinse in mano il microfono e lo rialzò, «Magia della voce pichi pichi!» esclamò, e cominciò a cantare.
«Nanairo no… kaze ni fukarete… tooi, miseki wo mezashiteta… yoake mae, kikoeta merodii, sore wa, totemo, nazukashii uta…! Higashi no, sora eto…».
Yuri emise appena un ruggito, provando dolore alle orecchie, cercando comunque di concentrarsi al non ascoltarla. Yuya approfittò del suo momento di debolezza per liberare Sora e tornare al Live Stage con Yuzu, mettendosi a cantare in coro con lei.
«Ti ringrazio, Yuya!» esclamò il principe dalla perla blu, che si voltò verso Yuri e gli fece una boccaccia ridacchiando. «Voce di perla blu!» disse e, non appena si trasformò, si mise a cantare in coro con i due.
In tre, riuscirono effettivamente a far provare molto più dolore al tritone che, non appena riaprì gli occhi, non lo provò più, sentendosi purificato dalla loro canzone.
«M-ma che succede…» mormorò, non ricordandosi nulla di ciò che era successo poco prima che lui intrappolasse o Sora o Yuya.
I tre smisero di cantare, notando che Yuri era finalmente tornato alla normalità. Anche se, Yuzu non si ricordava nemmeno chi era quest’ultimo.
 
Dopo quell’evento, i ragazzi portarono Yuri in hotel con loro e cominciando a parlare dell’avvenimento. L’unica che in realtà non stava capendo, naturalmente, era Yuzu.
«Quindi dopo il delfino argentato che ti ha perseguitato, non ti ricordi altro?» domandò Rin.
«Purtroppo no.» rispose il ragazzo, «Ma a dire la verità, dopo tutto questo, sono contento di rivedere Yuzu dopo tanto».
«Ma quindi… tu sei un principe? Voglio dire, il principe dalla perla rosa?» chiese Yuya, guardando il suo ciondolo.
«Sì, solo che non capisco perché Yuzu non si ricordi di me…». Il principe dalla perla rosa si mise a guardare la sua guardia Yuzu, che continuava a fissarlo con espressione perplessa, «Chissà cosa sarà successo dopo che è fuggita dal castello».
«Fuggita… dal castello?». Sora sperava solamente che Yuzu non si fosse aggirata dalle parti del suo oceano, dove il castello era completamente distrutto e alcune macerie si spostavano.
La ragazza dai capelli rosa, intanto, stava pensando a cosa raccontare, perché non sapeva bene come spiegare ciò che si ricordava. «Io…» balbettò, «Mi ricordo solo di essere una sirena, e me lo sono ricordata alla vista del ciondolo… e quando si è bagnato».
«Però non capisco… chissà come avrai perso la memoria…» mormorò Yuri, con sguardo riflessivo.
Yuya continuò a guardare Yuzu, che fissava perplessa il suo ciondolo rosa. “Rin ha detto niente umane, e lei non lo è…” pensò, mentre la guardava. Scosse leggermente la testa, pensando che fosse troppo presto: voleva almeno aspettare a quando la sua memoria fosse totalmente ripristinata.
   
 
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