Libri > American Gods
Ricorda la storia  |      
Autore: Lily Liddell    19/06/2017    1 recensioni
Un incontro di lavoro andato male mette Media di cattivo umore.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quel dannatissimo motel di Wichita era veramente lurido; era stata per sei ore all’interno di una delle stanze, ad aspettare di essere raggiunta da un possibile socio in affari, e quel bastardo aveva osato darle buca.
Lenzuola economiche, rumori molesti e bassa ricezione – una serata d’inferno. Per di più, da quella mattina aveva “Somwhere Over the Rainbow” in testa e non c’era stato modo di liberarsene, la voce di Judy Garland risuonava a loop nelle sue orecchie, mentre le immagini del film si ripetevano come frame fotografici nella sua memoria.
Erano quasi le tre del mattino quando decise che poteva bastare, Mr. World se ne sarebbe fatto una ragione, lei all’appuntamento c’era andata e aveva anche aspettato – santo cielo, aveva anche provato a chiamarlo quel bastardo, ma per trovare una maledettissima tacca di campo era dovuta salire sul tetto del motel e comunque la linea era talmente disturbata che per quasi un minuto non si era nemmeno accorta di star parlando con la segreteria telefonica.
Lasciò il motel avvolta nel suo tailleur verde menta, con ai piedi un paio di scarpe dal tacco dodici – la stavano uccidendo, ma valevano ogni centesimo speso – e si diresse verso la fermata dei pullman.
Un odore penetrante di legna bruciata le invase le narici, rimpiazzando la puzza del deodorante da interni che appestava la stanza del motel.
Con le membra leggermente intorpidite e stanche, Media si fermò alla fermata degli autobus rigorosamente deserta e si sedette sulla panchina, in attesa.
Riprese a fischiettare “Somwhere Over the Rainbow”, guardandosi intorno e chiedendosi quanto ancora avrebbe dovuto aspettare. Tirò fuori lo smartphone dalla borsetta e controllò se avesse ricevuto nuovi messaggi, ma non ce ne erano.
Sbloccò lo schermo, andò fra gli ultimi messaggi inviati e rilesse quello che aveva mandato al Ragazzo Tecnologico, dieci minuti prima:
 
🖂 ᴛᴇxᴛ ᴛᴏ: Technical Boy
› Mi serve un passaggio, ti invio la mia posizione.
➤ Google Maps attachment 📍
                                 2:51 ✓✓
 
Ormai doveva essere lì, gli aveva già detto che sarebbe dovuto venirla a prendere probabilmente.
Pochi minuti più tardi, vide i fari di una macchina in avvicinamento; la macchina si rivelò essere una limousine e si fermò alla fermata del pullman, come se niente fosse.
Alzandosi, Media si assicurò di non avere la gonna sgualcita e attese che qualcuno venisse ad aprirle la porta. S’indispettì quando non si presentò nessuno e dovette allungare una mano guantata di bianco verso la maniglia della portiera.
Quando entrò, il suo viso vibrò, come un glitch – un attimo prima i suoi lineamenti erano normali, quello dopo erano mutati e adesso era diventata Judy Garland, con i capelli legati in due codini infantili, e un vestito in stile anni ’40.
I sedili posteriori della limousine erano molto più spaziosi di quanto si potesse immaginare, una luce dal tettuccio illuminava tutto l’ambiente, dando l’impressione di trovarsi nel privé di un night club.
Media si guardò intorno con occhi spalancati, come se non fosse già stata centinaia di volte in quella limousine – il Ragazzo Tecnologico era seduto di fronte a lei, con le ginocchia divaricate, e un cappellino da baseball troppo largo sistemato al contrario. La fissava con fare annoiato, stufo del suo modo di fare.
«Toto, ho l'impressione che non siamo più nel Kansas.» la voce impostata e sottile, uscì quasi come un sussurro dalle sue labbra.
Con uno sbuffo, il Ragazzo Tecnologico diede un tiro dalla sua pipa ad acqua, e poi colpì con un pugno il separé della limousine, che partì immediatamente.

✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽

Era mattino ormai quando un’altra limousine si fermò davanti ad un alto grattacielo; aveva preso un aereo ed era finalmente tornata a Washington, dove sperava ci sarebbe rimasta a lungo. Ancora non aveva sentito Mr. World, gli aveva inviato un’email dall’aeroporto ma lui non aveva risposto.
Sicuramente non l’aveva presa bene, non aveva nessuna voglia di sentirlo vaneggiare, al momento.
Nel suo tailleur verde menta – indossato decisamente da troppe ore – Media attraversò la strada ed entrò nell’atrio del grattacielo. Era illuminato con grandi lampadari nonostante fosse pieno giorno, grazie al cielo portava un grosso paio di occhiali da sole che servivano anche a coprire le occhiaie dovute alla notte passata insonne: maledetto jet lag.
Il portiere la salutò cordialmente e lei ricambiò il saluto sollevando la mano guantata, notò le dita annerite dalla polvere – odiava il Kansas.
S’infilò nel primo ascensore vuoto e inspirò profondamente, lasciando che i polmoni si riempissero d’aria. Che fallimento totale che aveva incassato. Non voleva nemmeno guardarsi in faccia.
Un attimo, il tempo di un click ed era di nuovo una giovane Judy Garland, con un fiocchetto celeste appuntato fra i capelli. Le porte dell’ascensore si aprirono e lei uscì sul pianerottolo, dirigendosi verso la porta del suo appartamento.
Infilò le chiavi nella serratura, entrò e chiuse la porta alle spalle. Profumo di pulito, il rumore di un’aspirapolvere roomba che stava pulendo tutta la casa senza che lei dovesse muovere un dito.
Prese il telefono, controllò le email senza nemmeno togliersi le scarpe: Mr. World non aveva ancora risposto.
Selezionò un’app dalla home e poi pigiò sull’icona della televisione. Dal salotto la voce di una giornalista cominciò a raccontare le notizie dell’ultima ora.
Media chiuse gli occhi e sospirò con un sorriso, poggiando il telefono su di un mobiletto all’ingresso. «Nessun posto è bello come casa mia.»
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > American Gods / Vai alla pagina dell'autore: Lily Liddell