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Autore: Nuel    19/06/2017    3 recensioni
Hogwarts apre le porte per la terza volta per Albus Potter. Quest'anno anche sua sorella minore Lily inizia a frequentare la più famosa scuola di magia e stregoneria del mondo, e mentre James stringe nuove amicizie, la vita familiare dei Potter potrebbe venire sconvolta.
Ogni pezzo è sulla scacchiera, sta ad Albus decidere se giocare quella che forse non è solo una semplice partita.
♦ Serie Imago Mundi, III
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Imago Mundi ϟ'
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La fuga
 

Scalawag aveva consegnato tre messaggi per conto di Ausia, poi la corrispondenza tra lei e il professor Sylla si era interrotta e le giornate si erano susseguite tutte uguali tra lezioni e compiti. Faceva sempre più caldo. Albus aspettava ancora di sapere di quale losca faccenda fosse diventato complice, ma Ausia si teneva alla larga da lui e da James e Lily teneva la bocca insolitamente cucita. “Al momento giusto saprete tutto”, aveva detto giorni prima a lui e James, con espressione seria. Da quando era diventata amica di Ausia, Lily si era integrata molto meglio tra i Serpeverde, ma non era solo quello: sembrava che all’improvviso tutto quello che loro madre aveva inutilmente cercato di insegnarle sulle buone maniere le fosse entrato in testa.
     In realtà, Albus non aveva idea di “quando” o “come” o “perché” Lily fosse diventata amica della Flint, e gli mancava anche la sua sorellina chiassosa e spontanea, ma sospettava che quel cambiamento sarebbe giovato a Lily più della sua nostalgia.
     Un mattino Lucy disse: «Ho sentito dire che la commissione d’esame di quest’anno è particolarmente severa», e Dominique smise istantaneamente di mangiare.
     Albus alzò lo sguardo sulle cugine, mentre sentiva un ragazzo del quinto anno singhiozzare “Non posso farcela”, solo a qualche posto dal suo. La settimana degli esami era arrivata, le lezioni erano praticamente finite e c’era chi contava già i giorni per tornare a casa.
     «Andrà tutto bene», disse James a Lucy e la cugina lo guardò con volto cereo.
     «Voglio proprio vedere se l’anno prossimo sarai così rilassato!», sbottò la ragazza, alzandosi da tavola e andando via. James si strinse nelle spalle e scambiò uno sguardo con Albus. «Se divento così isterico, uccidimi», bisbigliò al fratello.
     «Non c’è pericolo che tu ti preoccupi tanto per la scuola», gli rispose Albus, a metà tra la presa in giro e l’incoraggiamento. Albus, però, era sicuro che James non si sarebbe mai dannato per gli esami: voleva giocare a Quidditch, non diventare un Guaritore o un Alchimista.
     Durante quella settimana, però, si imbatté in molte scene che non avrebbe mai creduto di vedere. Forse gli anni precedenti non ci aveva fatto caso o forse la commissione d'esame di quell’anno era davvero più severa.
     Quando andò ad incoraggiare Dominique, prima dell’ultima prova orale, incontrò Ausia assieme ad alcune sue compagne di classe. La maggior parte dei Serpeverde sembrava rilassata e sicura, ma era certo che si trattasse solo di una facciata. Non era così per la Flint, però: sembrava che ad Ausia non importasse affatto degli esami. I suoi voti erano stati altalenanti per buona parte dell’anno, la sua media non era buona come era stata in passato, eppure non le importava.
     Mentre Albus la superava, gli occhi azzurri di Ausia si spostarono rapidamente, incontrando i suo, il contatto durò un istante e in quell’istante Albus trattenne il fiato. Non sapeva di cosa si trattasse, ma fu certo che stesse per accadere qualcosa.
     La sensazione non lo lasciò nemmeno quando salì sul treno per tornare a casa.
     L’anno scolastico era finito, gli esami, per quanto fossero stati difficili, erano passati, e quasi tutti gli studenti, una volta saliti sul treno, non ci pensarono più. Persino Lucy aveva ritrovato il buon umore. Lungo il corridoio del treno c’erano primini che correvano e studenti dell’ultimo anno che si abbracciavano, promettendosi di rimanere in contatto. Senza le divise addosso non sembrava avere più importanza a quale casa appartenessero. Anche le loro divise erano nei bauli, ormai. Si erano cambiati a turno, liberandosi di mantelli e cravatte, aiutandosi a vicenda a rimettere poi i bagagli nelle bagagliere.
     «Io vado a cercare Dominique», disse Lily quando mancava poco all’arrivo del treno a Londra. Era stata tranquilla per tutta la durata del viaggio, accarezzando Erintja e ascoltando le chiacchiere di Rose e Martin.
     «Tra poco arriviamo, non puoi cercarla dopo?», chiese James.
     «No», Lily scosse la testa. «Devo dirle una cosa. Ci pensi tu al mio baule?». James fece una smorfia e Lily sorrise. «Grazie, fratellone», esclamò prima di uscire saltellando.
     «Ehi!», si lamentò James, «Io non ho detto di sì!», protestò il maggiore dei fratelli Potter e fu allora che la sensazione che Albus aveva provato incontrando Ausia tornò. Martin e Rose risero ed Erintja socchiuse gli occhi, sorniona.
     Il treno arrivò all’imbrunire, ma il binario 9 ¾ era illuminato dai vecchi lampioni, il fumo della locomotiva si sollevava e si disperdeva in una nebbia sottile che nascondeva la volta della stazione, ma rifletteva la luce artificiale come uno specchio opaco. Nello scompartimento, Albus e James cominciarono a tirare giù i bauli dai portabagagli e Martin chiuse Erintja nella cesta; nel corridoio il vociare degli studenti era aumentato. «Vado a cercare Hugo», disse Rose, uscendo prima che tutti i passeggeri si riversassero fuori dagli scompartimenti.
     Prima di uscire, Albus diede un ultimo sguardo alla pergamena che teneva in tasca e si sorprese nel vedere che un secondo pedone fosse diventato completamente rosso. Per qualche momento lo fissò rimpiangendo di non avere Scalawag con sé: voleva provare a muoverlo e vedere come si sarebbe spostato l’altro pedone rosso. Il treno però si fermò.
     «Al’, ti muovi?», lo chiamò James e lui si affrettò a rimettere il foglio in tasca. Le porte si aprirono e gli studenti cominciarono a scendere, stanchi ma felici, mentre i genitori li cercavano tra la consueta folla che riempiva la banchina ogni 30 Giugno come ogni Primo settembre.
     «Lì c’è zio Ron», disse James, individuando la testa rossa del padre di Rose e Hugo al di sopra dell’altezza media degli altri. «Andiamo».
     Avevano quasi raggiunto i Weasley quando loro padre li intercettò. «Dov’è Lily?», chiese Harry Potter, abbracciando i figli.
     «Con Dominique», gli rispose Albus, mentre si guardava attorno cercando di individuare la sorella, quando la voce di Dominique giunse alle loro spalle.
     «Zio Harry!», trillò la ragazza, «Che bello vederti!».
     Harry le sorrise. «Già… Lily è con te?», chiese il Capo Auror, salutando la nipote con un abbraccio.
     «No, non la vedo da stamattina», disse la ragazza.
     «Come?», chiese l’uomo, guardando i figli.
     «Aveva detto che veniva da te», rispose James. Albus avvertì l’ansia traboccare dal suo tono. Le prime famiglie ricongiunte si stavano allontanando e diventava più facile guardarsi intorno. Vide  Scorpius e Lotus raggiungere i loro padri, c’era anche la madre di Scorpius con loro, e la sorella di lei. Albus la guardò: l’aveva incontrata una volta, al compleanno di Scorpius. Se ricordava bene, il suo nome era Daphne, e Ausia le somigliava tantissimo. Anche Augustus aveva preso dalla madre, anche se aveva i capelli scuri del padre. L’uomo aveva un’espressione arcigna e si guardava intorno come stava facendo lui.
     «Eccola, è lì!», indicò James. Lily stava andando verso l’uscita assieme a una ragazza alta, dai capelli dorati, che sembrava in tutto e per tutto Dominique.
     «Restate qui!», ordinò loro padre, scattando verso la figlia. James e Albus gli corsero subito dietro.
     C’era ancora troppa gente per correre senza rischiare di travolgere qualcuno, ma quando riconoscevano Harry Potter e si accorgevano che teneva in mano la bacchetta, maghi e streghe si spostavano, lasciandolo passare. Probabilmente, pensò Albus, anche quella volta sarebbero finiti sui giornali, ma non gli importava perché Lily stava per passare nella parte babbana di King’s Cross tenendo per mano la sconosciuta.
     Attraversò il muro dietro a James e a loro padre, trovandosi nella stazione ancora più affollata.
     «Lily!», gridò loro padre, guardando freneticamente in ogni direzione. La gente li guardava, ma lui e James avevano tolto i mantelli sul treno e loro padre portava abiti babbani, anche se teneva in mano un bastoncino abbastanza bizzarro da ricordare una bacchetta magica.
     «È lì, papà!», la individuò di nuovo James, mettendosi a correre prima ancora del padre.
     Lily stava raggiungendo una delle uscite della stazione. Oltre quella soglia c’era tutta Londra. Loro padre la chiamò di nuovo e Lily si voltò. Anche l’altra ragazza si voltò. Indossava la cravatta di Grifondoro e somigliava davvero tanto a Dominique, ma i suoi occhi… «Ausia!», chiamò Albus.
     Ausia Flint sorrise e lasciò la mano di Lily. Si tolse la cravatta rosso-oro dal collo e la diede alla ragazza, dicendole qualcosa. Lily annuì, poi Ausia fece un cenno di saluto verso Albus e riprese a camminare verso la porta, il professor Sylla era lì. Albus non l’aveva quasi riconosciuto vestito come un eccentrico babbano. Uscirono dalla stazione nel momento in cui le braccia di Lily si chiusero intorno a loro padre.
     «Lasciala andare!», esclamò la più giovane di casa Potter. Lily aveva gli occhi umidi e loro padre mise un ginocchio a terra, guardandola senza capire. «Ausia non vuole più tornare a casa. È maggiorenne e non vuole sposare qualcuno scelto da suo padre». Tirò su col naso. «Tu non mi farai sposare con qualcuno che non voglio, vero, papà?».
     Harry Potter la strinse tra le braccia. «Certo che no!», le disse, baciandole la fronte.
     La Gazzetta del Profeta avrebbe riportato la notizia che Ausia Flint era scappata sotto il naso di Harry Potter e dei suoi genitori, probabilmente, ma Albus era sicuro che, per una volta, suo padre non ne sarebbe stato infastidito.
     Forse Lily sapeva qualcosa di più, forse sapeva dove il professor Sylla avrebbe portato Ausia, ma non lo disse. Albus guardò James, la sua espressione scura e preoccupata, e non seppe come interpretarla.
     «Andiamo a recuperare i bauli», disse loro padre, alzandosi in piedi e tenendo per mano Lily. «Di chi è quella cravatta?».
     Lily teneva ancora in mano la cravatta di Grifondoro che Ausia aveva tenuto al collo per completare il suo travestimento da Dominique Weasley. «Di Rose. L’ho nascosta in tasca quando ci siamo cambiate prima». Albus sbuffò al suo tono candido, trattenendo una risata e loro padre guardò in alto, respirando a fondo, prima di sgridarla. «L’ho solo presa in prestito», aggiunse lei e il padre la strinse un po’ più forte.
     I signori Flint erano ancora sul binario. La madre di Ausia sembrava preoccupata, il padre arrabbiato. Il signor Malfoy era ancora con loro e lui e loro padre si scambiarono uno sguardo.
     «Andate avanti, io devo parlare coi signori Flint», disse loro padre e Lily fu rapida a correre avanti, verso i bauli rimasti a terra, sulla pensilina. James la seguì esitante.
     «Cosa dirai?», chiese Albus.
     Harry Potter gli sorrise a forza. Aveva gli occhi cerchiati, Albus sapeva che non era felice ma che non voleva che loro si preoccupassero. «Che di sicuro avrà preso il massimo dei voti in Trasfigurazione», rispose suo padre e gli fece cenno di andare avanti.
     Albus ubbidì, scoccando un altro sguardo al gruppo di adulti a cui si stava avvicinando suo padre. Era sicuro che Ausia fosse ormai molto lontana da lì.
 
___________________
 

Eccoci arrivati alla fine del terzo anno di Albus.
Con questo capitolo finisce "La scacchiera incostante" ma, come avrete capito, la partita tra Albus e Carabà è lungi dal finire e la ritroveremo prossimamente, nella nuova avventura di Albus Potter a Hogwarts.
Vi ringrazio tutti per aver letto anche se avrei preferito conoscere il vostro parere sulla storia che ho scritto. A tal proposito devo ringraziare più di chiunque altro uwetta che non ha tralasciato di commentare nemmeno un capitolo. Grazie anche a Ladyriddle, che nonostante gli impegni e i problemi di questi mesi mi ha sempre incitata ad andare avanti con questa storia e sta già chiedendo "quando" arriverà il seguito.
A questa domanda non posso rispondere adesso: ho una 'lista' di storie che aspettano. In ogni caso potete seguirmi su FB per non perdervi i miei prossimi aggiornamenti e sapere sempre cosa sto scrivendo!
Vi aspetto! ^^
   
 
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