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Autore: always_sheo46    20/06/2017    1 recensioni
Dal testo:
"Quando sarebbe giunta la vecchiaia si sarebbe seduto su una sedia a dondolo in veranda e avrebbe fantasticato, immaginato come sarebbe stata la sua vita se fosse veramente scappato, se l'avesse cercata in tutti gli angoli del globo, che aspetto avrebbero avuto i loro figli. Sarebbero stati pochi attimi, ma carichi di felicità e allo stesso tempo pieni di rimpianto."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Giselle, Morgan Philip, Nancy Tremaine, Robert Philip
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un sorriso forzato era apparso sul volto dell'uomo alla vista della donna in abito bianco, percorreva lentamente la navata della chiesa scelta mesi prima come adatta per il loro matrimonio “fiabesco”. Gli era apparso sempre più stupido il tema della festa, man mano che passava il tempo. Perché proprio le fiabe? Se lo chiedeva spesso. Avrebbe tanto voluto mandare tutto a monte, prendere fra le braccia Morgan e scappare, ma non poteva aveva delle responsabilità come uomo e come padre di un futuro bambino. Pochi mesi e sarebbe diventato padre per la seconda volta, eppure era terribilmente triste, a differenza di quando era venuto a sapere di Morgan, si era chiuso in un silenzio per ore, giorni, aveva visto la sua felicità andare in frantumi. L'amore della sua vita se n'era andata, aveva fatto una piccola valigia con i pochi abiti comprati assieme a New York ed era sparita, non voleva rovinare una famiglia. Non l'aveva più rivista. Aveva convissuto per mesi con una donna che non amava fingendo di essere felice, innamorato e pronto per la nuova vita genitoriale. I suoi genitori l'avevano incoraggiato a mettere un anello al dito della ragazza, di sua iniziativa non l'avrebbe mai fatto, ma aveva accontentato sua madre così desiderosa di vedere il figlio sistemato, si era inginocchiato il Natale precedente fra lo sguardo inorridito di sua figlia e quello estasiato dei parenti, interessati più agli interessi che alla sua felicità, dopotutto era un buon partito quella ragazza: erano perfetti per stare insieme. Peccato che lui non era della loro stessa opinione, aveva riscoperto cos'era l'amore attraverso la vitalità di Giselle e se n'era dovuto privare troppo presto.

Il vestito lasciava intravedere la pancia impossibile da nascondere, la fissò per un tempo indeterminato così da non incrociare gli occhi di Nancy, non riusciva a reggere il suo sguardo, si sentiva tremendamente incolpa con se stesso. Alzò gli occhi giusto il tempo per vedere sua mamma sorridergli orgogliosa . Seguì distrattamente la cerimonia, non riusciva a concentrarsi, il suo pensiero era costantemente rivolto ad un'altra donna, colei che aveva rubato il suo cuore, forse con il tempo il peso che sentiva sul petto sarebbe scomparso, la monotonia avrebbe preso il sopravvento e non avrebbe più pensato ad altro che al lavoro e ai figli, sarebbero diventati una di quelle coppie con cui lavorava, costantemente tristi e in lite per le minime cose.
<< Lo voglio >>. Incrociò lo sguardo della moglie e sorrise tristemente. Il matrimonio doveva essere il giorno più felice della sua vita, doveva essere un giorno da ricordare negli anni, da raccontare ai nipotini, ma non gli sembrava così.
Pronunciò la formula e sentì le lacrime scendere dagli occhi, mascherò il tutto come emozione, ma non piangeva di felicità quanto per il contrario, chiunque lo poteva benissimo capire.
Si incamminarono verso l'uscita della chiesa dove amici e parenti avrebbero lanciato il riso come da tradizione e si rese veramente conto dell'errore che aveva commesso. Era diventato un uomo infelice per ottenere l'approvazione della famiglia, per vedere suo padre orgoglioso di lui. Aveva messo la famiglia prima di lui come un adulto doveva fare, ma se ne pentì. “Scusami” sussurrò al vento sperando che lei dall'altra parte del mondo potesse sentirlo. Poteva dimenticare, sforzarsi negli anni per fare sbiadire il ricordo del suo volto, poteva, ma non voleva farlo. Quando sarebbe giunta la vecchiaia si sarebbe seduto su una sedia a dondolo in veranda e avrebbe fantasticato, immaginato come sarebbe stata la sua vita se fosse veramente scappato, se l'avesse cercata in tutti gli angoli del globo, che aspetto avrebbero avuto i loro figli. Sarebbero stati pochi attimi, ma carichi di felicità e allo stesso tempo pieni di rimpianto.
Mentre veniva sommerso dai chicchi bianchi di riso la vide, nascosta dietro un albero di fronte alla chiesa, era lontana, ma riuscì a vedere le lacrime solcare il suo volto, avrebbe voluto raggiungerla, stringerla fra le sue braccia e sussurrarle dolcemente che sarebbe andato tutto bene, ma non poté. Si sforzò di sorridere al fotografo, un flash ed era già sparita, era rimasto solo un ricordo nella sua mente, l'ultimo, ma il più bello.

   
 
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