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Autore: Goten    12/06/2009    36 recensioni
Quando mio padre mi disse che avrei passato del tempo a casa Cullen, per tenere compagnia alla moglie del noto medico di Forks, quasi stentavo a crederci. Chi era così folle da voler passare del tempo con me? Sapevo di essere purtroppo un peso, anche se mi sforzavo in tutti i modi di rendermi autonoma, ma ero consapevole di non esserlo mai al cento per cento e questo mi feriva. Ma il pensiero più doloroso, era quello di legare le persone a me. Non era giusto che sacrificassero i loro interessi ed il loro tempo per badare ad una ragazza cieca.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Lo so, lo so, sono in mostruoso ritardo... ma credetemi, fra lavoro e cose familiari, ne ho avuto veramente poco di tempo e di voglia di scrivere... fortunatamente il periodo è finito! quindi cercherò di tornare a pieno regime! Non vi ringrazierò mai abbastanza per tutte le vostre mail che mi sono arrivate in questi giorni! Sono state tantissime! E soprattutto disperate perché avevate tutte paura che non tornasi più ^^ scusatemi ancora tanto! Mi saprò far perdonare ^__^
Per le notizie invece sul bell'inglesino che vive in Italia, bé, si chiama Christopher, in arte Chris, è fidanzato con _Albachiara_ in arte Dodò! Esatto, per chi avesse capito, i pinguini nella ficci erano loro due! ^__^ e penso proprio che se lo terrà ben stretto! Il ragazzo in questione, è dolce, suona il piano come Edward, è inglese ( il che non guasta! ) è mortalmente pallido, e veramente galante! Dona, tienitelo stretto!!!
Bene, adesso che ho fatto tutta la mia prefazione, vi lascio con il capitolo che in molte mi avete chiesto; Toccami raccontata da Bella. Un bacione! Ci vediamo alla prossima ficci! ^_^

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Quando mio padre mi disse che avrei passato del tempo a casa Cullen, per tenere compagnia alla moglie del noto medico di Forks, quasi stentavo a crederci. Chi era così folle da voler passare del tempo con me? Sapevo di essere purtroppo un peso, anche se mi sforzavo in tutti i modi di rendermi autonoma, ma ero consapevole di non esserlo mai al cento per cento e questo mi feriva. Ma il pensiero più doloroso, era quello di legare le persone a me. Non era giusto che sacrificassero i loro interessi ed il loro tempo per badare ad una ragazza cieca.

Quella mattina, era già la terza volta che mi recavo a casa del dottor Carlisle Cullen, sua moglie Esme era una donna dolcissima e molto bella. Mi aveva permesso di conoscere i suoi lineamenti tramite il tocco delle mie mani sul suo viso. Era fredda, ma non ci diedi importanza più del dovuto. Quello che mi aveva colpito era stato il sentire la sua pelle liscia, sembrava non avesse imperfezioni. Doveva essere veramente bella.

Ogni volta che entravo in quella casa, avvertivo dei profumi veramente singolari, ma c'è ne era uno speciale. Era un miscuglio di più profumi, non avrei saputo dire quali, so solo, che quando dimenticai la mia sciarpa in quella casa, il giorno dopo la trovai impregnata di quel profumo che mi stava facendo perdere letteralmente la testa. Era di una dolcezza e di una fragranza talmente intensa da colpirmi direttamente al cuore. Non avevo mai sentito niente di più buono.

Aspettavo con ansia i momenti da passare in quella casa, Esme mi aveva raccontato che lei e Carlisle avevano adottato cinque fra ragazzi e ragazze, a quelle parole, mi si scaldò il cuore. I signori Cullen erano davvero delle persone meravigliose.

Una mattina, sotto consiglio di Esme, provai a suonare al pianoforte qualche melodia, il suono angelico del piano era paradiso puro per le mie orecchie. Chiunque lo usasse in quella casa, doveva esserci particolarmente affezionato.

Fu questione di un momento, sentii la porta spalancarsi all'improvviso e il rumore che ne seguì potrei paragonarlo ad uno sparo. Le mie dita che stavano volteggiando su quei tasti in avorio si fermarono pietrificate.

‹‹ Stupida! ›› Qualcuno mi sibilò contro, avvertii solamente una presa solida sulle mie spalle, mi strattonò, facendomi cadere dallo sgabello. ‹‹ Maledetta... ›› Mi ringhiò contro.

Non riuscivo a muovermi, ero paralizzata dalla paura. Che stava succedendo? Chi era quel pazzo? Dov'era Esme? L'aria intorno a me era impregnata di quel profumo tanto buono, ma in quel momento non riuscii a collegare nulla, sentivo solo il mio cuore battere impazzito.

‹‹ Edward! No! ›› La voce di Esme giunse dal piano di sopra, veloce, la sentii scendere le scale ‹‹ Edward non toccarla! ›› Era decisa. Quando sentii Esme urlare contro di lui, realizzai di non essere sola, forse lei conosceva quel folle ragazzo chiamato Edward e forse avrebbe potuto calmarlo.

Sentii altre persone attorno a noi, tutte preoccupate per me, ma in quel momento, l'unica cosa che volevo era quella di scappare da li e di non tornare mai più. I singhiozzi e le lacrime presero ad uscire da me, senza che potessi fare nulla per impedirlo.

Passarono i giorni, il mio terrore verso quel ragazzo stava scemando poco a poco, il suo profumo era un ottimo aiuto contro quella paura che provavo ogni volta in sua presenza, ero riuscita a catalogare il suo odore, era un insolito misto fra miele, lillà e sole.

Scoprii con piacere che man mano la paura mi abbandonava, un altro sentimento stava prendendo piede dentro di me. I giorni che cominciai a trascorrere con Edward, divennero i più felici della mia vita.

‹‹ Edward, posso... guardarti? ›› Domandai in uno di quei giorni, insicura della sua risposta.

La sua voce era confusa. ‹‹ Cosa intendi... ››

Allungai entrambe le mani e con delicatezza passai le dita sul suo viso, i miei polpastrelli, stavano scivolando piano sul suo volto, passarono sulla fronte, sugli occhi, sul naso, sulle guance, sulle labbra. Li indugiai di più... passai sui lati del viso, intenta a volergli dare una dimensione, ed infine, arrivai ai suoi capelli.

‹‹ Wow... ›› Sussurrai piano, molto piano. ‹‹ Sei... bello. ›› Sicuramente ero completamente rossa.

Edward Cullen aveva la pelle fredda, liscia, perfetta. Da quello che sentii con le mie mani, quel ragazzo era veramente la perfezione in assoluto. Per un breve attimo maledii la mia sfortuna di non poterlo vedere.

Il terrore invece che provai al cospetto di quelle due creature che mi attaccarono nel bosco, fu maggiore della paura che avevo provato la prima volta con Edward. Il loro odore, sapeva di cattivo. I ringhi e i ruggiti che emettevano, suonavano come la mia condanna a morte. In quel momento, capii che anche Edward, come tutta la sua famiglia era come loro, ma al contempo non lo era.

Ma la sorpresa più grande, fu quando mi raggiunse a Phoenix, non mi aspettavo che arrivasse a tanto. Non credevo che sarebbe venuto fin li, pur di starmi vicino.

Le parole che mi disse quella notte, furono le pi belle che avessi mai udito. Il mio cuore batteva per lui, ormai ne ero più che consapevole. Sempre in quel momento, sentii le sue labbra sulle mie, sentivo di essere in paradiso, mille e mille emozioni si stavano aggrovigliando dentro di me.

Per la prima volta, mi resi conto che il cuore di Edward non batteva, era fermo, immobile... un leggero strato di brivido si depositò sulla mia pelle, che cosa era Edward Cullen? Umano non di certo, anche se il suo animo era il più nobile e dolce che avessi mai conosciuto. In fondo, scoprii che non mi interessava cosa fosse... per lui, i miei sentimenti non sarebbero mutati, nemmeno se fosse stato un alieno.

Quando Tanya arrivò a casa Cullen, avvertii un vago sentore di gelosia nei miei confronti, che aumentò con il passare del tempo. Ma il fatto che Edward mi stesse vicino, mi faceva sentire tranquilla, non riuscivo più a stare senza di lui, poi però successe che la verità mi venne presentata su un piatto freddo.

Le parole di Tanya mi colpirono profondamente, Edward era un vampiro?... Era uno scherzo?... Perché sentivo il silenzio assoluto vicino a me? Rose e Alice, che sapevo essere al mio fianco, perché non dicevano nulla? Perché? In quel momento, tutto ebbe un senso, la sua pelle fredda, il suo cuore immobile, i suoi ringhi e ruggiti... possibile che fosse vero? Possibile che tutti loro fossero veramente dei... vampiri?

Mi sentii indifesa, presa in giro e timorosa della mia sorte. Mi avrebbero uccisa? Avrebbero bevuto il mio sangue? L'aria sembrò mancarmi in quel piccolo lasso i tempo, eppure stavo respirando, i miei polmoni non avevano smesso di funzionare! Le gambe si fecero molli e un velo di sudore freddo si propagò per tutto il mio corpo.

Per un attimo, mi scollegai da tutto quello che mi stava accadendo attorno, il mio adorato Edward era un vampiro... questo era l'unico pensiero che vagava nella mia mente ora. Eppure, nonostante tutto, una briciola di razionalità resisteva ancora in me. Quante volte, Edward, avrebbe potuto farmi del male? Quanto volte avrebbe potuto uccidermi? Quante volte si era mostrato dolce e premuroso nei miei confronti? Da quanto tempo il mio cuore aveva preso a battere solo per lui?

Tutti i miei dubbi e paure, si sciolsero come neve al sole quando udii la sua voce, lui era tornato, era li, ed io ne ero immensamente felice.

Se c'era una cosa che amavo di Edward, era soprattutto il suo senso di possessione nei miei confronti, adoravo quando teneva gli altri lontani da me con il suo modo possessivo. Mi faceva sentire desiderata, speciale, protetta. Ma quando Tanya, quel giorno mi parlò di come Edward stesse rinunciando a tutto per me, mi sentii morire. Come avevo potuto non accorgermi del mio egoismo verso di lui? Come avevo potuto lasciare che Edward si allontanasse dagli altri.

Mi sentii veramente una persona orribile. Per colpa mia non aveva più avuto contatti con altri suoi simili, non aveva più frequentato la scuola, magari lo stavo anche privando della gioia di trovare una vampira o umana da amare!... A quel pensiero mi sentii male. Realizzai che con tutte le mie forze e speranze, desideravo essere io quella persona. Ma era logico che non avrei mai potuto passare la mia insignificante vita accanto a lui. No, non avrei potuto...

E il mio sentimento per lui crebbe in maniera vertiginosa, a volta mi sentivo completamente sopraffatta da quello che la mia anima provava per lui. Eppure, era logico che anche questo mio sentimento fosse sbagliato nei suoi confronti.

Tanya mi aprì gli occhi.

Venne a casa mia e di mio padre, per tutta la notte rimase con me ad esternarmi i suoi dubbi, incoraggiando i miei. ‹‹ Non puoi credere davvero che la tua vita possa bastare per Edward. Isabella, non ti rendi conto di essere molto egoista nei suoi confronti? Lo stai privando della sua libertà. Lui sente di doverti proteggere perché ti vede debole e indifesa, ma così facendo, lo stai allontanando da tutti noi. ›› Facevano maledettamente male quelle parole, perché sapevo essere vere. ‹‹ E quando tu non ci sarai più, come credi che si sentirà lui? Sarà solo! ›› Sentenziò la vampira, lasciandomi con un dolore mostruoso dentro al cuore.

No, io non volevo questo per il mio dolce Edward...

Per tutta la notte rimasi sveglia, la mia decisione mi stava distruggendo, ma sapevo che era giusto così. Quando mio padre si alzò, lo raggiunsi e lo pregai di chiamare i Cullen, avvertendoli che non sarei andata da loro quel giorno.

Ero accanto a lui quando compose il numero, potevo sentire chiaramente il suono che emetteva la cornetta, e poi...

‹‹ Casa Cullen? ››

‹‹ Si, sono Edward. ›› La voce del mio unico amore.

‹‹ Edward, sono l'ispettore Swan. Volevo avvisarvi che Bella non viene questa mattina. ››

Non sarei mai stata in grado di dire io quelle parole, ma non sapevo che il peggio doveva ancora arrivare...

‹‹ Come scusi, può ripetere? ››

Sentivo ansia e paura nella sua voce. Mi stavo odiando per questo, ma le parole di Tanya tornarono prepotenti dentro di me.

Charlie si schiarì la voce. ‹‹ Edward, Bella... ›› Era impacciato, lo sentivo benissimo.

‹‹ Edward? ›› Presi la cornetta dalle mani di mio padre.

‹‹ Bella, tutto bene? Perché non vuoi venire? ›› Ansia, angoscia... paura.

Sospirai nella cornetta. ‹‹ Edward, è meglio se per un po io e te non ci vediamo. Non è giusto che per me, tu abbia rinunciato a stare con gli altri... ››

‹‹ Che cosa... Bella, ma che stai dicendo?! ›› Esclamò duro.

‹‹ Per stare con me, non sei più andato a scuola, hai passato poco tempo con gli altri... io... ›› Sospirai di nuovo, Dio mio, mi faceva così male quello che stavo per dirgli. ‹‹ Edward, forse è meglio se non ci vediamo più... ›› Cosa è quel vuoto che sento dentro di me?! Il mio cuore è sparito. Non c'è più...

‹‹ NO! Tu non puoi lasciarmi... io non voglio... non te lo permetto, Bella. ›› Sibilò al telefono, facendomi sussultare per la paura.

‹‹ Mi... mi dispiace, Edward... ma tu non sei... la persona adatta per me. ›› Sussurrai fra i singhiozzi, attaccando il telefono, senza lasciargli la possibilità di ribattere.

Le braccia di mio padre mi strinsero forte, cercando di consolarmi, ma dentro di me, sentivo che ormai il nulla albergava in tutto il mio essere.

Quello che accadde dopo fu tutto confuso, ricordo Jacob e il suo continuo domandarmi perché non fossi con Edward. Ricordo le sue braccia afferrarmi, prima che il dolore mi facesse sprofondare nell'oblio e poi, più nulla.

Ci fu un momento, in cui respirai a pieni polmoni e una fragranza a me familiare mi inondò l'animo; miele, lillà e sole... ‹‹ Edward... ? ››

‹‹ Sono qui. ›› Mi sussurrò piano.

Mi accorsi di essere in un letto morbido, e che lui era accanto a me... stavo sognando? Era reale? Le mie dita avanzarono insicure, lui prese la mia mano e se la posò sul volto. Avevo paura, percepivo sotto le mie dita una smorfia di dolore sul suo viso.

‹‹ Ti prego, Bella. Non lasciarmi più. ›› Mormorò quando le mie dita passarono sulle labbra. ‹‹ Non potrei sopportare più quel dolore. Ne morirei. ››

‹‹ E.. Edward io... noi, non è giusto. Io sono un peso... io non è giusto che tu... ››

Come potevo dirgli che lui per me era tutto, era la mia vita! Ma non era giusto... lui non poteva essere legato a me.

‹‹ Sono tutte bugie. ›› Sibilò, cercando di trattenere la rabbia. ‹‹ Tu lo sai che sono tutte bugie quello che stai dicendo. ››

‹‹ N..no.. ›› Provai a controbattere, ma venni prontamente zittita dalle sue labbra.

Mi stava baciando, non con passione o gentilezza, ma un ansia di possessione, era come se stesse cercando di farmi capire che io ero sua, solo ed esclusivamente sua.

‹‹ L'unica verità è che io ti amo, e tu non puoi farci niente. ›› Parlò direttamente sulle mie labbra, facendomi fremere per avere di più.

Depositò un altro bacio sul mio collo. ‹‹ Ti prego, dimmi cosa provi per me... io devo sapere. ››

Non sapevo cosa rispondergli, il mio cuore urlava di appartenergli, mi implorava di dirgli la verità, che io ero sua e che lui per me era tutto... eppure, feci la scelta orribile di non dire nulla.

Dentro di me, ringraziai Esme e il suo tempismo, mi aveva concesso del tempo per riflettere, era inutile negarlo, stare lontana da Edward mi avrebbe fatto morire...

Edward mi lasciò sola nella stanza, in compagnia solo dei miei pensieri, ma la mia solitudine non durò molto, Rosalie si sedette accanto a me cercando in ogni modo di farmi ragionare sul mio assurdo comportamento.

Quello che non mi aspettavo di certo, era che ad ogni risposta che Rosalie mi propinava, sentivo dentro di me la speranza rinascere.

E quando Edward ritornò in camera, sapevo che da quel momento le cose sarebbero cambiate per sempre. ‹‹ Ti amo Isabella Swan, voglio con tutto me stesso che tu stia per sempre al mio fianco. Sono pronto a trasformarti anche adesso, pur di non perderti. Io ti voglio con me, sempre. Per sempre. ››

Avevo il respiro rotto dall'ansia, lui mi amava! ‹‹ Io... mi sono sentita spezzare in due il cuore, prima. E'.. è stato un dolore talmente forte che non ci sono parole... ›› Respirai piano, allungando piano le braccia e arrivando con le mani a sfiorare il suo viso. ‹‹ Il solo pensiero di perderti, mi fa rivivere quel dolore, Edward. Dal primo momento in cui ho sentito il tuo profumo, ho capito che il mio cuore non sarebbe stato più mio. Ti amo, Edward Cullen.››

Le parole che mi disse dopo, furono le più dolci in assoluto. ‹‹ Sposami Isabella. ›› Mi baciò il solco fra i seni. ‹‹ Sposami e sii mia. ›› Mi baciò famelico e io lo ricambiai con passione.

‹‹ Si. ›› Mormorai contro le sue labbra. ‹‹ Si. ››

Le urla di gioia di Alice mi giunsero dal piano inferiore, ero maledettamente felice e anche loro erano felici per noi.

I giorni successivi furono un continuo avvicendarsi di cose; la cena con Charlie, il fidanzamento ufficiale, la preparazione per la trasformazione, l'organizzazione delle nozze. Ammetto che se non fosse stata Alice ad organizzare tutto, non so davvero come avrei fatto...

E quando finalmente arrivò quel giorno, la mia ansia era alle stelle. La cerimonia, così come il pranzo e il resto si svolse senza alcun intoppo. I licantropi festeggiavano assieme ai vampiri, una cosa che sarebbe rimasta nelle leggende, sicuramente!

Venni presentata a tutti come la nuova signora Cullen, stavo ballando con mio padre, quando Edward ci raggiunse. ‹‹ Scusami, Charlie. E' tempo per noi di andare. ››

Mio padre rise. ‹‹ Giusto! La luna di miele! Non mi avete detto ancora dove andrete! ››

‹‹ Oh, è una sorpresa, ha organizzato tutto Alice. ››

‹‹ Capisco, bé ragazzi, che dire... buon viaggio... ›› La sua voce si stava spezzando. ‹‹ La mia bambina... ››

‹‹ Ti voglio bene papà. ››

Sapevo benissimo che non ci sarebbe stato alcun viaggio di nozze. Esme aveva sistemato per noi una casetta nascosta nel bosco, l'ideale per la mia trasformazione, quando giungemmo nel nostro piccolo nido d'amore sentivo il cuore scoppiarmi.

‹‹ Ti aiuto, aspetta... ›› Mi sussurrò, sciogliendomi i lacci dell'abito. ‹‹ Sei bellissima. ›› Mormorò mentre la stoffa cadeva giù e il mio corpo si rivelava a mio marito.

Quella notte ci unimmo per la prima volta e quando arrivammo all'apice del piacere, fu questione di un secondo, i suoi canini trovarono il loro posto sul mio collo, affondando nella carne. ‹‹ Ti amo, Bella. ›› Mi sussurrò con voce rotta, mentre un fuoco incredibile cominciava a incendiarmi dall'interno. ‹‹ Starò con te, fino alla fine. ››

Non so per quanto tempo rimasi in quello stato, so solo che agognavo la morte. Il dolore e la sofferenza che stavo provando erano indescrivibili.

Il mio cuore sembrava impazzito, finché ad un punto cessò completamente di battere.

‹‹ Bella?... Bella, amore... sono Edward... ›› La sua voce era come un coro di angeli. ‹‹ Bella... apri gli occhi. ››

Appena finì di pronunciare quelle parole obbedii e aprii gli occhi. ‹‹ Bella, mi vedi? ›› Voltai il viso verso di lui e rimasi abbagliata.

Chi era questo ragazzo dai capelli così lucenti? I suoi occhi mi incantavano, che colore erano? La sua pelle sembrava così liscia e levigata... le mie mani ci misero meno di mezzo secondo per depositarsi sul suo volto. ‹‹ Edward...? ›› Domandai insicura.

Sorrise. Il sorriso più celestiale del mondo. ‹‹ Ciao amore mio. ››

Rimasi a guardarlo ignorando la sete che la mia gola reclamava, lui era in assoluto la bellezza fatta persona. Non avrei mai immaginato che Edward fosse così... perfetto!

Le mie mani non volevano staccarsi dal suo viso, e lui pareva sinceramente compiaciuto di questo. Il suo sorriso era veramente da mozzare il fiato. Splendido. Capivo perché Tanya avesse cercato di allontanarmi da Edward.

Avvicinò piano il suo volto al mio e quando le sue labbra si posarono sulle mie, una scarica elettrica mi trapassò da parte a parte, un vago formicolio si propagò per tutto il mio corpo. Era un sogno? Forse... ma era il sogno più bello di tutta la mia vita.


FINE




nota persanle: Giosy ricordaaaaaaaaaaaa
   
 
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