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Autore: Bathin Raksha Dolorosa    21/06/2017    0 recensioni
Oh Lenore, mia dolce Lenore che prematuramente sei passata da correre spensierata dietro agli scoiattoli a seduta su quella fredda sedia mentre indossi il tuo vestito migliore... la morte ti ha presa così giovane e bella senza che io potessi stringerti tra le mie braccia e baciarti la fronte un’ultima volta... darei la mia povera anima al Demonio pur di riaverti qui con me insieme alla tua povera madre che affranta non vuole saperne di indossare qualcosa che non sia di un funebre nero.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono tutti bravi a fare una fotografia, a vestire un morto ed a metterlo in posa come se fosse ancora in vita, mettersi sotto il telo della propria macchina e scattare così un’immagine immortale... io non voglio limitarmi a ciò, voglio vestire e mettere in posa questa ragazza e fermarmi quel tanto che basta per estrapolare la sua bellezza dal suo fragile e mortale corpo fin sopra la mia tela... anche io potrò così renderla immortale.
Sistemo bene il cavalletto e preparo la mia tavolozza con i colori più veri che trovo, prendo la matita ed inizio a delineare bene la mia modella... ne disegno il dolce viso arcuato ed il vestito che pazientemente le ho fatto indossare, delineo dettagli come gli occhi ed i capelli senza farmi sfuggire nulla.
Oh Lenore, mia dolce Lenore che prematuramente sei passata da correre spensierata dietro agli scoiattoli a seduta su quella fredda sedia mentre indossi il tuo vestito migliore... la morte ti ha presa così giovane e bella senza che io potessi stringerti tra le mie braccia e baciarti la fronte un’ultima volta... darei la mia povera anima al Demonio pur di riaverti qui con me insieme alla tua povera madre che affranta non vuole saperne di indossare qualcosa che non sia di un funebre nero.
Bambina mia, ti ho vista nascere e crescere... ti ho vista sbocciare nella più rara bellezza così simile alla mia amata Caroline; il tuo sorriso, il tuo dolce profumo, la tua magnifica chioma lucente sono ormai ricordi a cui d’ora in poi dovrò attaccarmi senza per non impazzire.
-Mi concedereste davvero la vostra anima in cambio della vostra cara figliuola?-
Il mio volto si fa bianco di sgomento mentre vedo una sagoma nera farsi strada nel mio studio.
-Chi siete!- urlo con le lacrime agli occhi -Chi siete voi che vi fate beffe del mio dolore, fatevi avanti affinchè io possa vedervi in volto-
E la sagoma mi obbedisce, alza il viso e vedo l’uomo più bello su cui avessi mai posato lo sguardo, un viso così fiero e virile incorniciato da dei lunghi riccioli biondi... è forse quello il vero volto del Demonio? Il vero volto di colui che ha tradito Dio per poi essere esiliato nel cocente entro terra?
-Non guardatemi con quel volto accusatorio se versate lacrime per la vostra giovane figlia, non sono stato io a portarvela via, tuttavia sono il suo custode ora... la sua anima gira sofferente nella mia terra piangendo ed invocando il vostro nome e quello di vostra moglie-
-Darei tutto per riaverla indietro- dico quasi con un sussurro mentre l’uomo si fa sempre più avanti con la sua grossa stazza ed il mantello che non accenna a togliersi.
-Io posso aiutarvi signore... posso alleviare le vostre sofferenze, ma in cambio chiedo solo una cosa- mi dice chinandosi verso di me -Ho visto i vostri lavori, siete molto bravo con i colori... ritratti così vivi che sembrano quasi muoversi-
-Venite al punto dove mi prendete l’anima, ve ne prego-
Non ci riesco a non starlo a sentire, la sua voce mi incanta come una sirena incanta un ignaro pescatore e la sua bellezza è tale da ammaliarmi; deglutisco nervosamente e cerco di mantenere in contatto i nostri sguardi fallendo miseramente nell’impresa... il suo sguardo è troppo penetrante, mi scruta così tanto nel profondo da sentirmi quasi violato, stringo la mascella e la matita fino a spezzarla.
-Fatemi un ritratto... voglio che voi immortaliate l’immagine del Demonio così come voi lo vedete, voglio che mostriate al mondo come sono veramente- mi dice con la sua ipnotica voce -Se sarò soddisfatto del risultato voi verrete con me all’inferno e vostra figlia sarà libera, se invece non mi soddisferà allora di me avrete solo l’amaro ricordo-
Deglutisco di nuovo quasi a non voler credere a quelle parole, mi è sempre stato insegnato che il Demonio è viscido e manipolatore, perché mai avrei dovuto fidarmi delle sue vane promesse? Per la mia amata Lenore.
-Domani a mezzanotte tornerò per il mio quadro, fino ad allora vi prego di impegnarvi... voglio che sia il vostro lavoro migliore-
Detto ciò spalanco gli occhi come se mi fossi appena svegliato da un incubo, spaventato mi guardo attorno e non vedo più nessuno se non la mia bambina ancora seduta immobile su quella fredda sedia.
Un ritratto per il Diavolo, è davvero successo o me lo sono inventato? Ma come farò con Lenore? Non posso tenerla così tanto senza seppellirla dovevo estrapolare la sua di bellezza... la sua e di nessun altro; non mi importa del patto che ho appena stretto, lei ha la priorità su tutto, tuttavia... se non darò al Demonio ciò che vuole Lui non mi ridarà indietro la mia figliuola... oh Dio, che cosa devo fare?
Mi metto a piangere coprendomi il volto con le mani sporche di colori ad olio, piango pensando alla mia perdita, piango pensando se fosse giusto privare il mondo della bellezza di mia figlia per avere in cambio quella del Diavolo, poi però penso... perché non unire le due cose?
Preso da un’impaziente euforia prendo la gomma e cancello tutto il mio acerbo lavoro: il suo volto, i dettagli, i suoi occhi... e con la matita spezzata mi metto a disegnare un totale parto della mia mente: un uomo alto ben prestante che tra le forti braccia regge una fanciulla fatta di niente, una dolce anima pure ed innocente.
Sì, sarà questo il mio quadro per Lui, e sarà così ammaliante che dovrà per forza ridarmi la mia bambina, ma poi penso... se non sono stato troppo egoista, la mia Lenore sarebbe finalmente tornata, ma così facendo avrei lasciato sola la mia Caroline... posso essere un marito peggiore? D’altro canto penso anche che la vita di un marito valga molto meno della vita di un figlio.
Continuo a tracciare i lineamenti dell’uomo usando il ricordo che ho del Diavolo... uso la mia matita per disegnare i suoi freddi, ma tuttavia calorosi occhi, traccio i suoi riccioli, la sua bocca con cui mi ha concesso il patto, sembra quasi parlarmi da lì, vuole farmi sapere che ho preso la decisione giusta e che in un modo o nell’altro Lui crede in me, nel mio talento, sa per certo che farò un buon lavoro.
Fisso con occhi carichi di adrenalina quello schizzo che altro non aspetta se non di venir colorato dalle mie pennellate, inizio dal viso del mio dolce angelo che con occhi chiusi si lascia andare all’abbraccio del Demonio che caldamente la tiene a sé come volesse proteggerla ed è così che li vedo io, così che mi immagino Lui che mi aspetta trepidante con la mia dolce bambina tra le braccia “Sbrigatevi signore, avete tempo fino alla prossima mezzanotte” mi dice attraverso la mia immaginazione.
 
Guardo l’orologio fare le 23.59, ancora un minuto ed il Diavolo sarebbe venuto da me a riscuotere la sua commissione che nel frattempo continuo a pennellare in modo da renderlo più che perfetto.
I suoi occhi di fuoco... persino lì sembrano scrutarmi l’anima ed il dolce viso di Lenore addormentata sembra volermi ringraziare, no... sono io che ringrazio te mia piccola bambina per essere stata una buona figlia per nove lunghi anni, per non aver mai fatto preoccupare me e tua madre, per non aver mai smesso di sorridere prima che la malattia ti consumasse.
Una lacrima mi riga il volto e proprio mentre la mezzanotte scocca decido di prendere la tela e girarla per scrivere qualcosa con la mia stilografica: “A Caroline, mia dolce consorte, scusami per il mio folle gesto, ma sappi che l’ho fatto anche per te”.
-Avete ciò che vi ho chiesto?- il Demonio non si fa attendere e come dal nulla era apparso solo il giorno dopo, dal nulla è ricomparso anche oggi.
-Ho terminato giusto ora signore- gli rispondo rimettendo il quadro al suo posto -Venite a vederlo, ne rimarrete piacevolmente soddisfatto-
Mi tolgo gli occhiali pulendoli con un panno che ho sotto mano mentre l’alta figura mi viene vicino per scrutare il mio lavoro.
Per un lungo ed intero minuto il Diavolo fissa la mia opera senza proferire parola alcuna, se ne sta lì piegato in avanti sorridendo mentre io nel mio piccolo sudo freddo.
-Bene signore... è davvero un quadro di forte impatto devo ammetterlo, mi avete dipinto come il forte protettore di anime che sono e la vostra piccola beh... è davvero una rara bellezza anche da anima non solo da viva, mi avete molto colpito e non posso che ritenermi soddisfatto-
Mi sveglio di nuovo come se fossi stato in uno strano stato di trance accanto a me più nessuno, solo la mia dolce bambina sulla sua fredda sedia.
-Padre- le sento pronunciare d’un tratto e dalla gioia non posso che alzarmi dalla mia postazione per poi cadere al suolo, il cuore dolorante, il braccio sinistro intorpidito... il Diavolo ha davvero mantenuto la parola data ed io non posso che esserne felice.
Sorrido mentre sento la vita abbandonarmi e le mani stringersi tra quelle della mia dolce Lenore. 
   
 
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