Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Lady_Sticklethwait    21/06/2017    2 recensioni
Per Colin Bekwell quella non era una bella giornata, ma quando era venuto a sapere che la festa organizzata da sua madre non prevedeva che fossero servite bevande alcoliche, aveva trovato un buon motivo per continuare a covare il disappunto.
E così, Colin Bekwell si era defilato come il peggiore dei mascalzoni dalle avances delle sue corteggiatrici per prendere una boccata d’aria all'aperto e calcolare a mente il profitto annuale della sua tenuta quando, con sua immensa sorpresa, un ragazzino cadde dal cielo per atterrare su di lui.
Un ulteriore esame chiarì che il fanciullo in questione non era caduto dal cielo, ma da un grande pino.
«Stramaledizione» fu il suo elegante commento ritrovandosi spiaccicato come un uovo sbattuto.
Il suo grido di dolore si unì all’urlo di sorpresa del ragazzo.
Elisabeth non avrebbe saputo dire quale fosse la sensazione principale in quel frangente:
se il dolore della sua povera schiena o il fatto che fosse caduta su di un uomo o che si trovasse con il sedere in bella vista sul collo dello sconosciuto.
La sua mente, comunque, si rifiutò di trovare altri motivi disdicevoli per i quali flagellarsi una volta ritornata a casa.
Genere: Comico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                                                                                                 Capitolo 6.
 
 
 
“Come prego?”
Elisabeth scosse la testa e chiuse la bocca, destandosi.
“Oh” si voltò verso Ruark, il cavallo sotto di lei sembrò cogliere il suo disagio ed iniziò ad agitarsi “è meravigliosa la potenza che sprigionano questi animali, non trovate?” sorrise affabile, tirando le redini.
Il signor Tarlen sembrò rilassarsi “convengo con voi, signorina Barbrook. Sapete…” si grattò la testa, imbarazzato “per un momento ho pensato che vi riferiste a quel...a quel selvaggio di un Bekwell.”
Elisabeth finse orrore e si portò una mano sulla bocca. Non che fosse realmente scandalizzata, ma aveva visto quella particolare movenza da un paio di donne molto eleganti quella mattina.
Doveva aver funzionato poiché Ruark si accigliò e la interruppe, nonostante lei non avesse alcuna intenzione di controbattere “No, non dite niente” guardò a terra “è stato terribilmente sconveniente da parte mia pensare ciò.”
Elisabeth inclinò la testa con grazia, il vento le sferzò il volto senza pietà liberando alcune ciocche rosse ribelli dalla modesta acconciatura. Avrebbe tanto voluto togliersi quei dannati spilli dalla testa, allentare i lacci del corsetto, montare come un uomo e cavalcare controvento. Purtroppo, sapeva anche che molto probabilmente non era la cosa migliore da fare in un luogo affollatissimo come quello; per un momento addirittura riuscì ad immaginare quali potessero essere le raccomandazioni e gli eventuali rimproveri che sua madre le avrebbe mosso in un’occasione del genere.
Sbuffò, alla ricerca del giovane uomo che si stava divertendo a scapito della disapprovazione comune: perché determinati atteggiamenti non erano permessi alle donne?
Il cavallo sotto di Elisabeth iniziò a strepitare ed a sbuffare, rendendola instabile.
Quanto ti capisco, gioia, anche io vorrei…
Da qualche parte, nelle vicinanze, qualcuno sparò un colpo in aria. Molto probabilmente fu proprio la comitiva con cui si trovava Bekwell ad aver fatto fuoco: difatti, subito dopo lo sparo, un paio di cavalli iniziarono a correre all’impazzata dopo essere partiti insieme e man mano che guadagnavano terreno, si distanziavano l’uno dall’altro.
Fu come se il cavallo di Elisabeth non aspettasse altro: senza il benché minimo avviso, l’animale nitrì alzandosi sulle zampe posteriori. Elisabeth si aggrappò con tutte le forze alla criniera del cavallo per evitare di cadere a terra come un uovo sbattuto; poi, senza preavviso, la bestia ritornò sulle quattro zampe e iniziò a correre in direzione della comitiva.
Elisabeth tirò le redini della bestia ed infilò gli speroni nella tenera carne dell’animale ma questo, come impazzito, continuò la sua fuga. Il signor Tarlen urlò il suo nome, terrorizzato per l’accaduto. Il cavallo che cavalcava Elisabeth era un purosangue; giovane, vigoroso, maschio, non era ancora stato domato del tutto. Elisabeth, non lasciandosi prendere dal panico, decise di assecondare l’animale. Attirando l’attenzione di tutti, cercò di virare il percorso dell’animale verso il giardino, per evitare che potesse creare danni ai pedoni.
Un paio di dame urlarono per la sorpresa, numerosi furono i bambini che si nascosero dietro le gonne delle proprie madri, attoniti, spaventati. Parve che nessuno riuscisse effettivamente a intervenire, o forse, gli uomini erano troppo spaventati per farlo.
Elisabeth incurvò un angolo della bocca, sorridendo, i capelli si liberarono dalla treccia e una fluttuante e morbida chioma rossa si sparse sulle proprie spalle, creando degli incredibili giochi di luce con la luce solare.
 Contro le aspettative di tutti, in una mossa precisa ed estremamente agile rinunciò alla posizione da amazzone con tutte le conseguenze che ne seguirono: l’abito, non abituato ad una tale apertura, si accorciò rivelando gran parte delle caviglie e dei polpacci.
Molte donne si coprirono gli occhi, non mancò chi volgeva il capo dall’altra parte e le numerose occhiatine di disapprovazione. Quanto agli uomini, molti osservarono ammirando l’audacia di Elisabeth e la sua inusuale sensualità.


 
Colin si era classificato primo. Scese da cavallo con agilità, sventolando con orgoglio il fazzoletto bianco, segno di un simbolico bottino. Fischiettò di buon umore, avvicinandosi a un Anthony Furey più furioso che mai.
“Stronzo” borbottò quello, scendendo da cavallo.
Colin sogghignò “forse sono più sbronzo del previsto, perché m’è parso che tu mi abbia chiamato stronzo”
Anthony gli rivolse un occhiataccia, togliendosi la giacca “ringrazia di essere un duca, altrimenti a quest’ora ti avrei già spaccato la faccia” sputò a terra “Milord”
Colin buttò il fazzoletto a terra e si rabbuiò “Stai frignando, Furey? Mi sembra un po’ sconveniente per la tua età…”
Anthony si avvicinò ulteriormente, sfiorandogli il petto; Colin lo superava in altezza e in agilità, ma se fosse riuscito ad assestargli un pugno in pieno viso, molto probabilmente quel ghigno impertinente si sarebbe trasformato in un qualcosa di completamente opposto.
“Stai attento, Bekwell.”
“Sto tremando, Furey, non mi vedi?” alzò le braccia, fingendo di essere disarmato.
I due si ritrovarono faccia a faccia, la muscolatura tesa, i volti severi e le sopracciglia aggrottate. La comitiva del duca avvertì l’aria di un imminente scontro e la maggior parte di loro si avvicinarono frementi alla scena, circondandoli. Poi, improvvisamente, si levò un grido in lontananza; una donna infatti, vedendo il cavallo di Elisabeth dirigersi verso il laghetto, urlò sconvolta, cercando aiuto.
La comitiva si sparpagliò, la nuova situazione che si era andata a creare era sicuramente più interessante della potenziale rissa tra il duca ed Anthony.
“Ma cosa diavolo…” commentò Anthony vedendo il cavallo di Elisabeth sfrecciare come impazzito. Alcuni uomini, i più arditi, cercarono di avvicinarsi il più possibile, ritirandosi una volta visto la mole del cavallo.
Colin sbuffò, infilandosi alla bell’e meglio la giacca sulla camicia semi aperta “Che dannatissima seccatura”
Quando Anthony si girò, il duca già stava montando sul suo cavallo. “Sei impazzito?” gli si avvicinò minaccioso “è un cavallo selvaggio, non riuscirai a…” non riuscì a finire la frase, che Colin già aveva lanciato il suo cavallo al galoppo.
Incurante dei commenti altrui, Colin spronò il cavallo alla rincorsa di quello nero: era ancora abbastanza lontano, ma dopo aver coperto una buona distanza realizzò che a montarlo era una donna e… Polpacci scoperti? Capelli sciolti?
Incuriosito e sospettando che fosse un miraggio iniziò una vera e propria rincorsa. Il cavallo della donna aveva virato ed si accingeva a salire lungo il giardino che culminava con un bel laghetto circolare; Colin scosse la testa, incredulo e cosciente che il giorno seguente avrebbero sicuramente parlato di lui in tutti i salotti e nei giornali scandalistici. Comunque, era pur sempre il detentore del titolo di  ‘cavallerizzo più veloce dell’anno’, e sembrava che tutti fossero troppo impegnati a urlare scandalo piuttosto che fermare quel dannato cavallo. Oltretutto… La donna tirò le redini con decisione, pareva abbastanza cosciente di ciò che stava facendo, nonostante il cavallo non ubbidisse più ai suoi ordini.
Insomma, nessuna persona con un briciolo di amor proprio avrebbe scelto per un’allegra passeggiatina un tale stallone: già la muscolatura del cavallo era sufficiente per scartalo, se a questo poi si aggiungeva il temperamento non propriamente docile…
Quando furono ormai troppo lontani per poter essere oggetto di critiche e battutine maliziose, Colin urlò “Aspettate”, sperando che la donna lo sentisse. Spronò ulteriormente il suo cavallo nella speranza di raggiungerla.
La giovane donna si girò e parve tutt’altro che contenta della sua presenza; difatti, quando il duca si era ormai avvicinato troppo, cambiò improvvisamente strada e si ritrovò a virare in un terriccio bagnato e fangoso. Pochi metri più avanti e sarebbe caduta proprio nel laghetto, elemento che, molto probabilmente, la signorina non aveva preso in considerazione.
“Fermatevi, maledizione, o finirete per uccidervi” Colin scese a volo dal cavallo che iniziò a brucare erba e corse in soccorso della giovane.
A pochi metri di distanza ella si girò; aveva gli occhi più scintillanti e infervorati che avesse mai visto. Trasudava collera da ogni poro, santo cielo, e le guance erano rosse come le mele.
“Non vedete che lo avete spaventato? Andate via!” gli intimò la giovane che esce scesa dal cavallo mostrando inavvertitamente, nel gesto, una buona porzione di biancheria intima. Colin gradì quella vista ma subito dopo scosse la testa, ricordando le parole di lei “Spaventato? Piuttosto, siete fortunata a non esservi spezzata l’osso del collo”
Nel tirare le redini del cavallo, la signorina si sporcò le scarpette e uno schizzo di fango volò sulla propria guancia.
“E lo ritenete merito vostro, signore?” fece quella, sfidandolo a controbattere.
Colin si grattò il mento “Sono pronto a ritirare la cavalleria qui ed ora, se è vostro desidero ”
Elisabeth sbuffò anche se, dovette ammettere, la sottile ironia di lui le fece venir voglia di sorridere.
“E’ più dignitoso farmi credere che quello non fosse un tentativo di salvataggio, signore, perché altrimenti direi che…” le mancò per un attimo il fiato per lo sforzo “si è rivelato, oltre che terribilmente imbarazzante, completamente fallimentare e ora” disse tutto d’un fiato, sorridendo impertinente “se volete scusarmi…” riprese a scuotere le redini del cavallo ma questo, pesante e stanco com’era, non si mosse.
Il duca alzò un sopracciglio, si mise a braccia conserte e la osservò senza dire una parola.
Elisabeth continuò a strattonare l’animale finché il caldo, la stanchezza e il fetido odore di fango e cavallo non le provocarono un conato di vomito.
Davvero il signor Bekwell la stava guardando sudare sangue senza fare nulla? Come aveva detto il signor Tarlen, doveva essere un vero e proprio mascalzone. Moltivo per cui, si ripeté internamente, era cosa buona e giusta comportarsi alla stregua di un maschiaccio.
“Mi auguro che vi stiate godendo lo spettacolo” commentò a denti stretti per la frustrazione, mantenendosi il ventre con una mano.
“Infinitamente, grazie.”
Elisabeth si girò con l’intento di incenerirlo con lo sguardo. Dovette distorsi dall’intento all’apparire di due adorabili fossette sul suo volto giovane.
Se la rideva, lui.
E con immenso piacere, per essere precisi. Si fermò, studiandolo con incredibile assenza di pudore: capelli castani che si arricciavano sulle tempie e sul collo, occhi azzurri… Oh, cielo.
Non poteva essere, non poteva...
“Non. Muovetevi” disse lentamente, lasciando le redini del cavallo ed avanzando con cautela. Il duca inarcò un sopracciglio, confuso
“Cosa…State facendo?”
Elisabeth si avvicinò ulteriormente: Colin non poté non ammirare da quella vicinanza delle scandalose lentiggini sul suo naso e sulle gote, frutto di una lunga esposizione al sole. Quella ragazza era…Era una combinazione di stravaganza e indecenza, santo cielo, e sembrava non curarsene affatto circa la totale mancanza di grazia nei movimenti.
Elisabeth si avvicinò ancora, finché i due non risultarono quasi vicinissimi. Alla mancanza di grazia si aggiunse, a quel punto, la totale assenza di pudicizia o decoro.
Colin fece un sorriso di traverso adorabile, un sorriso che di solito riserbava alle cortigiane che si avvicinavano in cerca dei suoi favori a cui lui, da gentiluomo qual era, non poteva certamente declinare.
La giovane donna che le si stava avvinando, però, appariva tutt’altro che una cortigiana; lungi dall’essere una donna raffinata, mostrava il temperamento di un generale e senz’altro doveva averlo per decidere di montare un cavallo del genere.
Quando la giovane donna si avvicinò ulteriormente  poté scorgere da vicino anche l’incredibile lunghezza delle sue ciglia nere che stridevano, per il colore, con i capelli rossi. Colin non era sicuro che quel diavolo rosso fuoco avesse gettato così presto le armi; fino a pochi minuti fa aveva mostrato l’aggressività di una tigre, mentre ora un comportamento del genere lo coglieva per lo più inaspettato. Oltretutto, non riusciva a dimenticare la sensazione che l’avesse già vista, come se loro due giù si conoscessero e… Ella, senza preavviso, puntò l’indice in direzione della camicia dell’uomo, proprio sullo scollo. Colin osservò il punto che la donna indicava e nel momento in cui vi caddero gli occhi, sovvenne la sua voce bassa ed estremamente sensuale.
“Letame di piccione.”



 
 
 
 
Note d’autrice.


E’ un capitolo terribilmente corto, ma vi assicuro che ben presto ne sfornerò un altro.
Dannatissimi esami!
 
 


Lady Sticklethwait.

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Lady_Sticklethwait