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Autore: DarkYuna    22/06/2017    1 recensioni
"Non sarà mai troppo tardi per noi. Accontentarsi non è la scelta giusta, non sarà mai amore con lui, sarà solo il riflesso di ciò che vorresti, qualcuno che potrai ammaestrare a tuo piacimento… ma, se cerchi l’amore, quello vero, che ti fa male, ti distrugge nel profondo, che ti impedisce di dormire la notte. L’amore in grado di oltrepassare qualsiasi barriera terrena di questo mondo, allora sai dov'è il tuo vero posto. "
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Faith. Hope. Love.






 
È bellissimo.
D’altronde, per me, lo è sempre stato. Dicono sia l’amore, sapete? Ti fa guardare l’oggetto del proprio desiderio con occhi diversi, occhi stupidi, offuscati, avvelenati. Comporta concetti ottusi, batticuori al vetriolo ed atteggiamenti al limite del normale.
Sono ancora innamorata di lui, inutile negarlo, almeno con me stessa voglio essere sincera. La verità fa male, specialmente questa.
 
 
Le mani tremano, mentre accendo una sigaretta. Marlboro Rosse: le sue preferite. Buffo, ho trascorso buona parte dell’esistenza a ripetergli che il fumo fa male, alla fine ho iniziato anche io. La mia, però, non è dipendenza, potrei smettere quando voglio… è il mio insensato modo per tenerlo vivo nella routine di tutti i giorni.
Stupido vero?
In fondo l’ho appena detto, l’amore fa fare cose non propriamente intelligenti, io, a causa dell’amore, ho perso anche la dignità di donna.
 
 
Aspiro una boccata disperata, nemmeno potessi trovare pace da una semplice sigaretta. Ripongo il pacchetto nell’elegante pochette da cerimonia cosparsa da strass bianchi.
Harry è impegnato con miei vecchi amici di Helsinki, vogliono conoscerlo, lo riempiono di domande, per capire come ha fatto un ragazzo così semplice, dolce, ingenuo e diverso da me, a catturare un cuore di fredda pietra, cosparso da stalattiti velenose. E infatti non vi è niente da capire, perché non c’è riuscito.
Lui non lo sa.
Nessuno lo sa.
Farlo credere al mondo intero, è l’unica soluzione per salvarmi.
 
 
Nel ristorante non si fuma e, prima che qualcuno me lo faccia notare, esco nel giardino sul retro, godendomi il cinguettare armonioso degli uccelli a primavera. Tengo d’occhio Harry da qui fuori.
Quasi mi dispiace di averlo trascinato nella gabbia di leoni famelici.  
 
 
<< Ottima scelta. >>, commenta atona, una voce che conosco fin troppo bene. Il tono è lo stesso, basso, sensuale, baritonale, musicale, non è mutato in questi anni. << Fate una bella coppia. >>.
Ho un colpo al cuore talmente doloroso, che la sigaretta mi cade dalle mani. Perché? Perché deve farmi così male tutte le volte? Perché non può essere semplice? Perché non l’ho dimenticato, eh? Perché non posso? Perché?
 
 
Ville è poco più in là, sta fumando anche lui. Abbiamo avuto la medesima idea per non farci riprendere dal personale di servizio, continuiamo ad essere dannatamente uguali, nonostante le circostanze, il tempo e lo spazio ci abbiano divisi per sempre.
 
 
Gli occhi verdi hanno tracce slavate di matita nera, il sorriso è uguale, gli anni non pesano sulla bellezza nordica. Veste abiti scuri, come suo solito, restano sul casual, solo la giacca dal taglio distinto lo salva in corner. Le converse consumate sono imperdonabili.
Non ho fatto altro che contemplarlo per tutta la cerimonia, non c’entrava niente nella chiesa, ma era l’angelo più bello del paradiso.
Harry sa di lui, quello che non sa o che fa finta di non sapere, è che non ho smesso di amarlo nemmeno per un solo istante.
 
 
Piego la testa di lato, mi costa caro mostrare indifferenza, ma è l’unica arma in mia difesa.
<< Si dice che “gli opposti si attraggono”. >>. Usare un proverbio per nascondermi, è da vigliacchi. Io sono vigliacca e continuerò ad esserlo, fin quando tradirò me stessa, sarò una vigliacca.
 
 
Ville ridacchia, getta la cicca sul terrazzo e la lascia consumare. Alza il viso ed incontra il mio sguardo. Non ho la più pallida idea di che espressione io abbia, poiché lui fa una strana smorfia e si avvicina a passo lento.
 
 
Vorrei indietreggiare, intimargli di starmi lontana, scappare, eppure resto ferma immobile, prigioniera in un corpo rigido.
 
 
<< Si dice anche “chi si somiglia, si piglia”. >>. Si approssima eccessivamente, oltrepassa i limiti e sconfina nel mio spazio personale. Il profumo di dopobarba è appena accennato, tuttavia mi riscopro ad annusare quell’odore come se fosse droga. Incrocia le braccia e si appoggia al cornicione in pietra, scrutando la folla all’interno del ristorante fino ad Harry. << Non centra nulla con te, lo sai vero? >>. Non c’è gelosia nelle parole, sta solo constatando la semplice realtà.
Ha ragione. Lui lo sa. Io lo so.
 
 
Inarco un sopracciglio, non ho alcuna intenzione di dargliela vinta. Tre anni fa non sono stata io a lasciarlo, quindi non ha diritto di giudicare la persona con cui sto provando a ricominciare a vivere.
<< Nemmeno con te. >>, faccio notare piccata.
 
 
Tira la bocca di lato, non ha voglia di litigare, sembra più tranquillo di me, ha superato la fine della nostra relazione da un bel pezzo. Beato lui, perché io ci sto ancora affogando dentro.
<< Vediamo… Harry, giusto? >>.
 
 
Annuisco solamente, non so dove voglia andare a parare e non mi piace che ne stiamo parlando. A che serve dopotutto?
<< Capelli scuri leggermente lunghi, occhi verdi, alto, magro… ho notato qualche tatuaggio. E ti ama perdutamente. Mi ricorda qualcuno, a te no? >>, ipotizza sicuro di sé, con quel piglio arrogante che fa perdere le staffe. Ho sempre odiato quel tono da saputello.  
 
 
Serro i denti furibonda. Il silenzio è l’unica risposta, che, purtroppo, gli da ragione su tutta la linea.
<< Ti sei accontenta. >>, sentenzia amaro, alla fine. << Era troppo difficile tornare indietro? >>.
 
 
Sbarro le palpebre, arrabbiata più che mai.
<< Io dovevo tornare indietro? Ma ti senti? Sei tu che mi hai lasciata, Ville, vorrei rinfrescarti la memoria. Volevo qualcosa di più, ma tu non eri pronto, e scusami tanto se desideravo stoltamente creare una famiglia con l’uomo che amo, come tutte le persone normali a questo cazzo di mondo! >>. Sono fuori di me, come può attribuire a me la colpa della fine di tutto?
 
 
Deglutisce appena, schiude la bocca ed inumidisce le labbra.
<< L’uomo che ami? >>, ripete, sguardo languido, le iridi più abbacinanti che mai. C’è più speranza di quel che possa sembrare ad un primo momento. << Credevo che l’uomo che amassi fosse quello lì. >>, mormora presuntuoso, additando Harry.
Vaffanculo!
Mi sono fregata da sola!
Lo odio! Mi odio! Odio tutti! Perfino questo stupido matrimonio che mi ha obbligata a tornare ad Helsinki.
 
 
Boccheggio senza parole, cos’altro potrei dire dopo essermi compromessa così? Qualsiasi altra cosa, peggiorerebbe la precaria posizione. Quanto mi sento ridicola.
 
 
Ride sotto i baffi, si porta un’altra sigaretta in un angolo della bocca e l’accende.
<< Comunque stai bene bionda, però ti preferivo mora. Anche il vestito blu non è male, però… non sei tu questa. >>.
 
 
Increspo le sopracciglia, strappo la sigaretta e la getto così lontano da divenire invisibile. Una traccia di fumo si disperde nell’aria.  
<< Non si fuma davanti a me! >>, strepito iraconda ed incoerente. << Sei diventato un esperto di moda? >>. Gli sono sotto il naso, non mi sono mai tirata indietro nelle liti e non inizierò adesso. Tre anni di silenzio, per ottenere questo frangente: non cambieremo mai.
 
 
Si stringe nelle spalle, come se fosse normale ciò che accade tra di noi.  
<< Di moda non ne ho mai capito un fico secco, >>, manifesta l’abbigliamento non propriamente consigliato per una cerimonia elegante. << Però di te so tutto. >>, rivela con una lussuria che toglie il fiato, usando la voce e gli occhi come afrodisiaco naturale.
 
 
E d’improvviso sono disarmata, fragile, esposta, incapace di proteggermi. Gli è bastata l’espressione giusta, la frase pronunciata al momento opportuno, fare leva sui punti deboli e sono di nuovo tremante al suo cospetto.
 
 
<< Tu non smetterai mai di amarmi. >>.
 
 
Socchiudo le palpebre, ho il cuore all’inferno, sto ardendo viva nel fuoco corvino dell’amore.
<< No… io non smetterò mai di amarti. Ma è troppo tardi, Ville, troppo tardi… >>. La voce si spezza in un lamento inconsolabile, però non piango, non riesco più a versare lacrime su questo strazio, ne sono rimasta prosciugata.
 
 
Cerca la mia mano abbandonata sul cornicione in pietra e la stringe più forte che può.
<< Non sarà mai troppo tardi per noi. Accontentarsi non è la scelta giusta, non sarà mai amore con lui, sarà solo il riflesso di ciò che vorresti, qualcuno che potrai ammaestrare a tuo piacimento… ma, se cerchi l’amore, quello vero, che ti fa male, ti distrugge nel profondo, che ti impedisce di dormire la notte. L’amore in grado di oltrepassare qualsiasi barriera terrena di questo mondo, allora sai dov’è il tuo vero posto. >>.
 
 
Gli rivolgo un’occhiata devastata.
<< Perché non le hai dette prima queste cose? Perché hai lasciato che partissi e non mi hai fermata? >>.
 
 
<< Sono un orgoglioso figlio di puttana, dovresti saperlo… lo ami? >>.
 
 
Cerco Harry all’interno della sala. Splende come il sole in estate, mi è stato vicino in questi anni, mi ha aiutata quando non ce la facevo, ha richiuso ferite inguaribili, mi accorgo di essere legata a lui, più come un amico, che come fidanzato. Non è amore, però potrebbe diventarlo, ne sono consapevole.
 
 
<< Abbastanza. >>.
 
 
<< “Abbastanza” non è una risposta. O si ama o non si ama, non ci sono mezzi sentimenti, non esistono! >>, obietta acceso.
 
 
<< Non ce la faccio. >>. Sono sincera, ogni barriera è caduta. Non serve mentire all’altra metà della propria anima. << Non posso ricominciare con te. È tutto troppo, qualsiasi cosa, anche la più banale, c’è troppo, troppo di tutto, troppo sentimento, troppo impeto, troppo dolore. Non posso sopportarlo una seconda volta. Una parte del mio cuore è tua e lo sarà fino al mio ultimo respiro, Ville… non smetterò mai di amarti. >>.
 
 
<< È un addio? >>, chiede freddo. Non mostra sentimenti, non lo ha mai fatto, un uomo tutto d’un pezzo, finnico fino in fondo, non si scompone nemmeno stavolta, proprio come tra anni fa. Quella che muore nuovamente, in segreto, sono solo che io.
Gli basterebbe fermarmi, ed io resterei.
 
 
<< Non abbiamo fatto altro fin dall’inizio. >>. Un ultimo sguardo, ci lasciamo per sempre, chiudiamo definitivamente questo capitolo delle nostre vite.
Non ci vedremo mai più, le nostre strade si dividono per non ricongiunsi, mentre ci amiamo come due dannati nel girone dei lussuriosi. Nessuno dei due è disposto a mettere da parte l’orgoglio, la sofferenza e il risentimento.
 
 
Ho un nodo così stretto in gola che non riesco a respirare, gli volto le spalle e, nemmeno dovessi andare al patibolo, torno all’interno del ristorante per raggiungere Harry. Devono avergli rivolto tante di quelle domande da confonderlo, preferisco andarmene con lui, tornare in albergo e ripartire il giorno dopo. Stanotte piangerò per Ville e domani sarò pronta per provare ad amare seriamente Harry come meglio posso.
Sarà una terribile menzogna, mi sto accontentando, sono sentimenti forzati, ma fa meno male che vivere nel ricordo di ciò che è stato e che non esiste più.
 
 
Sono a metà della sala, ad un passo dal mettere al sicuro ciò che resta di un cuore cosparso di chiodi, quando avverto qualcosa serrare prepotente il polso, voltarmi di forza e poi ogni cosa riprende colore.
 
 
<< Non stavolta. >>, sussurra concitato Ville, prima di incontrare la mia bocca con la sua. Rinasco nell’istante stesso che le labbra si premono aggressive, mi stringe spasmodico su di sé e il mondo smette di girare.
E, in quel preciso battito di ciglia, intuisco con estrema lucidità che, la confusione che annebbiava l’anima si è diradata. Con estrema lucidità capisco che sono semplicemente innamorata del ricordo di ciò che c’è stato con Ville, che non è più amore, non provo più niente, tranne che rammarico per come è finita. Non è più lui che immagino, perché in questo momento vorrei che fosse Harry a baciarmi. Con estrema lucidità, so che ho smesso di amare definitivamente Ville e che, no, non mi sono accontentata: amo davvero Harry.
Ora ne sono certa.
 
 
Spingo malamente Ville sul petto, che indietreggia turbato, incapace di dare una spiegazione a tale reazione. Poi, come se non potessi fare a meno, gli tiro una cinquina dritta sul volto.
<< Non t’azzardare mai più. >>.
 
 
Abbiamo attirato l’attenzione del resto degli invitati presenti e, quando mi volto verso Harry, vedo negli occhi di giada un dolore inenarrabile, ciò di cui è stato testimone gli ha appena spezzato il cuore. Conosco perfettamente quella sofferenza ed era l’ultima cosa al mondo che volessi infierirgli.
Mi ritrovo a correre su dei tacchi malefici dietro di lui.
Io, al contrario di Ville, sto mettendo da parte l’orgoglio, per fermare la persona che amo.
Ha sopportato le mie lacrime per un altro uomo, rincollato i pezzi rotti, aiutata nei momenti brutti, ha riso con me, c’era quando gli altri avevano smesso di esserci. E, adesso che ho capito di amarlo, non posso perderlo.
 
 
A passo di carica si dirige nel parcheggio, non riesco a stargli dietro, quindi scalcio via le scarpe e continuo a piedi nudi sull’asfalto.
<< Harry! >>, strepito a gran voce. << Aspetta! >>.
 
 
Si ferma d’improvviso, si volta per affrontarmi. Ha la sclera arrossata, l’espressione dolce distorta, è sul punto di piangere.  
<< È perché non sono lui, vero? Perché non sono un cantante famoso, perché sono un uomo semplice, che non ti fa soffrire, che preferisce amarti come uno stupido, anziché farti piangere? È per questo? beh, mi dispiace, ma io non ci riesco ad essere come lui, non ci riesco a farti soffrire, non ci riesco a farti piangere. >>, grida in una cascata vorticosa di parole, angoscia e sconforto. Mi ama con tutto se stesso, così tanto da poterne morire ed io non l’avevo capito.
 
 
<< Io ti amo. >>, dico, mentre lui sta ancora blaterando.
 
 
È come se avesse appena ricevuto uno schiaffo in faccia.
<< Che? >>. Sa perfettamente che non sono un tipo da “ti amo”, lo dico molto di rado, perfino con Ville, l’avrò detto un paio di volte in tutta la relazione. Forse è per questo che siamo stati insieme per così tanto: “chi si somiglia si piglia”. E che alla fine è finita: troppo uguali.
E poi un giorno arriva Harry, con un sorriso, tanta dolcezza, abbracci a non finire, così diverso da me, si incastra perfettamente come il tassello mancante di un puzzle e, forse è vero: “gli opposti si attraggono”.
 
 
<< Ti amo. >>, ripeto forte e chiara.
 
 
L’espressione si trasforma, tornando a splendere come i raggi di un sole estivo. Mi corre in contro, stringe in vita e ci fondiamo in un unico essere.
 
 
<< Ti amo anche io. >>, ripete più volte, felice. Forse non è come Ville, lui preferisce dirlo quel “ti amo” fin quando non ce l’avrò ben impresso in mente e mi accorgo che è esattamente ciò di cui ho bisogno.
 
 
<< Torniamo a casa. >>, mormoro, per poi baciarlo come se ne dipendesse la mia vita, riprendendo la nostra serena esistenza.
 
Insieme.      










Note: 
Lo so che avevo detto che non avrei mai più scritto più in questa sezione, ma sono incoerente, si sapeva già, quindi l'ho scritta e l'ho pubblicata. 
Immagino il rumoreggiare delle vostre menti contrariate perché, le mie ff con Ville, finiscono sempre male. Con me, Ville ha il "mai una gioia day". 
Stavolta, poi, la protagonista ha preferito perfino un altro! Roba da matti, no? xD
Però a volte accade, che amiamo tantissimo una persona, la storia finisce, ci trasciniamo il ricordo dietro, credendo di amare ancora quella persona, mentre noi amiamo il ricordo di ciò che c'è stato con quella persona. In questo caso è servito un ultimo bacio per dissipare i dubbi. 

Chiedo umilmente pietà, se ci sono errori di battitura, strafalcioni grammaticali e sviste, perché sono le tre del mattino e l'ho scritta in un'ora. 

Ringrazio già se ci saranno commenti. 

Un abbraccio. 
DarkYuna. 
  
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