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Autore: apollo41    23/06/2017    1 recensioni
Prompt: immagine (all'interno della storia).
Dal testo:
Dall'esterno non lo aveva notato, forse perché aveva tenuto lo sguardo basso cercando di proteggersi dalla pioggia, ma proprio accanto alla porta, di fronte alla vetrina della libreria, stava un ragazzo dai capelli scuri con un lungo capotto nero, il viso rivolto verso il basso e un’espressione quasi catatonica stampata in faccia.
Qualcuno di distratto avrebbe potuto pensare che stesse soltanto fissando con intensità la copertina di un libro, ma Tom, abituato ad avere un occhio attento ai clienti sospetti nel locale in cui lavorava, notò all'istante che invece stesse guardando il vuoto, come se la sua mente fosse da tutt'altra parte.
Genere: Generale, Mistero, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa one shot è stata scritta per la prima edizione dell'oca EFPiana versione scrittura sul gruppo EFP famiglia: recensioni, consigli e discussioni (link:https://www.facebook.com/groups/751269538242732/).
Ho anche avuto il tempo di rileggere e correggere, ma potrebbero esserci cavolate varie perché sono scema; al massimo segnalatele in un commento.
Vi lascio alla lettura! Baci, Elisa.

PS: come al solito per questo genere di cose non sono previsti seguiti. (Ma se avete dei prompt da proporre anche per vecchie drabble/flash/one-shot, lasciateli nelle recensioni che potrei prendere in considerazione di scriverci altre sciocchezzuole brevi. Però non chiedete solo di continuare, lasciate un vero e proprio prompt se volete che provi a scriverci qualcosa, please.)
 



PROMPT (Casella 2, prompt immagine 4):

https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/18519520_727346184114052_2831176814645722286_n.jpg?oh=14b5aeeef1ec3adeb49d8115e63e6f8e&oe=59CD7DC3

NOTE: non sono brava a scrivere qualcosa dai toni misteriosi, ma ho voluto provarci comunque quando mi è venuta questa idea. Non so quanto io sia riuscita nell’impresa, ma questo è quanto.
 

Struck
 

Tom non era un tipo da libreria. Non che non gli piacesse leggere, semplicemente era più una persona da fumetti. Adorava l’odore della carta stampata, ma per qualche ragione gli metteva sempre un po’ di soggezione entrare in una libreria invece che nella sua adorata fumetteria di quartiere.

Per quel giorno, comunque, aveva dovuto obbligarsi a stringere i denti ed entrare nella piccola libreria che stava dall’altro lato della strada rispetto al ristorante in cui lavorava alla fine del suo turno. Il compleanno di sua sorella era alle porte e ricordava di averla vista blaterare più volte sui social di non aver abbastanza soldi per comprare tutti i libri che desiderava e che finivano inevitabilmente annotati nella sua infinita wishlist.

Avrebbe potuto regalarle degli ebook, ma se la quantità di libri nelle foto della sua stanza del college era una indicazione accurata dei suoi gusti, era piuttosto certo che avrebbe preferito delle copie cartacee. Da cultore lui stesso delle copie cartacee rispetto a quelle digitali, Tom non poteva certo biasimarla.

Aveva una lunga lista di titoli ed era deciso a comprarne almeno cinque o sei, ma quando entrò nella libreria semi deserta si bloccò di colpo appena oltre la soglia. Dall’esterno non lo aveva notato, forse perché aveva tenuto lo sguardo basso cercando di proteggersi dalla pioggia, ma proprio accanto alla porta, di fronte alla vetrina della libreria, stava un ragazzo dai capelli scuri con un lungo capotto nero, il viso rivolto verso il basso e un’espressione quasi catatonica stampata in faccia.

Qualcuno di distratto avrebbe potuto pensare che stesse soltanto fissando con intensità la copertina di un libro, ma Tom, abituato ad avere un occhio attento ai clienti sospetti nel locale in cui lavorava, notò all’istante che invece stesse guardando il vuoto, come se la sua mente fosse da tutt’altra parte. Era fradicio, cosa non così improbabile vista la quantità di pioggia che aveva continuato a scrosciare sulla città per tutta la mattinata, eppure non sembrava turbato dallo stato in cui erano i suoi capelli o il suo cappotto, che stavano gocciolando lentamente sul pavimento.

Per qualche ragione sconosciuta, si sentì immediatamente attratto dal ragazzo, che gli sembrò allo stesso tempo giovane e innocente, ma perso e solo come un’anima che aveva vissuto fin troppo a lungo. Si chiese da dove fosse arrivato un pensiero simile, degno quasi dei romanzi rosa che sua sorella leggeva tanto volentieri, quindi scrollò le spalle e continuò con le sue commissioni, cercando di dimenticarsi di quello strano sconosciuto.

Quando infine ebbe pagato per i sette libri che aveva deciso di regalare a sua sorella, si avviò verso l’uscita del negozio, fissando sollevato oltre la porta a vetri e notando come un raggio di sole stesse sbucando finalmente dalle nuvole. Poggiò la mano sulla maniglia della porta, pronto ad aprirla, quando la coda dell’occhio gli cadde nel punto in cui era stato il ragazzo sconosciuto dai capelli scuri quando era entrato poco prima.

Il ragazzo era sparito, ma Tom si ritrovò comunque bloccato sul posto mentre girava la testa per controllare meglio il punto in cui era stato fino a poco prima. Rimase per un istante immobile, osservando il vuoto a sua volta, chiedendosi se lo sconosciuto fosse entrato solo per cercare riparo dalla pioggia. Per qualche ragione, aveva la certezza che non fosse affatto quello il motivo, ma non riusciva a capire perché si sentisse così stranito da quell’incontro.

La sua riflessione, comunque, venne interrotta quando dall’esterno qualcuno spinse la porta per aprirla, chiedendogli di spostarsi. Si scosse dallo stato di stupore in cui era caduto, prima di fare un passo indietro per lasciar passare la donna che stava cercando di entrare.

Quando uscì dal negozio e passò di fronte alla vetrina, per un solo istante fu sicuro di aver visto con la coda dell’occhio di nuovo quella figura pallida. Tuttavia, appena girò il viso per controllare meglio, notò soltanto l’interno del negozio ancora semi vuoto e la propria immagine riflessa.

Per qualche ragione sconosciuta, per settimane Tom passò di fronte alla vetrina della libreria ogni giorno alla fine del suo turno, sicuro che prima o poi avrebbe rivisto lo sconosciuto dai capelli neri e dall’espressione persa.

   
 
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