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Autore: ZeldaFitzgerald    23/06/2017    1 recensioni
Ispirata all'ultimo messaggio di Even ai ragazzi, quando ha detto che Isak è troppo per lui. Flusso di coscienza, lettera a cuore aperto, interpretatela come volete che non è mai sbagliato.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Faceva freddo, era buio e pioveva la prima volta che ho pensato che tu fossi troppo per me. Ricordo perfettamente la pioggia infrangersi delicata sulle mie guance, pendere dalle mie ciglia bionde e mescolarsi con le gocce salate che scendevano silenziose, quasi a volersi nascondere, dall’incavo dei miei occhi. Ricordo la tua mano fredda e delicata, il contatto sulla mia guancia e un inspiegabile, inatteso, calore nel cuore.
 
Mi hai sussurrato, a fior di pelle, a fior di labbra, che non sono da solo, non da quando ci sei tu, non da quando siamo soli insieme. Vedi Isak, noi non siamo soli. Non siamo io e te contro il mondo, non siamo l’eccezione che conferma il clichè dell’amore che ci protegge dalle avversità. E’ difficile da spiegare… io e te siamo un abbraccio che avvolge nel bel mezzo di un uragano, non per proteggerci ma per permetterci di vivere la tempesta insieme. Da quando ci sei tu nella mia vita, mio piccolo grande amore, io non ho più paura della tempesta, vago per il mondo mano chiusa nella tua in cerca di questo tsunami di emozioni che non avrebbe senso se non ci fossi tu a condividerlo con me. Sono stato di fronte ad un muro a pugni chiusi per molto tempo nella mia vita, incerto sul da farsi… un pugno, poi due, tre, una raffica, ma il muro era sempre lì. Mi hai insegnato che i muri non si abbattono, i muri vanno conosciuti, vanno toccati. “Devi sentirni la porosità sul palmo della mano”, mi hai detto, “vedi? Non fanno poi così paura!”. La paura ci blocca, ci rende irascibili, irrazionali e io non ho mai saputo gestire questo tipo di emozioni se non attraverso uno stato di catatonica depressione che mi proteggeva da questi muri. Amore mio, vedi, i muri non si abbattono né si scavalcano, i muri si toccano, si imparano a conoscere e si disarmano, proprio come in una guerra contro il più oscuro dei nostri demoni impariamo a reagire sfruttando le armi dell’avversario e vinciamo.
 
Io e te vinciamo insieme e perdiamo insieme. Cadiamo e ci rialziamo. E di nuovo siamo insieme perché non ci è più permesso di essere soli. Come fai a non essere troppo per me quando mi hai insegnato così tanto, Isak?
 
Ci sono dei momenti in cui mi fermo a cercare i tuoi occhi, i tuoi bellissimi occhi verdi che sempre vagano in cerca dei miei e che solo si fermano quando in essi si specchiano e si riconoscono. Come potrebbe essere diversamente quando un tuo singolo gesto è capace di muovere la mia anima verso orizzonti inesplorati, terreni incolti e cieli non sempre azzurri ?
Un giorno, uno di quei giorni in cui ritorno ad essere un ragazzo intimorito a pugni chiusi contro il muro, mi sono chiesto se per te non fosse meglio esplorare distese verdi e cieli senza nubi e se fosse forse arrivato il giorno in cui questa voglia di una piatta serenità ti avrebbe portato via da me. Poi sei entrato nella stanza, un leggero bacio sulla fronte, le tue labbra increspate per il freddo che per me sono sempre troppo soffici, mi hai detto che avevi voglia di attraversare una tormenta di neve vestito solo del mio corpo che abbracciava il tuo e io ho pensato di nuovo che fossi troppo per me. I miei pugni erano serrati e allora tu, con la delicatezza di una perla posata sulla seta, hai fatto incastrare le nostre dita in un’armonia di calore così perfetta che non mi è più stato possibile desiderare per te una vita serena che non comportasse la mia presenza. L’amore non è mai bugiardo né egoista ma l’amore si fa in due, mio raggio di sole, e io non posso pensare di giocare a questo gioco senza te al mio fianco. Tu puoi?
Ci riusciresti mai?
 
Stringimi la mano, amore mio, poi baciami, fuori c’è il temporale. Andiamo a sfidare i lampi e i fulmini e vestiti del mio solo corpo, io sono pronto.
   
 
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