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Autore: GGandGLEE    23/06/2017    2 recensioni
"Quindi?"
"Quindi sposami, Melinda May"
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Melinda May, Phil Coulson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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22 giugno.
Phil Coulson non sapeva perchè, ma quel giorno era sempre stato particolare per lui. Come se fosse speciale e andasse festeggiato, ma non ce n’era motivo. Non era il suo compleanno, né quello di nessuno del team, non era un giorno di festa e non aveva nulla a che vedere con lo S.H.I.E.L.D.
Non voleva dire assolutamente nulla, eppure Phil non riusciva a farne a meno. Il 22 giugno era sempre di ottimo umore e organizzava le più svariate attività con la squadra. Erano andati a Roma l’anno prima, in Cina due anni prima e a nuotare con le tartarughe l’anno prima ancora.
Quest’anno, Daisy era andata a trovare Cal (anche se non si ricordava di lei, gli faceva ancora visita ogni tanto), Fitzsimmons stavano cercando una casa per andare a vivere insieme e Mack e Yo-yo erano in missione in Colombia.
C’erano solo lui e May, ma ciò non gli avrebbe impedito di trascorrere una fantastica giornata.


Melinda May era seduta nella cabina di pilotaggio e fissava le nuvole.
Era di nuovo il 22 giugno. Oggi, 25 anni. Sospirò e si fece trascinare via, ancora una volta, da quegli stessi ricordi.


Che sarà stata, la missione numero 21?” chiese Melinda collassando sul sedile dell’auto.
“22. E il mese scorso eravamo solo a 17. Immagino i nostri nemici aumentino a vista d’occhio.” Disse Phil sedendosi accanto a lei. “Ah e, grazie per avermi salvato la vita ancora una volta.”
“E’ stato un piacere. Non sopporterei di avere un nuovo partner se tu morissi” lo provocò.
“Se continui a batterti così non credo morirò presto” sorrise Phil.

Ci fu una pausa, poi Melinda guardò fuori al finestrino e disse “Davvero, non voglio che ti succeda nulla.”. Sospirò. “Ecco perché ci insegnavano a tenere a bada i sentimenti.”

“Abbiamo passato la linea anni fa.” Disse Phil avvicinandosi.
Melinda si girò a guardare quegli enormi occhi blu che la fissavano- conosceva quello sguardo fin troppo bene. Quello sguardo che l’aveva già fregata altre volte.

Scosse la testa incurvando le labbra.

“Ne abbiamo parlato, Phil.”
“Di cosa?”
“Di noi. Non possiamo. E’ troppo rischioso.”
“Rischiao la vita ogni giorno, Mel. Cosa vuoi che sia un rischio in più?” disse lui avvicinandosi ancora di più ma non osando oltre.

Non le dispiaceva stargli così vicino.
“Potremmo commettere uno sbaglio.” Disse lei.
“Non potresti mai essere uno sbaglio.”
“E come lo sai?”
“Perchè ti-“
“Non farlo.”
“Ma-“
“Non dirlo, Phil. Se è vero, per favore, non dirlo ad alta voce. Sarebbe troppo doloroso da sopportare.”



“Ma non deve essere doloroso, dev’essere bello.” Melinda cercò di resistere. Non è che non provasse la stessa cosa, ma il loro lavora non lasciava tante possibilità per una relazione. Ma Phil, oh Phil. LA prima volta in cui si erano baciati le aveva fatto venire la pelle d’oca, l’aveva fatta sentire al settimo cielo. Eppure, ad ogni modo, lei lo aveva respinto. Lui non si era arreso ed era successo altre volte.
Ma non c’era niente di più. Un bacio, un po’ di coccole, poi si separavno. Era la cosa migliore per entrambi non tentare niente di più serio. Eppure, non poteva negare che lo volesse anche lei.


“E se qualcosa andasse storto?”
“Cosa potrebbe andare storto?”
“Non puoi saperlo.”
“Nemmeno tu, quindi..” disse lui sorridendo e poi chiuse gli ultimi centimetri di distanza tra loro, lasciando che lei poggiasse la testa sulla sua spalla.

“Quindi?”
“Quindi sposami, Melinda May.” Disse mentre lei sollevò la testa sconvolta. Non sapeva perchè, ma aveva sentito il bisogno di dirlo. La amava, Dio se l’amava, e non poteva immaginare la sua vita senza di lei. Quindi vaffanculo, tanto valeva rischiare.

“Sposami anche se non ho un anello. Sposami perché ti amo, capisci? Io ti amo e non puoi impedirmi di dirtelo, di dirlo alla persona più bella che conosca. Sposami perché in questa vita incerta che conduciamo tu sei la mia unica certezza. Sposami così non dovrò passare un altro singolo giorno della mia vita reprimendo i miei sentimenti. Sposami e rendimi l’uomo più felice del mondo. Sposami e corri questo rischio con me.”

Lo aveva detto tutto d’un fiato, come se tutte le cose che aveva sempre voluto dirle fossero esplose all’improvviso.
Melinda lo fissava, non sapeva cosa fare o cosa dire.
Voleva opporsi, voleva fingere, voleva uscire da quell’auto. Ma non lo fece. Per la prima votla in vita sua, Melinda May si arrese ai suoi sentimenti. “Certo che ti sposo, Phil. Certo che ti sposo”

Si asciugò le lacrime non appena sentì dei passi dietro di lei.
“May,” chiamò Phil entrando nella cabina. “Fitzsimmons non tornano nemmeno oggi, quindi siamo solo io e te.”
Melinda annuì. “Quindi, pensavo..perchè non mangiamo fuori? Atterriamo a Malibu, siamo vicini.”
“Qual è l’occasione speciale?” chiese con un sorrisino, ma no aveva davvero molta voglia di sorridere. Di tutti i posti, perché Malibu?
“Non so, ho voglia di rilassarmi. Non so perché ma il 22 giugno ho sempre voglia di festeggiare.”


Melinda quasi soffocò sentendogli dire quelle parole. Non aveva idea di cosa significasse ma ancora lo feteggiava. In qualche modo contorto, pensò, era ancora un giorno speciale.
“Mi dirigo verso Malibu allora” disse togliendo il pilota automatico.
“Bene, ci vediamo tra un po’”

May inserì le coordiate. Mezz’ora dopo, poteva vedere Malibu sotto di loro. Si perse di nuovo nei suoi pensieri.

Avevano deciso di sposarsi quello stesso mese, Giugno. Avevao scelto il 22 perché era stata la loro ventiduesima missione a fare la magia.
Era stata una cosa molto veloce, loro due, Nick Fury e Natasha Romanoff. Non avevano molto tempo, così andarono nella prima cappella disponibile. Erano atterrati perché Nick dovevaa incontrare degli uomini che erano probabilmente in possesso di uno 0-8-4.
A Malibu.
Nick aveva insistito che la coppia di sposini rimanesse più a lungo, e quando si erano rifiutati glielo aveva imposto come ordine.


Melinda trovò un ristorantino davvero romantico per la loro prima cena da sposi. Non appena di sedettero al tavolo, fu come se il mondo fosse scomparso e ci fossero solo loro due. Sedevano una d fronte all’altro, bevendo champagne e tenendosi per mano. Era un sogno diventato realtà. Un sogno che entrami avevano sempre desiderato ma che avevano avuto troppa paura di rincorrere.
“Malibu è un posto magico” disse Phil.
Melinda gettò del pane ad un gabbiano che passava di lì. Era tutto così sereno e spensierato.
Phil la guardò e sorrise. Aveva sposato la donna più meravigliosa del mondo, e nulla avrebbe potuto cambiare questa  cosa.


Atterrarono a Malibu. Non appena misero piede fuori dall’aereo, Melinda cominciò a tremare. Non era la tip ache mostrava le sue emozioni, ma questo era troppo. Quel posto aveva fatto da scenario al più bel giorno della sua vita, e adesso la faceva stare male.
Se avesse potuto cambiare una cosa della sua vita, non avrebbe mai sposato Coulson. Non lo avrebbe nemmeno incontrato se possibile.
Perderlo era stato orribile, un incubo, la cosa più dolorosa che avesse mai dovuto affrontare.


“Abbiamo un modo per riportarlo in vita.” Aveva detto Fury. “Ma potrebbe perdere dei ricordi.”
Dei ricordi. I loro ricordi. Coulson aveva perso memoria di ogni cosa che non fosse legata allo S.H.I.E.L.D..
Non ricordava nulla di suo padre, se non il giorno in cui gli aveva dato il permesso di frequentare l’accademia. Ricordava tutte le loro missioni, ma null’altro. Non ricordava le conversazioni, la casa che avevano comprato, la loro prima vacanza. Non si ricordava di lei. Per lui, lera era l’agente May, non Melinda, non sua moglie.

“May, che hai?”
“Niente. Dove siamo diretti?”
“Pensavo di camminare sulla spiaggia” disse sorridendo. Phil Coulson amava camminare sulla spiaggia.
Trascorsero la giornata passeggiando come turisti. Nonostante tutto, May era comunque frat ache stessero trascorrendo del tempo insieme.
“May, guarda quel posto” disse Coulson indicando un ristorantino non molto lontano.
“Perché non ci fermiamo lì?”

Non poteva essere vero. Perchè il destino era così crudele con lei? Com’era possibile che tra I tanti ristorante della città avesse scelto proprio quello? Voleva dire di no, ma lo sguardo nei suoi occhi le fece sciogliere il cuore.

 
 
Phil Coulson aveva il potere di renderla impotente pur senza volerlo. Come si poteva deludere quegli occhi scintillanti? Quegli occhi che una volta la guardavano allo stesso modo, stavano guardando quel piccolo ristorante, e Melinda non avrebbe mai potuto far spegnere quella scintilla.

Erano seduti lì, sulla spiaggia, una di fronte all’altro. Il cameriere aveva messo a centrotavola una rosa e due candele.
Ovviamente, sembriamo sposati,  pensò May.
Mangiarono e parlarono di come Daisy stesse migliorando con i suoi poteri e di come Phil volesse che Jemma e Leo si sposassero.
Phil ordinò una crostata e dello champagne per entrambi.
Melinda non poté che sorridere. Era tutto così surreale e nel contempo tranquillizante.



Un gabbiano passava di lì e Melinda gli lanciò del pane.
Phil la guardò e in un eterno istante, vide tutto davanti a sé. La missione, la proposta, il matrimonio, la spiaggia.
Si ricordava tutto, ogni cosa, e cominciò a singhiozzare.

“Che succede Phil?”
“E’ il 22 giugno.” Disse piangendo ancora più forte.
“Coulson, mi fai preoccupare, cosa succeede?”
“E’ il 22 giugno, Melinda. E’ il nostro anniversario.”

Melinda lo fissò, gli occhi che le si riempivano di lacrime.
“Ti ricordi?” riuscì a dire a stento prima di cominciare a piangere come una bambina.
“Mi ricordo. Non ho idea di come abbia potuto dimenticare il giorno più bello della mia vita, ma adesso lo ricordo di nuovo.” Disse alzandosi e andando verso di lei.
Melinda gli prese le mani. “Sono successe molte cose dopo che Loki ti ha colpito, hai perso la maggior parte dei tuoi ricordi e..”

“Come ho potuto dimenticarmi di te? Devi avermi odiato.”
“Non potrei mai odiarti, Phil. Mi ha distrutta, ma non ti ho mai abbandonato. Non ero più tua moglie, ma non ho mai smesso di mantenere la mia promessa.”
“Sapevo che il 22 giugno aveva qualcosa di speciale. Ecco perché ero sempre felice. Una parte di me deve aver lottato per ricordare la nostra felicità.” Disse, portandole le mani in viso per asciugarle le lacrime.
“Non riesco a credere che te ne ricordi”
“Lo so.
Ma non ho intenzione di dimenticarlo più.” Disse, e la baciò.

Melinda aveva sognato a lungo la sensazione delle labbra di Phil sulle sue, I brividi che le dava, il fuoco che le si accendeva nelle vene. Lo baciò e fu come se nulla fosse mai accaduto.
Malibu era davvero un posto magico.



Bene gente, pensavo di scrivere questa fic da un po’, fatemi sapere cosa ne pensate.
   
 
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