Film > Il Principe d’Egitto
Ricorda la storia  |      
Autore: vero_leowonny3    23/06/2017    2 recensioni
-MOSE'!!-
Queste furono le ultime parole di un re al suo nemico. Queste furono le ultime parole di un uomo a cui era stato tolto tutto. Di un uomo che non trovava più neanche la forza per alzarsi e tornare a casa. Di un uomo che era destinato a soffrire fino all'ultimo. E che mai, mai, mai e poi mai avrebbe dimenticato il viso di colui che un giorno aveva chiamato “fratello”.
Genere: Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ramses
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
One shot su “il principe d'egitto” ti chiamai fratello

Ciauu! Ed eccomi qui di nuovo senza ispirazione per la mia fanfic Welcome To My Paradise. * piange invocando il dio della letteratura *. Sembra che quando non riesco a scrivere quella mi vengono un sacco di nuove idee per altre one shot ecc. Ho letto da poco molte fanfic sul principe d'egitto e devo dire che sono molto belle. Complimenti a tutti/e! Così ho deciso di provarci anche io. Nel film si da molta importanza a quello che pensa e vive Mosè. Ma se potessimo introdurci per un momento nella mente di Ramses? Cosa avrebbe pensato del suo ormai ex fratello? Spero vi piaccia. Buona lettura!

Come si fa a perdonare una persona che ti abbandona dopo aver vissuto tutta la sua infanzia e la sua adolescenza con te? Ma soprattutto come si fa a perdonare una persona che, dopo averti abbandonato, ritorna da te non per riconcigliarsi. Non perchè gli mancavi. Ma per liberare un'inutile marmaglia di...schiavi. Inutili schiavi che avevamo ottenuto vincendo in guerra e che sarebbero dovuti stare per sempre agli ordini del Faraone. L'Astro del Mattino e della Sera. Da tempo aspettavo questo momento. Il momento in cui non sarei più stato un semplice figlio di re ma sarei diventato un Dio. E tutto l'Egitto si sarebbe inchinato dinanzi a me. E lui sarebbe dovuto rimanere al mio fianco. Consigliarmi, sostenermi. Come un buon fratello fa. E invece no. Lui ha preferito ascoltare la voce del suo Dio. Del Dio degli schiavi.
Quando lo rividi a palazzo per la prima volta dopo la sua fuga fui invaso dalla gioia. Non potevo credere che le mie preghiere fossero state esaudite. Ma mi dovetti ricredere molto presto. -Lascia partire il mio popolo!- questa frase mi tormenta tutte le notti. Ogni cosa che avevo sperato, ogni progetto che avevo immaginato era andato in fumo. Tutto. Non pensavo che potesse fare tanto male. Ora, avrei dovuto combattere mio fratello. Ucciderlo. Per il bene dell'Egitto. Ero il Faraone adesso. Dovevo mettere da parte i sentimenti. Senza schiavi un paese non va avanti. Come avrei potuto cedere? La mia immagine, la mia reputazione sarebbero finite nel fango. Sarei stato deriso da tutti. Sarei stato l'anello debole della catena, il re che si faceva sorpassare da uno schiavo.
Eppure quelle grida le sento ancora nei miei incubi. Grida di dolore della mia gente che soffriva sotto le piaghe di quel mio fratello che era tornato solo per disseminare morte! Ho visto bambini, donne, anziani, uomini e bestie morire in agonia. Ho visto l'oscurità coprire l'Egitto. Città che bruciavano, peste, carestia. E tutto per cosa? Per un mucchio di schiavi. Guardavo tutta quella sofferenza che arrivava anche al mio palazzo. Guardavo mio figlio e pensavo a cosa gli avrei lasciato. Un regno piegato. Un regno distrutto e ben presto dimenticato. Come poteva odiarmi così Mosè? Come poteva farmi questo? Davvero degli schiavi erano più importanti del nostro rapporto? Un giorno glielo chiesi.
Era tornato per ripetermi la stessa frase. Lascia partire il mio popolo. Io non risposi. -Ramses, ti prego. È l'unico modo per fermare tutto questo!- -Pensi che sia così semplice?- si vedeva che non sapeva niente di cosa voleva dire regnare. Si vedeva che non gliene importava del fardello che ero costretto a portare ogni giorno. -La prima volta che venisti qui con questo sciagurato desiderio mi chiedesti cosa vedevo dalla mia terrazza. Ricordi? Ora sono io a chiederlo a te. Cosa vedi, fratello?- quest'ultima parola mi costò un'amarezza e un disgusto infernale pronunciarla. Lui non mi rispose ma sembrò capire cosa intendevo. -Pensi di salvare delle vite facendo come fai. Pensi di essere in debito con quella gente che non ti ha dato altro che infelicità quando qui avevi ciò che volevi! È così che vuoi ringraziare mio padre per averti accettato e accudito come figlio suo?! È così che vuoi ringraziare me per averti ogni giorno aspettato?! Per aver pregato che tu tornassi?! È così che ci vuoi ringraziare? Distruggendo tutto ciò che abbiamo costruito in anni e anni di dinastie?!- lo odiavo. Per quello che aveva fatto. Per quello che MI aveva fatto.
-No, Ramses. Non volevo arrivare a questo e non sai quanto mi dispiaccia per quello che sta accadendo ma non c'è altro modo. Se tu non ci lasci andare le piaghe continueranno sempre peggiori.- io lo guardai serio. Volevo sembrare impassibile ma gli occhi probabilmente tradivano tutto. -Pensi di poter insegnare a me la pace quando sei tu il primo che ricorre alla guerra?! Non sei diverso da quelli che odi.- queste mie parole dovettero scuoterlo molto. Ed era il mio preciso scopo. Lui non poteva immaginare tutte le volte che, sedendomi sulle ginocchia della statua di Ra, mi chiedevo cosa avrei dovuto fare. Lui non immaginava tutte le notti insonni passate a guardare il soffitto della mia stanza e a sperare in giorni migliori. Probabilmente non immaginava neanche come mi dovevo sentire ogni volta che mi giravo e non c'era lui al mio fianco. Come ci si sentiva ad avere tutto ma a non avere niente. Ad avere la stanza piena di gente ma a sentirsi comunque soli. No. Non lo sapeva. E anche il saperlo non avrebbe cambiato le cose.
Avevo tante cose da dirgli. Volevo abbracciarlo e dirgli che mi era mancato. Volevo urlargli contro e rinfacciargli la sua vigliaccheria. Volevo ammazzarlo perchè mi aveva rovinato. Ero in uno stato di confusione totale. Ma tutto si fece più chiaro quando oltre ad aver decimato il mio popolo e avermi umiliato davanti a tutti mi portò via anche mio figlio.
Quella notte non era una notte come le altre. Era una notte di morte. Sentivo le urla del mio popolo. Erano urla diverse quella volta. Miste a un pianto disperato. Mi svegliai di soprassalto. Non capivo. Ebbi un terribile presentimento e corsi in camera di mio figlio. Era immobile. Troppo immobile. Era morto. Non ci vidi più dalla rabbia. Coprii il suo corpo con un telo. E a quel punto arrivò lui. Non potevo più fare niente. Oramai non avevo più nulla. Nulla mi era rimasto da difendere. Nemmeno la mia persona. Perchè che cos'è un padre senza il figlio? -Tu e il tuo popolo...avete il permesso...di partire.- non mi importava più niente. Quella notte l'Egitto era caduto. E io con lui. Non posso spiegare la disperazione che provai a stringere il cadavere del mio amato figlio. Non si può spiegare. Posso solo dire che è una cosa devastante che non auguro a nessuno. Solo a Mosè. Spero vivamente che tutti i suoi figli muoiano! Che il suo popolo viva l'agonia che ha vissuto il mio! Che non abbiano mai pace! Che lui, Mosè, sia maledetto. Fu in quel momento che cambiai la mia scelta e decisi che tutti loro dovevano morire. Tutti. Fino all'ultimo. Senza distinzioni. Lui sarebbe stato l'ultimo. Volevo che li vedesse morire proprio come io avevo visto morire la mia gente. Volevo che provasse lo stesso dolore che avevo provato io. Volevo vendicarmi.
Ma era destino che il mio esercito dovesse perdere. Come ultima cosa vidi i miei soldati che IO avevo scelto e condotto alla battaglia annegare nel mare e, chissà quanto più avanti, il popolo di Mosè. Vivo. Ero sopravvissuto solo io. Se dovevevano tutti morire perchè risparmiare me?! Perchè non mi ha permesso di seguire la mia gente?! Perchè dovevo vedere altra morte?! Non gli era bastato tutto quello che aveva fatto?!
-MOSE'!!-
Queste furono le ultime parole di un re al suo nemico. Queste furono le ultime parole di un uomo a cui era stato tolto tutto. Di un uomo che non trovava più neanche la forza per alzarsi e tornare a casa. Di un uomo che era destinato a soffrire fino all'ultimo. E che mai, mai, mai e poi mai avrebbe dimenticato il viso di colui che un giorno aveva chiamato “fratello”.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Il Principe d’Egitto / Vai alla pagina dell'autore: vero_leowonny3