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Autore: AliceVolevaMorire    12/06/2009    10 recensioni
La Paura è ciò che di più sublime possa capitarci
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                " They are driven by a strange desire, unseen by the human eye"
                                                                                                                     -Dead Can Dance, The Carnival Is Over-


Nella fanghiglia del suo pensiero rimestava con uno stecco marcio. Pescava pezzi di tutti, ed erano simili ad alghe che rimanevano incastrate nel legno. Con le dita li toglieva disgustata.
Di fronte a lei, camminava nel mare una persona che aveva visto solo una volta.
I lunghi capelli corvini e il cappotto nero che svolazzavano nella brezza lo facevano somigliare ad una disgrazia imminente, e gli occhi erano così terribilmente allungati e oscuri che era come buttare il cuore su degli scalini e vederlo scendere da sè.
"Sembri una Mary Sue" rise Persefone, abbandonando il legno nella pozzanghera.
Ade sorrise così bene che se non l'avesse mai visto avrebbe pensato che fosse solo un parto della sua mente
"Sto ricreando le condizioni" borbottò, riprendendo a mescolare la pozzanghera, provocando piccoli vortici di schiuma sporca. Lui non rispose. Non l'aveva mai sentito parlare, in effetti.
"Alcuni ingredienti sono sottoposti a variabili. La giornata di sole, per esempio. Il giornale e la panchina. Ma soprattutto" e lì fermò il suo convulso movimento rotatorio. Le doleva il braccio.
"Quello che succede prima"
Ade annuì comprensivo, nascondendo il viso nell'ampia sciarpa viola che indossava. Mise le mani in tasca ed uscì dall'acqua con un movimento fluido, ritrovandosi a pochi metri da lei. Curiosamente, i suoi vestiti gocciolavano. Lei non l'avrebbe creduto.
"Non hai caldo?"
Non rispose, si limitò a calciare un sassolino con la punta dell'anfibio. Era così perfetto. Come faceva, ad esistere? Non in quel momento, naturalmente.
"Potremmo darci appuntamento"
Si mosse verso Persefone, un fruscio oscuro, e si sedette al suo fianco.
"Non ricorderei" sussurrò lui guardando il mare "Sono qui per aiutarti"
Pareva cantasse. Sapeva di crepuscolo.
La ragazza sospirò, osservando lo stecco abbandonato e la pozzanghera che pareva gorgogliare. In un'altra occasione l' avrebbe spaventata.
"Istruiscimi"
Lui fece un lungo respiro e socchiuse gli occhi, come se si sforzasse di ricordare qualcosa.
"Parla di quello che succede prima."
Ade estrasse un mazzo di carte dalla tasca del cappotto. Le mescolò con cura, le lunghe dita affusolate ne sfioravano i bordi con leggerezza. Ne scelse alcune e cominciò a disporle nell'aria di fronte a sè. Figure impossibili galleggiavano incerte a qualche metro dal suo viso, e lui cominciò a cantare il futuro
"Troverai il nodo la sera prima." cominciò con un sospiro.
"Il nodo è una sigaretta. Te la offrirà qualcuno" disse sfiorando con l'unghia il bordo della seconda carta, che rappresentava una specie di arpa.
"Se accetterai" indicò la terza carta, un pozzo " la concatenazione degli eventi ti porterà a non svegliarti la mattina dopo"  il dito si mosse in direzione di un'altra carta, completamente nera.
"E non mi incontrerai mai"
Persefone lo fissò, in attesa. Ade fece scomparire le carte con un gesto della mano, e ne posò altre al loro posto
"Se invece rifiuterai" disse, scrutando le figure "Il mattino dopo incontrerai qualcuno che ti inviterà ad una festa" sorrise appena "Se accettarai" continuò, indicando l'immagine di un corvo e una farfalla "Mi vedrai appoggiato ad un muro nell'ora in cui tutto è possibile. Da lì potrai scegliere il nostro Destino"
Persefone sorrise. "E' così semplice?" domandò, incredula.
Ade piegò appena le labbra "E' tutto" confermò, alzandosi in piedi.
Persefone cominciò a ridere scioccamente, guardando Ade con aria sarcastica.
"L'ho già fatta, la mia scelta. Per una sigaretta, figurarsi"
Ade si spolverò il cappotto, l'espressione mutata in una maschera di tristezza. Si voltò, e cominciò a camminare lungo la spiaggia.
L'aria intorno a Lui vibrava. Persefone rise per qualche secondo, osservandolo andare via, finchè un pensierò orribile non la colpì.
"Me lo ricorderò, vero?" domandò con terrore. Ade non si voltò. "Vero?" ripetè, urlando con tutta la forza possibile, in un grido di dolore che risuonò anche al di là del muro del sogno.
Persefone cominciò a piangere e a ficcarsi in bocca manciate di sabbia, cercando di soffocarsi nel sonno.
In tutta la sua vita, lei non aveva mai rifiutato una sigaretta.


   
 
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