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Autore: Sylvia Naberrie    24/06/2017    2 recensioni
Ursa è una giovane ragazza del villaggio di Hir'a, facente parte della Nazione del Fuoco. Nonostante le sue illustri origini, Ursa è una ragazza semplice come tante altre. Desidera sposarsi con Ikem, il suo promesso sposo, e vivere una vita felice e serena con la sua famiglia nel suo amato villaggio.
Ma i suoi sogni verranno brutalmente distrutti.
Il Re del Fuoco Azulon, per assicurare alla sua famiglia una discendenza potente e forte, vuole che Ursa, nipote dell'Avatar Roku, sposi il principe cadetto Ozai.
Ursa non può sottrarsi a quel destino crudele, altrimenti tutta la sua famiglia e l'intero villaggio ne risentiranno.
Costretta a sposare un uomo che non ama e ad abbandonare i suoi cari, Ursa dovrà farsi forza e cercare di sopravvivere nella reggia reale dove verrà travolta dagli intrighi della sua ormai nuova famiglia.
Quale sarà il destino della Principessa Fenice che, come il mitico uccello, muore e risorge dalle proprie ceneri?
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Azula, Ikem, Ozai, Ursa, Zuko
Note: Missing Moments, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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ATTO V: IL MIO VERO VOLTO



Bring me home or leave me be
My love in the dark heart of the night
I have lost the path before me
The one behind will lead me
[…]
Redeem me into childhood
Show me myself without the shell
Like the advent of May
I’ll be there when you say
Time to never hold our love

[from “Ghost Love Score” – Nightwish]




Quel pomeriggio Noren era giunto a casa con degli ospiti inattesi.
Erano tre ragazzi e due ragazze. Un ragazzo e una ragazza si presentarono come due fratelli di nome Sokka e Katara. Un altro ragazzo, molto vicino alla giovane di nome Katara, si presentò come Aang e Noriko notò subito del tenero tra lui e Katara. Infine, gli ultimi due, un ragazzo e una ragazza, si presentarono come Zuko e Azula, anch’essi fratello e sorella, ma il loro rapporto non sembrava unito e saldo come quello degli altri due ragazzi.
Il ragazzo di nome Zuko aveva una cicatrice sull’occhio sinistro, ma nonostante ciò aveva riscosso sin da subito l’attenzione e la simpatia di Kiyi che non esitò a mostrargli la sua bambola preferita.
Si presentarono come storici di teatro e chiesero informazioni su una certa Ursa. Molte erano le storie che circolavano su di lei nel villaggio.
Si diceva fosse innamorata di un giovane di nome Ikem e che un brutto giorno fosse stata chiamata a palazzo per una questione importante, altri dicevano che fosse diventata la moglie del Principe cadetto del Fuoco, altri che fosse scomparsa nel nulla. Di contro, il povero Ikem scomparve nella Valle dell’Oblio e nessuno ne aveva più avuto notizie.
I giovani che erano venuti a casa loro pranzarono con loro e infine decisero di andar via.
Ma non restarono via a lungo…

Quella sera, mentre Noriko e la sua famiglia stava cenando, qualcuno bussò.
Noren si alzò ad aprire e Noriko sentì dirgli: “Sentivo che saresti tornato”
Dalla voce che proveniva dall’esterno capì che si trattava del ragazzo con la cicatrice, Zuko.
Perché Noren aveva risposto in quel modo a quel ragazzo? Che significava?
Anche Kiyi si accorse della sua presenza, infatti appena lo sentì, subito corse ad abbracciarlo, gioiosa.
“Sei tornato! Sei tornato perché siamo migliori amici!”, sentì sua figlia gridare felice.
“Kiyi! Che bello rivederti!”, esclamò felice Zuko.
“Vieni a cenare con noi!”, esclamò Kiyi trascinando il ragazzo per il braccio.
“Non so se…”
“No, per favore, unisciti a noi”, insistè Noren. Da parte sua, Noriko era ben lieta di ospitare a casa sua quel giovane. Sentiva che in qualche modo fosse legato a lei.
Mentre cenavano però, notò che il ragazzo la stava fissando insistentemente.
Noriko si sistemò una ciocca nervosamente. Qualcosa non andava nella cena?
“Non hai toccato cibo ancora. C’è qualcosa che non va?”, chiese. Forse la cena non era di suo gradimento.
“Fate questo tutte le sere?”, chiese inaspettatamente Zuko.
“Cosa, cenare? Non cenano tutti ogni sera?”, chiese ingenuamente Kiyi.
“No, intendo cenare insieme. Come ora”
“Sì, certamente. È per questo che stiamo cenando così tardi. Ho insistito per aspettare fino a che Noren tornasse a casa”, rispose Noriko lanciando uno sguardo carico d’amore verso Noren.
“Lo apprezzo molto, cara. Le prove dello spettacolo sono finite tardi”, si giustificò Noren.
“Quindi cosa ti porta di nuovo per questa strada? Stai cercando nuovi dettagli sulla compagnia teatrale di Hir’a?”, chiese Noriko sorridendo.
“No, sono venuto per trovare…", Zuko si interruppe e Noriko lo vide esitare per un attimo per poi sollevare lo sguardo deciso.
"Dimmi, Noriko, sei felice?”, chiese Zuko con un’espressione molto seria.
“Che cosa strana da chiedere!”, commentò la donna.
“Rispondimi e basta, per favore”
Noriko rimase interdetta. Perché quella domanda? Ma per il ragazzo sembrava una questione davvero molto importante perciò decise di rispondergli sinceramente.
“Sì, certamente. Sono dove dovrei essere”, esclamò serena Noriko. Zuko sorrise soddisfatto e fece per alzarsi.
“Vi ho disturbati abbastanza. Buona serata”
“No, fermo”, gli ordinò Noren. Poi si voltò verso la moglie e le prese la mano.
“Noriko, sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato”
“Che sta succedendo?”, chiese confusa la donna.
“Avanti, ragazzo. Fai quello che sei venuto a fare. Dille che non hai dimenticato chi sei”
Noriko guardò confusa il marito e il ragazzo. Che stava succedendo?
Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Zuko si voltò.
“Il mio nome è Zuko. Sono il Signore del Fuoco… E sono tuo figlio”
Noriko lo guardò senza capire. Suo figlio? Com’era possibile?
Suo marito prese la parola.
“Quando ti ho visto fra la folla ti ho riconosciuto immediatamente a causa della tua cicatrice. Ho imparato tutto ciò che potevo sulla vita di Ursa nel palazzo reale. Sapevo che un giorno essa sarebbe tornata a perseguitarci. Perdonami per non averti detto tutta la verità quanto tu e i tuoi amici eravate qui, Signore del Fuoco. Avevo sperato di darti abbastanza informazioni per soddisfarti, ma anche per proteggere la mia casa qui con Ursa”, disse Noren inginocchiandosi e prostrandosi ai piedi del ragazzo.
“Ursa?”, chiese confusa Noriko.
“Questo era il tuo nome, amore mio. Dalla tua vita passata. Una volta eri la Principessa della Nazione del Fuoco, avevi due bambini, uno di loro è cresciuto per diventare il Signore del Fuoco”, spiegò Noren.
“Mamma? Che sta dicendo papà?”, chiese impaurita Kiyi abbracciando la madre.
“Non ricordi nulla di tutto ciò perché un potente spirito ha alterato i tuoi ricordi”, poi si rivolse a Zuko, “Anche io ho un vecchio nome. Una volta ero conosciuto come Ikem”
“Ikem!”, gridò Zuko. Tornò a sedersi.
“Quindi… quindi forse è questo il mio posto! Con mia madre, mia sorella… e mio padre”
“No… non è possibile… Ursa ed io non abbiamo mai…”
Noren fu interrotto da dei rumori provenienti dall’esterno, come se qualcuno stesse camminando sul tetto.
“Signore del Fuoco, cosa sta succedendo?”, chiese Noren nervoso.
“Restate qui, vado a controllare”, esordì Zuko.
“Papà, ho paura!”, pianse Kiyi, mentre i rumori si facevano più assordanti.
“Sembra che qualcuno stia combattendo sul tetto”, constatò Noren preoccupato. E poco dopo infatti, il tetto di legno di quella umile capanna venne squarciato dal fulmine generato dalle dita di una ragazza che cadde dal tetto, insieme ad un’altra figura. Era Azula che stava combattendo con Sokka.
“Ho detto di toglierti dalla mia strada!”, gridò Azula scagliando con il piede una palla di fuoco azzurro sul fratello.
La ragazza salì sul tavolo e si fermò proprio di fronte a Noriko e la guardò con immenso disprezzo.
“Tu! Finalmente! Non posso dirti per quanto tempo ho sognato questo momento!”, gridò furiosa Azula.
“Mamma!”, gridò Kiyi, sbracciandosi tra le braccia del padre tentando di raggiungere la madre.
Azula si girò di scatto sentendo quel grido e il suo sguardo si fece ancor più irato. Dalle sue dita scintille azzurrine cominciarono a ronzare.
“Dimmi, madre, dovevi avere un’altra figlia, perché l’ultima è diventata un mostro del genere?”, gridò fuori di sé.
Il ragazzo di nome Sokka riuscì a distrarla lanciandole un boomerang e Zuko aiutò Noren e Kiyi ad uscire dalla stanza che stava già iniziando ad andare a fuoco.
Noriko tentò di fuggire, ma venne afferrata da Azula che la spinse verso una delle pareti della stanza, facendole sbattere la testa.
“È finita adesso!”, gridò la ragazza, sollevando la mano sinistra ed evocando una grande fiamma azzurra, mentre con l’altra mano la teneva per il colletto della tunica.
“Non so… di cosa… tu stia parlando”, biascicò a fatica Noriko a causa del fumo.
“Oh, davvero madre? Allora mi sono solo immaginata tutto? Non hai provato a sminuirmi dal momento che sono nata?”, gridò fuori di sé Azula, gli occhi spalancati e rossi, forse per il fumo, forse per le lacrime represse.
“Azula, lasciala andare”, le ordinò Zuko.
“Stai indietro, Zuzu! Ti avverto!”
Noriko sollevò il braccio e accarezzò la guancia della ragazza, le lacrime agli occhi.
Quella ragazza sembrava aver sofferto tanto. Nella sua rabbia e ira, Noriko sentiva anche una profonda tristezza e inquietudine, un profondo senso di solitudine.
Non sapeva se fosse quella Ursa di cui tutti parlavano o meno, ma non avrebbe permesso che quella povera ragazza soffrisse ancora, soprattutto se la causa fosse stata lei.
“Se quello che dici è vero… Se sono davvero tua madre… Allora mi dispiace di non averti amato abbastanza”, disse Noriko con le lacrime agli occhi.
Negli occhi di Azula comparvero delle piccole luci.
In quel momento, Zuko allontanò Noriko dalla ragazza e i due iniziarono una lotta con il dominio del fuoco.
Noriko osservò impotente e impaurita mentre i due ragazzi discutevano e lottavano.
All’improvviso, Azula scappò e sia Zuko che Noriko la inseguirono, ma la ragazza si inoltrò nella Valle dell’Oblio.
In quell’istante, una figura gigantesca apparve e Noriko la guardò affascinata.
Era la Madre dei Volti.
“Umana, desideri tornare quella che eri una volta? Desideri ricordare?”, tuonò lo spirito con la sua voce possente.
“No, non devi! Hai una vita così bella qui!”, la supplicò Zuko. Ma tutto quello che era successo aveva fatto capire a Noriko che c’era una parte di lei, una parte che tentava a tutti i costi di riaffiorare e non voleva più dimenticare.
“Sì”, rispose decisa.
E lo spirito le toccò il viso e un calore la pervase sul volto e nella mente e alla fine ricordò chi fosse.
Per quanto possa sembrare che le cose cambino, tu non dimenticare mai chi sei!
La donna sollevò il viso e aprì gli occhi.
“Io sono Ursa, figlia di Jinzuk e Rina, discendente dell’Avatar Roku, Principessa della Nazione del Fuoco. Moglie di Ikem. E madre di Zuko, Azula e Kiyi. Questo è il mio vero volto. Questa sono io”













































Angolo dell'autrice

Eccomi qui!
Mi spiace che il capitolo sia venuto così corto, purtroppo alla fine tutte le idee mi sono finite, lol xD
Spero che comunque vi sia piaciuta, ho cercato di essere il più fedele possibile al fumetto "The Search", soprattutto nella prima parte, quella meno approfondita.
Non spaventatevi di quel "Completa: Sì": come ho già detto le volte scorse, non so se continuerò la storia fino al ritorno di Ursa al Palazzo Reale, ci sto facendo un pensierino, in effetti. Ma se mai dovessi scriverlo, sappiate che sarà pubblicato dopo la sessione estiva lol xD exams are coming D:
Btw, spero vi sia piaciuta, ringrazio sempre chi ha messo tra le preferite/seguite/ricordate/da recensire questa raccolta, ringrazio i lettori silenziosi ma soprattutto chi mi ha lasciato un parere, in particolare Donnasole e LanceTheWolf per la loro gentilezza :3
Come sempre vi lascio direttamente i link utili dove potete trovarmi ^^


Grazie ancora a tutti!! A presto! :3
Vostra

Sylvia Naberrie
   
 
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