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Autore: SmixaLegion    25/06/2017    0 recensioni
[Miss Peregrine - La casa dei Bambini Speciali]
Una nuova casa in Irlanda, un nuovo anello, nuove avventure e nuovi speciali.
"Eravamo partiti per l'ignoto, senza una meta ben precisa. Olive aveva fatto funzionare i motori di quel vecchio relitto su cui ci eravamo imbarcati per settimane, fino allo sfinimento. Enoch era rimasto sempre accanto a lei per supportarla, e a fine giornata di navigazione lei si accasciava sulla sua spalla ormai esausta, mentre Miss Peregrine calava l’ancora per la notte, un gesto che faceva ufficialmente terminare l’ennesima giornata trascorsa tra le acque.
Miss Peregrine, Fiona e i Gemelli si erano dati alla pesca, unica fonte di sostentamento in quel lungo viaggio che sembrava non avere fine."

Cosa accadrà ai bambini speciali di Miss Peregrine dopo essere salpati da Blackpool? Questa storia proverà a dare una valida risposta!
[Jake/Emma con aggiunte Enoch/Olive]
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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JACOB

Mentre mi riscaldavo seduto accanto a una piccola stufa, molto antiquata, Miss Peregrine era alle prese con i fornelli: l'ottimo odore che proveniva dalle pentole mi fece brontolare lo stomaco, la mattina avevo fatto una colazione leggera per poter sgusciare subito via dalla casa e uscire con Emma, ero super affamato.
Dopo aver abbassato leggermente la fiamma, si assentò per un momento, e approfittai per sbirciare cosa c’era dentro: stava cuocendo della carne e delle verdure; l’alimentazione che avevamo era estremamente curata e nulla era lasciato al caso, durante la settimana c’era l’alternanza di varie pietanze e nessuno sembrava risentire quanto me dell’assenza di dolci, bibite gassate e in generale delle schifezze della mia epoca; per forza, non le avevano mai provate e non avevano idea di quanto fossero dannatamente buone... Le aggiunsi alle cose che mi mancavano del futuro, dopo appena due settimane di convivenza con gli speciali.
Lei tornò poco dopo con una coperta che mi appoggiò amorevolmente sulle spalle, ero bagnato dalla testa ai piedi e speravo che Emma si sbrigasse, mai come in quel momento desideravo un bagno caldo.
«Ti sei divertito al lago, Jake?» mi domandò accennando a un sorriso, cogliendomi di sorpresa. Non avevo scambiato molte parole con Miss Peregrine né fatto così tanti discorsi, e nonostante fosse molto materna con tutti noi aveva un’impostazione autoritaria che mi metteva in soggezione. Non capitava spesso che mi facesse domande dirette, e stando con lei da poco non ero ancora riuscito ad aprirmi totalmente.
«Molto… è un bel posto» le risposi mentre strofinavo le mani.
«Come ti stai trovando con noi qui, nella nuova casa?»
Domanda a bruciapelo a cui non ero di certo pronto a rispondere. Mi trovavo bene, stavo bene, anche se gli orari del pranzo della cena e della messa a letto erano… scomodi ecco, per bambini. Mi stavo ambientando nel nuovo luogo dove ci eravamo trasferiti e con Emma sembrava andare tutto alla grande. La vita era molto diversa da quella “passata”, i pomeriggi trascorsi ascoltando musica con il mio mp3 nelle orecchie o al computer a navigare online erano vecchi ricordi che risuonavano come un eco lontano, lontanissimo dalla mia mente.
«Sto bene, anche se a volte…» abbassai lo sguardo, non sapendo se dire ciò che frullava nella mia mente.
«Ti mancano i tuoi genitori? La tua vita del ventunesimo secolo?»
Non potevo di certo dire che Miss Peregrine non fosse una persona diretta.
«Sì…» risposi mantenendo lo sguardo basso, lei si avvicinò e mi accarezzò.
«La tua è stata una scelta molto coraggiosa, hai deciso di proteggerci, e questo non è da tutti.»
Sì abbassò leggermente per trovarsi faccia a faccia con me.
«Quando avrai momenti di sconforto, io sarò qui. Capisco le tue difficoltà nel doverti adattare a un nuovo ambiente» mi disse guardandomi dritto negli occhi. Accennai a un sorriso e lei fece lo stesso.
«Spero davvero di riuscire a proteggervi in futuro, se ce ne sarà l’occasione»
«Ho fiducia in te» mi rispose sorridendo e tornando alle sue faccende.
«Miss Peregrine, posso… posso chiederle una cosa?»
Il mio cuore cominciò a battere più forte, domandarle di portarci a Dublino poteva risultare inopportuno, e l’ultima cosa che desideravo è che mi negasse la possibilità di andarci con Emma e gli altri, ma dopo quel dialogo rassicurante presi coraggio.
«Certamente» rispose girandosi verso di me, dedicandomi di nuovo totale attenzione
«Io e gli altri ragazzi, Enoch Olive e Emma… ci chiedevamo se – se un giorno potremo visitare Dublino»
Prima di darmi una risposta, girò lo sguardo altrove, pensierosa; tirò fuori dalla tasca la pipa e fece qualche tiro.
«Non è tra nostre priorità attuali, ma in futuro potremo andarci, sì».
Mi rispose meglio di quanto mi aspettassi.
«Magari durante il periodo natalizio, tra un mese» aggiunse.
«Sarebbe meraviglioso!» esultai, e lei sorrise. Era propensa ad accontentarci e la cosa mi rese felice, non vedevo l’ora di comunicarlo agli altri.

✦ ✦ ✦

ENOCH

«Volerà davvero Enoch?»
«Dovrebbe, Olive».
Speravo con tutto me stesso che funzionasse. Se tutto fosse andato secondo i piani, sarei riuscito a far volare per la prima volta una mia creazione. Avevo lavorato a questo progetto per mesi, ma ero stato disturbato dall’arrivo di un secondo Portman che si era lasciato catturare e minacciare da uno spettro. La bomba non aveva di certo risparmiato la mia stanza, e la realizzazione della mia idea aveva subito un notevole ritardo.
«Clip» dissi a Olive, che mi passò velocemente ciò che avevo chiesto.
Erano anni che mi affiancava nei progetti che mi cimentavo a creare; nonostante le prime difficoltà dettate dall’inesperienza e dalla non conoscenza dei nomi di tutti gli attrezzi che adoperavo, con il tempo era diventata un’ottima assistente. Aveva imparato in fretta quale strumento mi serviva e quando, molte volte bastava un semplice cenno della mano per farmi dare ciò di cui avevo bisogno.
Fu una delle ultime ad entrare nella famiglia e quando arrivò alla casa era spaesata e spaventata, incapace di controllare il suo potere. Ogni giorno incendiava qualcosa e smise di farlo solo quando le regalai un paio di guanti che usavo per non ferirmi quando adoperavo materiali taglienti; le dissi che così non avrebbe potuto avere contatti diretti con gli oggetti che avrebbe toccato e che non si sarebbero bruciati. Funzionò. Non avevano nessuna proprietà ignifuga particolare, ma a lei non servì saperlo. Dopo quel giorno non incendiò più nulla, se non volutamente.
Diversamente da lei, io fui uno dei primi ad essere preso in custodia da Miss Peregrine, molto prima che andassimo ad abitare nel Galles.
Alla morte dei miei genitori, i parenti presenti al loro funerale assistettero a una divertente battaglia tra cadaveri, ero un bambino di otto anni che istintivamente e ingenuamente aveva desiderato con tutto sé stesso che potessero tornare in vita, e così era accaduto. A quel tempo nessuno riuscì a spiegarsi cosa fosse successo, la situazione mi fu chiara solo quando mio zio, il fratello di mio padre, mi spiegò che ogni tanto, nella famiglia O’Connor, nascevano bambini maledetti con strani poteri. Nessuno volle prendermi con sé dopo l’accaduto, ero considerato ciò di più simile a un demone. Mi lasciarono alle amorevoli cure di un orfanotrofio, con la promessa che mi sarebbero venuti a trovare. Sparirono tutti.
La sola e unica visita che ricevetti dopo anni, fu quella di Miss Peregrine, che mi portò via da quell’orribile posto. Non riuscii mai a capire come fece a trovarmi, né lei fu propensa a spiegarmelo. All’epoca era una giovane Ymbryne e le erano stati affidati solo tre speciali per iniziare, per metterla alla prova, io, Emma e Millard.
«Filo da sutura, lo trovi nel terzo cassetto sulla destra» dissi a Olive indicandole lo scaffale dove avevo riposto tutto il materiale nuovo che Millard era riuscito a recuperare in giro. Fu con quello e con le clip che fissai finalmente le ali al corpo della mia nuova creatura.
«Oggi faremo una prova»
«Sarà fantastico, vedrai che funzionerà!» esclamò felice. Difficilmente ero in grado di comprendere perché Olive fosse sempre così raggiante e solare, con tutti poi; ad esempio con Jake, che aveva attirato talmente tanto la sua attenzione con il suo arrivo che mi ero sentito messo in secondo piano come mai era accaduto. Avevo fatto di tutto per spaventarlo e farlo scappare a gambe levate prima possibile, ma lui era restato, addirittura era tornato a vivere in modo permanente da noi solo ed esclusivamente per Emma e a detta sua, per proteggerci. Solo così aveva guadagnato un po’ di stima da parte mia, non che ne avessi così tanta da regalare in giro.
Una volta organizzati e presi tutti gli attrezzi utili a riparare la mia nuova creazione in caso di emergenza, ci avviammo in giardino; è lì che l’avrei fatta volare, era un posto perfetto, non c’erano troppi alberi e l’altezza a cui potevo aspirare per farla vibrare in aria era infinita. Era tardo pomeriggio, poco prima della cena, e sperai che non ci fosse nessuno, i più piccoli avrebbero potuto complicare le cose.
Le uniche due persone che trovammo stese su un telo sotto l’albero più grande furono Emma e Jacob, erano lì, l’uno accanto all’altra e sorridevano, divertendosi come due piccioncini, una cosa insolita ai miei occhi visto che mai, in passato, Emma aveva reso così palese l’attrazione per Abe. Ovviamente non notarono il nostro arrivo, si accorsero di me e Olive solo quando piantai nel terreno una piccola base in legno lavorato dove far partire la mia aquila. Non era stato difficile scegliere a quale volatile ispirarmi, avevo scelto il più maestoso di tutti, Millard che aveva studiato per anni libri di ornitologia aveva approvato in pieno.
Poggiai con delicatezza la mia creazione sulla base, era ancora coperta da un velo che alzai lasciando tutti i presenti stupiti. Inserii nel suo petto un piccolo cuore che avevo conservato appositamente per un evento così speciale e l’aquila prese vita; come accadeva ogni volta, andò a crearsi una forte connessione tra la mia mente e l’oggetto animato, sentivo che era ai miei comandi e che lo sarebbe stato fin quando non avrei deciso di togliergli di nuovo la vita. Erano costruiti per obbedire a ogni mio ordine e ogni volta che riuscivo ad animarli provavo immensa soddisfazione, seguivo assecondavo e soddisfavo il mio istinto speciale.

Vola.
Una semplice parola, detta nella mia mente, che bastò a farla librare in volo. Nonostante dovessi mantenere la massima concentrazione, non resistetti dal guardare Olive, era entusiasta e un sorriso felice le si era delineato in volto, mi aveva supportato -e sopportato- per tutto il tempo, è anche grazie a lei che ci sono riuscito.
La presi per mano e restammo ad ammirare l’aquila che virava, svoltava e scendeva in picchiata quasi come se fosse vera.
Dopo alcuni minuti sentii la connessione più debole e lontana, e decisi di farla atterrare, ogni cuore aveva un tempo limitato e per uno sforzo così grande era durato anche troppo, potevo ritenermi soddisfatto.
«Ci sei riuscito!»
«Direi di sì, Olive.»
«Non avevi mai progettato qualcosa che potesse volare, a Miss Peregrine piacerà tantissimo» esclamò Emma, che insieme a Jake si era avvicinata poco dopo la dimostrazione.
«Devo ancora migliorare molte cose prima di fargliela vedere». La coprii con il velo segnando la fine dello spettacolo.
«C’è un limite di grandezza o di peso per questo tipo di… oggetti?» chiese Jake, incerto su come definirli
«No, ma devono essere aerodinamicamente perfetti e i cuori per farli vivere devono essere freschi, e forti» spiegai, non pretendendo che Jake capisse, soprattutto dopo la smorfia di disgusto che fece.
«Ho parlato con Miss Peregrine» disse dopo un attimo di pausa, tutti gli dedicammo attenzione.
«Durante il periodo natalizio ci porterà a Dublino».
In quel momento, gli occhi di Olive brillarono di gioia, una gioia che non vedevo da tempo nei suoi occhi.

Un giorno da ricordare pensai mentre ero seduto sul divano del salotto, insieme ai bambini e con lei al mio fianco; era persa e distratta dalla proiezione di Horace, io invece, ogni volta, mi perdevo nei suoi occhi. Il mio esperimento era riuscito e avremo visitato Dublino, non avrei potuto chiedere di meglio.




*Angolo autrice*
Ciao a tutti! Eccomi con un nuovo capitolo, questa volta incentrato più su Enoch e il suo rapporto con Olive <3 Con questo calore estivo l'unica cosa che ho voglia di fare è stare stravaccata sul letto, e non sempre trovo la voglia per mettermi al pc. Grazie come sempre a tutti voi lettori e a una nuova persona che ha inserito la storia nelle seguite, "
Blurossoverde" (che oddio scrive storie CLEXA *momento fangirl*)
A presto con il prossimo capitolo!


 

  
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