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Autore: darkglasses    26/06/2017    1 recensioni
Che potere possono avere le parole di una schiava?
Che importanza possono avere i miei sentimenti, le mie lacrime, i miei turbamenti?
Cosa ti aspetti da me? Vuoi che ti dica che io ti amo, che mi manchi come la vista di un tramonto manca ad un cieco?
Vorresti che ti dicessi di non andare via? Di non lasciarmi sola con le mie paure e con questo oblio soffocante che mi opprime ogni volta che tu non sei qui con me?
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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NON ANDARE VIA

Che potere possono avere le parole di una schiava?

Che importanza possono avere i miei sentimenti, le mie lacrime, i miei turbamenti?

Cosa ti aspetti da me? Vuoi che ti dica che io ti amo, che mi manchi come la vista di un tramonto manca ad un cieco?

Vorresti che ti dicessi di non andare via? Di non lasciarmi sola con le mie paure e con questo oblio soffocante che mi opprime ogni volta che tu non sei qui con me?

Giaccio nel letto, nel nostro letto ancora caldo, ancora pregno dei nostri odori uniti, come prima lo erano i nostri corpi, e tu sei già in piedi, ti prepari per l’imminente battaglia, cerchi di fare più piano possibile per non svegliarmi, per potertene andare senza dirmi addio anche questa volta.

Scorro gli occhi sulle tue spalle forti, scorgo i muscoli guizzanti sotto la pelle, piena di cicatrici delle scorse battaglie, e penso a tutte le volte che le ho baciate, adorando ogni tuo sfregio semplicemente perché tu sei tutto ciò: cicatrici, sudore, sangue, polvere, lacrime, passione, rabbia e dolore.

Con la tua armatura celi tale visione dal mio sguardo, e ti sento più distante, il letto è già più freddo adesso.

Muovo le gambe nude sotto le coltri, cercando un po’ di calore, tu mi senti e subito ti volti a guardarmi, con i tuoi occhi blu, sei bello, al pari di un dio.

Non mi è difficile immaginarti nel pieno dello scontro: sporco di sangue, terra e sudore, gli occhi infiammati d’ira e il corpo fiero che fende nemici con la stessa facilità con la quale un contadino falcia una spiga, riesco quasi a percepire l’orrore dei tuoi nemici, a sentirne le grida.

Ma ogni qualvolta torni da me, torni nelle sembianze di un uomo, il mio uomo, bellissimo e stanco come una fiera dopo uno contro nell’Arena, brilli più del Sole quando ti abbandoni tra le mie braccia alla ricerca di un po’ di conforto, e forse d’amore, perché anche i guerrieri più spietati di notte temono la solitudine.

-dovresti riposare, non è ancora giorno- dici con la tua voce profonda, resa roca dalla stanchezza non ancora dissipata, ed io tremo al ricordo di quella stessa voce che stanotte mi sussurrava all’orecchio, mi dici sempre che sono tua, come se avessi bisogno che tu me lo ricordi.

-non ho più sonno-  rispondo, ed è vero, ora che tu stai per partire, come potrei rimettermi a dormire come se nulla fosse? Come se non sapessi che questa potrebbe essere l’ultima volta che vedo i tuoi occhi?

Sospiri afflitto e concentri tutte le tue attenzioni nell’allacciarti la corazza, cercando di chiudere una discussione mai iniziata a voce, ma non ci riesci perché le tue mani sono incerte come lo è il tuo destino.

Mi alzo anch’io, nuda e vulnerabile mi avvicino a te e completo ciò che tu non eri in grado di concludere, poi le mie mani indugiano lì, sul freddo metallo dorato, ho tante parole che premono per uscire, quindi stringo le labbra e abbasso lo sguardo, per paura che mi legga dentro, come solo tu sai fare.

Una tua mano grande e callosa si avvicina al mio volto, mi alza il mento e per me è la fine, perché non sono e non sarò mai in grado di sottrarmi al tuo sguardo indagatore, e so che tu capisci ciò che io non ti dico, allora una promessa aleggia tra i nostri volti e tu la suggelli con un bacio.

-Non partire-

-Tornerò-

Ti stringo in un abbraccio e approfondisco il bacio, ti tocco ovunque l’armatura lasci sprazzi di carne nuda, perché ho bisogno di sentirti, mio, vivo.

Questo bacio potrebbe essere un addio, non chiudo gli occhi, voglio bearmi di ogni attimo, godere di ogni languido sospiro.

Lasciarti è più doloroso delle catene che indosso, mi lasci incompleta, confusa e sola.

Seguo con lo sguardo la tua figura che si allontana nella polvere e che piano piano diventa sempre più sfocata, come un pallido miraggio nel deserto.

 

Buongiorno a tutti,

ieri sera ho visto l’Aida in Arena, e la fantasia non mi ha lasciato scampo, poi mi sono accorta che, data la quasi completa assenza di dialogo tra i personaggi e la loro ignota identità, i due potrebbero benissimo essere anche Achille e Briseide o chi voi cari lettori volete che essi siano.

Detto ciò, spero che questa cosuccia sia di vostro gradimento, e spero che qualcuno abbia la volontà di lasciarmi qualche commento, sono aperta ai vostri giudizi !

Darkglasses, un tempo Hug_me2

  
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