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Autore: Silvia_sic    26/06/2017    3 recensioni
"...il pensiero che “la regola dell’orso”, ossia: più ti mostri grosso e meno possibilità hai di essere attaccato, valesse anche in quell’assurdo momento lo aiutò a premere il campanello.
I rumori dietro la porta metallica cessarono e Trunks si rese conto che non aveva a che fare con uno stupido orso, ma con un saiyan indubbiamente più forte di lui."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Trunks, Vegeta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Camminava nervosamente avanti e indietro lungo il corridoio che conduceva alla massiccia porta di metallo che riportava la scritta a caratteri cubitali di gravity room. Aveva finalmente trovato il coraggio di parlare a suo padre, o per lo meno era riuscito almeno a prendere in considerazione la questione e recarsi da lui. No, diciamo che era arrivato davanti alla stanza d’allenamento e poi aveva fatto marcia indietro, perché disturbare Vegeta nel bel mezzo di una sessione di esercizi per una “chiacchierata” non era per niente una buona idea. Trunks fece marcia indietro ipotizzando giustamente che non fosse necessario testare quanto i nervi del principe dei saiyan fossero saldi; gli avrebbe parlato quella sera stessa, certo che dopo un abbondante pasto l’umore del padre fosse quantomeno buono.

Arrivato alle scale che l’avrebbero condotto in soggiorno si bloccò, ricordandosi che sua madre sarebbe stata nei paraggi quella sera stessa, come tutte le altre dopotutto. Peggio del cattivo umore di suo padre, c’era sicuramente la curiosità di sua madre che avrebbe solamente aumentato l’imbarazzo che di base si sarebbe creato. No, assolutamente, lei non doveva sapere nulla.

Il ragazzo dai capelli lilla tornò davanti alla porta metallica della gravity room, da dietro la quale provenivano una serie di rumori sordi a prova dell’allenamento intensivo a cui si stava sottoponendo il saiyan adulto.

Trunks sospirò, si era preparato un discorso e ora non ricordava più nulla, inoltre gli prudevano le mani e sentiva i palmi tutti sudaticci, li strofino sulla stoffa dei pantaloni della tuta nera che portava cercando di auto incoraggiarsi. -Forza, Trunks, di cosa devi avere paura? È solo papà.- Avvicinò l’indice al campanello che attivava in citofono, ma si bloccò a pochi millimetri dal premerlo. Si rese conto che per prima cosa doveva evitare di farsi trovare impaurito, altrimenti l’avrebbe scannato vivo ancor prima di sentire cos’aveva da dirgli. “Mai mostrarsi debole davanti all’avversario.” Quella frase Vegeta gliela ripeteva sempre. Quel pensiero gli diede un po’ di coraggio, inspirò tirando su le spalle e mettendosi bello dritto; crescendo aveva guadagnato un paio di centimetri in più di suo padre e il pensiero che “la regola dell’orso”, ossia: più ti mostri grosso e meno possibilità hai di essere attaccato, valesse anche in quell’assurdo momento lo aiutò a premere il campanello.

I rumori dietro la porta metallica cessarono e Trunks si rese conto che non aveva a che fare con uno stupido orso, ma con un saiyan indubbiamente più forte di lui. -Cosa c’è?- La voce irritata di Vegeta fuoriuscì dall’interfono.

Trunks deglutì, stringendo nervosamente la stoffa morbida dei pantaloni. -Papà, possiamo parlare?- La sua voce uscì con un tremore iniziale.

Dopo un attimo di silenzio arrivò la risposta. -Non puoi aspettare fino a cena?- Il tono irritato era sparito e questo incoraggiò il ragazzo.

-Veramente no.-

-Ok, arrivo adesso.- Dopo un paio di secondi, la porta si aprì, mostrando a Trunks il corpo massiccio del padre che dopo essersi asciugato il sudore dal viso con un asciugamano in cotone bianco fissò negli occhi il suo erede che ormai l’aveva superato in altezza. -Dimmi, cosa c’è? Se sei venuto a chiedermi di autorizzarti a saltare le lezioni anche domani mattina per allenarti, non posso farlo. Tua madre si è imposta abbastanza chiaramente su quest’aspetto, anche se sinceramente non capisco quale sia il problema visto che il tuo rendimento è ottimo.-

-Lo so. Ma… comunque… no, non è di questo che volevo parlare.- Rispose, sentendo già un calore anomalo sul viso segno dell’imminente rossore.

-Bene, allora, di cosa vuoi parlarmi?- Vegeta si appoggiò allo stipite della porta, incrociando le braccia al petto. In quel momento tutto il coraggio accumulato dal mezzo saiyan venne spazzato via come polvere al vento; si chiese mentalmente cosa diavolo gli fosse passato per la testa nel momento in cui aveva deciso di chiedere una cosa così privata al padre. Poteva tranquillamente chiedere a Goku, o meglio a Gohan; evitando di mettere in imbarazzo direttamente suo padre con cui era costretto a passare le giornate per almeno un'altra decina d’anni. Non sarebbe più riuscito a guardarlo in faccia… In quel momento l’idea di trasferirsi dall’altra parte del mondo non era poi così brutta. Trunks abbassò il capo guardandosi le punte dei piedi, incapace di sostenere lo sguardo fiero del padre, che riuscì a sentire solo qualche parola mugugnata uscire dalla bocca del primogenito. -Ad alta voce, ragazzo, non sento.-

Ormai non poteva tirarsi indietro e un argomento di riserva non se l’era neanche preparato. Nascose il viso tra le mani, desiderando di sprofondare almeno dieci metri sotto terra se non più. -Diamine, papà! Riguarda il sesso, ok?- Sputò fuori quelle parole, abbandonando le braccia lungo i fianchi e la testa a ciondoloni in modo che la frangia lilla riuscisse a nascondere il rossore omogeneo sul suo viso.

Vegeta non mosse un muscolo, constatando quanto suo figlio fosse nel più completo imbarazzo per la situazione, si limitò a sbattere le palpebre sorpreso. Era convinto che suo figlio alla matura età di diciassette anni fosse a conoscenza da dove venissero i bambini. -Davvero?- Chiese conferma, che Trunks gli diede annuendo con scatti nervosi del capo.

-Ma tua madre è a casa… io credo che lei riesca a spiegarti in maniera più scientifica come nascono i bambini…- Constatò il saiyan nella più completa tranquillità e per niente sconvolto o imbarazzato da tal richiesta.

Trunks finalmente riuscì ad alzare lo sguardo, incrociando quello del padre che, nonostante il cipiglio sempre corrucciato, non sembrò per niente irritato o disturbato.  -Papà. Ho già ricevuto quel discorso tempo fa da mamma ed è stato abbastanza imbarazzante… sai com’è fatta, no? E comunque non è esattamente una cosa che posso chiedere a lei.-

Vegeta alzò un sopracciglio con fare dubbioso. -Hai una domanda alla quale io possa risponderti e che tua madre non potrebbe?- Ora era leggermente confuso. Da quel che aveva capito in quegli anni passati su quel pianeta azzurro, i terrestri si accoppiavano nello stesso identico modo dei saiyan.

-Bhè… non è come pensi… cioè… Io vorrei capire come riesci a non uccidere nessuno. Ecco, è questa la questione.- Ormai l’imbarazzo non lo sentiva neanche più, fortunatamente suo padre sembrava comprensivo. Almeno, lo credette fino a quando non lo sentì ridere.

Trunks fissò l’uomo con una certa curiosità, non era spettacolo da tutti i giorni vederlo ridere così di gusto. -Con difficoltà!- Affermò dando una pacca sulla spalla al figlio, pensando a quanta gente odiosa avrebbe voluto uccidere con le proprie mani, a partire dai vicini.

-Papà!- Esclamò irritato il giovane, ci mancava solo che lo prendesse in giro. -Io sono serio! Noi saiyan, siamo così potenti da uccidere chiunque su questo pianeta! Non ti ricordi che quando ero piccolo ho rotto una costola a mamma per un semplice abbraccio?- Vegeta smise di ridere. -Non ho intenzione di uccidere qualcuno quando… bhè, hai capito… nel fare quello!-

Il saiyan adulto fissò il giovane per un paio di secondi, sinceramente sorpreso di come la questione lo destabilizzasse. -Perché me lo chiedi, Trunks? Hai accidentalmente fatto male a qualcuno?-

Il ragazzo alzò lo sguardo verso il padre, quell'accusa lo fece reagire impulsivamente. -No assolutamente! Come puoi pensare una cosa del genere?!- L’intonazione della voce risultò abbastanza alterata e Vegeta lo fulminò con lo sguardo per quel tono poco rispettoso nei suoi confronti. Il color cremisi sul viso di Trunks ormai era uniforme e perenne, in più quando si accorse di aver mancato di rispetto al padre sentì un brivido di freddo attraversagli il corpo. -Scusa, papà… non era mia intenzione essere scortese.- Sussurrò abbassando il capo. -È solo che ho il terrore di far del male a Mai…-

Trunks sentì la mano del padre arruffargli la pettinatura glicine; era uno dei pochi e rari gesti d'affetto che aveva imparato a regalargli. -Non accadrà.- Affermò tranquillo, per poi camminare verso il centro della sala d'allenamento.

Il ragazzo, che fino a quel momento era rimasto al centro del corridoio, si avvicinò alla soglia della porta metallica, osservando basito il padre che recuperava una bottiglietta d'acqua come se tutto si fosse risolto. -Come fai ad esserne così sicuro?-

-È come quando prendi in mano un bicchiere di vetro, Trunks, non mi sembra tu abbia mai avuto problemi a maneggiare oggetti.- Rispose tranquillo, premendo qualche tasto sul pannello di controllo laterale. Possibile che la questione non turbasse Vegeta minimamente?

Il figlio lo guardò esterrefatto, ormai sull’orlo di una crisi di nervi si passò una mano tra i capelli stringendo la presa compulsivamente. Aveva davvero bisogno di aiuto, non poteva accettare di essere liquidato in quel modo senza una risposta ai suoi dubbi. Si sentì frustrato per quella situazione che non riusciva a gestire e una scarica di rabbia gli percorse i nervi. -Papà!- Urlò per richiamare l’attenzione del genitore, che si voltò di scatto nella sua direzione. -Come puoi anche solo pensare di paragonare le due situazioni?! Non è assolutamente la stessa cosa!- La rabbia gli fece vomitare quelle parole prima che potessero passare in analisi al cervello. -Non dirmi che non hai mai fatto male a mamma!-

Ormai era troppo tardi per tornare indietro, Trunks si rese conto di aver detto quelle cose solo quando il suono della sua voce gli giunse alle orecchie. Rimase immobile come raggelato con lo sguardo azzurro fisso nelle iridi ossidiana di Vegeta che ora aveva l’aria di essere parecchio incazzato.

-Vieni dentro e chiudi la porta.- Glielo ordinò con tono calmo e controllato. Trunks non mosse un muscolo, impietrito, sentendosi sudare freddo. -Ti ho detto di entrare e chiudere quella maledettissima porta, ragazzo!- Questa volta gridò, tanto da far sussultare il giovane, che obbedì senza obbiettare.

La porta si chiuse con un tonfo sordo. Trunks era consapevole di aver oltrepassato il limite, non avrebbe mai dovuto permettersi di dire una cosa del genere e adesso chissà quante botte si sarebbe preso… Sarebbe uscito da quella stanza per lo meno in fin di vita. Fece qualche passo verso il padre con lo sguardo puntato al pavimento tanta era la vergogna provata in quel momento.

-Trunks,- La voce di Vegeta era priva di rabbia. -tu conosci il mio passato, te ne ho parlato perché mi sembrava giusto non tenerti all’oscuro. Io non sono sempre stato la persona che sono ora.- Il ragazzo sollevò il capo per guardare il padre appoggiato di schiena al pilastro centrale con lo sguardo assente puntato verso l’alto. -Ancora adesso incuto timore alla maggior parte delle persone, ma non è niente rispetto a tempo fa… Ero la personificazione del male, Trunks, la prima volta che sono arrivato sulla Terra il mio scopo era sterminare tutti e mediante le sfere del drago diventare immortale. Ho vissuto anni a vagare nello spazio in conquista di pianeti e cosa credi?- Il figlio deglutì a fatica, rendendosi conto che non considerava mai quell’aspetto della vita di suo padre. -Credi che non sia passato anche io per lo sbalzo ormonale che ti sta investendo?- Vegeta volse lo sguardo verso il primogenito, avvicinandosi lentamente a lui che non si mosse di un millimetro. -Trunks, tua madre è l’unica donna rimasta viva dopo aver passato la notte con me.- Quella frase, sussurrata con tono sgradevolmente mellifluo, provocò al giovane un brivido che percorse interamente la spina dorsale e successivamente un senso di nausea che partiva dalla bocca dello stomaco.

Trunks cominciò a sudare freddo. Quindi erano veri i suoi timori: avrebbe potuto uccidere qualcuno. -Mi stai dicendo di aspettare che tutto questo finisca?!- Domandò con voce strozzata.

Vegeta lo fissò basito. -Tutto questo cosa?-

Il giovane si passò una mano sul viso, ormai deciso ad esporre la causa scatenante delle sue paure. -Io non so cosa mi sta succedendo… Mi capita una notte al mese circa… Sento un potere dentro di me che non so cosa sia… È qualcosa di eccitante… Una voglia distruttiva che non riesco a spiegarmi.-

In quel momento Vegeta capì ogni cosa. -Ti è successo ieri notte, vero?-

-Sì, esatto! Per questo ho deciso di venirti a parlare.-

-La luna piena, Trunks. Le onde bluetz agiscono sulla tua natura saiyan e adesso che stai diventando adulto queste sensazioni si intensificano.- Il saiyan dai capelli a punta incrociò le braccia al petto. -Non riguarda il sesso, ragazzo.- A quella frase il viso del suo erede cambiò di tonalità, ricordandogli un bel pomodoro maturo.

Trunks cominciò a balbettare frasi senza senso alternati da una risata nervosa. -Ma… cioè… tu hai detto… hai detto che hai ucciso… cioè… mamma…-

-Mi stai chiedendo se i terrestri possano sostenere la nostra forza in quell’ambito?- Vegeta gli venne in aiuto e il figlio annuì. -No. I terrestri sono gli esseri più deboli con cui io abbia mai avuto a che fare. Se ti stai chiedendo come tua madre possa essere ancora viva, è solo perché io ho deciso così.-

Trunks si grattò il capo imbarazzato. -Ehm… ma come si fa a…?-

-Ho iniziato ad allenarti il giorno dopo che accidentalmente rompesti la costola a tua madre. Ti ricordi per prima cosa abbiamo fatto meditazione per il controllo del ki?- Il ragazzo annuì, ricordando perfettamente quanto trovasse noiosi quegli esercizi, e subito dopo capì tutto. -Sei tu a controllare la tua forza, Trunks. Non mi sembra che in seguito tu abbia smesso di abbracciare tua madre… E lei non ha più avuto altre ossa rotte.- L’angolo della sua bocca fece un guizzò verso l’alto in un accenno di sorriso.

Il giovane saiyan si colpì la fronte con una manata. -Diamine! Sono proprio un imbecille! Come ho fatto a non arrivarci subito?-

Vegeta alzò gli occhi al cielo, scuotendo il capo rassegnato. -C’è dell’altro?-

-Oh no, grazie per il chiarimento. Stavo proprio dando di matto.- Ridacchiò grattandosi la nuca. -Allora io vado.- Disse incamminandosi verso l’uscita, ma non appena passò vicino al padre, quest’ultimo lo prese per il bavero della maglietta alzandolo dal pavimento di qualche centimetro.

Trunks deglutì a fatica, mentre gli occhi tetri del padre lo scrutavano ad un palmo dal naso. -Io non ho mai fatto violenza su tua madre. Prova ad insinuare ancora una volta una cosa del genere e ti farò passare i cinque minuti peggiori della tua vita.- Il suo tono di voce era così minaccioso che Trunks sbiancò. -Sono stato chiaro?-

Il ragazzo annuì velocemente. -Chiarissimo. Scusa, papà, ho aperto bocca senza pensare.- Vegeta lo posò a terra.

-Tsk! Vedi di tenere a freno la lingua.- Lo ammonì, dandogli il consenso di andare.

Trunks si avvicinò alla porta aprendola leggermente e girandosi nuovamente verso il padre. -Papà?- Vegeta si voltò appena in modo da intravedere il sorriso a trentadue denti che lo caratterizzava da quando era piccolo. -Non dire niente a mamma, ok?-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: Ok… bene… sinceramente non so nemmeno che ci faccio qui ^^ Dopo anni ritorno alle origini… ho smesso di scrivere parecchi anni fa ormai… spero di non essermi arrugginita!

Comunque da fedele sostenitrice dell’amato principe dei saiyan ho provato ad immaginarmi questa situazione di vita quotidiana insieme al suo giovane erede.

Premetto che con Dragon Ball Super non riesco ad inquadrare bene il carattere di Vegeta… sembra diventato più coccolone umano…. Spero di non essere caduta troppo nell’OOC.

Io non so più cosa dire xD Spero che questa one shot, scritta in un pomeriggio che sarebbe dovuto essere di studio, vi sia piaciuta.

Come sempre le recensioni sono ben accette :)

Ciaooooo!

   
 
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