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Autore: lallipumbaa    27/06/2017    0 recensioni
Tom Hiddleston - Nuovo Personaggio - Benedict Cumberbatch
Cosa succede se una ragazza incontra un attore che ha fatto il suo stesso percorso e che ora è stato lanciato nella fama? Cosa succede se la ragazza in questione continua a trovarselo tra i piedi? E se lei viene trasportata inaspettatamente nello stesso mondo dorato?
Le avventure e il percorso di Laila, studentessa della RADA, e delle persone che la circondano.
Solo che, senza saperlo, si troverà in questa situazione: HIDDLESBATCHED.
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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−CAPITOLO 30−
“Anni dopo”
 
 
“No, ma davvero?” chiese ridendo Eugenia, le gambe incrociate sul divano.
“Giuro!! Ho un figlio idiota, che ti devo dire!” commentò Laila facendo spallucce.
“Sì, ma anche quell’altra che gli va dietro!” disse Tom mentre si metteva una mano in faccia disperato.
“Bè, amore, è figlio tuo!” la rimbeccò Benedict inforcandosi gli occhiali.
“Bè, amore” gli fece il verso “basta guardarlo in faccia per dire che è anche figlio tuo!” lo rimbeccò dandogli un bacio sulla guancia.
“State parlando di quel cretino di mio fratello?” chiese una voce femminile proveniente dal corridoio d’entrata.
“Oh, ciao tesoro! Non ti avevo sentito rientrare!”. La ragazza era appena arrivata a casa da un’uscita fuori e si stava togliendo il cappotto pesante, appendendolo all’ingresso per poi entrare in salotto per salutare tutti. Alta, gli occhi azzurri con taglio felino e gli zigomi del padre, i capelli lunghi castano scuro.
“Ciao ma’! Hi dad!” li salutò baciandoli sulla guancia per poi andare a salutare gli altri due presenti.
“Ciao zia Gin!! Hi uncle Tom!” li abbracciò.
“Dannazione Anouk, già sei alta, se poi ti metti quei tacchi…!” commentò Eugenia guardandole le decolletè.
“Bè, Aaron è alto 1.95, quindi non si lamenta!” rispose sorridendo mentre se le toglieva tornando ad altezza normale.  “Ma come mai ce l’avete con Jaime?”
“Nulla, lo stavamo prendendo per il culo per quello che ha fatto ieri sera!” le rispose la madre ridacchiando facendola scoppiare a ridere di cuore.
 
Erano passati 19 anni.
Dopo il matrimonio era rimasta incinta quasi subito, fortunatamente era riuscita a portare in scena Much Ado About Nothing, ma non era riuscita a tener fede agli impegni cinematografici del 2016, dato che nell’aprile di quell’anno aveva dato alla luce una coppia di gemelli: Anouk e James.
Poco più tardi, anche Eugenia e Tom si erano sposati. Il matrimonio fu meraviglioso e, per gioco della sorte, anche Eugenia a poco meno di un anno dal matrimonio era rimasta incinta, dando alla luce Josephine. Tom era esaltato come non credeva potesse essere mai stato.
Negli anni, nonostante tutti gli avvenimenti, il lavoro continuava ad andare a gonfie vele. I nonni avevano curato i bambini quando non potevano seguirli sul set, ma cercavano sempre di essere il più presente possibile.
Come scendevano in Italia ogni volta possibile. I bambini parlavano un italiano perfetto, Laila si era premurata che lo imparassero, così che potessero comunicare con entrambe le parti della famiglia in modo naturale.
Nonostante fossero figli di due attori di – oramai - fama internazionale, fortunatamente erano riusciti crescerli non come viziati figli di molte altre star del cinema, ma come ragazzi normali (Benedict aiutava molto dato che lui aveva vissuto lo stesso tipo d’infanzia).
Quando i bambini avevano 5 anni erano andati alla Royal Opera House per i BAFTA. Quell’anno fu l’emozione più grande: era incinta di un’altra bambina, il pancione di sei mesi oramai si vedeva. In quell’edizione non era nominata, ma avrebbe dovuto presentare la categoria del ‘Miglior Attore Protagonista’. Quando aveva visto il contenuto la lettera che annunciava il vincitore della categoria, si era messa una mano sulla bocca. “And the winner is… oh dear God… Sirs, I’m pregnant! You can’t do this to me!” scherzò lei prima di annunciare il vincitore “… Benedict Cumberbatch.” Lui era corso sul palco, tra strette di mano e pacche sulle spalle dei vicini, baciandola e abbassandosi a baciarle il pancione.
Edie – di circa 6 anni più piccola dei fratelli maggiori – era la più scalmanata, ma aveva un cervello che poteva far impallidire ogni ragazzo della sua età.
 
Un giorno, qualche mese prima, tornando a casa dalla spesa, li avevano trovati che guardavano intenti qualcosa alla televisione. “Ragazzi, che state guardando?” aveva chiesto Benedict infilando la testa in soggiorno.
“Una cosa vecchia! Qualcosa di interessante che non abbiamo mai visto dove ci siete te e papà!!” aveva risposto James.
“Spero non sia il filmino del matrimonio!!” aveva esclamato Laila dalla cucina.
“No, mamma…molto meglio!!” stava ridacchiando Edie, seduta in mezzo ad Anouk e James, la ciotola piena di popcorn sulle gambe. Anouk aveva alzato il volume così che anche la madre potesse sentire “Now tell that sweet little posh thing the pictures are safe with me. But not for blackmail. Just for insurance. Besides, I might want to see her again. - Oh. No no no no. It's been a pleasure. Don't spoil it. This is how I want you to remember me: The woman who beat you.
Laila si bloccò, arrossendo come una dannata. Era la sua voce, in una serie televisiva che risaliva a più di vent’anni prima. “Ti sei divertita a frustare papà, eh?”
Si fiondò in soggiorno, rossa come un peperone maturo.
“Edie, non lo stavo davvero frustando.” Aveva risposto, tossicchiando imbarazzata.
“Mamma, che gnocca!” aveva esclamato James guardandola sconvolto.
“Ehy, stai insinuando che non sia più figa?”
 “No, però sono passati quanti?... 23 anni? Ora siamo quasi ai 50, Ma’!” James si beccò uno scapelloto sulla nuca “Ouch!”
“Per tua informazione sono ancora a 48! E poi con tutto quello che pago il personal trainer, porca sogliola, se non fossi in forma sarebbe tragica!”.
Anouk guardò il padre, che si era appoggiato sulla spalliera dietro di lei “Cazzarola, ha ragione la mamma a dire che ti assomigliamo tantissimo!”
“Bè, qui avevo i capelli tinti. I miei capelli sono uguali a quelli di Edie! Comunque sì, devo dire che tra tutti mi assomigliate abbastanza.”
“OH MIO DIO MACHE FIGATA IL LETTO!!” aveva urlato Edie di punto in bianco. “Oh, me la ricordo quella scena! Eravamo nella campagna inglese con un divano e un letto meccanico che si alzava!” ricordò Laila. “Vero!! E mi ricordo quanto stavi morendo di freddo in quella scena!” le aveva detto abbracciandola.
“Cavolo, me lo ricordo pure io! Ok che il cappotto era pesante e che sotto avevo canottiera e pantaloncini, ma faceva un freddo allucinante! Non avevo nemmeno le scarpe!”
“Mamma, quel verso cos’era?” le aveva chiesto Anouk ridendo: era arrossita di botto, mentre il marito rideva.
“Devi sapere che per registrare quel suono, tua madre s’è dovuta chiudere in una stanza perché altrimenti non la smetteva più di ridere!”
“Te lo ricordi ancora!” “Mi ricordo tutto…” le disse prima di baciarla, mentre i tre ragazzi esclamavano sconvolti “Oh for God’s sake: SMETTETELA!!”.
 
Aaron, il ragazzo di Anouk, era il figlio maggiore di Joanne e Liam. Stavano insieme da meno di un anno, ma le due coppie di genitori avevano scommesso sul fatto che si sarebbero messi insieme vedendoli crescere… cosa che non avrebbero mai fatto su un’altra coppia della famiglia: James e Josephine.
Era un misto perfetto tra Tom ed Eugenia. Pelle chiara, capelli rossi, occhi chiari, lentiggini, abbastanza alta. Durante l’adolescenza non erano mai riusciti a sopportarsi: erano due caratteri completamente contrastanti, non riuscivano a stare nella stessa stanza per più di venti minuti senza finire a litigare, facendo diventare pazzi i quattro genitori… quando un giorno James si era schierato dalla sua parte difendendola a spada tratta.
 
Anouk era rimasta a parlare in soggiorno piantata sul divano con una tazza di the caldo in mano dopo che si era messa in pigiama, quando sentirono una chiave girare nella toppa. Una risata, lo schiocco di un bacio e un “Anouk sarà tornata e ha lasciato le luci accese…”
“No, asshole. I’m still here!” esclamò la sorella. James la raggiunse in salotto, rimanendo bloccato dalla vista di tutti e cinque.
“Ciao tesoro!” lo salutò la madre ridacchiando.
“Ehm… ciao…” si voltò verso il corridoio. “I tuoi sono qui.” “COSA?!” sbraitò una voce femminile.
“Che diavolo ci fate ancora svegli? Non siete vecchi per essere svegli alle due del mattino?” chiese James.
“Vieni qui a dirlo se hai il coraggio!” lo minacciarono Eugenia e Laila guardandolo male. Josephine entrò in salotto.
“Mbè? Te che ci fai a casa loro e soprattutto ancora in giro a quest’ora della notte?” le chiese Tom mentre la figlia salutava Benedict e Laila.
“Eravamo qui in zona, mi scappava la pipì e siamo arrivati qui! Poi mi riaccompagnava a casa, ma dato che voi siete qui potete riaccompagnarmi voi!” gli rispose sbattendo innocentemente le ciglia.
“Sappi che su questo ha preso da te.” Commentò Tom guardando la moglie.
“Sì, devo ammetterlo. Su questo è la mia copia sputata. Sì, ti portiamo a casa noi, rompiballe!” rispose Eugenia alzando gli occhi al cielo.
“Grazie ma’!” le disse schioccandole un bacio sulla guancia, ricevendo come risposta un “Ruffiana!”.
“Dove siete andati di bello?” le chiese Benedict.
“Siamo andati a Camden, roba easy!” rispose James facendo spallucce.
“Siete rimasti in zona quindi.”
“Sì sì! Josie adora Camden… me lo farà odiare dal tanto spesso che ci andiamo!” commentò esasperato il ragazzo beccandosi un pugno sul braccio dalla diretta interessata. “Ouch!!”
“Kick him in his ass, Jos!!” esclamò Anouk allungandosi per batterle il cinque. Al contrario di James, le due ragazze erano sempre andate d’amore e d’accordo.
“Ragazze, non urlate che se Edie si sveglia è finita…” disse Laila facendo abbassare la voce alle due, che come le madri avevano un tono di voce naturalmente alto. Si sentì un *clink* e dei passi che arrivavano al soggiorno. Edie, i lunghi capelli castano ramati raccolti in una crocchia incasinata sulla testa, i grandi occhiali da vista con la montatura nera inforcati, le lenti un po’ spesse le ingrandivano leggermente gli occhi nocciola, e la vestaglia da notte infilata sopra il onesie di Totoro, era appoggiata allo stipite con un piatto in una mano e un toast nell’altra “Troppo tardi! Spuntino delle quasi due e mezza!”.
 
Dopo un po’ Tom ed Eugenia tornarono a casa con Josephine, i tre figli se ne andarono nelle proprie stanze e finalmente i due riuscirono ad andare a letto.
“Sono morto… sto arrivando ai 60 anni, non ce la faccio mica più a reggere le tre del mattino come un tempo!” commentò Benedict infilandosi sotto le coperte.
“Bè, le reggi ancora però!” gli disse raggiungendolo, accoccolandosi di fianco a lui “E sei ancora il meraviglioso uomo che ho conosciuto ventitré anni fa!”
“E tu ancora la pazza che mi ha fatto perdere la testa. Su, spaparanzati!”
“Ohohohoh! È Natale!!” gongolò lei facendolo ridere, mentre si appropriava di metà del suo corpo, mentre lui le passava le dita tra i capelli, facendola andare in brodo di giuggiole.
“Aaaaaahhhh! Ti odio.”
“Certo, come no.”
 
 
−FINE−
 
**************** ANGOLINO DEL DISAGIO**************
Ho seriamente un nodo alla gola.
Mettere il tick nella casellina “Completa” è stato parecchio difficile.
Lo so, è un piccolo capitolo conclusivo, ma ci tenevo a farvi sapere cosa combinano Ben e Laila nel futuro.
Spero di avervi tenuto compagnia con questi 30 capitoli con le avventure di questi due adorabili disagiati… da quando ho iniziato a scrivere la storia (circa gennaio 2014 credo) ad ora che ho ufficialmente finito di pubblicarla di tempo ne è passato e dubito che due personaggi mi potranno rimanere così nel cuore.
Ringrazio tutti. Chiunque l’abbia letta, preferita, ricordata, seguita, recensita.
Vi voglio davvero bene.
Un bacione e alla prossima <3
Lalli
 
   
 
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