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Autore: Brownie Charles    27/06/2017    3 recensioni
Sette ragazzi si risvegliano in una stanza buia e claustrofobica, legati a delle poltrone.
Non sanno perché sono lì, né conoscono chi ha escogitato una simile follia.
Sanno solo una cosa...
"Mentre vagava con lo sguardo lungo la stanza, cercando si stabilirne sommariamente i confini, avvertì un rumore metallico provenire dalla fonte di luce, simile a quello emesso da un ascensore in movimento.
Si voltò di nuovo verso la bianca colonna, e fu allora che la vide, e non volle crederci…
Una ragazza era apparsa nella stanza, lo sguardo, malinconico e mestamente basso, era intento a osservare un piccolo palmare. I capelli rosso fuoco le cascavano lunghi fino alle spalle; delle sue codine e dello sgargiante fiore che usava portare non vi era alcuna traccia."
...sanno di essere Peccatori...
"« Maledetta…maledetta!…maledetta!! » gridò inferocita all'indirizzo del cadavere, sputacchiando saliva come un grosso cane idrofobo."
...senza alcuna possibiltà di Redenzione.
Genere: Angst, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Courtney, Geoff, Gwen, Noah, Scott | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
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Zoey's Last Sin

<< Perché…perché?! >> fu Gwen a rompere quei lunghi minuti di silenzio che erano calati nell'oscura stanza a causa del macabro fatto che vi si era appena compiuto.
La ragazza, superata la sorpresa iniziale, aveva rotto i propri freni emotivi, lasciando che il suo corpo fosse squassato da lunghi sighiozzi disperati, mentre urlava incessantemente ma invano il nome dell'amica, la quale ora giaceva per terra, riversa in una pozza di caldo sangue vermiglio, che si spandeva placido e inesorabile lungo il pavimento, imbrattandone le mattonelle.

Il corpo della rossa, impietosamente illuminato dalla colonna di luce bianca posta nel centro di quel luogo, non sembrava aver subito danni, ma il volto un tempo innocente e sempre gioioso che aveva contraddistinto la ragazza, permettendole di entrare nel cuore di più di un concorrente, era ora diventato irriconoscibile, le sue componenti indistinguibili. Solo le labbra si erano salvate da quel brutale scempio, e ora sembravano formare un inquietante sorriso straziato.
Dagli altri non provenne neanche un sussulto, ma il disgusto di ognuno era tangibile. Più di uno di loro avvertì un atroce senso di nausea, ciò nonostante ciascuno riuscì a calmare il proprio stomaco e a contenere i conati di vomito che premevano per evacuare dal loro corpo.
<< Perché anche lei era una Peccatrice. >> fu la risposta della Voce, sempre paurosamente tranquilla.
<< Ma i Peccati…i Peccati capitali sono sette! >> gridò Gwen, che non voleva perdere quel confronto verbale: era stata umiliata di fronte alla sua peggior nemica e alla persona a cui, un tempo, aveva tenuto con tutto il cuore, dovendo inoltre fare da spettatrice all'orribile morte di quella che riteneva essere rimasta la sua sola amica.
Era giunta al colmo, una profonda rabbia le scuoteva il corpo, una rabbia che reclama a gran voce giustizia per Zoey.
<< Hai ragione Gwen, ma devi sapere che nel Medioevo ne era contemplato un ottavo: la Malinconia, di cui Zoey era pervasa in tutto il suo essere. E anche se a prima vista poteva sembrarti allegra, amichevole e solare, in realtà era solo un inganno verso di te e gli altri oltre che verso se stessa, poiché indossava una misera maschera che celava lo scoramento e l'impotenza che solo una prolungata solitudine dovuta alla non accetazione della propria persona da parte della società può causare. E questo sentimento l'ha portata alla mania, al cercare in tutti i modi di risultare gradevole ai vostri occhi, pensando così di poter cancellare con un colpo di spugna il suo solitario passato. Ma la vita non è un banale film, dove dall'oggi al domani si può completamente rivoltare il proprio mondo: per quanto si sforzasse di opprimerlo il senso di inettitudine non l'ha mai abbandonata del tutto. E questo l'ha condotta all'infausto pensiero del suicidio, al preferire la morte alla vita. Tuttavia, nonostante avesse deciso di arrendersi, non sapeva come fare per porre fine a queste sue sofferenze, non aveva il coraggio di compiere un atto così decisivo. Perché, per quanto stanca della vita, aveva un profondo timore della morte, dell'oblio a cui essa conduce. Per questo è stata l'aiutante perfetta. Cosciente del suo desiderio, ho deciso di darle una mano ad adempiere alla sua volontà: in fondo, se una persona si sente totalmente estranea alla sua vita, perché costringervela? E per ottenere ciò a cui ardentemente anelava nella maniera più veloce possibile ha deciso di sottoporsi ad una mia sfida, ovvero condurre voi Peccatori da me. Ha vinto la prova, e ottenuto la sua ricompensa: non la vita, le cui irte vie più non desiderava percorrere, ma la morte, la soluzione più facile per ogni tipo di problema che non si ha la forza di affrontare. >>
Sentimenti contrastanti si impossessarono dei giovani a quella nuova, sconvolgente, rivelazione: pena per la loro compagna, sgomento per quella sua decisione così meditata da lei quanto improvvisa per loro; ma sopra ad esse si immolò un profondo rancore: lei li aveva traditi, li aveva consegnati nelle mani di un pazzo squilibrato, e tutto per un becero atto di egoismo. Li aveva condannati, e non aveva provato il minimo rimorso per questo.
Un nuovo urlo rimbombò in quello spazio, anch'esso cacciato da Gwen: la gotica sbuffava, stringeva con viva forza i polsini, non riusciva a stare ferma. Colei che considerava sua amica le aveva mentito per tutto quel tempo, non rivelandole il suo disagio, non chiedendole consiglio, ma vendendola pur di farla finita una volta per tutte, senza remora alcuna.
<< Maledetta…maledetta!…maledetta!! >> gridò inferocita all'indirizzo del cadavere, sputacchiando saliva come un grosso cane idrofobo.
A quella vista le labbra di Courtney si incurvarono in un impercettibile ghigno soddisfatto: Gwen stava provando la stessa incontrollabile furia che aveva pervaso la Perfettina quando aveva visto tutta la sua fiducia sgretolata senza ritegno dalle due sole persone a cui l'aveva concessa; stava sperimentando sulla sua stessa pelle il turbamento che solo il crollo di ogni singola certezza può provocare nell'animo umano. Gwen ora sapeva cosa le aveva inflitto, ma non per questo l'avrebbe compatita o perdonata: la pietà, così come la fiducia, aveva per sempre smesso di dimorare dentro di lei.
<< Ok Gwen, ti sei sfogata. Adesso piantala. È tempo di cominciare. >> disse la Voce per niente impressionata da quello spettacolo, azionando nel frattempo un meccanismo che senza avviso spense tutte le colonne di luce eccetto quella centrale. Subito dopo ogni prigioniero fu lestamente trasportato in una nuova stanza, separato dal resto del gruppo.
E in quell'anfratto adesso desolatamente nero e spoglio rimase solo il corpo martoriato di Zoey, gli occhi vitrei che fissavano un punto lontano ed indistinto.
<< Buon sonno, piccola. >>
Quindi anche l'ottava colonna si spense, e il buio prese il totale sopravvento.


* * *

<< Più veloce B…non c'è tempo! >> esclamò Dawn per incoraggiare l'amico, il quale stava già tenendo un passo decisamente sostenuto. Sebbene lei odiasse con tutto il cuore le auto per il loro nefasto operato contro la Madre Terra, stavolta non poteva farne a meno.
La ragazza appariva irrequieta, e questo suo turbamento era dovuto a quella strana sensazione che da qualche tempo l'aveva contagiata: giorni addietro alcune foglie di thé le avevano predetto che un nefasto evento avrebbe presto scombussolato le loro vite, cambiandole per sempre, ma lei sulle prime non vi aveva creduto, tanto le era sembrata assurda la profezia che le era stata rivelata da quel malaugurato infuso.
Ma il Fato non si può modificare semplicemente ignorandolo, una verità tanto banale quanto ineluttabile, come constatava adesso fra se' e se', amareggiata: non sarebbe stato facile dargli quella drammatica notizia, ma aveva rimandato fin troppo, e se avesse ancora indugiato le cose sarebbero degenerate sempre più.
In un breve volgere di tempo i due giunsero di fronte alla palazzina dove si trovava la sua abitazione.
Appena il portone principale fu loro aperto si precipitarono al suo appartamento, correndo a perdifiato lungo la ripida scalinata: l'ascensore sembrava loro troppo lento.
Quando vide quei due piombargli dentro casa senza troppe cerimonie Mike cominciò ad avvertire un senso di disagio misto a preoccupazione: aveva avuto l'impressione che il tono di voce che aveva udito dal citofono fosse piuttosto concitato, ma credeva fosse stata solo una sua fantasia.
Provò a fare gli onori di casa, chiedendo ai due ospiti se avessero bisogno di qualcosa, ma Dawn lo zittì subito: << Non c'è tempo per questo…B, chiudi la porta per favore…forza, andiamo in cucina Mike. >> disse sbrigativa Raggio di Luna, afferrando il giovane per un braccio e trascinandolo verso un tavolo.
Non appena lo ebbe fatto accomodare a capotavola Dawn si sedette alla sua sinistra, imitata poco dopo da B, il quale si sistemò di fronte a lei, alla destra di Mike.
<< Mike…dobbiamo parlare… >> cominciò Dawn dopo aver preso un profondo respiro, mentre il volto del moro assumeva un'aria interrogativa. Interrogativa e preoccupata, perché quando una donna inizia con un “dobbiamo parlare” c'è da preoccuparsi a prescindere: << So che hai molte domande per la testa; la tua aura è chiara sotto questo punto di vista. Risponderò a tutto, non temere, ma adesso è necessario che mi ascolti senza interrompermi. >> spiegò la giovane seria in volto.
Mike accennò un “sì” oscillando la testa.
Così Dawn gli raccontò ciò che aveva scoperto grazie alle foglie di thé, di come ne era rimasta talmente scioccata da non voler neanche crederci, almeno fino a poche ore prima di quel momento, quando aveva deciso di tentare una nuova prova, ricevendo in risposta ciò che più temeva: una conferma.
B, che aveva già avuto modo di ascoltare la storia in macchina, fissava con sguardo triste l'amica parlarne, conscio di quanto le facesse male rivelare tutte quelle cose orribili, assumendosi in toto la colpa per non aver fatto niente per impedire quel disegno del destino tanto crudele. Nel frattempo una sempre maggiore angoscia s'impossessava di un Mike visibilmente esterrefatto.
Ma il peggio doveva ancora giungere.
<< Mike…l'ultima immagine che ho visto è…è… >> un groppo alla gola impediva alla giovane di continuare: come poteva comunicargli quell'ultima notizia? L'avrebbe distrutto, ne era certa. Ma meritava di sapere.
Dawn fece appello a tutto il suo coraggio, alla sua risolutezza, e infine confessò: << L'ultima immagine che ho visto è Zoey riversa in una pozza di sangue…senza vita. >>
Mike sbiancò, incapace di replicare, riuscendo solo a respirare, seppur con molta difficoltà.
Non ci credeva, ogni fibra del suo corpo gli impediva di concepire che una tale sciagura si fosse realmente abbattuta sulla sua vita: la sua dolce Zoey…morta…ma Dawn non mentiva, non lo faceva mai; ed ora che la vedeva mordersi le labbra mentre i suoi occhi si ricoprivano di lacrime, non ebbe più alcun dubbio: Zoey l'aveva abbandonato.


Un grido disperato si levò alto nella notte priva di stelle.

Angolo Autore
Ed eccomi di nuovo qui, col secondo (o, a seconda dei punti di vista, il terzo) capitolo della mia long.
Con questo capitolo finisce la prima fase, quella introduttiva, in cui abbiamo scoperto che anche Zoey è una peccatrice.
So che il capitolo è piuttosto breve, ma purtroppo non ho avuto molto tempo questa settimana per scrivere,
e così, pur di non lasciarvi troppi giorni senza aggiornamenti, ho deciso di inserire questo capitolo intermedio,
in cui ho introdotto altri due personaggi, Dawn e Mike, il cui ruolo sarà specificato più avanti nella storia.
Ma in questo angolo autore ci tengo a specificare una cosa: so bene di aver parlato di una tematica molto delicata, quale il suicidio.
So bene che la Voce dice una cosa molto dura, ovvero che è giusto suicidarsi se ci si sente inadatti alla vita.
Ci tengo a precisare che io sono ASSOLUTAMENTE contrario a questa eventualità, e che non vedo ASSOLUTAMENTE il suicidio
come risoluzione ai problemi.
Quindi siete pregati di scindere le parole del personaggio dall'idea dell'autore, che sono totalmente opposte.
Ma se  l'argomento suicidio vi urtasse o, peggio ancora, infrangesse il regolamento di EFP, non fatevi alcuna remora e ditemelo apertamente, così che io possa intervenire e modificare la storia.

Detto questo, vi auguro buona lettura e vi invito a lasciare una recensione, eventualità che, come sapete, mi fa sempre molto piacere.
Brownie Charles
 

   
 
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