Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Esse Pi    29/06/2017    1 recensioni
“Aprimi, pezzo di imbecille!” urlò.
“E stai zitta, che dormono tutti qui!” berciò lui in risposta. “Poi danno la colpa a me e mi buttano fuori di casa.”
“Tanto sei al nero là dentro!” ribatté lei, indicandolo come per minacciarlo. A guardare verso l’alto, barcollò ed andò a sbattere contro la macchina che si trovava dietro, per poi cadere per terra.
“Merda…” mormorò il ragazzo esasperato. “Perché vieni a rompere i coglioni proprio a me? Cosa ti ho fatto?”
“Vuoi proprio che te lo ricordi?”
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Twenties'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Accidenti, Eli…” Chiara la guardava con espressione stupita, ma conoscendola c’era una pennellata di divertimento nei suoi occhi, quel divertimento che sapeva di presa in giro, ma anche di scomoda verità che a lei non sfuggiva mai. “Ma ti sei sentita mentre parlavi col Vanni?”

Elisa, posò il telefono sul tavolino della sala, vicino a Sofia che disegnava, e riprese in mano la tazza di tè che aveva posato per rispondere alla chiamata. Guardò Chiara con fare interrogativo. “Che vuoi dire?”

“Sembravate una coppia sposata!”

Elisa schioccò la lingua. Ecco dove voleva andare a parare. “No, sembriamo una coppia che ha una figlia e che vive insieme da anni ormai.” E poi indicò con lo sguardo Sofia, che sembrava concentrata sul disegno di un pesce con le ali. Certo era ancora piccola e, sebbene sentisse, non capiva, ma non era bello parlare di quelle cose davanti a lei.

“Non prendermi in giro, Eli.” Scosse la testa Chiara. “Ho solo una domanda.”

Elisa sospirò. “Falla.”

“Perché con lui e non con l’altro?” i nomi erano volutamente taciuti.

“Perché io vivo con lui e non con l’altro. E dovremmo pur cenare, no?” rispose con ovvietà.

“Ma prima o poi vivrai con l’altro, no?”

“Con chi vivi mamma?” si intromise Sofia, girandosi e guardandola. Era incredibile come fosse sempre attenta a tutto quello che pareva non ascoltare e che invece sentiva benissimo.

“No, amore, si parlava di un film.” Le rispose lei, carezzandola sui capelli.

“Ah, ok!” e tornò al disegno.

“Ma almeno posso chiederti come vada con l’altro?”

“Tutto bene, quello.” Ed era sincera. In quegli ultimi giorni andava veramente tutto bene. Quella sensazione di estasi si incrinava solo se pensava a quello che era successo con Francesco, ma non voleva pensarci. Tutto andava bene, ora, quindi non doveva pensarci. “Sembra che tutto stia andando per il meglio. Sono contenta.”

“Se me lo dici con quella faccia da ebete posso solo pensare che sia vero.” Sorrise Chiara.

“Sì, è proprio vero.”

“Bene, quindi a quando le nozze?” la stuzzicò l’amica.

“Chiara! Lo sai che non voglio parlare di queste cose!” sbuffò, sparendo dietro la tazza di tè fumante. “Dimmi piuttosto di Roberto.”

“No, dài, non ho voglia. Non voglio parlare di Roberto.” Sembrò chiudersi.

“Eh? E perché?”

“Davvero, non ho voglia di parlarne, ti annoierei.” Era evasiva.

“Ah, ok, come vuoi, però sei strana, Chiara, posso dirtelo?” si fece sospettosa Elisa, scrutandola da oltre la tazza che aveva in mano.

Chiara sospirò. Sembravano che le parti tra le due fossero state invertite: ora era Chiara che non voleva parlare della sua vita privata ed Elisa quella che faceva domande, però al contrario di Chiara, Elisa sapeva quando era l’ora di smetterla e non insistere per non urtare la sensibilità dell’altra.

“Ok,” sbottò. “Va bene, ti racconto di Roberto. Vuoi proprio sapere cosa penso?” Elisa annuì, ma non era sicura di sapere cosa pensare della cosa. Era raro vedere Chiara tentennante, insicura… E non era mai una buona cosa. “Roberto è… Strano. Non lo capisco certe volte. Ti dissi che era cambiato, mi aveva preparato la cena, no?”

“Sì.”

“Eh, e invece ogni tanto – non così frequentemente, eh! Pensa che proprio una settimana fa era proprio quello di sempre ed abbiamo passato una notte meravigliosa insieme, abbiamo fatto l’amore proprio come i primi tempi in cui ci si frequentava! – però, ecco, ogni tanto cambia. Diventa freddo, non mi risponde nemmeno quando gli faccio una domanda… Sembra arrabbiato, insomma.” Fu una sensazione durata un istante, ma Elisa pensò che in realtà Chiara avesse da dire molto più di quel semplice dubbio.

“Però, ecco, sarà successo, boh, tre, quattro volte e basta nell’ultimo mese.”

“Vabbè, dài, le giornate no capitano a tutti. Magari è successo qualcosa a lavoro.”

Chiara si ammutolì per qualche secondo. E per una persona come Chiara, ammutolirsi non era una cosa normale.

“Che c’è?”

Chiara tentennò, ma finalmente parlò: “Oh, Eli, io non vorrei iniziare a diventare paranoica, ma ho dei… dubbi.” Mormorò, quasi a disagio, rigirandosi la sua tazza di tè tra le mani. Sembrava non trovasse pace con la posizione della tazza.

“Dubbi?”

“No, dài, lascia perdere.” La liquidò.

“Come posso lasciar perdere, dopo quello che hai detto?” Elisa non voleva essere insistente, ma si sentiva preoccupata per qualcosa che Chiara stava palesemente nascondendo.

“Sì, davvero, non chiedermi più niente.” Si fece mogia, accasciandosi sul divano e sospirando. Sembrava volesse rimangiarsi pure le poche parole pronunciate, come se le fossero scappate senza che lei avesse voluto.

“Ok…” Elisa si ritrasse, prese la sua tazza di tè e bevve un sorso, per poi girarsi verso Sofia, che stava colorando il disegno canticchiando una delle canzoni dei programmi per bambini.

Vedere Chiara in quello stato la faceva sentire priva di certezze. Lei era una persona determinata che non si faceva mai mettere i piedi in testa da nessuno, al contrario di Elisa. Era raro vederla così abbattuta. Forse solo un’altra volta l’aveva vista in quello stato, ma era successo così tanto tempo fa che nemmeno si ricordava il motivo. O forse addirittura non gliel’aveva mai confessato.

“Ho il sospetto che Roberto abbia un’altra.”

Le parole di Chiara, pronunciate tutte d’un fiato e con tono afflitto, colsero Elisa del tutto impreparata. Si girò incredula verso l’amica e la guardò come se avesse detto un’assurdità. Un tempo non sarebbe stato nient’altro che una conferma di come fosse infedele Roberto, ma dacché stava con Chiara era cambiato. O così aveva sempre pensato. Sì, certo non le era mai andato a genio,

ed effettivamente spesso si era chiesta come due persone così differenti potessero stare insieme. Magari avevano trovato un loro equilibrio. Chi era lei per giudicare? Soprattutto vista la situazione che la circondava. E poi lei era di parte: voleva bene a Chiara come se fosse sua sorella, per questo non accettava il fatto di vederla in quello stato per colpa di un uomo come Roberto. Però lei in più di un’occasione si era dimostrata capace di tenerlo a bada, di farsi rispettare. Forse erano davvero fatti l’uno per l’altra, chissà. Certe dinamiche lei non le aveva mai capite fino in fondo. Il fatto che Elisa non lo tollerasse più di tanto non avrebbe dovuto implicare giudizi sul marito della sua amica.

“Lo so che sono stupida a pensarlo, però lo penso. E non so come smettere di pensarlo. Il Puccini dice che esagero, magari non è niente, ma io -”

“Il Puccini?” ripeté con aria sfuggente. Aveva già sentito quel nome. “Lorenzo? L’urbanista degli Orlandi?”

“Sì, perché?”

“Erano secoli che non lo sentivo più nominare!” sorrise.

“Be’, continuando a lavorare per loro, ho dovuto trovare altre persone con cui parlare.” Alzò le spalle, rispondendo con mezzo sorriso. “Da quando te ne sei andata, sei diventata la sua eroina, sai?”

“E che dice lui di questa storia?”

“Che devo smetterla di darmi della stupida.”

“Oh, Chiara, non sei stupida… Se hai questi dubbi, sicuramente ti devono essere venuti fuori da qualcosa. Cosa è successo?” Le mise una mano sulla gamba.

“L’altro giorno non trovavo il mio cellulare e dovevo mandare un messaggio a mio padre, sicché ho preso il suo, ho mandato il messaggio e quando mio padre ha risposto, sono andata tra i messaggi ricevuti e ho trovato una certa Eleonora M. che gli aveva scritto alle nove di sera: “ Ok, a dopo”. Capisci?” Si stava agitando, parlava velocemente e a voce sempre più alta, distogliendo l’attenzione di Sofia dal disegno. Forse l’aver finalmente confessato questa sua paura l’aveva portata ad aprirsi ulteriormente, arrivando ad infervorarsi per l’accaduto.

“Zia Chiara, chi è Eleonora?”

“Una collega di Zio Roberto, tesoro.” L’anticipò Elisa, sapendo bene cosa sarebbe potuto scappare dalla bocca di Chiara, in quello stato.

“Oddio…” Chiara tentennò, fissando il vuoto. “Ora che mi ci fai pensare, c’è davvero una collega di Roberto che si chiama Eleonora!” si ricordò Chiara. “È la marescialla – si dice marescialla?"

“Ma non sei nemmeno sicura che sia lei.” Cercò di farla ragionare.

“E chi vuoi che sia questa Eleonora M.?” Si agitò ancora. Poi sembrò rendersi conto tutt'a un tratto della sua agitazione e sospirò. "Scusa, Eli, ma non ragiono più quando penso a questa cosa.” Sospirò, posando sul tavolo la tazza di tè. “Non so veramente come smettere di pensarci. È come un tarlo…” Aveva gli occhi lucidi.

“Ma che ne sai che non sia stata una risposta ad una convocazione? Dopotutto è qualche grado superiore a Roberto, questa tipa che dici, che ne sai che non fosse per lavoro.”

“Alle nove di sera gli mandi un messaggio di convocazione?” replicò scettica. “E Roberto quella sera stessa, dopo aver mangiato in assoluto silenzio è uscito senza dirmi troppe spiegazioni.” Fece quasi per aggiungere altro, ma si trattenne e sospirò.

Elisa non seppe che dirle. Non era mai stata brava a rincuorare le persone. Ad ascoltarle sì, ma rincuorare era diverso: era necessario trovare le parole giuste e non sempre lei le aveva. Poteva offrire conforto con un abbraccio, ma le parole proprio no.

E tutte queste – poche – informazioni, se accostate alla figura di Roberto, effettivamente non promettevano niente di buono.

“Io… Eli, io non saprei che fare se mi avesse tradita.” Era triste. “Io lo amo, Eli, non voglio che lui se ne vada. Lo so che non hai mai avuto troppa stima di lui per quel che successe tra noi per colpa sua, ma con me lui è sempre stato diverso.” si appoggiò contro lo schienale del divano e si coprì il viso con le mani, quasi per chiudere gli occhi e riprendere il controllo.

“Chiara, mi dispiace… Provare a chiederglielo immagino sia inutile.” Rifletté Elisa.

“Maddai! Chi è lo stupido che dopo aver tradito, alla domanda: “mi hai tradito?” risponderebbe con un sì?” Rispose sarcastica.

“Per quel che ne so, potrebbero anche esistere persone del genere, ma questo non dà una migliore immagine di sé per la sincerità della risposta.”

“Suvvia, Elisa. Lo sai anche tu che non mi confesserebbe mai una cosa del genere!”

Elisa non volle commentare ulteriormente, ma sapeva quanto Roberto potesse essere falso. Dopotutto, quando stava con lei – che poi, si frequentavano, non è che stessero proprio insieme come lei e Marco ora! L’idea di aver avuto un passato con una persona come Roberto le fece venir voglia di sottolineare a modo la distanza che separava una persona come Roberto da una come il suo Marco – mica le disse che si vedeva pure con Chiara. Furono loro due a scoprirlo, reciprocamente, parlandone e riconoscendo nel loro reciproco partner la stessa persona. Non era difficile immaginarsi che Roberto tradisse Chiara, purtroppo. Francesco da sempre era stato convinto che il loro matrimonio non sarebbe durato e spesso si era domandato perché si fossero addirittura sposati.

“Già, purtroppo, lo penso anch’io…”

Chiara guardò l’amica, sospirando. Non era delusa dalla sua risposta, era delusa da tutta la situazione. Aveva gli occhi tristi.

“Eli, cosa dovrei fare? Che poi ci sono giorni in cui è irascibile per ogni cosa – te l’ho detto – ed altri che invece è un tesoro, che è il mio Roberto…”

“Non lo so, l’unica cosa che ti direi è parlare con lui. Dopotutto siete sposati, conterà pure qualcosa, no?”

Chiara soffiò una risata amara e la guardò come si può guardare una bimba ancora troppo piccola per capire la vita. “Elisa, se il fatto di essere sposati contasse qualcosa, non mi ritroverei in questa situazione.” Elisa dovette ammettere che avesse ragione. “Io, guarda, proverò a parlargli, ma non so come potrà finire questa storia. Secondo me non sarà un lieto fine.”

“Mi dispiace…” mormorò Elisa, bevendo un altro sorso di tè. Poi si accorse che Chiara non aveva la sua tazza in mano. La indicò e le chiese se l’avesse finito e ne volesse un altro po’.

“No, grazie, Eli. Nemmeno ho finito la tazza.” Rifiutò gentilmente. “Ma hai cambiato tè?”

“No, è sempre il solito, perché?”

“Non so, questo mi sembrava avesse un sapore più amaro.” Storse il naso. Anche Chiara, come Elisa, non amava i sapori troppo forti.

“Forse c’hai messo poco zucchero.”

“Due cucchiaini non sono poco zucchero. Sono i soliti.”

“Be’, io ce ne metto tre.”

“Allora sarà tutta questa situazione…” roteò gli occhi. Elisa sorseggiò dell’altro tè, triste per l’amica. “Accidenti a lui! Riesce persino a farmi odiare il tè.”

_______________________________________

Rieccomi! Salve a tutte! Scusate se sono stata via per così tanto tempo, purtroppo la realtà mi risucchia. E ho dovuto anche inventarmi un modo per pubblicare diverso dal solito perché non sono più in grado di utilizzare il vecchio programma (infatti si nota la differenza di layout, purtroppo...). Ad ogni modo, eccomi qua! Capitolo prevalentemente incentrato sulla nostra Chiara, ma spero vi sia piaciuto ugualmente!

E prima di svanire nuovamente, voglio ringraziare Brezza per aver lasciato un commento, come sempre, e spero che anche voi, oh lettori silenziosi, abbiate apprezzato!

Al prossimo capitolo!

Un bacio!

S.P.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Esse Pi