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Autore: Alexiochan    30/06/2017    1 recensioni
La storia di Fubuki Shirou è tra quelle che certamente piú colpiscono l'animo del lettore. Piú e piú volte ci siamo chiesti cosa ne sarebbe stato della sua vita se non fosse mai avvenuto quell'incidente. Sicuramente, l'oggetto di interesse della Raimon diverrebbe suo fratello Atsuya ed anche i legami con i compagni sarebbero totalmente stravolti. Ma in questa storia Shirou ha perso i suoi genitori, l'incidente è avvenuto. Atsuya non è morto e i due fratelli si fanno forza a vicenda in questa spirale di avvenimenti che sembra non avere fine: alieni, nemici, Absolute Royal Accademy, la pietra Alius. Per non parlare della situazione sentimentale con Gouenji, Someoka ed Afuro.
C'è peró da dire che il problema piú grande è la maledizione che nasconde il nostro Shirou. Per questo dettaglio importante mi sono ispirata a Frozen, potete ben immaginare di cosa si tratti :)
Buona lettura ai coraggiosi che oseranno aprire questa scheda
Alexiochan
Genere: Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hayden Frost/Atsuya Fubuki, Shawn/Shirou, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Someoka diede un forte calcio ad un cumulo di neve, sparpagliando ovunque i pezzetti bianchi e freddi. Stette fermo, immobile, ad osservare i frammenti da lui provocati fondersi con il tappeto candido che copriva ogni cosa in quel paese sperduto nel nulla. Sospirò, la rabbia che andava scemando. Non era proprio tagliato per lo snowboard, non era in grado di "essere un tutt'uno con il vento" come farfugliavano i due Fubuki. Sospirò nuovamente, mandando in frantumi un altro cumulo di neve. 
Poi urlò dalla sorpresa. 
Anche Atsuya urlò. 
Quando lo spavento iniziale fu passato, Someoka si accigliò così tanto che la sua espressione non poteva nemmeno essere definita "umana".
< Che accidenti ci fai tu lì?! > 
< Ma a te che ti frega?! > 
< Sei sopra un fottuto albero! >
< E quindi?! > 
Someoka affondò le unghie nei palmi delle mani e contó fino a dieci almeno sette volte nel tentativo di calmarsi. Dopotutto era vero, che cosa gli cambiava se Atsuya era sopra il ramo di un albero o sopra ad una roccia? Sperò solo che il ramo si spezzasse.
Atsuya d'altro canto lo stava guardando incuriosito da quell'atteggiamento, inclinando leggermente la testa di lato. Il rompiscatole rosa sembrava stare facendo un qualche esercizio di yoga. 
< Perchè non ti alleni con gli altri? > domandò il minore, senza ricevere risposta. 
< È perché non riesci a stare in equilibrio sullo snowboard? Perchè se vuoi ti posso aiutare > ancora nessuna risposta, Someoka sembrava mummificato in quella posizione. Atsuya arricció il naso in disapprovazione, doveva risvegliare l'altro da quel suo stato di trance e quale metodo era piú efficace e divertente dell'irritarlo? Sogghignó. 
< Vuoi meditarci sopra? > 
Come previsto, Someoka aprí gli occhi di scatto e gli si avvicinò minacciosamente, fermandosi davanti al tronco dopo aver realizzato che non sapeva come arrampicarsi fino a Fubuki. Alzò lo sguardo verso quest'ultimo e lo trovò a dondolare spensieratamente le gambe nel vuoto da sopra il ramo, un sorrisetto divertito che gli illuminava il volto di porcellana. 
< Non ho bisogno del tuo aiuto > disse brusco, allontanandosi per dare un calcio a qualche altro cumulo di neve per sfogarsi. 
< Non ne hai bisogno o non lo vuoi? > 
Someoka strinse i denti e colpí un altro cumulo con piú forza. Peccato che il suddetto cumulo fosse in realtà un sasso grande come uno sgabello, ricoperto di neve. Ryuugo gemette dal dolore, piegandosi su se stesso a stringere il piede ferito. Atsuya smise di sventolarsi con la sua sciarpa bianca e si voltò perplesso verso il compagno, osservandolo rotolarsi a terra per la sofferenza. Seguirono pochi secondi di silenzio rotti solo dai gemiti di Someoka, poi il ramato scoppiò a ridere di cuore e quasi cadde dall'albero per le troppe risate. Ryuugo lo guardò inferocito, pronto a riempire di lividi quel bel visino che si ritrovava, ma sentendo quella risata argentina e allegra ogni suo istinto omicida sparì. Le sue labbra si piegarono in un sorriso senza che potesse fare nulla per impedirlo. Quando Atsuya smise di ridere, si asciugò le lacrime ai lati degli occhi con il dorso della mano, il petto ancora scosso dagli spasmi della risata. 
< Cavolo, sapevo che eri imbranato ma non fino a questo punto > lo prese in giro, ammiccando un sorrisetto furbo e malizioso. Someoka deglutì e voltò il viso di scatto per non far notare a Fubuki il rossore che gli aveva imporporato le guance. 
< Bah, 'sta zitto! > 
Atsuya lo stette ad osservare ancora qualche secondo, poi saltò giú dal ramo con un agile colpo di reni e si avviò per un sentiero. 
< Bene. Allora, se non hai bisogno di me, io vado > 
< Aspetta > il ramato si bloccò senza voltarsi, assaporando già la vittoria.
Someoka si morse il labbro inferiore lottando contro il proprio orgoglio. In questo momento doveva pensare a come battere gli alieni, era piú importante della sua dignità. 
< Va bene... Aiutami ad allenarmi > sospirò infine. 
Atsuya sogghignò e lo guardò furbescamente. 
< Farai quello che ti dirò? > 
< Non farò quello che mi- >
< Vuoi essere utile alla squadra sì o no? > 
Someoka abbassò lo sguardo. Si sentiva sconfitto sotto tutti i punti di vista. 
< Tch, e va bene. Sentiamo che tipo di allenamento hai in mente > 


< Mi stai prendendo in giro?! > sbottò Atsuya con evidente irritazione, pestando un piede a terra come se fosse un bambino che fa i capricci. Aveva provato con gli sci, dicendosi che Someoka poteva avere piú possibilità di rimanere in equilibrio con i piedi separati e non uniti sulla tavola come nello snowboard. 
Un fallimento.
Allora aveva provato con lo slittino ma Someoka era riuscito a ribaltarsi per tre volte di fila nella pista per bambini, per bambini! 
E adesso un nuovo fallimento con il pattinaggio sul ghiaccio. Atsuya si coprì il viso con una mano, l'aria sconsolata. Someoka era un imbranato con i controfiocchi negli sport sulla neve, sperava che almeno negli altri se la cavasse perchè se no non si spiegava come avesse imparato a giocare a calcio così bene. Nel frattempo, Ryuugo si sforzava di respirare correttamente. Avrebbe tanto voluto insultare quella sottospecie di torturatore dagli occhi grigi screziati di verde, ma la posizione in cui si era incastrato gli impediva anche solo di aprire bocca. Atsuya tornò alla realtà quando si accorse che Someoka si stava dilettando in una bella spaccata sul ghiaccio. Sorrise maliziosamente. 
< Ho trovato lo sport che fa per te: la danza artistica. Che ne pensi? Secondo me ci sei portato, guarda quanto sei elastico > 
Someoka stava tentando di ucciderlo con lo sguardo e la cosa lo divertiva un mondo. Sospirò e con una leggera spinta si spostò verso di lui, i ferri dei pattini che scivolavano sul ghiaccio con un leggero sfrigolare. Someoka si incantò nuovamente a guardarlo; la postura di Atsuya era eretta, fiera, come quella di un sovrano. Ed era semplicemente bellissimo. La prima volta che lo aveva visto pattinare era stato quando Atsuya lo reggeva per la vita nel tentativo di insegnargli un pò di equilibrio. Erano da soli nel lago ghiacciato  adibito come pista di pattinaggio, a quell'ora non c'era nessuno nei paraggi. Ricordava di essere arrossito all'inverosimile e di essersi incantato a guardargli il viso studiandone ogni piú piccolo dettaglio. Aveva scoperto una minuscola e sottile cicatrice nell'angolo sinistro del labbro superiore e un piccolo neo proprio sotto il mento. Quando Atsuya se accorse, le sue guance divennero rosse in un modo che l'altro ragazzo adorò sin dal primo istante, gli occhi sgranati dalla sorpresa e dall'indignazione, come se Someoka gli avesse rubato quei piccoli dettagli nel viso solamente guardandoli. 
Ryuugo si riprese dai suoi pensieri quando notò il viso dell'altro vicinissimo al suo. Avvampò. Al contrario, Atsuya sogghignava malizioso, evidentemente divertito dal suo comportamento. 
< Pensi di alzarti o rimanere ad allenarti ancora un pò per l'ammissione nel gruppo delle cheerleaders? >
Someoka lo mandó a quel paese piú e piú volte, rialzandosi grazie all'aiuto del compagno. Respiró profondamente, grato che le sue gambe fossero tornate alla normale posizione. Poi, finalmente, diede voce alla sua rabbia.
< Adesso mi sono stancato! Tu non vuoi aiutarmi a diventare più veloce, vuoi solo divertirti vedendomi fallire! > 
Atsuya lo guardò, offeso, e fece per ribattere ma Someoka continuò: 
< E non guardarmi in quel modo! Io mi sono fidato di te, pensavo volessi aiutarmi! > 
< Io ti voglio aiutare, ma tu sei senza speranza! Non è certo colpa mia se continui a cadere come un idiota! > 
Someoka lo agguantò per le spalle e lo guardò dritto negli occhi, arrabbiatissimo. Atsuya non sembrò particolarmente impressionato e ciò non fece altro che aumentare la sua rabbia. 
< Tu, piccolo-! > la sua esclamazione venne interrotta da un raccapricciante scricchiolio.
< Cosa è stato? > chiese cautamente, a voce bassa. Atsuya era completamente paralizzato, gli occhi quasi fuori dalle orbite ed un'espressione terrorizzata che campeggiava sul viso niveo. Ma non era un terrore normale, era profondo, intenso, radicato nel suo animo proprio come l'odio mostrato il giorno prima. Someoka allentò la presa sulle sue spalle nel tentativo di tranquillizzarlo. Atsuya cominciò a tremare, il ghiaccio sotto di loro che si riempiva di crepe, specie ai piedi del ramato. Ryuugo non era un esperto nel campo della montagna, ma sapeva che dovevano muoversi lentamente se volevano uscire incolumi da lì. 
< Fubuki, dobbiamo- > si interruppe ad un forte scricchiolio; Atsuya trasalì e tremó con piú vigore.
< Fubuki, dobbiamo andarcene da qui > 
Solo in quel momento realizzò che non sapeva assolutamente pattinare sul ghiaccio. 
Non aveva speranze di togliersi dai guai.
Guardò di nuovo Atsuya, in preda ad un probabile attacco di panico. Se ne chiese il motivo, fino a pochi secondi fa sembrava piacergli stare sul ghiaccio. Una nuova crepa, profonda, passò sotto i piedi del piú piccolo ed Atsuya si lasciò sfuggire un singhiozzo di sconforto. Someoka si diede lo slancio; Atsuya scivoló e cadde dolorosamente sul freddo terreno, slittando qualche metro piú in là. Someoka lo guardò ancora un istante, grato di essere riuscito a metterlo al sicuro. 
Poi il ghiaccio sotto di lui cedette e sprofondó nelle acque gelide.





Tana del disagio 

Ma ciao!
Tenma: hai sbagliato 
Ma non è ver- AH. Ahem *colpo di tosse* 

                          ~ restart ~

Ma shiao! 
Tenma: ora ti riconosco! 
Dunque, lo so che sono una brutta persona a lasciarvi con la suspance (ma dove?) in questo modo, ma vi prometto che non ci scappa il morto in questa storia *le cresce il naso come a Pinocchio*
Non ho altro da aggiungere e credo sia meglio così, a presto! 


                               Alexiochan 




   
 
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