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Autore: SerePellizzari    30/06/2017    3 recensioni
***Prima o poi riuscirò a portarla a termine!***
Questo racconto parte dalla fine della terza stagione ma non ripercorre quanto visto nella quarta....
Rick ha capito in tempo cosa stava per succedere quel giorno al funerale del capitano Montgomery e quindi è riuscito a salvare Kate, ma...
Dal primo capitolo
[...]
"Castle togliti" disse Kate in modo brusco cercando di sollevarlo
Ma nel girarlo sentì che la sua camicia era umida e poi vide il suo guanto bianco diventare sempre più rosso...
"Oddio Rick.......Rick rispondi!!!"
Sentendo il suo nome Castle riaprì gli occhi e vide che il viso di Kate era rigato dalle lacrime, cercò di alzare la sua mano per fermargliele ma non ci riuscì ma la detective capì l'intento e gliela prese tra le sue
Con tutta la forza che gli rimaneva in corpo disse quelle tre semplici parole che avrebbe voluto dirle da tre anni
"Kate....ti....amo" sussurrò dopo di che o suoi occhi si chiusero
"No, no, no.....Rick non puoi lasciarci, pensa ad Alexis, a tua madre, al dodicesimo.....a me, pensa anche a me" fece una piccola pausa poi..."Rick ti amo, ti amo anche io, ma non lasciami....."
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Contesto generale/vago
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Remember me Rick



In men che non si dica Castle e Beckett raggiunsero la sala d’attesa in cui vi erano tutti gli altri, ad attenderli c’era anche il chirurgo che era appena uscito dalla sala operatoria.
“Salve, lei deve essere il sig. Castle, il figlio della signora Martha Rodgers.”
“Sì sono io…”, rispose con ancora un po’ di fiatone per la corsa, “…come sta?”
“Considerando tutto sta bene, il proiettile è passato tra cuore e polmone mancandoli tutti e due e uscendo poi dall’altra parte, se solo avessero mirato un centimetro più a destra o a sinistra, mi duole dirlo, ma in questo momento non saremmo qui a parlarne.”
“Praticamente un miracolo”, constatò Rick andandosi a sedere su una delle sedie e tirando un grosso sospiro di sollievo.
Alexis scoppiò in un pianto liberatorio, aveva veramente creduto di perdere anche sua nonna, dopo suo padre, per mano di quell’assassino.
“Possiamo vederla?”, chiese poco dopo il figlio della donna.
“Certo, al momento sta ancora riposando, ma dovrebbe svegliarsi entro breve, però mi raccomando, non affaticatela troppo, è ancora debole.
In questo momento sta uscendo dalla sala operatoria e tra poco la porteranno in stanza, potete già aspettarla lì.”
“Grazie infinite dottore, per tutto!”, aggiunse Kate mentre insieme agli altri si dirigeva verso l’ingresso.
 
Passarono alcune settimane da quell’ultimo incidente avvenuto in casa Castle, Martha si stava riprendendo molto bene, ma aveva deciso di prendersi una piccola vacanza negli Hamptons accudita da Alexis.
Maddox, invece, non aveva voluto rivelare nulla, anzi, una volta richiuso in carcere aveva deciso di impiccarsi con le lenzuola pur di non tradire il suo capo.
Il drago aveva seguito tutto dall’alto della sua posizione, sperava di riuscire ad eliminare la detective e il fidato scrittore e recuperare i documenti, ma purtroppo niente era andato secondo i piani, ora si trovava senza uno dei suoi uomini migliori, i documenti erano al distretto e in poco tempo il suo nome sarebbe saltato fuori.
“E’ sempre così alla fine, le cose migliori sono quelle fatte da sé”, commentò ad alta voce.
 
Il giorno seguente, appena arrivati al distretto, Rick, Kate e i bro si precipitarono nell’ufficio della Gates…
“Signor Castle, come sta sua madre?”, chiese Victoria appena tutti si furono accomodati.
“Sta bene, grazie, al momento è nella nostra casa negli Hamptons per un po’ di riposo.”
Vi furono vari secondi di silenzio, poi il capitano riprese la parola.
“Detective, quando ha un momento vorrei che finissimo il discorso iniziato prima che succedesse tutto questo.”
“Capitano, credo che questo sia il momento adatto…”
“Cosa intende?”, chiese confusa Gates.
“Ero qui per farle vedere i documenti di Montgomery.”
“Aspettate, voi mi state dicendo che avete quei documenti? Ma com’è possibile?”
“Ecco…vede…Roy li ha spediti a me prima che morisse”, spiegò Castle.
“E come mai proprio a lei e non alla detective Beckett o a qualcuno qui al distretto?”
I quattro si aspettavano questa domanda, era normale infondo, spedire un plico importante ad una persona che non è un poliziotto non è usuale.
Kate, Ryan ed Espo si voltarono contemporaneamente verso Rick, loro non sapevano cosa fare, dire la verità o inventarsi una scusa?
Rick, con tranquillità si fece avanti e spiegò tutta la storia al capitano, la quale ascoltò rimanendo a bocca aperta.
“Dunque lei mi sta dicendo che il capitano Montgomery era suo fratellastro?”, chiese ancora sconcertata.
“Si signore. L’ho scoperto io stesso da poco. Io non ho mai saputo chi fosse mio padre e a dire la verità non mi sono mai posto il problema, ma dopo l’incidente che ho avuto mia madre ha voluto svelarmi il segreto che per tutti questi anni si è tenuta dentro.”
“Capisco…beh allora vediamo chi c’è dietro tutta questa storia”, concluse prendendo in mano il fascicolo.
Non fece nemmeno in tempo ad aprire il fascicolo che scattò l’allarme antincendio.
 
Nel giro di qualche minuto tutti gli agenti presenti nel distretto si riversarono in strada, mentre una figura uscì dallo sgabuzzino e si diresse con tranquillità verso l’ufficio del capitano, raggiunse la scrivania e adocchiò subito il fascicolo, lo inserì nella valigetta che aveva con sé e con la stessa tranquillità con cui era entrato uscì dal distretto senza essere visto da nessuno.
 
Nello mentre i pompieri, allertati tempestivamente di quanto successo, constatarono che non vi era alcun incendio all’interno del palazzo, ma qualche bontempone aveva deciso di fare uno scherzo inserendo un fumogeno all’interno di uno dei bagni.
 
“Ma proprio ora dovevano farci questo scherzo?”, commentò Esposito mentre, assieme agli altri, risaliva al 4 piano.
Rick e Kate si guardarono, ambedue non erano convinti che quello fosse solo un semplice scherzo, era troppo strano, insomma proprio nel momento in cui erano nell’ufficio del capo e stavano per svelargli il nome del famigerato drago era scattato l’allarme, no sicuramente qualcosa non tornava.
Ma ci misero molto poco a capire cosa fosse realmente successo, perché appena si aprirono le porte dell’ascensore videro il capitano Gates corrergli incontro…
“Ragazzi avete per caso preso voi il fascicolo mentre uscivamo dall’ufficio?”, domandò speranzosa in una risposta affermativa, ma tutti risposero scuotendo negativamente il capo.
“Merda! Qualcuno è riuscito ad introdursi e rubare i documenti.”
“Cosa???”, esclamarono tutti in coro.
“Ma noi quelle carte le abbiamo viste, può valere lo stesso no?”, aggiunse Ryan.
“Purtroppo no, come sai, senza prove scritte nero su bianco la giuria non valuterà neanche per un secondo quello che diremo.”
“Quindi siamo punto e a capo”, constatò sconsolato Esposito.
“No…”, affermò intromettendosi Castle, “prima di consegnarvi il plico io avevo fatto una copia di parte dei documenti e li ho nascosti in cassaforte.”
“Signor Castle mi sta dicendo che possiamo ancora sapere il nome del drago?”
“Sì, fortunatamente Maddox non ha avuto la possibilità di rovistare per casa, però, come dicevo, non ho avuto il tempo di copiare tutti i fogli e quindi, purtroppo, il nome è presente solo in uno di questi e negli altri non vi è spiegato bene tutto quello che ha fatto in questi anni, mi spiace.”
“Castle non devi scusarti, è già tanto che abbiamo scritto nero su bianco il suo nome” constatò Espo.
 
A fine turno si ritrovarono a casa di Rick per poter far finalmente vedere i documenti al Capitano, che però non era ancora arrivata.
“Ragazzi, non so come la prenderà la Gates…”
“Purtroppo non lo sapremo finché non leggerà il nome, di sicuro sarà un duro colpo.”
 
Dopo una decina di minuti il capitano bussò alla porta del loft, Rick la fece accomodare sul divano dove gli altri erano già seduti.
“Eccoci tutti qui…allora ragazzi dove sono questi famosi documenti?”, chiese il capitano andandosi a sedere accanto a Beckett.
“Sono qui! Purtroppo, come avevo già detto, non sono riuscito a copiare tutte le pagine presenti nel dossier ma troverà il nome sulle ultime pagine” rispose Castle allungandogli una busta marrone.
Per un tempo indefinito rimasero tutti in rigoroso silenzio, mentre Victoria Gates sfogliava con accuratezza ogni pagina.
Su di esse vi era riportato un’infinità di movimenti bancari, vi erano tutti i dati raccolti sull’assassinio di Johanna Beckett e tutte le altre persone uccise e i vari poliziotti corrotti.
Quando lesse il nome del capitano Montgomery dovette fermarsi, il pensiero che il suo predecessore, conosciuto da tutti con un uomo integerrimo e ligio al dovere, fosse stato uno dei poliziotti corrotti, non riusciva ancora a digerirlo.
Poi riprese a sfogliare i documenti fino a giungere alla pagina che più le interessava, quella dove vi era scritto nero su bianco il nome del mandante, soprannominato da tutti come drago.
“Non…non può essere…”, sussurrò, “Non può esserci lui dietro a tutto questo, questi documenti sono contraffatti!”
“Mi spiace capitano, ma è così, non vi è alcun errore”, dovette confermare Kate.
“Ma io lo conosco, Michael non ha mia fatto male ad una mosca, è sempre stato molto corretto, non ci posso credere, devo andare a parlare con lui.”
“No capitano non può”, intervenne Esposito, “Se venisse a scoprire che noi sappiamo chi è non saremo più quel passo avanti rispetto a lui, come invece siamo ora. Immagino sia molto dura per lei, ma questa è l’unica soluzione, dobbiamo tenere questa cosa per noi e trovare un modo per incastrarlo definitivamente.”
“Hai ragione Esposito. Allora ragazzi come avete intenzione di comportarvi?”
“Beh pensavamo di continuare a fare finta di nulla durante la giornata, ma appena abbiamo un turno libero o quando stacchiamo la sera possiamo venire qui e cercare d’andare avanti con le indagini”, spiegò velocemente Kate.
Il capitano acconsentì a questa soluzione con un semplice cenno del capo e poi si alzò per avviarsi verso la porta.
Prima di uscire però si girò nuovamente verso il gruppo
“Mi raccomando non fatevi scoprire e nascondete il più bene possibile quei documenti, il drago non sa che ne abbiamo una copia e se lo venisse a scoprire sarebbe la fine.”
 
Rick si alzò per accompagnarla e giunti alla porta si scusò con lei per quanto successo, in parte si sentiva in colpa.
“Signor Castle quello che è successo non è assolutamente colpa sua, queste persone avevano già preso le loro decisioni molto prima che lei entrasse a far parte delle nostre vite, soprattutto in quella del detective Beckett, quindi non si senta in colpa e cerchi di dare il massimo in questo sprint finale nei confronti del drago”, disse prima di uscire dal loft, lasciando lo scrittore fermo sulla porta a ripensare a quanto il capitano gli aveva appena detto.
Dopo alcuni interminabili minuti si ridestò, chiuse la porta e ritornò in salotto.
 
Appena si voltò Kate notò che qualcosa lo stava torturando ma decise di aspettare che anche Ryan ed Esposito fossero usciti di casa per poterglielo chiedere.
Ovviamente questa cosa ai due detective non passò inosservata e quindi poco dopo si congedarono dicendo che avevano delle scartoffie da finire di compilare ed uscirono.
 
Rimasti da soli Kate continuò a seguire con lo sguardo i movimenti che Castle compiva, era tormentato, agitato, ormai l’aveva capito bene, quando iniziava ad aggirarsi senza meta per la casa c’era sempre qualcosa che non andava.
“Rick che c’è?”, chiese ad un certo punto.
“Assolutamente nulla”, rispose lui senza nemmeno pensarci un secondo e continuando a muoversi per la sala
“CASTLE!”, lo richiamò Kate, poi con un tono di voce più pacato aggiunse, “Non mentirmi, ormai ti conosco, c’è qualcosa che ti sta tormentando, ti prego dimmi cos’è.”
“Ormai non posso nasconderti proprio niente eh”, constatò con un sorriso tirato, poi prese un sospiro e iniziò a raccontare quello che lo turbava, “Ripensavo a tutto quello che è successo in questi ultimi anni, e soprattutto quanto successo negli ultimi mesi. Alla fine tutto questo è successo soprattutto per colpa mia, se quattro anni fa non avessi voluto a tutti i costi riaprire il caso di tua madre non si sarebbe scatenato tutto questo putiferio.”
“Rick, smettila di crogiolarti in questo tormento, te l’ho già detto e per ben due volte, non devi sentirti in colpa, se non fosse stato per te non avrei mai dato una svolta al caso di mia madre.”
“Lo so, ma ammettilo, da quando sono entrato nella tua vita quante volte hai rischiato di lasciarci le penne? Direi troppe, eppure sei ancora qui al mio fianco, mi sei rimasta accanto anche in questo ultimo periodo, quando non ricordavo assolutamente nulla di noi ed è soprattutto grazie a te sono riuscito a recuperare la memoria, ma nonostante tutto non riesco a capire come tu possa voler ancora stare insieme ad una persona come me”, concluse voltandosi nuovamente verso la finestra e dandole le spalle.
“Per il semplice fatto che grazie a te io ho ripreso a vivere quella vita che avevo chiuso in un cassetto da 14 anni, e se mia madre fosse ancora tra noi sono sicura che ti adorerebbe, come ti adoro io!”, dichiarò avvicinandosi a lui e abbracciandolo da dietro, “Ora però andiamo a riposare, siamo entrambi stanchi”, concluse lasciandogli un bacio sulla scapola.
“Peccato, avevo in mente qualche idea per passare le prossime ore”, rispose maliziosamente.
 
I giorni si susseguirono sempre con la solita routine al distretto, qualche caso da risolvere, tante scartoffie da sistemare e così via, solo una cosa si differenziava dal normale, il fatto che la squadra di Beckett ogni volta che aveva un momento libero si buttava a capofitto nel caso più importante che avevano, riprendendo in mano tutti i documenti e ricontrollandoli di continuo.
Anche il capitano ogni tanto si univa a loro, voleva capire se veramente suo cugino fosse stato realmente capaci di tutti quei crimini pur di raggiungere i vertici dell’FBI.
Purtroppo, però, Michael Gates era molto bravo a nascondere le proprie tracce, agli occhi di tutti era un esempio da seguire.
Se si chiedesse a qualche conoscente di descrivere in poche parole il direttore dell’FBI gli aggettivi che verrebbero usati sarebbero: integerrimo, altruista, buono, bravo e molti altri.
«Se solo sapessero la verità» questo si ripetevano in continuo i detective leggendo quei documenti, ma prima o poi sarebbero riusciti ad incastrarlo.
Un’altra cosa che bloccava le indagini era proprio il fatto che il drago era a capo di una delle organizzazioni militari più importanti d’America, se solo si fossero azzardati a fare qualche allusione o qualche domanda sbagliata tutto il loro lavoro sarebbe andato in fumo.
E così il tempo passava senza che loro avessero neanche uno straccio di prove in più rispetto ai documenti.
 
Da quando aveva recuperato i documenti, il direttore Gates si sentiva molto più sicuro, ma comunque continuava a tenere sott’occhio la cugina e la sua squadra, era sicuro che stavano nascondendo ed architettando qualcosa per riuscire ad incastrarlo.
Nell’ultimo periodo le relazioni che il suo infiltrato gli mandava erano molto discordanti, da una parte sembrava che il detective Beckett e la sua squadra avessero accettato la sconfitta e deciso di lasciar stare la ricerca del famigerato drago, ma dall’altra vi erano dei loro strani movimenti, soprattutto quando non erano impegnati in dei casi.
“Allora sei riuscito a capire cosa stanno combinando?” chiese all’agente infiltrato.
“Purtroppo no signore, riescono sempre a tenere tutto nel più stretto riserbo ed ogni volta che qualcuno si avvicina o gli passa accanto cambiano discorso o abbassano ancora di più la voce.”
“Io voglio, anzi DEVO saperlo, quindi trova un modo per scoprire cosa stanno facendo, non posso stare troppo tranquillo con quelli, possono avere un asso nella manica.”
“Farò il possibile.”
“Devi fare più del possibile, entra a far parte del loro gruppo, fatti amico lo scrittore, qualunque cosa ma…FAMMI SAPERE OGNI LORO MOSSA.”
“Va bene.” concluse il ragazzo nascondendo il cellulare usa e getta uscendo dall’archivio.
 
Il capitano Gates ancora non si capacitava di quando aveva scoperto, il suo adorato cugino, colui che con grande impegno era arrivato ai vertici dell’FBI, era il principale sospettato di una serie di brutali omicidi avvenuti negli ultimi 15 anni, dell’omicidio della madre della sua miglior detective, del tentato omicidio di quest’ultima e di Richard Castle.
Quando poteva dava una mano ai ragazzi, al distretto però notava che alcuni poliziotti erano divenuti sospettosi quindi aveva consigliato di continuare le ricerche al di fuori del luogo di lavoro e così quasi ogni sera si ritrovavano o a casa dello scrittore o all’Old Haunt.
 
Anche Kate era diventata sospettosa soprattutto nei confronti di un poliziotto che continuava a girare loro intorno, o meglio cercava sempre di parlare con Castle, sembrava volesse carpire informazioni su quello che stavano facendo così una di quelle sere in cui si trovarono tutti decise di esporre il problema, anche gli altri concordavano su quanto stesse pensando ed insieme arrivarono ad un’unica soluzione…quel poliziotto era in combutta con il drago.
Il capitano era sconvolta, già non riusciva ad accettare la posizione del cugino, e sapere che lui manovrava uno dei suoi uomini per remare contro Beckett era ancora peggio, non poteva assolutamente permetterlo, bisognava assolutamente trovare un modo mettere la parola fine a quella situazione, il tutto, possibilmente, senza altro spargimento di sangue.




Parola all'autrice

Non dite nulla, sono assolutamente imperdonabile, ho fatto passare ben 4 anni prima di pubblicare un nuovo capitolo di questa storia infinita 🙈🙈🙈🙈
Il prossimo capitolo è già quasi completamente scritto su carta ed anche trascritto su pc, quindi spero (salvo impegni lavorativi e di studio) di riuscire a pubblicarlo prima di far trascorrere altri 4 anni.
Dopo di che credo che scriverò ancora giusto un paio di capitoli per riuscire ad arrivare ad una degna conclusione (finalmente), poi credo che appenderò la penna al chiodo, salvo non arrivi una fulminea ispirazione, ma al momento (vedendo i risultati di questi ultimi anni) penso che la mia carriera come scrittrice coinciderà con la fine di questa storia!

Beh ora vi lascio, e alla prossima!
Sere
   
 
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