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Autore: Aching heart    01/07/2017    0 recensioni
Uno (più o meno) stream of consciousness di un non qualunque giorno di pioggia, ed una piazzetta a cui non appartengo ma che, forse, appartiene a me.
E tu adesso riesci a pensare alla piazzetta solo come grigia e piovosa e piena di pozzanghere. Ma un giorno ritornerai, e ci sarà di nuovo il sole.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Thoughts of mine - Frammenti di una favola triste'
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E’ un giorno di pioggia ed è ironico e patetico perché ti viene da pensare quello che tutte le persone che piangono in un giorno di pioggia pensano: il cielo piange con me.
   Quelle persone sono quasi sicuramente innamorate. L’amore rende patetici. Patetici come te che non sai dove andare, in questo giorno di pioggia, anche se almeno hai l’ombrello. Patetici come te che sei truccata a puntino ma che piangi lo stesso, e ‘sti cazzi se il trucco si scioglie. Che ti vedano pure, sfatta e a pezzi: chi li conosce, questi passanti? C’è un limite al dolore che puoi sopportare senza crollare, e quel limite l’hai passato da un pezzo.
   Non sai dove andare, ma i tuoi piedi conoscono a memoria una strada, e nel grigio e nelle pozzanghere di questo giorno d’aprile ti portano in un luogo in cui ti recavi quando c’era il sole e tu eri serena. C’è una piazzetta, sulla strada: lì si ferma un autobus che non hai mai preso. E dietro c’è un vialetto, e alberi e siepi e panchine corrose dal tempo. E’ un’isoletta verde nel mezzo della città. Con quella piazzetta condividi una storia: la storia di una ragazzina che si sedeva lì prima di scuola, a volte in compagnia, più spesso da sola. Faceva colazione osservando la vita, o finiva di studiare nozioni che avrebbe dimenticato il giorno dopo. A volte passava il tempo passeggiando lungo il vialetto, camminare stimolava il pensiero.
   La storia tua e di quella piazzetta è iniziata grazie a un ragazzo. Passeggiavi di lì una mattina e l’hai incrociato, anche lui andava a scuola. La mattina dopo ci hai riprovato e lui era lì di nuovo, e così hai imparato ad aspettarlo, quando passava, su quella piazzetta. Lui ti salutava se ti vedeva, e tu sorridevi, e il mondo sembrava perfetto. Era verde come la tua età, e come gli alberi della piazzetta.
   Poi lui se n’è andato e tu lì ci sei rimasta. Non era più il vostro luogo, era il tuo, anche se il ricordo di lui continuava ad aleggiare come se ad ogni momento potesse passarti davanti.
   Lì vicino abita una tua amica, e ti vengono in mente pranzi assieme dopo la scuola, una casa che avevi imparato a conoscere bene come la tua e due ragazzine su un divano con una coperta sulle gambe. Se avessi un po’ di faccia tosta ti ripresenteresti a quella porta e chiederesti di salutarla, ma col tempo che è passato siete quasi due estranee.
   C’è anche una cartoleria. Ah, quella cartoleria, grandissima e piena di penne stilografiche e quaderni con copertine di cuoio e lacci sottili. Ti piaceva entrarci e osservarli ammirata prima di comprare le tue cose per la scuola, il gentile vecchietto che apriva cassettini dietro il bancone e tirava fuori una gomma o un evidenziatore, a seconda delle tue richieste. Il vecchietto col tempo ha imparato a conoscerti e se adesso entrassi ti sorriderebbe come ad una nipote passata a trovarlo.
   Ma in questo grigio giorno di lacrime e pioggia tutto quello che ti senti di fare è camminare su e giù nel vialetto. Non è un pianto calmo, di quelle lacrime che scendono quasi senza farsi notare. E’ un pianto furioso, a singhiozzi, che non ti permette di respirare e non ha intenzione di fermarsi finché non avrai consumato l’ultima goccia d’acqua nel tuo corpo.
   E’ per amore, sempre per amore. Quella piazzetta ti ha vista alle prese con la tua prima cotta e adesso col tuo grande amore che finisce, e il grigio del cielo e dell’aria è simbolo del tempo che è passato, delle cose che non sono più le stesse. Anni fa sulle panchine si fermava una ragazzina acqua e sapone, con una coda disordinata e lo zaino della scuola; ora le panchine le hanno addirittura divelte e l’unica rimasta è bagnata, e tu sei una giovane donna in tiro che su quella panchina non si siederà.
   Sembri un’anima in pena a fare avanti e indietro ormai da mezz’ora, e se non fosse per la pioggia e per il vento che ti stanno facendo rabbrividire di freddo sarebbe quasi poetico, saresti una sorta di fantasma di una dama piangente in una piccola selva. Ma non è poetico per niente, è solo freddo, bagnato e stancante.
   La tua migliore amica, quella che hai conosciuto nella tua nuova vita, ti richiama finalmente e sta a sentire i tuoi singhiozzi e le tue parole finché ne hai. E’ una buona amica, non ti dice sciocchezze se non ha niente da dire, ma ti ascolta e alla fine di tutto questo riesce anche a farti sorridere fra le lacrime. D’ora in poi quando ritornerai nella piazzetta l’assocerai per sempre a questa voce, e non è un po’ strano? Adesso lei appartiene ad un posto che probabilmente non vedrà mai.
   E tu adesso riesci a pensare alla piazzetta solo come grigia e piovosa e piena di pozzanghere. Ma un giorno ritornerai, e ci sarà di nuovo il sole.




Angolo Autrice: Forse tra gli avvertimenti dovrebbe esserci anche "Nonsense".
   
 
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