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Autore: Hermy1994    12/06/2009    11 recensioni
Avviso: storia in revisione!
[Come potevo continuare a guardarlo così?
Come facevo ad avere le gambe tremanti solo all'idea di stargli vicino?
Perchè, per me, esisteva solo lui e nessun'altro?
Tante domande ed una sola -sfortunata- risposta.
Ero innamorata, questa volta sul serio. E di chi?
Di quell'idiota e arrogante conosciuto più comunemente con il nome di Daniele Granieri.]
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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it's enough now
Note dell'autrice: Ecco il primo capitolo revisionato in cui ho cercato di non staccarmi troppo dalla trama originale.
Tengo a precisare il fatto che sono profondamente legata a questa storia e, ci metterò il massimo impegno per renderla migliore.
Inizialmente volevo calcellarla ma la cara e dolce Alex ha iniziato a insultarmi nei peggiori modi e poi ha avuto la brillante idea di proporre la modifica di tutto.
Invito i vecchi lettori a farmi sapere se le modifiche sono di loro gradimento e, se non sto stravolgendo troppo la trama.
Ai nuovi lettori dò invece un caloroso benvenuto e spero che la fan fiction piaccia.
Tutti voi, qualsiasi opinione abbiate, brutta o bella, non esitate a scriverla. Aspetterò con moooolta ansia le vostre recensioni!
Detto questo, buona lettura.









Capitolo I





*It's enough now!"



"Nella vita ci sono giorni pieni di vento e pieni di rabbia;
ci sono giorni pieni di pioggia e piani di dolore;
ci sono giorni pieni di lacrime.
Ma poi ci sono giorni pieni d'amore che ci danno
il coraggio di andare avanti per tutti gli altri giorni."
Romano Battaglia, Notte Infinita.

***






Sara Sparvieri camminava per il lungo corridoio del suo liceo con la faccia livida dalla rabbia.

Per l'ennesima volta era stata convocata dalla preside della scuola. E per cosa poi?
Per colpa di quello stronzo e antipatico di Daniele Granieri!
"Oh, ma questa volta gliel'avrebbe fatta pagare cara!" pensò infuriata mentre raggiungeva l'ufficio più odiato da tutta la popolazione studentesca.
Bussò con timore e subito una voce severa esclamò un "avanti!".
Lentamente Sara aprì la porta ed entrò nella vecchia stanza. Tutto era perfettamente ordinato e dannatamente pulito, forse anche troppo. Sembrava che la preside Palombo si divertisse a trovare ogni minuscolo granello di polvere tra quelle quattro mura.
-Siediti Sparvieri.- le disse l'austera donna che la ragazza cercò di addolcire facendo un leggero sorriso ma, ricevendo in cambio solo un'espressione rigida e impassibile.
- Cosa devo fare con te?- le domandò la preside con un tono quasi diperato - ...continui ancora a importunare il povero Daniele nonostante i miei avvertimenti.-
-Ma...- provò a dire la ragazza cercando una giusta frase con l'intenzione di difendersi, venendo però subito zittita da una gelida occhiata.
- Non voglio sentire giustificazioni.- replicò la donna di fronte a lei,guardandola con astio - Sei in punzione per due settimane: dovrai pulire la tua classe alla fine di ogni giornata.-.
Sara sbiancò improvvisamente. Quella non era una punizione, era una tortura!
La sua classe era definita come la peggiore dall'intero corpo d'insegnanti. Il disordine regnava sovrano e, le povere bidelle dovevano stare ore ed ore a buttare cartacce, staccare gomme attaccate sotto le sedie e pulire le mura sulle quali accidentalmente venivano sempre spalmati panini, yogurt e pizzette. Uno spettacolo decisamente disgustoso e, che aveva portato alla sua classe continue detenzioni.
- Ma è troppo esager...- provò ancora a parlare lei.
- Ho detto che non voglio sentire niente! Hai maltrattato lo studente Granieri quindi la punizione ti spetta di diritto!- esclamò lei furente. - ...e ora fuori dal mio ufficio! Ho una riunione importante.- concluse facendole un cenno con la mano in segno di congedo.
La ragazza si alzò in piedi nel silenzio più totale temendo che, se avesse provato a dire una sola parola, la Vipera le avrebbe allungato la punizione.
Così uscì dall'ufficio tremando dalla rabbia e dall'indignazione.
Odiava la preside, odiava quella scuola e, soprattutto odiava quell'idiota di Granieri.
Il ragazzo, meglio conosciuto come " La macchina del sesso", frequentava l'ultimo anno e lei lo detestava dal loro primo incontro.
Tutti lo conoscevano, lo rispettavano e, non facevano nulla per bloccare qualunque azione spregevole lui compiesse.
Guai a chi lo sfidava! Chiunque avesse osato rivolgersi a lui i ìn maniere che lui non approvava si ritrovava letteralmente nel circolo degli sfigati.
Dio! Si può essere più ragazzini di così?
Certo, era maledettamente affascinanate e aveva un portamento talmente sensuale che tutta la popolazione femminile della scuola cadeva ai suoi piedi.
Quasi tutta.
Le uniche che non si lasciavano abbindolare dai suoi modi favolosamente convincenti erano Sara e Giorgia, la sua migliore amica.
Erano le sole ad aver capito l'importanza di non lasciarsi avvicinare da quel corpo scolpito e, sapevano perfettamente che per lui, non esistevano ragazze ma degli involucri vuoti da riempire con le sue parti intime e con il suo ego smisurato. Daniele Granieri non pensava alle ragazze come a delle persone con sentimenti e con un cuore. No, per lui erano solo delle puttane pronte a scaldargli il letto, che lo facevano divertire e che subito venivano cacciate via in malo modo.
Nessuna ragazza era riuscita a rimanere in quel letto, ne per una doppia perfomance, ne per qualcosa di più rispetto al solito e freddo sesso.
Daniele Granieri non aveva un cuore e forse, non l'avrebbe mai avuto.
Sara aveva provato tante -troppe- volte ad ignorarlo ma lui non demordeva mai e, per ogni gesto che la ragazza  faceva, aveva subito pronta qualche battutina per prenderla in giro.
Perfino prima, quando lei era quasi caduta dalle scale, aveva iniziato con le solite e continue derisioni. Tuttavia Sara, non era certo il tipo di persona che riusciva a rimanere zitta sotto le ingiurie degli altri; così, non appena aveva ripreso l'equlibrio, senza rendersene conto, gli aveva lanciato addosso la bottiglietta d'acqua che stringeva nella mano. Tra l'altro mancandolo per un soffio.
E, chi doveva passare proprio in quel momento? Quell'arpia di Inglese che l'aveva subito mandata in presidenza!
Così ora si ritrovava con una punizione da suicidio e, una pessima giornata a cui sopravvivere.
Mancava ormai poco al suono della campanella che avrebbe sancito la fine dell'ultima ora perciò, trascinando riluttante un piede dopo l'altro, si diresse verso la sua classe: la Quarta B.
Appena oltrepassò la porta notò subito la professoressa di Inglese che spiegava e, senza dire nulla, andò a sedersi sul proprio posto accanto alla sua migliore amica.
Giorgia la guardò preoccupata mentre le metteva una mano sulla spalla.
- Tesoro, tutto bene?- le chiese sottovoce guardando di sbieco la professoressa.
Sara rispose con un semplice "no" che si avvicinava più a un grugno animalesco.Calma. Doveva stare calma.
Non appena la campanella suonò le due ragazze presero il proprio zaino e, uscirono dall'aula.
Giorgia iniziò subito con le domande mentre camminavano lentamente nel corridoio.
- Che ha detto la Vipera?-
- Sono in punizione per due settimane- le rispose Sara scoraggiata.
-Cosa? Ma che stronza! Sà benissimo che è sempre lui a cominciare!- dichiarò l'amica con tono oltraggiato.
- Forse ho esagerato anche io tirandogli la bottiglietta.- annunciò facendo dei lunghi respiri profondi.
- Ma non dire cavolate! Quello si salva solo perchè ha un botto di soldi!- esclamò Giorgia per abbracciarla improvvisamente in segno di conforto - Speriamo solo che questa volta tua madre non si arrabbi...-
La ragazza fece un lungo verso di pura sofferenza. Sua madre, quando si  infuriava, era davvero implacabile e Sara non osava mai rivolgersi a lei quando aveva la luna storta altrimenti, addio gustosa cena, spuntino di mezzanotte e permessi per uscire.
- Bene, bene, Sparvieri. Sono proprio curioso di sapere cosa la nostra amata preside ha deciso di rifilarti per punzione.-.
A pronunciare quelle parole era stata una voce dietro le loro spalle: canzonatoria e scherzosa.
Sara si voltò di scatto verso il ragazzo che la tormentava ormai da anni e, vedendo il suo ghigno strafottente, scoppiò dalla rabbia. Con velocità sorprendente lo raggiunse in poche falcate e, prima che lui potesse anche dire o fare qualcosa, uno schiaffo lo colpì sulla guancia destra.
- Mi hai veramente rotto le palle Granieri. Sei soltanto un ragazzino che non si prende la respondabilità delle proprie azioni. Sei un codardo e sono stufa di finire sempre nei guai per colpa tua. Vattene a fanculo!- la sua voce si era alzata di qualche ottava ed era sicura di avere la faccia rossisima e gli occhi spalancati dalla furia mentre lo guardava disgustata.
Il Biondo davanti a lei le rivolgeva uno sguardo squisitamente sorpreso.
Certo, la Sparvieri era sempre stata l'unica a ripondergli a tono ma, addirittura dargli uno schiaffo?
Rapido come un felino, le afferrò saldamente il polso che aveva lasciato a mezz'aria, lo strinse forte e la osservò con uno sguardo gelido.
- Stai giocando con il fuoco, Sparvieri.- le disse con un tono tranquillo mescolato a un velo di minaccia.
- Preferisco bruciare e soffire piuttosto che rimanere indifferente di fronte al tuo atteggiamento da idiota!- gli rispose lei fiera e senza abbassare lo sguardo.
Il ragazzo, in riposta, le strinse ancora con maggiore forza il polso ma, lei non fece nemmeno uscire un gemito di dolore dalle proprie labbra. Altezzosa e sprezzante.
- Non amo picchiare le ragazze ma, vuoi che faccia un'eccezione solo per te?- le disse risoluto stringendo ancora di più la mano che divenne quasi violacea.
Sara non rispose e continuò a guardarlo con sfida.
Dopo pochi istanti, che a lei parverò un eternità, quando ormai il suo polso le faceva un male insopportabile ed era decisa a invitarlo gentilmente a lasciarla andare; lui diminuì gradualmente la presa per poi spingerla lontando da sè.
La ragazza si strofinò il polso dolorante e, susurrando un "mi fai schifo", afferrò il braccio di Giorgia che era rimasta letteralmente paralizzata dalla scena e la trascinò via. Era sicura che se sarebbero rimaste lì, Granieri le avrebbe davvero fatto del male.
Per tutto il tragitto fino alla fermata dell'autobus rimasero entrambe in un silenzio quasi esasperante e solo quando furono ormai comodamente sedute sul mezzo di trasporto, Giorgia la osservò titubante.
- Ancora mi chiedo come ho fatto ad avere un'amica testarda come te!- esclamò con un sbuffo ma facendo nascere sul proprio viso un espressione divertita.
- Non sono testarda. Semplicemente detesto quelli come lui.- le rispose Sara mentre sistemava bene il suo zaino ai loro piedi.
- Immagina se ci fosse stato anche Guido!- esclamò Giorgia arrosendo all'improvviso.
Era innamorata di Guido Mastronardi, il migliore amico di Daniele Granieri, ed era totalmente sicura che l'avrebbe portata presto sull'altare.
-Come minimo gli svenivi tra le braccia- disse Sara sghignazzando.
Guido era proprio l'opposto di Granieri. Dolce, gentile, simpatico. Aveva sempre un sorriso disponibile per chiunque e, non si rifiutava mai di dare una mano a qualche studente disperato per i compiti.
Ancora non riusciva a capire come, quei due, riuscissero ad essere amici!
Giorgia arrossì ancora di più e probabilmente ora stava fantasticando sull' incontro con il suo pincipe azzurro in cui lei gli cadeva nelle braccia e lui la stringeva forte per non lasciarla andare.
Sbuffò divertita lasciando, come al solito, la sua amica nel Mondo Dei Sogni Ad Occhi Aperti per alcuni minuti. Era tipico di Giorgia perdersi dietro sogni e fantasticherie visto che aveva avuto, sin da piccola, una fervida immaginazione.
Quando finalmente la ragazza accanto a lei si riprese dalla trance e puntò gli occhi su Sara trovò uno sguardo divertito che la scrutava con l'aggiunta di qualche ghigno.
A quel punto, Giorgia, sentendosi presa in giro, scagliò la sua offensiva.
-E' inutile che mi guardi come se fossi una pazza rincitrullita!- esclamò risentita -Quando si tratta di ragazzi perfino tu inizi ad avere un aria sognante. Perciò, dimmi un pò, come sta il tuo adorato Lorenzo?-
A quel punto fù Sara quella ad arrossire inconsapevolmente.
-
Il mio dolce e tenero fidanzato lo vedrò domani. Oggi è andato a fare compagnia alla nonna che stava male.-
Giorgia sorrise lievemente - Ah, solo tu riesci ad avere il ragazzo perfetto. Un altro non sarebbe mai andato a trovare una vecchia rimbambita ma, l'avrebbe lasciata sola a morire!-.
Sara rise sfacciatamente mentre l'autobus si fermava di fronte a casa sua. Ben presto, la sua mente, vorticò introno ad un unico e inquietante pensiero.
Non poteva più permettersi di pensare a Lorenzo, nè a quello squilibrato di Granieri, perchè ora aveva un arduo compito da risolvere:
Trovare le parole giuste per dire alla sua indomabile madre della punizione...
-
Che Dio mi salvi!-




***





  
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