Vancouver
1 luglio 2017

 

Segue con gli occhi il profilo delle montagne, si sofferma ad osservarne la cima ricoperta di neve; sa che il tempo sta peggiorando e arriverà il giorno in cui neppure a quelle altezze rimarrà qualcosa.
Segue con gli occhi il riflesso delle montagne, l'acqua non è mai stata così limpida e si chiede chi sarà il folle che si tufferà per il primo bagno dell'estate.
Matthew non ama particolarmente quella stagione, ma convive allegramente con essa poiché il sorriso dipinto sul volto dei canadesi sulle strade vale più di mille primavere.
Li vede stretti nelle loro auto per ritornare a casa, le mani occupate con le borse per gli ultimi acquisti o semplicemente stringendo i propri bambini che, scalpitanti, desiderano poter correre liberamente sui marciapiedi.

La libertà non è certo ciò che manca in un paese come questo - pensa Canada tra sé e sé, ma non può che ammirare la determinazione che i più piccoli già mostrano nella loro tenera età.
Ritrova sé stesso, nei volti di quei giovani, anche se sono passati anni da quando stava tra le braccia forti di Inghilterra.
Il mondo è così diverso ora, ma Canada non è più lo stesso sprovveduto che seguiva Arthur ovunque andasse; Canada è diverso e ciò che ha fatto in passato non lo rimpiange, ma ha il dovere di non dimenticarlo.

Ricorda il sangue versato - prima di tutto il resto -, i corpi abbandonati tra le macerie delle città italiane, le ali metalliche che soccorsero gli inglesi nella Battaglia d'Inghilterra e ancora, le divise lacerate dai colpi di artiglieria per difendere i confini della Francia.
Si pente nel pensare allo sterminio delle popolazioni native, vittime di un sciocco senso di superiorità che aveva corrotto la sua innocenza; degli omosessuali trattati come pericolo durante la Guerra Fredda e infine, ancor più recente, la xenofobia in una società multietnica ormai consolidata.

Sa che non esiste fine al progresso e per questo non può vivere sugli allori; è consapevole di ciò che gli altri pensano di lui come nazione, ma questo non ostacola il suo desiderio di migliorarsi.
È convinto di poter fare di più, di aiutare anche quei bambini che ancora temono la libertà o che la sognano da lontano.
Canada non è nato per discriminare- lo considera un destino, quello di essere il risultato delle due potenze più sanguinarie al mondo, e non vuole più seguire le loro orme.
Ha imparato ad essere sé stesso da tempo e vivere nell'ombra di Alfred non lo spaventa perché non ha bisogno di gloria per sentirsi un grande paese.
Vuole essere un grande paese in virtù, non utilizzando la forza; vuole essere una meravigliosa Nazione da invidiare e non da temere.

Ed è seguendo le linee delle montagne che sa cosa esclamare a gran voce.

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Note:
Una piccola flashfic per uno dei miei personaggi preferiti e uno dei paesi che mi piacerebbe visitare (uno dei pochi in America, a dire il vero.) al più presto.
Vancouver si trova nella parte che si affaccia sul Pacifico, che io ho conosciuto in particolar modo grazie ai videogiochi e alle olimpiadi invernali; la scelta è piuttosto casuale quindi.
I riferimenti storici sono i seguenti:

• I canadesi hanno partecipato ad entrambe le guerre mondiali a fianco dell’Intesa e poi degli Alleati; attivi molto sul fronte francese nella prima quando, a dire il vero, erano ancora sotto la bandiera britannica, hanno difeso l’Inghilterra insieme a molti altri piloti nel 1940 e hanno combattuto anche in Italia assieme agli statunitensi.
• Normalmente si pensa ai nativi americani solo negli USA, ma vivevano anche più a Nord e sono stati vittime in Canada quanto negli Stati Uniti.
• Si pensava che gli omosessuali potessero essere facili prede delle spie russe, per tale motivo venivano licenziati i dipendenti pubblici che non superavano un test che dimostrava la loro omosessualità. Da quanto ho letto poche settimane fa, il presidente Trudeau si è scusato per questi fatti.
• Il Canada sembra la terra perfetta per chi vuole emigrare, ma sia chiaro, sono molto restrittivi e non è vero che accolgono quanto gli europei. (Per motivi anche di distanza dai paesi ora in crisi, ovviamente.) Comunque per xenofobia in questo caso mi riferivo sopratutto all’attentato dell'anno scorso contro una moschea.