Conte Izyaslav Kudryashov
Nobile Bartolomeo
Cacciaguerra
Giardini di Persia-Ripafratta
Carissimo Bartolomeo
Quantunque
abbisogni di solitudine
per dare alla mia malinconia autunnale sollievo, vi è sempre
qualche coraggioso
che osa spingersi fin oltre i cancelli della mia tenuta e darmi tedio
con
inviti molesti a balli, feste e quanto altro di sociale vi sia a questo
maledetto mondo. E non c’è niuno che allo sloboda
non mi taccia d’esser un
orso. Ma ora che le foglie si spogliano del loro verde e gli alberi
mutano i
loro rami in secche braccia morte, ora più che mai abbisogno
della dolce
solitudine e non venirmi a dire che vi sarebbe altro modo per lenire il
dolore,
giacché ormai son sette autunni da che seppellimmo la mia
dolce Diniya,
portatami via da un male incurabile.
Perdonami
quindi se non ti
accoglierò con soverchio affetto e non sarò un
buon padrone di casa, ma il mio
dolore mi richiama, e mi richiama prepotentemente ogni volta che vedo
appassire
il melo, così caro alla mia Diniya. Sai, lei amava questa
stagione, adorava
correre sui tappeti di foglie, danzando sopra il loro scricchiolio,
mentre suonavo
il violino.. Avevo cominciato a imparare a suonarlo per conquistarla e
lei
adorava, anche se non ero bravissimo.
Non
avrei dovuto scrivere neanche
questa lettera, ho troppa paura del dolore, o meglio, dei ricordi e del
male
che mi fanno. Eppure mi devo fare forza, sei mio amico più
vero e se ti dovessi
allontanare, resterei solo.
Nessuno
deve restare solo, la
voglia di solitudine è un altro conto, è il
bisogno di staccarsi dal mondo per
poterci tornare più sereno, con la consapevolezza di
trovarci una mano amica
tesa. Ma se sei solo, se non c’è nessuno che senso
alla vita. È tremendo essere
soli in mezzo agli altri, vivere con gli altri, ma non farci mai parte.
Mi capisci,
io non sono solo, finché so di poter contare sulla tua
amicizia. Restare da soli
per un certo tempo, pure breve, anzi breve è meglio, a un
che di pacificante,
ci permette di lasciare emergere i nostri demoni e affrontarli, quei
demoni che
non riusciremmo a tirar fuori con nessun altro. È nel
silenzio di un buon
ritiro che l’uomo trova se stesso, ma deve avere
la consapevolezza che una
volta immersosi nelle proprie tenebre ci sia qualcuno pronto a tirarlo
fuori.
Lasciami
quindi solo e stai
tranquillo che tanto ci rivedremo senza dubbio alcuno al solstizio di
inverno,
per festeggiare
In fede
Conte Izyaslav Kudryashov
Sloboda
Varzuga