Edge of the world

E’ questa la vista che si presenta di fronte alle nazioni una volta arrivate alla sala conferenze.
E’ una vista strana, inquietante quasi.


Ci sono Russia e America seduti uno di fianco all’altro e non sembrano averli notati. Mentre parlano fra loro, viola e blu incatenati mentre i due si sussurrano idee e a vicenda.
America spezza quel legame fra i loro sguardi solo per un secondo il tempo di scribacchiare velocemente qualcosa su un foglio di carta.
Russia lo legge, sorride e commenta qualcosa.


E allora, America ride. Russia alza gli occhi e il mondo intero trema.

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Non è facile spiegare la sensazione provata dalle altre nazioni a seguito di quel peculiare evento. Sentivano come brividi e una sensazione di trovarsi sempre sul ciglio del baratro. Come se qualcosa dovesse irrimediabilmente succedere. Come se la fine, neanche loro sapevano di cosa, stesse per arrivare.
 

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Arthur si trova a soffocare il suo commento fra le sue mani guantate quando vede le foto che Germania ha tanto abilmente trafugato.
<< Sono…? >> riesce a farfugliare Francia in silenzio.
<< Sì >> esordisce Germania. Il suo tono è funereo e freddo.


E le nazioni fissano con orrore la foto di una serie di missili nucleari, riposti in un cargo. Delle scritte in cirillico su un fianco e un fregio a stelle e strisce proprio sopra.
 

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Le nazioni sperano che i due non si siano resi conto del loro attardarsi nella sala conferenze.
<< Anche se… >> inizia Italia del Nord solo per essere interrotto da suo fratello
<< Non ci sono “se”, è quando >> dice, il tono non rabbioso ma terrorizzato quanto quello del fratello le altre nazioni stanno ancora tremando.


D’improvviso Russia apre le porte, il suo sguardo viola gelido come l’inverno li scansiona tutti quanti. << Avete dimenticato qualcosa? >> chiede con un tono gentile, smielato.


Francia si volta verso di lui, forzando un sorriso mentre parla << Italia non trovava la sua bandiera >>
Italia del Nord cerca di non tremare quando lo sguardo del russo cade su di lui e quindi sorride << V-Ve, è vero… >>

<< Spero l’abbiate trovata. A presto, compagni >> dice Russia prima di chiudersi la porta alle spalle. Poco dopo le nazioni sentono ancora la sua voce stavolta più morbida meno pericolosa “Amerika! Su, andiamo”


Non sono certi di quale città sia caduta per prima. Ma sanno che ora ci sono solo rovine e macerie ovunque intorno a loro. Le nazioni che scompaiono lentamente morendo insieme alla loro terra avvelenata.
Si erano chiesti cosa stesse succedendo fra America e Russia. Se l’erano chiesti ma non avevano trovato risposta.


Il mondo poteva sopravvivere ad una nuova Guerra Fredda ma a loro due che lavoravano insieme?
No, il mondo non sarebbe mai potuto essere pronto. E adesso non lo sarebbe mai stato.